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- popoli resistenti - cuba - 17-11-08 - n. 250
Le riflessioni del compagno Fidel
La riunione di Washington
15/11/2008
Alcuni dei governi che dicono di appoggiarci, giudicando in base a recenti dichiarazioni, non trascurano di sorvolare sul fatto che lo fanno per facilitare la transizione a Cuba. Transizione verso cosa? Verso il capitalismo, l’unico sistema nel quale credono religiosamente.
Non dicono una sola parola per riconoscere il merito d’un popolo che, sottoposto da circa mezzo secolo a crudeli sanzioni economiche ed alle aggressioni, ha difeso una causa rivoluzionaria che, unita alla sua morale e al suo patriottismo, gli ha dato la forza di resistere.
Dimenticano che dopo le vite offerte e tanto sacrificio speso per difendere a sovranità e la giustizia, non si può offrire a Cuba la spiaggia del capitalismo. Strizzano l’occhio agli Stati Uniti, sognando che li aiuteranno a risolvere i loro problemi e le loro tremolanti economie, che sostengono scambi diseguali e abusivi con i paesi emergenti.
Solo in questo modo si possono garantire i guadagni multimilionari di Wall Street e delle banche degli Stati Uniti. Le risorse naturali non rinnovabili del pianeta e l’ecologia non si menzionano nemmeno. Non si domanda l’interruzione della corsa alle armi o la proibizione dell’uso possibile e probabile delle armi di sterminio di massa.
Nessuno di quelli che parleranno nella riunione, convocata precipitosamente dall’attuale presidente degli Stati Uniti, ha detto una parola sull’assenza di oltre 150 Stati, con uguali o peggiori problemi, che non avranno il diritto di pronunciare una parola sull’ordine finanziario internazionale, come ha proposto il presidente pro tempore dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, Miguel D’Escoto. E tra questi c’è la maggior parte dei paesi dell’America Latina, dei Caraibi, di Africa, Asia Oceania.
Domani inizia la riunione del G–20 a Washington. Bush si congratula con se stesso e proclama che da questa riunione si aspetta un nuovo ordine finanziario mondiale. Le istituzioni create da Bretton Woods devono essere più trasparenti, responsabili ed efficaci, è la sola cosa disposto ad ammettere.
Per segnalare la prosperità di Cuba nel passato ha detto che una volta era disseminata di campi di canne da zucchero. Non ha detto di sicuro che le canne si tagliavano a mano e l’impero aveva sottratto la quota stabilita per più di mezzo secolo, quando la parola socialismo non era ancora stata pronunciata nel nostro paese, ma già era stato esclamato: “Patria o Morte!”
Molti sognano che con un semplice cambio di comando nell’esecutivo nell’impero, questo diverrà più tollerante e meno bellicoso. Il disprezzo per l’attuale governante conduce alle illusioni su un probabile cambio del sistema.
Su questo tema non si conoscono ancora i pensieri più intimi del cittadino che prenderà il timone, e sarebbe davvero ingenuo credere che le buone intenzioni d’una persona intelligente potranno cambiare quello che secoli d’interessi e di egoismo hanno creato.
La storia umana dimostra altre cose. Osserveremo con attenzione quello che ognuno dirà in questa riunione finanziaria. Le notizie pioveranno e saremo tutti un pochino meglio informati.
Fidel Castro Ruz
14 Novembre 2008
Ore 17. 35
(Traduzione Gioia Minuti).