www.resistenze.org - popoli resistenti - cuba - 06-05-08 - n. 226

da Rebelión - www.rebelion.org/noticia.php?id=66837&titular=la-humanidad-necesita-la-cartilla-de-racionamiento
 
L’umanità ha bisogno della tessera di razionamento
 
Celia Hart - Rebelión
02/05/08
 
Se ci fosse la tessera di razionamento…
Sembra che il mondo abbia bisogno proprio di quello che più ci criticano, il razionamento.
Non è che deve cambiare Cuba… almeno non tanto quanto dovrebbe cambiare il mondo, ma tutti da qualche tempo, da quel fatidico 31 luglio 2006, usano quel vocabolo,“cambiamenti”, come slogan.
 
La tessera di razionamento, come noi cubani chiamiamo questo strumento di giustizia, merita un monumento per averci salvati dalla fame in nome dell’uguaglianza. Adesso magari non è più così necessaria, ma lo è stata davvero. Dalla vittoria della rivoluzione abbiamo scelto l’uguaglianza e non il mercato, arrivando agli estremi, ma estremi meravigliosi che oggi ci valgono il riconoscimento di tutto il mondo.
 
Le proteste popolari nella nostra cara Haiti sono una cosa molto triste, una cosa straziante se conserviamo ancora un mimino di sensibilità. Questo popolo valoroso che ha saputo fare una vera rivoluzione prima di chiunque altro in America, non merita questo destino. Oggi, in una situazione disgraziata non ha il cibo per i suoi figli. Ed è occupato da soldati.. soldati di questa stessa America, che dai governi che si dicono di sinistra dovrebbero essere subito riportati a casa.
 
E non è solo Haiti… Ci sono più di trenta paesi che sono in una crisi penosa; una crisi che non dovrebbe esistere, una crisi che solo il parlarne fa dubitare della nostra capacità di assicurare il futuro dei nostri figli. E’ la crisi alimentare: una vergogna per la civiltà.
 
La terra è piena di cibo e di affamati, che non riescono ad incontrarsi.
Quelli che considerano il mercato come qualcosa di indispensabile per l’economia dovrebbero spiegare qualcosa; organismi internazionali ci hanno informato che la Terra offre cibo a sufficienza per tutti, eppure, interi paesi sono sull’orlo della fame. Che qualcuno mi spieghi, adesso, come funziona il binomio domanda/offerta.
 
Le stesse istituzioni che fino ad ora avevano sostenuto i più feroci meccanismi del libero mercato, stanno lanciando allarmi sulla crisi che si avvicina, e sta già coinvolgendo varie regioni.
 
Poco a poco, l’umanità sta perdendo il diritto evolutivo di abitare quest’angolino dell’universo che ha lottato tanto per trovare l’armonia. Dio contava sulla capacità umana di unirci, ma ha sottovaluto la nostra stupidità e la nostra capacità autodistruttiva.
 
Il vero colpevole, ovviamente, è il sistema economico e sociale imperante.
Noi esseri umani ci siamo uniti nella peggiore maniera possibile, in preda ad una confusione etica e ad un egoismo che non ci permette di aprire gli occhi.
 
Per questo mi fa infuriare che tutti critichino o cerchino di affrettare dei cambiamenti diffusi e impraticabili all’unico esperimento sociale percorribile che esiste sul pianeta Terra: la rivoluzione cubana. L’esperienza della mia rivoluzione è l’unica vittoriosa di quelle che sono ancora in piedi.
 
Mi si perdoni, ma oggi vorrei anzitutto rispetto, cura e amore per Cuba, perché è una piccola realtà che va protetta da qualunque confusione momentanea, come se fosse un monumento mondiale.
 
La rivoluzione cubana che vive deve essere studiata e appresa, criticata con rigore, capacità e attenzione. Tutti i cambiamenti che possiamo e dobbiamo fare dovranno stare sempre sotto queste bandiere.
 
La tessera di razionamento in un’altra epoca serviva per gli abiti, le festività, le uniformi scolari, i passeggini dei neonati, poi è stata la salvezza degli abitanti dell’isola, non la si deve disprezzare in nome di nuove/vecchie teorie, certo dovrà essere superata, ma senza tornare indietro.
 
Se tutta l’umanità sapesse che può e deve (senza morire per una crisi di nervi e di solitudine) consumare solo il necessario, se le auto fossero obbligate ad essere efficienti e si capisse che si stanno trasformando in draghi di ferro che rubano riso e mais dalla bocca delle persone, e se riuscissimo a eliminare i paradossi speculativi.. sarebbe salva.
 
Si dovrebbe capire Cuba, perché pur con questi salari infimi qui nessuno riesce a trovare la gente che muore di fame. Ogni cinque secondi muore un bambino di fame, ma come disse Carlos Lage una volta, nessuno di quelli è cubano. In quest’analisi rinnovatrice, allora, troverà posto la tessera di razionamento, cioè il modo in cui la pianificazione (legge del socialismo che secondo il Che riusciva burlarsi della legge del valore) riesce a livellare le persone.. con tutta la burocrazia, errori e corruzione che l’accompagnano, ma anche così, è un’arma che non possiamo abbandonare.
 
Sono gli organismi internazionali che dovrebbero applicare la tessera di razionamento, ma non si capiscono neppure fra loro.
 
Non ho fiducia nella tanto decantata capacità di analisi. Non do un secondo di più a quello che chiamano libertà e democrazia, e che significa il sistema capitalista. No Winston Churchill! Questa democrazia non è “il meno peggio dei mondi possibili” Se ciò che Churchill chiama “democrazia” qual’è il diritto umano per cui un bambino muore in virtù del mercato, i carri armati devono “mangiare” riso e mais per ammazzarci, qualcuno a cannonate e qualcun’altro per inedia, e quale diritto umano sarebbe quello di torturare per decreto e mentire come politica stabilita … ma che mi si porti via la democrazia e mi si metta in un posto con dei dittatori di saggezza e amore.
 
Siamo giunti al paradosso umano di socializzare l’egoismo in nome dei diritti umani. 
E non lo diciamo noi comunisti, ma chiunque abbia occhi per guardare e voce per parlare. 
Credo perciò, che “un mondo migliore è possibile” suoni come un sofisma retorico. Non è che ci sia un mondo migliore … è che peggio di questo mondo, che ogni giorno ci invita a consumare qualunque stupidità e ha bisogno della fame e della guerra per andare avanti, è impossibile persino immaginarlo.
 
James Petras ha appena pubblicato un rigoroso articolo (1) in cui accusa (come solo lui sa fare) a destra e a manca per la crisi alimentare. Non ha torto. Perché ci stupiamo di non saper amministrare il mondo? Petras muove da una semplice verità, il capire che le risorse attuali sono già alla fine.. e se non ci sbrighiamo capiterà davvero Almageddon, e ce lo saremo meritato per incompetenza. Non sono del suo parere su qualcos’altro. Dice Petras:
 
“I progressisti che danno la colpa della crisi ai biocombustibili (l’aumento dei prezzi è dovuto all’uso dei cereali e della terra per la produzione dei biocombustibili) non rispondo alle domande strutturali più elementari: Quali classi detengono il potere statale e hanno dato forma alle politiche economiche che hanno permesso questa novità?”
 
E Fidel? Fidel è il progressista che è sempre stato il primo a mettere in guardia da queste catastrofi. E’ lui, che ha lottato come nessuno contro il debito estero dell’America latina e del Terzo Mondo, negli anni 80’ del secolo scorso. L’Avana non finiva mai di parlare della questione del debito con sindacalisti, donne, studenti, partiti politici e presidenti. Non si è stancato di parlarne nei summit internazionali. Chi se lo può dimenticare alle Nazioni Unite, nel 1979, con la sua uniforme vede come la Terra dire: “Parlo in nome dei bambini che nel mondo non hanno un pezzo di pane” (2)?
 
E allora gli agrocombustibili erano solo un sogno degli scienziati.
 
Dopo la Conferenza di Rio De Janeiro ha dichiarato: “Una importante specie biologica è in procinto di sparire a causa della rapida e progressiva liquidazione delle sue condizioni naturali di vita: l’uomo” (3) lo ha detto nel 1992, in uno degli anni più difficili per il popolo cubano, in cui solo grazie alla pianificazione, la solidarietà, e l’EGUALITARISMO siamo riusciti a sopravvivere, nonostante i nostri bambini fossero sempre più pallidi e per le strade dell’Avana non circolasse un’auto. Avevamo la tessera di razionamento, perché a nessuno mancasse quel poco che l’URSS e l’embargo nordamericano ci avevano lasciato. Servirà un altro monumento per quegli anni gloriosi di Cuba. E pure così, con il suo popolo in quei momenti, Fidel era preoccupato per la fine della specie umana. Molti pensavano che stava delirando, ma Fidel ha sempre capito che senza un impegno internazionale autentico non c’è rivoluzione che valga la pena di difendere.
 
Ed è stato Fidel il leader della rivoluzione energetica. Ha portato avanti delle autentiche battaglie in cui la ragione, l’uguaglianza e l’impegno si sono date la mano. Insieme alla tessera di razionamento lascerò ai miei figli come reliquie la pentola a pressione e le lampadine a basso consumo che noi, come tutte le famiglie di Cuba, proprio tutte, abbiamo ricevuto per benedire le risorse naturali, l’atmosfera e la giustizia.
 
E non si è stancato di parlare degli agrocombustibili come nuovo detonatore della crisi. Credo sia stato uno dei primi lider mondiali ad affrontare il problema. 
Quello che condivido con James Petras e col suo brillante lavoro (io ed anche Fidel) è senza dubbio che possono emergere molti altri detonatori, ma la carica esplosiva ha la stesa origine primitiva, demolitrice, che tutti dovremmo conoscere: l’ordine capitalista nella sua versione peggiore.
 
E dovremmo sapere ancor meglio che l’unica maniera possibile per disattivare quella carica è la rivoluzione socialista, chiara, esplicita, con tante strade possibili, ma con la forza violenta della rivoluzione.
 
Io appartengo ai poco più di undici milioni di fortunati che vivono nell’unica rivoluzione che è rimasta viva sulla Terra, e dove si trova anche il miglior rivoluzionario. Non tutto è perduto. Fidel.. che non sarà più il Presidente del Consiglio di Stato della Repubblica di Cuba, ed ora più che mai è il Comandante dell’umanità, continua ad accompagnarci.
 
Pare che il 20% dei cubani residenti a Cuba non sarebbe d’accordo con il Comandante Fidel, contrapponendolo a Raul, cosa ben stupida (4). Raul Castro sarà sempre sotto la luce di Fidel. Ma se fosse vera questa percentuale.. Questo 20% sarebbe quello che è d’accordo che il treno dell’umanità continui per la stessa strada. Ma questa ipotetica e volgare inchiesta la si dovrebbe fare fra tutti i rivoluzionari del mondo. Perché la rivoluzione cubana esiste anche fuori Cuba, proprio la dove sono indispensabili i veri cambiamenti per la vittoria finale. Perché in Paraguay si difende Cuba, in Bolivia di difende Cuba. Quelli che lottano contro il referendum separatista stanno difendendo la rivoluzione cubana.. i lavoratori di SIDOR e il presidente del Venezuela che si è messo al loro fianco, stanno lavorando per Cuba. Tutti loro hanno votato perché Fidel sia il Presidente dell’umanità, perché quel titolo se l’è guadagnato.
 
Il resto.. che vada pure in Hotel e si compri un cellulare o un’automobile (di quelli che usano l’etanolo), o un jet.. visto che è un diritto che hanno, non so il denaro.
 
Concordo con Pascual Serrano: “(..) nella stragrande maggioranza dei paesi dei dintorni (di Cuba), fuori dal socialismo, quello che si chiama libertà di viaggiare, libertà di alloggiare in hotel, libertà di comprare un’automobile, libertà di comprare spazio in un giornale, libertà di proporsi come candidato alle elezioni, libertà di scegliere il medico, libertà di mandare i propri figli a scuola (..), non sono mai stati, questi, i diritti umani degli umili nel mondo”. (5).
 
La tessera di razionamento, di cui tutti abbiamo riso qualche volta, è senza dubbio un diritto umano molto più liberatore e pertinente di quegli altri. Per non parlare dei nostri diritti a non morire e a saper leggere.
 
Molti lo possono criticare, molti possono considerarlo volgare. Possono pensare che aver diritto di viaggiare e a andare in hotel è un diritto più importante di avere sei libbre di riso tutti i mesi.
 
Ma abbiamo questi diritti che conserviamo come esempio per l’umanità.. Se tutti gli esseri umani avessero il diritto a sei libbre di riso e un a po’ di zucchero.. il mondo sarebbe un altro. Per questo la tessera di razionamento che a Cuba rimane in vigore è molto, ma molto più democratica che il diritto dubbioso di andare in Hotel, o di chiamarci al cellulare, perché questi ultimi sarebbero comunque di una minoranza dell’umanità, di quella che il nostro Comandante ha allarmato nel 92’ circa il pericolo di estinzione.
 
(..)
 
Perché un diritto che dipenda solo dal portafoglio, il privilegio, le influenze..non è un diritto. Tutti i bambini di Cuba. Tutti! Hanno più diritti di qualunque altro bambino del mondo. Per questo, amici, propongo che l’umanità reclami come un diritto vivere con rigore, in pace e con il diritto inalienabile ad essere felice...
 
E pertanto dobbiamo di nuovo capire quello che ha detto Fidel:
 
“O cambia il corso degli avvenimenti o la nostra specie non potrebbe sopravvivere” (6) e come ha detto il Che: “il rivoluzionario è il livello più alto della specie umana..”
 
Rimane da dire quali sono i nostri doveri di questo livello per arrivare ai veri diritti.
 
Viva la rivoluzione cubana e viva Fidel!
 
Note 
1. James Petras: Le radici strutturali della fame, le crisi alimentari e i disordini - Rebelión 30 aprile 2008 
2. Fidel Castro: Discorso alle Nazioni Unite pronunciato come presidente del Gruppo di paesi Non Allineati -1979 
3. Fidel Castro: Discorso pronunciato a Rio de Janeiro, Conferenza dell’ONU su ambiente e sviluppo,12 giugno 1992 
4. José Manuel Martín Medem, giornalista e corrispondente di TVE all’Avana tra il 2001 e il 2004 parla per Público (Kaos. Cuba) 29.04.2008 23:05
5. Pascual Serrano: La cosiddetta liberalizzazione a Cuba - Rebelión 11 aprile 2008
6. Fidel Castro: Dicorso in occasione del XLV anniversario del trionfo della Rivoluzione - Granma, 5 gennaio 2004
 
Traduzione dallo spagnolo per www.resistenze.org di FR