da Granma Cubaweb
http://www.granma.cubaweb.cu/2006/09/21/cultura/artic01.html
Bruciano l'atto del regista italiano del film su Fabio Di Celmo e lasciano un messaggio": Vattene a Cuba"
Pedro De la Hoz
Nella notte di sabato 16 settembre, il cineasta italiano Angelo Rizzo è stato svegliato dalle fiamme che ardevano di fronte al portone di casa sua, stava bruciando la sua auto. Un messaggio minatorio era scritto su un foglio lasciato nel giardino: “Vattene a Cuba”
Evidentemente non è stata solo una vandalismo di fine settimana. L'attentato che ha turbato la tranquilla alba della cittadina di Cormano, vicino a Milano, porta la firma della mafia anticubana e dei suoi alleati.
Rizzo ha realizzato un film sugli atti terroristici perpetrati in località turistiche della capitale cubana nel settembre del 1997 per ordine di Luis Posada Carriles, il braccio armato della Fondazione Nazionale Cubano Americana (FNCA), protetta dalle autorità nordamericane, in cui perse la vita il giovane italiano Fabio Di Celmo, di 32 anni.
Il film “Quando la verità sveglia”, è stato realizzato dal regista dopo alcuni mesi di lavoro all'Avana e nel porto di Mariel, su di un copione centrato sul rapporto di Fabio con Cuba, e i suoi sogni ed aspirazioni troncati da una complotto criminale, pienamente riconosciuto dai suoi autori intellettuali e materiali.
In merito a quell’attentato, con assoluto cinismo e totale mancanza di scrupoli, Carriles ha dichiarato ad una giornalista del New York Times in un’intervista pubblicata il 12 e 13 Luglio del 1998: “È triste che qualcuno sia morto, ma non possiamo fermarci. [...] Quell'italiano stava nel posto sbagliato nel momento sbagliato.” Assumendosi la responsabilità degli attentati all'Avana, ed ammettendo che la FNCA gli aveva fornito grosse somme di denaro per finanziare i suoi piani, ha detto di non avere nessun rimorso: “Dormo come un bebè.”
Il film di Rizzo, con l'italiano Michel Altieri, il nordamericano Michael Wong e i cubani Enrique Molina, Carlos Padrón, Enrique Almirante e Rogelio Blaín, uscirà il 13 ottobre al Festival del Cinema di Roma, dove si presenterà fuori concorso, dato che è già iscritto al Festival di Berlino del 97’, come dichiarato dal suo produttore generale, José Luis Lobato.
Condannando la vandalica azione contro la proprietà di Rizzo, il Corriere della Sara, ha titolato:
”Attentato contro regista antiamericano; auto bruciata e minacce: vattene a Cuba”.
La qualifica di “antiamericano” è sbagliata e provocatoria. Durante la ripresa del suo film a Cuba – è il secondo che gira a Cuba, preceduto da “Un matto sognatore” (2004), di argomento sportivo (baseball), con la star messicana Pablo Montero -, Rizzo ha insistito insistito sul fatto che l’obiettivo era “denunciare il flagello del terrorismo ed i suoi terribili effetti su persone innocenti.”
Lo stesso Corriere della Sarà, dopo aver citato il record criminale di Posada Carriles ed averlo definito “il Bin Laden dei Caraibi”, nell’articolo riporta il commento di Rizzo: “Non mi interessa la politica, io racconto una storia. Ho scelto questa perché è legata all’argomento attuale del terrorismo, per dire che non c'è un terrorismo buono e un altro cattivo. Contano le vittime, in questo caso un innocente che ha pagato con la sua vita. Questo è fuori dal confronto tra destra e sinistra.”
Rizzo ha la convinzione che “l’attentato è collegato al mio film: è qualcosa di spaventoso.” Un'indagine a fondo di quest’attentato contro il cineasta dovrà tenere conto dei vecchi rapporti della mafia anticubana, il cui comando si trova nel sud della Florida con piena acquiescenza del governo USA, con gli elementi terroristici italiani.
Carriles e Orlando Bosch, autori intellettuali dell'esplosione di un aereo civile della compagnia cubana 30 anni fa di fronte alle coste delle Barbados, presero parte negli anni settanta, insieme ad altri terroristi d’origine cubana, all'Operazione Condor e alla repressione sfrenata nel Cile di Augusto Pinochet.
In quel viavai hanno avuto rapporti con Stefano delle Chiaie, del groppuscolo neofascista Avanguardia Nazionale, reclutato dalla allora operativa Gladio, su richiesta della CIA e servizi segreti impegnati nel colpire la sinistra dell’Europa occidentale durante la guerra fredda.
Dopo la frustrazione del golpe di estrema destra contro la Repubblica Italiana, progettato nel 1970 dal principe Junio Valerio Borghese in combutta con Avanguardia Nazionale, Delle Chiaie si rifugia nella Spagna franchista e poi in Cile, dove con l'appoggio di Carriles, Virgilio Paz Romero, e l'agente della CIA Michael Townley, prepara l'attentato dinamitardo contro Bernardo Leghton a Roma il 5 ottobre del 1975, causando la paralisi del politico cileno democristiano.
Le prove di questa associazione criminale si trovano in documenti declassificati della CIA.
Non c’è niente di buono nel rinverdire di quei vecchi legami criminali, che hanno voluto colpire l'onestà di un cineasta che il giorno dopo l'attentato, con un gesto di solidarietà, ha messo sul portone di casa sua, una bandiera cubana.