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da Italia-Cuba Torino - italiacubatorino@iol.it  in www.publico.es/internacional/041756/no/puedes/cambiar/fidel/otro/nadie/clonable  
 
Intervista a Ricardo Alarcón: "Non puoi sostituire un Fidel con un altro. Nessuno è clonabile"
 
di Bernardo Gutiérrez
28/01/2008
 
Questo esperto politico di 70 anni è uno dei principali candidati a succedere a Fidel Castro. Ricardo Alarcón parla sempre dopo un lungo silenzio. Ascolta. Tace a lungo. E dopo aver studiato/analizzato il silenzio, le verità che emergono dopo la calma, risponde.
 
E allora, non dice una parola di troppo. Ognuna di esse è un dardo, un missile sicuro che destabilizza i dubbi che mettono in discussione le sue motivazioni. Il fatto è che conosce alla perfezione gli argomenti e le debolezze dell’avversario. È stato per 12 anni Ambasciatore Permanente di Cuba all'ONU. Poi, Ministro degli Esteri. È, senza dubbio, il massimo esperto sugli Stati Uniti del Governo di Castro.
 
E, inoltre, domina come nessuno la politica interna, poiché dal 1993 è il Presidente dell'Assemblea Nazionale del Poder Popular. Per questo motivo - per il fatto di conoscere perfettamente le relazioni interne e internazionali - molti lo collocano come uno dei massimi candidati a succedere a Fidel Castro. Un dettaglio: non ha barba. E generalmente - forse per questo motivo - è simpatico agli statunitensi per la sua apparente moderazione.
 
Una settimana fa ci sono state le elezioni a Cuba. Dissidenti e media stranieri le criticano. Come difenderebbe il suo sistema elettorale?
 
Si ha l'idea che sia un potere dei partiti e non della gente. È un'obiezione che si fa dall'Europa, che a Cuba non ci siano partiti ... Hanno sostituito l'idea originale della democrazia con la partitocrazia. La Spagna sì ha avuto tradizione di partecipazione, los cabildos (consigli comunali), per esempio, sono esistiti prima della democrazia partecipativa. Una forma che legava la gente al potere locale. La democrazia occidentale ha principalmente due problemi: come si propone il candidato e l'accesso della gente al voto. Perché nessuno si domanda chi diavolo sono i candidati negli USA? Dietro di loro ci sono solo risorse finanziarie che fanno sì che possano pagare annunci in televisione... Nel nostro caso: la base è la circoscrizione elettorale. Più o meno il quartiere. In ottobre si sono scelti in ogni quartiere i candidati.
 
Come si eleggono?
 
Un giornalista americano, domenica, mi ha domandato: Are you running for president? (sei candidato a presidente?) E io gli ho detto, no, in questo paese non si "corre for president". Non so se mi proporranno. Qui non siamo candidati. Il requisito fondamentale è che tu sia proposto da altri e approvato da un collettivo. La possibilità di proporre ce l'ha chiunque. In Spagna, uno che esca in strada dicendo, "voglio propormi per essere sindaco" lo portano al manicomio. Fa' la prova. (risate). E non dovrebbe essere così. Dovrebbe essere normale che non sia un partito a nominare i suoi candidati...
 
Il 96% dei cubani ha partecipato al voto anche se non è obbligatorio. C'è pressione per votare a Cuba?
 
Ci sono varie spiegazioni. Votare non è tanto distante dalla gente come da altre parti. In ottobre, tutti sanno chi è il candidato, chi l'ha proposto, dove vive.
 
Ma c'è libertà nel voto?
 
C'è una grande libertà nel voto. Il fatto è che una grande maggioranza ha esercitato il voto unito, perché esiste un alto livello di accettazione di questo sistema elettorale...
 
I critici dicono che ci sono delle pressioni sociali...
 
Può darsi. C'è pressione popolare, tra i propri vicini ... però nessuno obbliga.
 
Lei ha affermato in un'intervista a Juventud Rebelde che la democrazia è un'utopia. A che cosa si riferiva?
 
L´ho detto senza criticare nessuno. Ma tutti, certo. Tutti quelli che impudentemente si presentano come se incarnassero un sistema democratico. E’ una presa in giro, una mancanza di rispetto. La democrazia è uguale all'utopia. E l'ho imparato proprio leggendo autori europei. L'idea di delegare qualcuno a rappresentare questa sovranità, è una finzione. Solo in una società ideale, di uguaglianza, di solidarietà, di fraternità, qualcuno potrebbe rappresentare perfettamente gli altri. Ma non è così. È una chimera.
 
La democrazia non vale per Cuba allora...
 
Non è questo. Questa idea colonialista che Cuba deve democratizzarsi, deve "essere come sono io" ... è una stupidaggine notevole.
 
In questo momento negli Stati Uniti si stanno svolgendo le elezioni primarie dei candidati. Che opinione ha in merito? Ha Preferenze per un candidato piuttosto che per un altro?
 
In realtà, nessuno sa quali saranno i candidati. Altre volte era prevedibile. Tra i democratici i principali contendenti sono un nero e una donna, non era mai successo. Può succedere qualunque cosa.
 
Perché il 50% degli americani non vota?
 
Molta gente non vuole farlo, ma molti non possono votare perché non glielo lasciano fare. Dal momento che negli USA si applica il sistema di iscrizione per la votazione universale... C'è una serie di ostacoli creati da questo. Negli USA dipende dalle regole degli stati. Bisogna iscriversi. E curiosamente, persino il voto, è in giorni lavorativi. Se ti trasferisci in un altro stato, è come se fossi Cristoforo Colombo, arrivi in un nuovo mondo. Alcuni stati richiedono 10 anni di residenza. Il 25% degli statunitensi non risiede nel suo stato.
 
Negli Stati Uniti ci sono differenze tra i democratici e i repubblicani?
 
Io parlo del partito republicratico. Due partiti, una sola tendenza. Curiosamente ho punti in comune con il candidato di estrema destra Ron Paul, candidato repubblicano. Crede nell'assoluta libertà dell'individuo. Dice cose deliranti, ad esempio che gli USA devono ritirarsi dal FMI o dall'ONU, tutto quello che rappresenti restrizione al diritto dell'individuo. Ma è contro il blocco di Cuba, contro la guerra dell'Iraq. Dal punto di vista dell’ultra-individualismo è difficile capire perché proibire di viaggiare in un paese vicino o di vendere alimenti a Cuba. Ma i candidati saranno quelli più del centro, quelli del pensiero unico.
 
Insisto. Preferisce Obama o Hillary? Chi sarebbe più vantaggioso per Cuba?
 
L'unico che si è proposto un nuovo punto di vista, dialogare con tutto il mondo, persino con Chávez, con Cuba ... che è contro la proibizione di viaggiare a Cuba, è stato Obama. Ma questo è ciò che dicono durante la campagna elettorale. Vediamo che cosa succederà nella realtà...
 
Semplici promesse da campagna elettorale?
 
Si dedicano a offrire cose. Loro stessi sanno che non si stanno impegnando su nulla. In Europa hanno un grado di credibilità maggiore. Sul tema di Cuba: i repubblicani inaspriscono la politica di Bush. Nei democratici, Hillary ha appoggiato la politica di Bush, Obama l'ha criticata. I candidati si interessano più a quelli che danno loro denaro che a quelli che votano.
 
Sembra che i cubani di Miami siano divisi ... alcuni chiedono la fine del blocco.
 
Quelli che chiamiamo la mafia batistiana, i vecchi, continuano a controllare il discorso anti-Castro. Ma la vita ha seguito il suo corso. Hanno figli, nipoti. Alcuni sono morti. Ci sono candidati contro Díaz-Balar o perfino contro Liliana Ross, la più forte. Elemento innovativo: vogliono cambiare la politica rispetto a Cuba. Togliere le proibizioni di viaggi e rimesse. Quando Bush ha indurito la politica contro Cuba, si sono levate voci. Ironicamente, influenzeranno molto le elezioni. Voteranno un candidato o un altro, secondo quello che diranno di Cuba. Per me è molto difficile che duri per molto tempo questa politica. La politica anti-Cuba è esaurita.
 
Fino a che punto lo stesso mercato ha influenza sulla rottura del blocco? Proprio adesso c'è una delegazione di imprenditori della California a La Habana, che sta negoziando l'esportazione di cibo, di macchinari, a Cuba..
 
Ci sono varie correnti che spingono alla rottura. Nel 2007, ho trovato a La Habana più gente della California che della Spagna. Non solo imprenditori, ma politici, religiosi, rappresentanti di enti pubblici, giuristi. Con l'appoggio del governatore! Obama ha fatto una dichiarazione al Miami Herald, pronunciandosi a favore della fine delle proibizioni dei viaggi a Cuba, prima di andare a Miami.
 
In marzo, la Spagna celebrerà le sue elezioni. Che cosa significherebbe la svolta a destra spagnola per Cuba?
 
Lei crede nell'esistenza di Dio?
 
No. Ma se facilita la risposta...
 
Era per dirle che non è possibile che se Dio esiste permetterà una catastrofe di tale portata... Non voglio intromettermi nella politica spagnola. Ma la cosa certa è che la Spagna, e ne ho parlato con politici di tutta l'Europa, è più rispettata da quando è arrivato Zapatero. Persino quelli che credono in Dio si faranno il segno della croce e diranno, pensando ad Aznar, no, no, tanta disgrazia no.
 
Che cosa ha significato la figura di Aznar per Cuba e per l´America Latina e che cosa significherebbe il trionfo di Mariano Rajoy?
 
Il ritorno dell'aznarismo in Spagna, nel momento in cui se ne va Bush, sarebbe un anacronismo. Per quale motivo. Che accompagnino Bush nel suo esilio. Questo mondo ha molte disgrazie. Ma c'è vita dopo Bush. Qualunque cosa succeda, succederà senza Bush. Il PP ha perduto il treno nel mondo. E persino negli Stati Uniti, dove le politiche di Bush finiranno. C'è un consenso nel rifiuto alla politica che ha consigliato Bush e che la Spagna ha tentato di seguire, con Aznar. Non c'è un solo candidato americano che si appoggi all'attuale presidente. I repubblicani stanno segnando la distanza. Perché non sono suicidi, non sono pazzi. La politica di Bush è sconfitta.
 
In Spagna, ci sono membri del PP che si distanziano anche da Aznar...
 
L'aznarismo senza Aznar non è gran cosa, come il bushismo senza Bush. Negli USA tutti vogliono un cambiamento. In Spagna, si è già prodotto.
 
Da Cuba, che percezione si ha del terrorismo islamico internazionale?
 
Fidel disse dopo l´11 settembre quanto sarebbe stato grave rispondere all´11 settembre con violenza, che non sarebbe stata la soluzione. E sette anni dopo, il terrorismo non è sparito. Ci sono nuovi terroristi creati dai bombardamenti americani, dai massacri, dall'odio che hanno generato. Senza quella politica, non ci sarebbe stato il disastro a Madrid. Bush e i suoi alleati, Aznar, hanno molti morti sulle loro spalle...
 
Allo stesso tempo, gli Stati Uniti non imprigionano terroristi come Luís Posada Carriles implicato in attentati internazionali...
 
Lì sta l'intrinseca falsità e ipocrisia di quella politica. Perché lo stesso regime che ha creato quel caos a livello planetario protegge Luís Posada Carriles e Orlando Bosch. In America Latina, nessuno crede a questa storia della lotta contro il terrorismo . Il resto del mondo non sa niente di questi personaggi grazie a quella cosa curiosa che chiamano libertà di stampa. C'è una doppia morale in questa lotta contro il terrorismo.
 
Volevo affrontare la nuova politica dell'America Latina. Che cosa significa per Cuba la svolta a sinistra dell'America Latina?
 
Come piace dire a Rafael Correa, l'America non vive un'epoca di cambiamenti ma un cambiamento di epoca. Voglio ricordare un fatto. Quando cadde il muro di Berlino, tutto il mondo lo ha saputo, i media ne hanno parlato fino alla sazietà. Nessuno si è reso conto che contemporaneamente si sono prodotti i fatti di Caracas, la sollevazione della gente contro il neoliberismo, il principio di un'epoca. Perché non si è parlato di questo nel mondo? Perché bisognava parlare della caduta del blocco comunista. Ciò che succede ora in America Latina, è incominciato quel giorno, è caduto un sistema là ma qua ne è caduto un altro. Il progetto economico e politico che gli yankee hanno tracciato per questo continente è fallito.
 
La cosa certa è che in America Latina non impera un modello unico di sinistra ...Si parla molto di Lula e Castro, modelli opposti.
 
Si cerca di dividere, la sinistra buona, quella cattiva, dal punto di vista del riduzionismo. Si tratta una confluenza, da diversi punti, da diverse correnti di pensiero. In generale: mette in discussione l'ordine economico e politico del mondo, cerca l'indipendenza reale. E l'integrazione, l´unione, di tutti i paesi della regione. Noi non abbiamo mai avuto migliori relazioni col continente. E gli Stati Uniti non sono mai stati più isolati.
 
Cuba ha buone relazioni perfino con la Colombia, un regime molto vicino a Bush. Nella liberazione degli ostaggi delle FARC c´era l'ambasciatore di Cuba in Venezuela...
 
Sì, ma su richiesta dello stesso Uribe che realmente, ha ringraziato Fidel Castro e Cuba. Abbiamo eccellenti relazioni con tutto il continente, e non tutti sono di sinistra. Uribe è il migliore esempio.
 
Cuba entra nel 50° anno della rivoluzione. Il ciclo si è completato? Che cosa manca per portare a termine le idee della rivoluzione?
 
Cinquant´anni dopo la rivoluzione francese erano tornati i re, c´era stato Napoleone ... In confronto a questo, non va tanto male. La Rivoluzione ha avuto una continuità.
 
Fuori, si domandano solo se Fidel continuerà o no. Resta il fatto che è rimasto nella storia come un trionfatore. La cosa migliore, è che è lì. In condizioni diverse di quando era un giovane atleta.
 
Il sistema cubano si associa indissolubilmente a Fidel. Realmente il sistema continuerebbe senza Fidel? Continuerebbe ancora per tanto tempo? Puoi credere che un sistema sociale duri per più di mezzo secolo solo per un uomo?
 
Castro è un essere straordinario, ha grandi meriti. Ma il processo lo trascende. Fuori c'è un interesse a caricaturare, a dire: a Cuba stanno governando ancora gli stessi barbudos. Cercano di non vedere che la rivoluzione cubana si mantiene con un ampio supporto popolare. Se cerchi negli archivi dell'ABC, la critica allora era fatta a dei ragazzi, ragazzotti, degli irresponsabili che avevano preso il potere.
 
I principali leader cubani adesso hanno anche una certa età...
 
Trovi persone nel regime cubano, persone che sono nate dopo la rivoluzione, varie generazioni che si sono avvicendate. L´età media dell'assemblea dei deputati è di 45 anni.
 
Domenica scorsa ha affermato che "voterei per Fidel con le tutte e due le mani e tutti i giorni..." Ci saranno cambiamenti il 24 febbraio o Fidel continuerà a stare alla testa?
 
Adesso la commissione si riunisce con i 614 deputati. Che ognuno dica la sua su chi pensa che debba dirigere l'Assemblea e il Consiglio di Stato. C'è incertezza. Non puoi assicurare quale sarà la proposta. Io ho fatto la mia. Io voto per lui. Non vuole dire che bisogna obbligarlo. Egli può dire, no che palle, no...
 
Allora c´è una staffetta rivoluzionaria?
 
Non ho il minimo dubbio. A Miami dicono ancora che Fidel è morto. Che è stato un sosia che ha parlato con Lula. C'è una differenza tra Fidel e Raúl. Fidel è estroverso, Raúl è riservato, discreto, di poche parole. Due stili molto diversi. Ma neanche una virgola di differenza nel pensiero.
 
La stessa cosa allora?
 
Ciò che non puoi pretendere è di dire: sostituiamo questo con un altro. Ho qui un altro Fidel. Ma nessuno è clonabile.
 
Cuba ha fatto un prova pilota di Cuba senza Fidel, ma con Fidel. È un vantaggio?
 
Chiaro. Ma quando Fidel si è ammalato, Bush e Condoleezza Rice hanno detto: "non accetteremo Raúl Castro". Poi guarda, ragazzo, l'hanno dovuto accettare. Si è creato un rischio. C'era gente a Washington che voleva invadere Cuba. E siamo qui. È una prova di stabilità, di armonia istituzionale.
 
Raúl ha aperto la porta a cambiamenti e riforme. Quali dovrebbero essere i primi passi da fare?
 
La prima cosa da fare... non ce l'ho chiara. Credo che Raúl sia un tipo con grande senso politico, ha incominciato con l'alimentazione. Ci sono già municipi che hanno offerta di latte fresco, problema risolto. La produzione di alimenti è aumentata, con un nuovo prezzo ai produttori. Raúl ha migliorato lo stile di lavoro, il modo di fare le cose. Nell'Assemblea studieremo come relazionarci con la gente, con i suoi problemi. Venerdì si tratta sul risparmio dell'energia, sulla produzione di petrolio...
 
Per strada si parla di flessibilizzazione migratoria. Anche della proprietà privata. Poter vendere automobili, case...
 
Si affronterà anche questo. Ma l'alimentazione è prioritaria.. Quanto alle politiche migratorie, da molto tempo stiamo facendo cambiamenti. Ma non dipende solo da noi. Non puoi dire, chiunque voglia emigrare in Spagna può farlo. Sì, ma, che cosa dice la Spagna?
 
Gli Stati Uniti sono quelli che hanno più peso. Ma da parte loro c´è stato inasprimento delle condizioni. È stato fatto un elenco enorme, tramite l´Assemblea, dei problemi di Cuba.
 
Il governo sommerso da queste petizioni?
 
Raúl fa cose molto buone. Si sta facendo uno studio su proibizioni che generano violazioni, e che sono proibizioni sbagliate, fuori dal tempo. Conosco il grande inventario che si è fatto. Ma è difficile dire che cosa venga prima.
 
Traduzione a cura di Italia-Cuba Torino