da
http://www.granma.cu/italiano/2005/junio/juev16/mensaje-it.html
Il messaggio di Fidel Castro al Vertice Sud
L'Avana. 16 Giugno 2005
Eccellenze:
Avrei voluto stare con voi in questa importantissima riunione che si svolge
proprio in Qatar, un fraterno paese al quale mi unisce un profondo sentimento
di amicizia, derivato delle cordiali e sodilali relazioni stabilite con il suo
Popolo, il suo Governo e il suo Capo di Stato.
Altre questioni molto gravi non mi hanno permesso di partecipare. Stiamo affrontando
il tentativo del Governo degli Stati Uniti di dare rifugio a un noto terrorista
reo confesso, evaso dalla giustizia del Venezuela, responsabile, tra molte
azioni atroci, dell'esplosione di un aereo civile cubano che provocò la morte
di 73 persone innocenti.
Cuba è impegnata in un'energica campagna di denuncia del terrorismo che il
nostro paese ha subito per più di 45 anni e che è costato al nostro popolo la
vita di migliaia dei suoi figli e incalcolabili perdite materiali.
Stiamo lottando contro l'impunità per i crimini abominevoli commessi nel nostro
emisfero, con l'esecuzione di programmi di repressione come la detta Operazione
Condor, in vari paesi sudamericani e le guerre sporche o le campagne massive di
sterminio in Centro America Per segnalare i veri colpevoli di questi tortuosi
episodi, ho dovuto ricevere, ascoltare e parlare con centinaia di personalità
molto note che hanno visitato il nostro paese in questi giorni e alcuni tra
loro sono ancora nostri ospiti a Cuba.
L'ordine economico imposto al mondo con la globalizzazione neoliberista costa
implacabilmente all'umanità decine di milioni di vite nelle nazioni più povere
della Terra.
Mai prima il mondo era stato così disuguale e l'iniquità così profonda.
Nell'attuale economia mondiale i nostri paesi sono inclusi nello sfruttamento e
l'esclusione dallo sviluppo.
Quest'ordine impedisce lo sviluppo dei paesi del sud per sostenere il
consumismo scialacquatore del nord, con l'aggressione al medio ambiente e la
fine delle risorse naturali del pianeta. La ricchezza sperperante del nord è il
risultato del selvaggio sfruttamento coloniale e neocoloniale del sud.
Il debito estero attuale dei nostri paesi del Terzo mondo continua a crescere
anche se sono stati pagati già un totale di 5,4 milioni di milioni di dollari
tra il 1982 e il 2004 e oggi ascende a 2,5 milioni di milioni di dollari e
continua ad essere uno strumento per far sì che il Fondo Monetario
Internazionale imponga regole economiche socialmente disastrose per i nostri
paesi.
Continuiamo ogni giorno a sentire i retorici discorsi sul libero commercio, ma
le imposte che applicano gli Stati Uniti alle importazioni dei paesi del Terzo
Mondo superano di 20 volte quelle applicate ai paesi sviluppati. Il mondo ricco
sciupa ogni anno 30 mila milioni di dollari nel sussidio di produzioni agricole
che chiudono i mercati ai paesi del sud e poi parla con ipocrisia del libero
commercio.
Nel mercato finanziario senza regole sono abituali gli atti speculativi sui
tassi di cambio delle monete; si esige trasparenza informativa ai nostri paesi,
mentre gli speculatori si nascondono dietro il segreto.
Le agenzie che stabiliscono i rischi minacciano di dare cattive qualificazioni
ai nostri paesi, dopo aver premiato le imprese nordamericane che sono protagoniste
di fallimenti fraudolenti. Queste realtà sono l'espressione di un ordine
economico che si impone solo per difendere gli interessi di un'opulenta
minoranza.
Il consumismo distruttore contrasta in una maniera che ferisce con la povertà e
minaccia di distruggere le condizioni per la vita nel pianeta. Il petrolio è un
chiaro esempio.
Il consumo vorace di questo importante elemento energetico negli Stati Uniti,
dove un abitante ne usa il doppio di uno del Terzo Mondo, mantiene una domanda
crescente che minaccia di far terminare questa risorsa vitale non rinnovabile.
Con il 5% solamente della popolazione mondiale gli Stati Uniti consumano il 26%
del petrolio.
Va affermato chiaramente e decisamente che la vera causa della crisi energetica
quasi apocalittica che minaccia oggi il mondo è il consumo smodato e
irrefrenabile dei paesi ricchi e delle assurde e insostenibili società di
consumo che hanno creato. Con questo ritmo di sciupio energetico, l'offerta di
petrolio o di gas non potrà mai essere sufficiente per coprire la domanda,
perchè le riserve certe e probabili si stanno prosciugando.
A meno di 30anni dalla proclamata e promessa Meta dello 0,7%, l'aiuto allo
sviluppo non supera lo 0,2% e quello degli USA lo 0,1%. Il pagamento del
servizio del debito invece, nel 2004, è stato di cinque volte più alto di
quello che il Sud ha ricevuto come aiuto ufficiale per lo sviluppo!
È evidente che le modeste Mete del Millennio non verranno rispettate!
La fame continua ad essere una realtà quotidiana per 852 milioni di persone,
mentre si spendono un milione di milioni di dollari in armi che serviranno ad
uccidere gli affamati ma non ammazzeranno la fame!
Quasi la terza parte dei bambini del Terzo Mondo soffre un ritardo nella
crescita ed ha un peso e statura inferiori alla norma per via della
denutrizione!
Muoiono ogni anno 13 milioni di bambine e di bambini per malattie facilmente
curabili, mentre si sciupano milioni di milioni di dollari in una brutale e
volgare propaganda commerciale!
Quasi mille milioni di adulti analfabeti e 325 milioni di bambini che non
frequentano la scuola dimostrano quanto siamo lontani dalla più elementare
equità e giustizia nel mondo.
Il futuro dell'umanità non può essere un mondo come questo, ingiustificabile e
insostenibile.
Davanti alle terribili sfide che sono la povertà e l'ingiustizia del mondo
attuale, il presidente degli Stati Uniti proclama il diritto di lanciare guerre
preventive e a sorpresa contro 60 e più paesi, manipola le Nazioni Unite,
dichiara inutile la Carta della ONU, disprezza il Diritto Internazionale,
converte l'uguaglianza sovrana degli Stati in una ripugnante burla...
Uniamoci allora, noi gli esclusi di sempre, per fondare un ordine mondiale
giusto ed equo, sostenibile, preserviamo e mettiamo al servizio dei popoli le
Nazioni Unite, difendiamo la pace, lottiamo per i nostri diritti, coscienti che
niente ci verrà regalato.
Nonostante gli enormi ostacoli, crediamo nei valori delle idee e nei principi e
confidiamo nella lotta dei nostri popoli.
Fidel Castro
L'Avana, 12 giugno del 2005