Fonte: http://www.contropiano.org
da "Rebelión" del 22 Maggio 2005
L'indignazione
per le espulsioni cubane
di Pascual Serrano
Hanno detto di rappresentare 360 organizzazioni anticastriste
all'interno di Cuba, ma erano appena cento persone: sembra che ognuna di esse
integrasse i membri di tre organizzazioni. L'obiettivo era, ancora una volta,
riuscire con l'appoggio dei grandi media e dei politici ossessionati da Cuba
nello strepitio mediatico che portasse il messaggio al mondo che il paese
cubano si ribellava contro Fidel Castro. Ma lì c'erano soltanto cento persone
riunite grazie a 160.000 dollari.
I grandi mezzi di comunicazione ed i partiti politici della destra europea,
supponendo che siano qualcosa di differente, sono indignati con la decisione
del governo cubano di negare l'entrata o espellere giornalisti e politici
stranieri che si sono mossi a L'Avana per appoggiare l'incontro di un centinaio
di anticastristi questo fine settimana. Decine di agenzie, prime pagine di
giornali, dichiarazioni televisive hanno invaso l'attualità informativa.
Il quotidiano El Pais attacca con la prima pagina del 21 maggio. El Mundo
afferma che "il regime castrista ha espulso dall'isola due eurodeputati
polacchi, un senatore ceco, un parlamentare tedesco, un deputato di CiU e due
ex senatrici spagnole del PP che si trovavano a Cuba in "visita
turistica". Sembra quasi che un tour operator abbia offerto un solo
pacchetto turistico per Cuba ai politici della destra europea.
Argomentano che è "intollerabile" questa proibizione. "Hanno
diritto a viaggiare, a muoversi e perfino a partecipare a riunioni
dell'opposizione se lo considerano opportuno", ha dichiarato il
commissario agli Aiuti Umanitari, Louis Michel. I diritti degli europei sono
validi nella legislazione dei paesi e degli organismi dell'Europa, non nella
legislazione cubana. Hanno per caso tutti i somali o gli ecuadoregni diritto a
"viaggiare e a muoversi" per la Spagna? Ci domandiamo perché non ha
legittimità un paese sovrano a decidere se gli attivisti politici stranieri
possono entrare per svolgere attività, così come regolare l'accesso di
giornalisti alle proprie frontiere.
Per caso possono entrare in Spagna gli africani e latinoamericani che lo
desiderino, siano giornalisti, idraulici o elettricisti? E' obbligata la Spagna
o gli Stati Uniti ad accettare i rappresentanti o professionisti di qualunque
paese? Tutti i giorni si sta negando l'entrata in Europa e negli Stati Uniti a
cittadini di paesi del Terzo Mondo. I musicisti cubani non possono entrare
negli Stati Uniti, i rappresentanti governativi dell'Isola entrano solo in
determinate condizioni, hanno perfino l'accesso limitato alla sede delle
Nazioni Unite a New York.
Nelle diverse manifestazioni antiglobalizzazione, i paesi ricchi vietano
l'accesso a decine di attivisti e interi autobus vengono bloccati. Nel marzo
del 2002, durante la mobilitazione dei no global a Barcellona in occasione
dell'incontro dei Capi di Stato dell'Unione Europei, otto autobus furono bloccati
alla frontiera con la Francia e ad almeno ottomila persone fu impedito di poter
entrare in Spagna, come denunciò l'organizzazione ATTAC. Negli anni dopo, in
Salónica, durante altre mobilitazioni antoglobalizzazione, il governo greco
espulse molti manifestanti, compresi spagnoli, e alcuni di essi furono
imprigionati per mesi senza giudizio e con la minaccia di venticinque anni di
prigione. In Messico si rimpatriano giovani che appoggiano gli zapatisti perchè
violano la legge che impedisce agli stranieri di partecipare ad attività
politiche. Per un incontro internazionale zapatista del 1994, l'allora deputata
spagnola Angeles Maestro fu sequestrata per 20 ore nell'ufficio immigrazione
del commissariato nell'aeroporto D.F. del Messico, prima di essere rimandata
indietro con lo stesso aereo sul quale era arrivata. Gli fu impedito di
utilizzare il telefono, veniva sorvegliata perfino quando doveva andare in
bagno e solo quando in una disattenzione della polizia messicana potè chiedere
ad un impiegato dell'Iberia di avvertire l'ambasciatore spagnolo fu liberata.
In Colombia si sono deportati cittadini spagnoli perchè hanno appoggiato
mobilitazioni di contadini. Ai deputati del Partito Popolare si dovrebbe
ricordare che il governo di Aznar espelleva dalla Spagna agli africani
ammanettati e narcotizzati.
Anche negli ultimi anni vari funzionari cubani non hanno potuto entrare in
Spagna a causa degli ostacoli posti dal governo spagnolo nella concessione del
visto. Per esempio nel novembre 2003, il governo di Aznar ostacolò la visita a
Madrid del viceministro cubano dell'Educazione, Rodolfo Alarcón, invitato per
la Conferenza dei Rettori delle Università Spagnole (CRUE). L'obiettivo del
viaggio era un incontro accademico per promuovere e scambiare criteri
sull'evento "Università 2004" da celebrare a L'Avana. Allora, il
vicerettore dell'Università Carlos III di Madrid e segretario alle Relazioni
Internazionali della CRUE, Angel Llamas, confermò l'invito fatto ad Alarcón e
la risposta negativa delle autorità spagnole a concedergli il visto come
richiesto per i cittadini cubani per entrare in Spagna(1).
In quanto ad ostacolare l'entrata a giornalisti, in Spagna, nel Palazzo di La
Moncloa o nel Congresso dei Deputati le autorità concedono l'autorizzazione
solo a coloro che considerano opportuno.
"Non possiamo accettare che Cuba dà un trattamento differente agli
eurodeputati secondo la corrente politica alla quale appartengono, e che i
socialisti possano entrare ed uscire da Cuba a loro piacimento, mentre altri
eurodeputati, come noi, non sono ammessi", ha dichiarato ad Efe
l'eurodeputato polacco Boguslaw Sonik. Perché un governo sovrano non può
decidere il tipo di trattamento che desidera dare ad un deputato piuttosto che
ad un altro?
Quello che è successo non ha colpito né alterato nessun diritto di nessun
cittadino cubano. Loro possono riunirsi liberamente. Uno degli espulsi è il
senatore ceco Karel Schwarzenberg. Con un visto turistico aveva l'intenzione di
incorporarsi all'incontro e manifestare il suo appoggio. In Spagna si accettano
i turisti che le autorità considerano opportuno. Nelle nostre frontiere non si
accettano facilmente "turisti" marocchini, algerino o ecuadoregni.
"Questa è la condotta di stati totalitari", dichiarò Schwarzenberg.
No, gli stati totalitari non sono quelli che regolano l'entrata di stranieri
nel loro paese, quello lo fa l'Europa tutti i giorni. Il totalitarismo è
un'altra cosa. L'anticastrismo, interno, di Miami e dei media, si sfregava le
mani sperando di riuscire in un'altra campagna informativa contro Fidel Castro
denunciando la proibizione o la detenzione dei convocanti alla riunione. Gli
organizzatori denunciavano da settimane una persecuzione che non è mai
avvenuta. Il governo cubano non ha mosso un dito per ostacolare l'incontro, ma
bisognava continuare a denunciare la repressione in Cuba. Basta vedere ciò che
ha pubblicato il quotidiano spagnolo El Mundo: "La nuova onda di
repressione di Fidel Castro coincide con una riunione organizzata dagli
oppositori al regime."
Si è argomentato che la proibizione dell'accesso ai giornalisti colpisce il
diritto degli anticastristi riuniti ad esprimere sui media le loro posizioni
politiche. Ed il diritto del milione e trecentomila manifestanti del Primo
Maggio che hanno espresso il loro appoggio al governo? Non è stata data notizia
di ciò sui mezzi occidentali. Dove sta il diritto dei cubani a vedere espresse
le loro idee nei mezzi di comunicazione?
La realtà cubana è costantemente manipolata dai mezzi di comunicazione dei
nostri paesi, le manifestazioni delle donne chiamate "dame in
bianco", una trentina di donne che sfilano sulla Quinta Avenida per
protestare contro il governo cubano sono accompagnate da telecamere e
giornalisti in una percentuale di tre per ogni donna che manifesta e le loro
dichiarazioni e foto sono ripetute fino alla nausea in tutti i media. Invece le
foto degli oltre un milione di cubani che appoggiano il loro governo raramente
escono sui media. La presenza negli Stati Uniti del terrorista anticastrista
che abbattè con una bomba un aeroplano civile e provocò la morte di tutti i
passeggeri fu taciuta dalla stampa per due mesi e le denunce del presidente e
del paese cubano ignorate. Ora un centinaio di cubani si riuniscono a L'Avana
appoggiati e finanziati dai gruppi violenti e paramilitari di Miami. I gruppi
Alpha 66 e i Commandos F-4, responsabili di diversi attentati contro obiettivi
civili cubani che hanno provocato la morte di centinaia di innocenti, non hanno
mancato di minacciare di incorporarsi a quella riunione e di allenarsi in
accampamenti paramilitari(2). Niente di questo però si è detto sui mezzi di
comunicazione.
Nonostante ciò, nessuno ha impedito loro di riunirsi benché stessero occupando
illegalmente alcuni terreni pubblici - è falso che si sono riuniti in una
proprietà privata - ricevendo, in violazione alla legislazione del paese,
130.000 dollari dal governo nordamericano e dai gruppi di Miami. Hanno detto di
rappresentare 360 organizzazioni anticastriste all'interno di Cuba, ma erano
appena cento persone: sembra che ognuna di esse integrasse i membri di tre
organizzazioni. L'obiettivo era, ancora una volta, riuscire con l'appoggio dei
grandi media e dei politici ossessionati da Cuba nello strepitio mediatico che
portasse il messaggio al mondo che il paese cubano si ribellava contro Fidel
Castro. Ma lì c'erano soltanto cento persone riunite grazie a 160.000 dollari.
In Spagna, negli Stati Uniti ed in qualunque paese del mondo si riuniscono e
manifestano collettivi di migliaia di persone contro i loro governi senza l'attenzione
dei mezzi di comunicazione. I minatori boliviani, i contadini colombiani, gli
invasi haitiani, i disoccupati argentini, i senza terra brasiliani... tutti
loro stanno manifestando, si stanno mobilitando, si stanno riunendo per decine
di migliaia e senza il denaro di Miami. Ma lì non sono espulsi i giornalisti
occidentali, né gli eurodeputati. Non è necessario, perché nessuno di loro si
disturba ad avvicinarsi per conoscere quelle lotte.
(1) El gobierno
español obstaculiza un encuentro de los rectores españoles con el viceministro
de Cultura cubano
(2) Hablan las
organizaciones que apoyan y financian una cumbre anticastrista en La Habana
(incluye enlaces opcionales a archivos de sonido) "En Cuba debe producirse
una guerra civil con r'os de sangre cuya lucha la llevará el exilio"
04-05-2005
da "Rebelión" del 22 Maggio 2005