www.resistenze.org - popoli resistenti - cuba - 17-03-05

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Marx, Engels e Lenin: un metodo, una guida per l'azione


Dr. Jesus Pastor García Brigos. Istituto di Filosofia.

Come ha segnalato Raúl Castro, la costruzione socialista è un “viaggio verso l’ignoto”. Ma come mostra la sua stessa opera, è un viaggio in cui bisogna avere coordinate precise.

Non si può trovare la rotta se si ignorano le idee di Marx, Engels e Lenin.

Marx ed Engels non produssero una teoria finita. Non ebbero tempo di terminare l’opera nemmeno negli obiettivi immediati, come si capisce dallo sforzo di Marx di rivedere “il sistema dell’economia borghese”, e come sottolinea l’illustre professore canadese Michael Lebowitz, capirono il capitalismo solo dopo aver finito sei libri sul capitale, la proprietà della terra, il lavoro salariato, lo Stato, il commercio internazionale ed il mercato mondiale. (1)

Possiamo parlare molto meno di una teoria finita del socialismo o del comunismo, e tanto meno della rivoluzione comunista. La causa non sta in un problema di tempo.

Si tratta del fatto che erano scienziati. Lo steso concetto di “teoria scientifica finita” è il meno scientifico che si possa immaginare, soprattutto trattandosi dello studio dei processi sociali.

Ma, soprattutto, perché come scienziati coerenti sapevano perfettamente fino a dove potevano pronunciarsi con rigore su ciò che non esisteva nella pratica.
Nell’opera di Marx, Engels e Lenin troviamo un sistema teorico coerente, nel senso più stretto della parola. Ma contemporaneamente, in un senso totalmente diverso. (2)

E qui troviamo il ”nodo” metodologico che unisce e distingue l’opera di Marx ed Engels da quella di Vladimir Ilich: la politica come attività.

Con un lavoro di teorizzazione strettamente vincolata alla pratica trasformatrice rivoluzionaria quotidiana, alle lotte sociali concrete, Marx ed Engels elaborano concetti e teoria per la politica, da una messa a fuoco essenzialmente filosofica.(3)

Ma arrivarono alla necessità della politica, alla necessità di basare il loro ruolo nella società e nella pratica rivoluzionaria; dall’universalità di un nuovo scalino del pensiero filosofico arrivarono all’elaborazione politica, dalla generalità alla necessaria rottura con un modo di vedere il mondo per trasformare la realtà ed entrare in una nuova tappa dello sviluppo sociale. Sono filosofi che fecero politica, economia, sociologia, etica, estetica..., filosofi che lavorarono legati alla pratica politica nelle condizioni concrete del loro momento storico.

Il ruolo fondante dell’opera di Marx ed Engels come rivoluzionari è dato dal contenuto che deriva da un metodo, il suo nucleo indispensabile. E ciò determina la proiezione della sua produzione teorica, l’universalità della stessa.

Lenin, “il geniale discepolo” , come l’ha definito Fidel Castro nella chiusura del V Incontro Internazionale degli Economisti su Globalizzazione e Problemi dello Sviluppo - svoltosi all’Avana nel febbraio del 2003 - non è meno filosofico di Marx ed Engels nella portata delle sue messe a fuoco e conclusioni, come invece a volte si vorrebbe per squalificarlo. Ma visse un momento storico ed in condizioni concrete specifiche che gli diedero altre possibilità e gli posero altre domande.

Lenin portò avanti la rottura cosmovisiva, fondamento di una prassi che iniziarono Marx ed Engels, mediante l’attuazione di una delle potenziali linee dello sviluppo storico: la presa del potere politico in un paese, per aprire la breccia nel sistema di dominazione del capitale, alla ricerca dell’inizio della rivoluzione socialista mondiale.

È anzitutto un politico che produsse teoria per la pratica nella politica quotidiana; è un politico coerentemente materialista dialettico che fece filosofia nel suo lavoro politico quotidiano e che teorizzò il compito immediato di trasformare la realtà. Un politico che purtroppo è mancato prematuramente, (4) ostacolando la piena germinazione di tutta la ricchezza di pensiero che si annunciava in un’opera teorica in larga misura posticipata, ma presente in una pratica quotidiana rivolta alla trasformazione comunista (5) e con una precisa bussola coerentemente dialettico-materialista sulla base di una quotidianità storico-concreta.

Per questo Marx ed Engels insieme a Lenin, sono due pilastri della pietra miliare che segna un punto molto speciale nel lungo cammino dell’umanità alla ricerca di “scrivere la propria storia.”

Marzo 2005


Note

1) Quest’idea di Marx si esprime nel suo “Contributo alla Critica dell'Economia Politica”, ed in lettere a Lassalle (22 febbraio 1858), Engels (2 aprile 18 58) e Joseph Weydemeyer (1 febbraio 1859), come sottolinea Michael Lebowitz nel suo libro Beyond Capitale, Marx´s Political Economy of the Working Class, St. Martin´s Press, New York, 1992, p. 12..

2) Nell'opera di István Meszároz" On Marx´s alienation", terza parte, l’autore su questo tema compie importanti riflessioni circa il carattere sistemico delle elaborazioni teoriche di Marx, applicabili a tutta la sua opera, argomentando l’affermazione che siamo di fronte a"... un sistema nel migliore senso del termine.. non meno rigoroso di quelli dei suoi predecessori, compreso Hegel"... ma, a differenza di essi siamo davanti ad un sistema che" rimane aperto." Questa analisi è importante, nel momento di prendere una parte dell'opera di Marx, per comprenderla in tutta la sua profondità per essere parte di un tutto, e nel momento di analizzare il suo divenire, per potere apprezzarla adeguatamente nella continuità dello sviluppo di tutta la produzione.

3) La messa a fuoco filosofica segna tutta l'opera di questi pensatori. Particolarmente in Marx, di cui è dimostrazione probatoria quello che capita quando decide di approfondire la matematica per avanzare nel suo studio del capitalismo, in specifico delle crisi. Addentrandosi nei labirinti del calcolo differenziale ed integrale, e trovare aspetti al suo modo di vedere poco sviluppati nei materiali a sua disposizione in Inghilterra, si diede al compito di basare i concetti di limite e di differenziale, trasmettendoci alcuni lavori poco conosciuti circa questi elementi chiave della matematica, con risultati ottenuti a partire da ragionamenti puramente filosofici.

4) E, più che quello: praticamente potè lavorare dopo la presa del potere solo fino agli  inizi di 1921, appena i tre anni di compiti essenzialmente distruttivi del vecchio regime e difensive sul terreno delle armi.

5) Lenin entrava in una nuova epoca che esponeva ingiunzioni superiori al sistema teorico, con la tappa imperialista del capitalismo, e, soprattutto, con la rottura nel processo di trasformazione comunista che significava individualmente l'inizio della trasformazione in un paese, uno dei più arretrati della sua epoca.
Fidel Castro segna indiscutibilmente un nuovo momento in questo senso.


traduzione dallo spagnolo di FR