http://www.cubasocialista.cu/texto/cs0138.htm
Marx,
Engels e Lenin: un metodo, una guida per l'azione
Dr. Jesus Pastor García Brigos. Istituto di Filosofia.
Come ha segnalato Raúl Castro, la costruzione socialista è un “viaggio verso
l’ignoto”. Ma come mostra la sua stessa opera, è un viaggio in cui bisogna
avere coordinate precise.
Non si può trovare la rotta se si ignorano le idee di Marx, Engels e Lenin.
Marx ed Engels non produssero una teoria finita. Non ebbero tempo di terminare
l’opera nemmeno negli obiettivi immediati, come si capisce dallo sforzo di Marx
di rivedere “il sistema dell’economia borghese”, e come sottolinea l’illustre
professore canadese Michael Lebowitz, capirono il capitalismo solo dopo aver
finito sei libri sul capitale, la proprietà della terra, il lavoro salariato,
lo Stato, il commercio internazionale ed il mercato mondiale. (1)
Possiamo parlare molto meno di una teoria finita del socialismo o del
comunismo, e tanto meno della rivoluzione comunista. La causa non sta in un problema
di tempo.
Si tratta del fatto che erano scienziati. Lo steso concetto di “teoria
scientifica finita” è il meno scientifico che si possa immaginare, soprattutto
trattandosi dello studio dei processi sociali.
Ma, soprattutto, perché come scienziati coerenti sapevano perfettamente fino a
dove potevano pronunciarsi con rigore su ciò che non esisteva nella pratica.
Nell’opera di Marx, Engels e Lenin troviamo un sistema teorico coerente, nel
senso più stretto della parola. Ma contemporaneamente, in un senso totalmente
diverso. (2)
E qui troviamo il ”nodo” metodologico che unisce e distingue l’opera di Marx ed
Engels da quella di Vladimir Ilich: la politica come attività.
Con un lavoro di teorizzazione strettamente vincolata alla pratica trasformatrice
rivoluzionaria quotidiana, alle lotte sociali concrete, Marx ed Engels
elaborano concetti e teoria per la politica, da una messa a fuoco
essenzialmente filosofica.(3)
Ma arrivarono alla necessità della politica, alla necessità di basare il loro
ruolo nella società e nella pratica rivoluzionaria; dall’universalità di un
nuovo scalino del pensiero filosofico arrivarono all’elaborazione politica,
dalla generalità alla necessaria rottura con un modo di vedere il mondo per
trasformare la realtà ed entrare in una nuova tappa dello sviluppo sociale.
Sono filosofi che fecero politica, economia, sociologia, etica, estetica...,
filosofi che lavorarono legati alla pratica politica nelle condizioni concrete
del loro momento storico.
Il ruolo fondante dell’opera di Marx ed Engels come rivoluzionari è dato dal
contenuto che deriva da un metodo, il suo nucleo indispensabile. E ciò
determina la proiezione della sua produzione teorica, l’universalità della
stessa.
Lenin, “il geniale discepolo” , come l’ha definito Fidel Castro nella chiusura
del V Incontro Internazionale degli Economisti su Globalizzazione e Problemi
dello Sviluppo - svoltosi all’Avana nel febbraio del 2003 - non è meno
filosofico di Marx ed Engels nella portata delle sue messe a fuoco e
conclusioni, come invece a volte si vorrebbe per squalificarlo. Ma visse un
momento storico ed in condizioni concrete specifiche che gli diedero altre
possibilità e gli posero altre domande.
Lenin portò avanti la rottura cosmovisiva, fondamento di una prassi che iniziarono
Marx ed Engels, mediante l’attuazione di una delle potenziali linee dello
sviluppo storico: la presa del potere politico in un paese, per aprire la
breccia nel sistema di dominazione del capitale, alla ricerca dell’inizio della
rivoluzione socialista mondiale.
È anzitutto un politico che produsse teoria per la pratica nella politica
quotidiana; è un politico coerentemente materialista dialettico che fece
filosofia nel suo lavoro politico quotidiano e che teorizzò il compito
immediato di trasformare la realtà. Un politico che purtroppo è mancato
prematuramente, (4) ostacolando la piena germinazione di tutta la ricchezza di
pensiero che si annunciava in un’opera teorica in larga misura posticipata, ma
presente in una pratica quotidiana rivolta alla trasformazione comunista (5) e
con una precisa bussola coerentemente dialettico-materialista sulla base di una
quotidianità storico-concreta.
Per questo Marx ed Engels insieme a Lenin, sono due pilastri della pietra
miliare che segna un punto molto speciale nel lungo cammino dell’umanità alla
ricerca di “scrivere la propria storia.”
Marzo 2005
Note
1) Quest’idea di Marx si esprime nel suo “Contributo alla Critica dell'Economia
Politica”, ed in lettere a Lassalle (22 febbraio 1858), Engels (2 aprile 18 58)
e Joseph Weydemeyer (1 febbraio 1859), come sottolinea Michael Lebowitz nel suo
libro Beyond Capitale, Marx´s Political Economy of the Working Class, St.
Martin´s Press, New York, 1992, p. 12..
2) Nell'opera di István Meszároz" On Marx´s alienation", terza parte,
l’autore su questo tema compie importanti riflessioni circa il carattere
sistemico delle elaborazioni teoriche di Marx, applicabili a tutta la sua
opera, argomentando l’affermazione che siamo di fronte a"... un sistema
nel migliore senso del termine.. non meno rigoroso di quelli dei suoi
predecessori, compreso Hegel"... ma, a differenza di essi siamo davanti ad
un sistema che" rimane aperto." Questa analisi è importante, nel
momento di prendere una parte dell'opera di Marx, per comprenderla in tutta la
sua profondità per essere parte di un tutto, e nel momento di analizzare il suo
divenire, per potere apprezzarla adeguatamente nella continuità dello sviluppo
di tutta la produzione.
3) La messa a fuoco filosofica segna tutta l'opera di questi pensatori.
Particolarmente in Marx, di cui è dimostrazione probatoria quello che capita
quando decide di approfondire la matematica per avanzare nel suo studio del
capitalismo, in specifico delle crisi. Addentrandosi nei labirinti del calcolo
differenziale ed integrale, e trovare aspetti al suo modo di vedere poco
sviluppati nei materiali a sua disposizione in Inghilterra, si diede al compito
di basare i concetti di limite e di differenziale, trasmettendoci alcuni lavori
poco conosciuti circa questi elementi chiave della matematica, con risultati
ottenuti a partire da ragionamenti puramente filosofici.
4) E, più che quello: praticamente potè lavorare dopo la presa del potere solo
fino agli inizi di 1921, appena i tre
anni di compiti essenzialmente distruttivi del vecchio regime e difensive sul
terreno delle armi.
5) Lenin entrava in una nuova epoca che esponeva ingiunzioni superiori al
sistema teorico, con la tappa imperialista del capitalismo, e, soprattutto, con
la rottura nel processo di trasformazione comunista che significava
individualmente l'inizio della trasformazione in un paese, uno dei più
arretrati della sua epoca.
Fidel Castro segna indiscutibilmente un nuovo momento in questo senso.
traduzione dallo spagnolo di FR