Avana, 8 dicembre 2004
Cubaweb, Granma
REYNOLD RASSÍ
Le aggressioni e le minacce di invasione dell’imperialismo nordamericano contro la nostra Patria sono cominciate fin dai primi mesi seguiti al trionfo rivoluzionario del 1959, da allora il popolo cubano è stato obbligato a preparare la difesa del suo territorio e delle conquiste raggiunte.
E’ stata quella preparazione unita alla ferma determinazione del popolo,
nonostante non contassimo ancora sull’esperienza né sulle forze che abbiamo
oggi, che ci permise di sconfiggere in circa 72 ore nelle sabbie di Playa Girón
le truppe mercenarie che invasero il nostro suolo nell’aprile del 1961, che
pure contavano sul potere militare e l’appoggio di CIA e Governo statunitense.
In più di quarant’anni le varie amministrazioni nordamericane hanno mantenuto ed aumentato le loro costanti aggressioni politiche, ideologiche ed economiche contro la Rivoluzione cubana, oltre alle minacce di un intervento militare diretto. Per questo motivo il popolo non ha mai smesso di prestare la massima attenzione alla difesa.
Da quando George W. Bush ha preso il potere nel 2000, e soprattutto a partire
dai fatti dell’11 di settembre del 2001, il Governo statunitense si è
caratterizzato nella sua politica estera per l’aggressività e l’arroganza, per
un’ideologia di stile nazifascista, per l’impiego della forza e degli
interventi militari. Yugoslavia, Afghanistan ed Iraq lo dimostrano ampiamente,
e dimostrano anche il loro disprezzo dei popoli, della sovranità e delle norme
ed istituzioni internazionali.
A ciò si sommano i progetti di un nuovo ordine mondiale sotto il loro dominio.
Le strette relazioni di Bush con la mafia anticubana statunitense l’ha portato ad incrementare le misure ostili contro la Rivoluzione, a raddoppiare le sue bugie al fine di creare le condizioni soggettive internazionalmente propizie per portare a termine un’aggressione militare contro Cuba.
Questa è una possibilità reale, soprattutto, a partire dalla sua rielezione lo scorso mese di novembre.
PERCHÉ BASTIONE?
“Non smetteremo mai di lavorare alla preparazione del Paese per la sua difesa",
ha detto il Comandante in capo Fidel Castro; davanti alla realtà della
situazione internazionale e le continue minacce del Governo statunitense contro
l’Isola, dal 13 al 19 di dicembre si porterà a capo in tutto il paese una serie
di manovre militari: l’Esercitazione Strategica “Bastione 2004”.
Agli inizi degli anni
ottanta, davanti all'aggressività dell’allora presidente Ronald Reagan, nasce
una nuova dottrina militare cubana che ha la sua essenza nella concezione della
Guerra di Tutto il Popolo che riassume l’esperienza storica di lotta accumulata
da varie generazioni cubane, e si basa sullo spiegamento del sistema difensivo
territoriale sostento del suo potere militare, più l’impiego più vario di tutte
le forze, mezzi e risorse della società e dello Stato.
Da
allora sorsero le Milizie di Truppe Territoriali (MTT) e si svilupparono
diverse forme di preparazione per la difesa, tra loro, l’Esercitazione
Strategica Bastione, la primo realizzata nel 1980, una seconda nel 1983 (a cui
parteciparono vari milioni di persone) e l’ultima compiuta nel 1986.
L’esercitazione Bastione, così come altre manovre minori svoltesi in tutti
questi anni, hanno permesso di elevare costantemente la coesione degli organi
di direzione e di comando, preparazione e disposizione combattive delle truppe
regolari. A ciò si aggiunge il condizionamento del teatro d’operazioni militari
ed i cambiamenti introdotti dal perfezionamento della tecnica e l’armamento ,e
la sua conversione in mezzi più efficaci.
In
Bastione 2004, oltre alle truppe regolari delle Forze Armate Rivoluzionarie
(FAR) e le sue riserve, prenderanno parte le Milizie di Truppe Territoriali, le
Brigate di Produzione e Difesa, organi ed unità del Ministero dell’Interno,
altre strutture difensive, gli Organismi dell’Amministrazione Centrale dello
Stato, entità economiche ed organizzazioni sociali e di massa.
Questa Esercitazione Strategica ci permetterà di incrementare i livelli di preparazione della società nel suo insieme, per raggiungere migliori condizioni in prospettiva di affrontare un’aggressione armata.
Silvia Barthelemy
Avana, 8 dicembre 2004
Cubaweb, Granma International
Le dichiarazioni alla stampa del Generale dell’Esercito Raúl Castro sull’Esercitazione Strategica ‘Bastion 2004’, che si svolgerà dal 13 al 19 di questo mese
Il Generale dell’Esercito Raul Castro Ruz, Secondo Segretario del Comitato Centrale del Partito, ha assicurato che l’Esercitazione Strategica ‘Bastion 2004’, che si effettuerà dal 13 al 19 di questo mese in tutto il paese, permetterà di “dimostrare l’unità, la capacità e la preparazione difensiva dei cubani. Che il nemico non sottovaluti il nostro popolo”.
Nelle
dichiarazioni alla stampa, alcuni minuti dopo aver concluso la Tribuna Aperta
che ha ricordato il 108° anniversario della caduta in combattimento del
Luogotenente Generale Antonio Maceo e del suo aiutante, Capitano Panchito Gomez
Toro, nonché il 15° dell’Operazione ‘Tributo’, Raul ha ricordato che negli anni
Sessanta il Governo nordamericano dell’epoca decise di assistere l’esercito
fantoccio vietnamita che, durante la guerra, arrivò ad essere composto da un
milione di soldati.
“Nel 1965”, ha detto, “gli USA si videro costretti ad inviare truppe ed
arrivarono a schierare più di mezzo milione di soldati nella nazione asiatica e
tutti conoscono i risultati delle loro azioni e la sconfitta che subirono”.
“Nessuno può dimenticare quelle scene degli elicotteri americani che
decollavano con a bordo gli ultimi cittadini e diplomatici di quel paese, più
alcune loro marionette vietnamite quasi appese agli elicotteri. Non hanno
imparato la lezione”, ha aggiunto Raul.
“Negli ultimi giorni”, ha commentato il ministro delle FAR, “ho ascoltato una
dichiarazione del Segretario alla Difesa degli USA Donald Rumsfeld, nella quale
confessava gli errori commessi in Iraq. Il primo fu che non hanno incontrato
armi di sterminio di massa ed il secondo che hanno sottovalutato la resistenza
irachena”.
“Passo dopo passo, la storia si sta ripetendo. Gli esperti pensavano che in
Vietnam il problema sarebbe stato risolto in 18 mesi e che in tempi rapidi
sarebbe stato possibile cominciare a ritirarsi dal paese. Ma così non è stato”,
ha assicurato.
“In Iraq già si sono impantanati ed in questo momento gli effettivi militari
presenti in quel paese ammontano a 150.000. Si guardi la resistenza che può
offrire questo popolo nonostante i suoi conflitti religiosi ed etnici”, ha
commentato Raul.
“Perché Bastion?” si è chiesto Raul a proposito dell’Esercitazione Strategica
e, rispondendo alle domande della stampa, ha detto: “perché non commettano gli
errori che hanno commesso in Vietnam e quelli che stanno commettendo adesso in
Iraq, dove sono rimasti impantanati. Faremo il ‘Bastion’, perché non
sottostimino il nostro popolo, che è molto più unito e pertanto più potente di
quello iracheno”.
Per noi evitare la guerra significa vincerla,
ma per vincerla evitandola occorre versare fiumi di sudore, che sono
preferibili a fiumi di sangue”, ha concluso Raul.