www.resistenze.org - popoli resistenti - cuba - 12-01-10 - n. 301

da Juventud Rebelde - www.juventudrebelde.cu
Traduzione dallo spagnolo per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
 
Dichiarazione del Ministero delle Relazioni Estere contro l’inclusione ingiustificata di Cuba nella lista di Stati patrocinatori del terrorismo
 
L’inclusione di Cuba in quell’elenco implica l’applicazione di nuove sanzioni economiche, includendo il congelamento di transazioni finanziarie, proibizioni di trasferimento di tecnologia, misure restrittive e di isolamento contro il paese ed i suoi cittadini. Il governo cubano reclama l’immediata esclusione di Cuba da quell’elenco in quanto costituisce una designazione ingiusta e motivata solo da fattori politici.
 
08/01/10
 
Lunedì 4 gennaio, informazioni di stampa hanno rilevato che, a partire da quel giorno, l’Amministrazione di Sicurezza del Trasporto degli Stati Uniti comincerà ad applicare misure addizionali di controllo della sicurezza, in tutti gli aeroporti del mondo, su qualunque passeggero con passaporto dei Paesi designati dal Dipartimento di Stato come “patrocinatori del terrorismo internazionale”, tra i quali arbitrariamente ed ingiustamente si include Cuba, insieme ad Iran, Siria e Sudan, che come altri paesi sono considerati “di interesse” come Afghanistan, Algeria, Iraq, Libano, Libia, Nigeria, Pakistan, Arabia Saudita, Somalia e Yemen. Le misure saranno applicabili anche a qualunque persona che faccia anche solo scalo in uno di questi 14 paesi.
 
E’ stato informato che la decisione di imporre queste nuove misure è adottata a seguito del fallito attentato terrorista contro un aeroplano della compagnia nordamericana Northwest Airlines che si dirigeva verso la città di Detroit, il passato 25 dicembre.
 
Secondo le notizie di stampa che riportano dichiarazioni di funzionari nordamericani, i passeggeri che rientrano in queste categorie saranno oggetto di perquisizioni corporali, il loro bagaglio a mano sarà minuziosamente ispezionato e saranno sottoposti a raffinate tecniche di rilevamento di esplosivo per mezzo di scanner.
 
Nel pomeriggio del 5 di gennaio, a fronte di una riunione con i membri della sua squadra di Sicurezza Nazionale, il presidente Barack Obama ha confermato l’adozione, a partire dal giorno precedente, delle misure menzionate “sui passeggeri che volino verso gli Stati Uniti, da o attraverso le nazioni nella nostra lista di Stati patrocinatori del terrorismo od altri paesi di interesse”.
 
Nello stesso pomeriggio, il Ministero di Relazioni Estere e la Sezione di Interessi di Cuba a Washington hanno presentato una nota di protesta alla Sezione di Interessi degli Stati Uniti a L’Avana ed al Dipartimento di Stato.
 
Nella nota, il MINREX respinge categoricamente questa nuova azione ostile del governo degli Stati Uniti derivante dall’inclusione ingiustificata di Cuba nella cosiddetta lista degli Stati patrocinatori del terrorismo, per ragioni puramente politiche, che hanno come unico proposito quello di giustificare la politica di blocco verso Cuba peraltro massicciamente condannata dalla comunità internazionale.
 
Allo stesso modo, la nota impugna l’elaborazione di detti elenchi ed enfatizza, nei fatti , la dimostrazione impeccabile condotta del governo Cubano in materia di lotta al terrorismo, di cui è stata storicamente una vittima; reitera inoltre che gli argomenti usati dal governo degli Stati Uniti per giustificare questa inclusione fra gli Stati patrocinatori del terrorismo “internazionale” sono completamente infondati e chiede che Cuba ne sia immediatamente esclusa.
 
Quello stesso giorno, un portavoce del Dipartimento di Stato, intervistato dall’agenzia di stampa AFP sulla nota di protesta del MINREX, dichiarava che “Cuba è un paese che appoggia attività terroristiche e pertanto i suoi cittadini e viaggiatori in transito aereo devono essere sottoposti a controlli supplementari per motivi di sicurezza”.
 
A causa della promulgazione di questa nuova misura, editorialisti di importanti mezzi di stampa nordamericani, come il Washington Post, hanno definito “ridicola” e “immeritata” la designazione di Cuba come “Stato terrorista”, ricordando che il nostro paese non costituisce una minaccia per la sicurezza degli Stati Uniti ed afferma che cercare terroristi su voli provenienti da Cuba “è una perdita di tempo”.
 
Nuovamente, il 5 gennaio di 2010, il portavoce del Dipartimento di Stato, Philip Crowley, ha dichiarato che Cuba ha “ben guadagnato” la sua designazione come “Stato patrocinatore del terrorismo”. Un giorno dopo, il 6 gennaio, un altro portavoce reiterava all’agenzia AFP i pretesti che suppostamente giustificano il mantenimento di Cuba nella lista dei paesi terroristi.
 
Come parte della sua politica di ostilità e delle sue campagne di propaganda per tentare di screditare l’immagine della Rivoluzione, nel 1982 il Governo di Ronald Reagan incluse ingiustamente Cuba nella lista annuale del Dipartimento di Stato sugli Stati patrocinatori del terrorismo “internazionale”, molto prima dell’attentato contro le Torri Gemelle di New York.
 
L’inclusione di Cuba in quell’elenco implicò l’applicazione di nuove sanzioni economiche, includendo il congelamento delle transazioni finanziarie, proibizioni di trasferimento di tecnologia e misure restrittive e di isolamento contro il paese ed i suoi cittadini. Queste sanzioni si sommarono alle già draconiane misure imposte dal blocco economico, commerciale e finanziario decretato dagli inizi della Rivoluzione.
 
Ogni anno, il Governo degli Stati Uniti ha mantenuto Cuba in quella lista, utilizzando diversi pretesti, tutti insostenibili e senza poter presentare la minima prova di partecipazione del nostro paese in nessun atto terroristico.
 
Il 30 aprile 2009, l’amministrazione Obama ha ratificato l’assurda presenza di Cuba in questa lista, dichiarando che “il governo cubano continua ad offrire rifugio sicuro a vari terroristi” e che “membri di ETA, FARC ed ELN erano a Cuba nel 2008” e continua a permettere che alcuni fuggiaschi statunitensi vivano legalmente a Cuba”.
 
Tutto ciò è stato respinto energicamente dal Ministro delle Relazioni Estere e in una sua riflessione il compagno Fidel ha proposto agli Stati Uniti di discutere la questione.
 
Cuba nel passato ha addotto sufficienti elementi che dimostrano la falsità ed il carattere manipolatore di questi pretesti, come esaustivamente riportato nella Dichiarazione del Ministero delle Relazioni Estere, emessa il 2 maggio 2003 “Cuba non ha niente da occultare né da vergognarsi”.
 
La presenza non regolata da Cuba di vari membri in esilio dell’organizzazione basca ETA, è nata da una sollecitazione dei governi coinvolti dal problema, con i quali si raggiunse un accordo più di un quarto di secolo fa e grazie al quale arrivò a Cuba un piccolo gruppo di militanti di quell’organizzazione. Cuba stabilì la rigida regola che chiunque del gruppo accettato fosse uscito dal paese non avrebbe potuto tornare in territorio cubano.
 
I membri di ETA residenti a Cuba non hanno mai utilizzato il nostro territorio per attività di quell’organizzazione contro la Spagna né contro nessun altro paese. Cuba ha adempiuto scrupolosamente allo spirito di quell’accordo. Il tema della presenza di membri dell’ETA a Cuba ha carattere bilaterale e in questo senso si sono mantenuti contatti col governo Spagnolo. Il governo degli Stati Uniti non ha il diritto, né l’autorità, per immischiarsi in questi temi poiché non sono di loro pertinenza, non li coinvolgono e men che meno colpiscono la loro sicurezza nazionale, come peraltro non colpiscono la sicurezza di nessun altro Stato.
 
Per quanto concerne le Forze armate Rivoluzionarie della Colombia (FARC) e l’Esercito di Liberazione Nazionale (ELN) della Colombia, come si sa, tanto il governo colombiano quanto queste forze furono d’accordo nel chiedere a Cuba la partecipazione al processo di pace. In quella cornice, Cuba è stata parte del Gruppo dei Paesi facilitatori del dialogo e del Gruppo dei Paesi amici per i colloqui di pace ed è stata sede di vari incontri e negoziazioni.
 
La posizione trasparente e l’aiuto del governo cubano al processo di pace sono stati pubblicamente riconosciuti, non solo dalle FARC e l’ELN, bensì dall’ONU e dal governo colombiano.
 
In relazione alla presenza a Cuba di fuggiaschi dalla giustizia degli Stati Uniti, vale la pena ripetere che nel nostro territorio non hanno mai trovato difesa, né risiedono terroristi di alcun paese. Cuba ha offerto legittimamente protezione ed asilo politico ad alcuni combattenti nordamericani per i diritti civili.
 
Risiedono a Cuba anche altri cittadini nordamericani che hanno commesso reati di sequestro di aeroplani e che furono giudicati e condannati con severità ma che dopo aver scontato le pene hanno chiesto di rimanere nel Paese. Fu il governo di Cuba che adottò le misure pertinenti che misero definitivamente fine, negli anni del governo Carter, ai sequestri di aeroplani, un flagello nato proprio negli Stati Uniti.
 
Al contrario, è stato il Governo degli Stati Uniti che ha ricevuto nel suo territorio, dal trionfo della Rivoluzione, centinaia di delinquenti, assassini e terroristi, ignorando le varie ufficiali richieste presentate dal Governo di Cuba secondo gli accordi di estradizione allora vigenti. Molti di questi individui passeggiano ancora liberi e tranquilli per le strade, perfino dopo essere stati implicati in nuovi atti terroristici contro cittadini ed interessi degli Stati Uniti, Cuba ed altre nazioni. Il caso più conosciuto e atroce è quello dell’esplosione di un aeroplano della Aviazione Cubana, il 6 ottobre 1976, che causò 73 morti e costituì il primo atto terroristico contro un aeroplano civile in volo dell’emisfero occidentale.
 
I suoi autori, Orlando Bosch Ávila y Luis Posada Carriles hanno vissuto e risiedono ancora impunemente a Miami: il primo grazie al perdono presidenziale di George H. Bush; il secondo in attesa di giudizio per aver mentito ed ostruito la giustizia in un caso di immigrazione clandestina e non per le accuse di terrorismo internazionale che invece merita.
 
Alcune di queste verità non hanno potuto essere ignorate neppure dalle stesse relazioni del Dipartimento di Stato che designano Cuba come “Stato patrocinatore del terrorismo”
 
Cuba respinge, in quanto illegittimo, il meccanismo mediante il quale il Governo degli Stati Uniti si arroga il diritto di certificare la condotta di altre nazioni in materia di terrorismo ed emettere liste discriminatorie e selettive con fini politici, assumendo una posizione di doppia morale, non giudicando e permettendo che continuino a stare in libertà i responsabili ed i rei confessi di orrendi atti terroristici contro Cuba.
 
A dimostrazione di ciò, i nostri Cinque Eroi, Gerardo, Fernando, Ramón, Antonio e René, subiscono arbitrarie ed ingiuste condanne nelle prigioni nordamericane per aver protetto Cuba, di cui 3.478 suoi figli morirono e 2.099 rimasero mutilati a causa di azioni terroristiche.
 
Cuba ha avuto sempre una condotta esemplare nella lotta contro il terrorismo:
 
- Cuba condanna tutti gli atti di terrorismo, in tutte le sue forme e manifestazioni.
 
- Il territorio di Cuba non è mai stato utilizzato né verrà mai utilizzato per organizzare, finanziare o eseguire atti terroristici contro nessun Paese, inclusi gli Stati Uniti.
 
- Cuba ha sottoscritto i 13 accordi internazionali esistenti in materia di terrorismo e adempie strettamente agli obblighi previsti delle risoluzioni 1267, 1373 e 1540 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
 
- Cuba non possiede, né ha intenzione di possedere, armi di sterminio in massa di nessun tipo e osserva i suoi obblighi in virtù degli strumenti internazionali che ha sottoscritto in materia di armi nucleari, chimiche e biologiche.
 
- L’Assemblea Nazionale del Potere Popolare della Repubblica di Cuba approvò, il 20 dicembre 2001, la Legge 93 “Contro atti di terrorismo”, qualificando tutti gli atti di terrorismo internazionale come delitti gravi e stabilendo pertanto pene molto severe.
 
- Cuba ha adottato, inoltre, misure per prevenire e reprimere ogni atto di terrorismo e tutte le attività ad esso relative, compreso il finanziamento del terrorismo. Nello stesso modo, ha incrementato la vigilanza delle frontiere ed ha preso misure per ostacolare il traffico di armi ed intensificare la cooperazione giudiziaria con altri paesi, firmando 35 accordi in materia di assistenza giuridica manifestando reiteratamente la disponibilità permanente a cooperare con tutti gli Stati su questa materia.
 
-Con questo spirito, Cuba ha cooperato, attivamente, anche col governo degli Stati Uniti. In tre occasioni (novembre 200, dicembre 2001 e marzo 2002) Cuba ha proposto alle autorità nordamericane un progetto di Programma di cooperazione bilaterale per combattere il terrorismo, e nel luglio 2009, Cuba ha reiterato la sua disposizione a cooperare in questo campo.
 
- In varie occasioni, le autorità cubane hanno fatto conoscere al Governo degli Stati Uniti, la propria disponibilità a scambiare informazioni su piani di attentati ed azioni terroristiche dirette contro obiettivi nei due paesi. È altrettanto conosciuto che, nel 1984, Cuba segnalò un piano per l’attentato contro il presidente Ronald Reagan che portò alla sua neutralizzazione. Nel 1998, furono fornite all’Amministrazione di William Clinton le informazioni sui piani esistenti per fare esplodere bombe in aerei di linea cubani o di altri paesi che viaggiavano verso Cuba.
 
- Ugualmente le autorità cubane hanno consegnato al governo degli Stati Uniti abbondanti informazioni su atti terroristici commessi contro Cuba. Nel 1997, 1998, 2005 e 2006, Cuba consegnò all’FBI abbondanti prove in relazione alle esplosioni di bombe in vari centri turistici cubani, consentendo perfino colloqui con gli autori, detenuti a Cuba, ed i testimoni.
 
-Non si deve dimenticare, inoltre, che Cuba fu uno dei primi paesi a condannare pubblicamente i criminali attacchi terroristici del’11 settembre 2001 negli Stati Uniti, offrì la propria disponibilità ad inviare assistenza medica ed umanitaria alle vittime, offrì immediatamente di aprire il suo spazio aereo ed i suoi aeroporti per ricevere gli aerei con destinazione USA.
 
Nonostante i numerosi atti terroristici provenienti da territorio nordamericano contro Cuba, il nostro paese ha mantenuto una condotta irreprensibile e pulita, in relazione con qualunque fatto che possa colpire i cittadini nordamericani, perché Cuba è una nazione che si regge su principi politici e norme etiche.
 
Il governo cubano, con tutta sua la morale e dignità, condanna l’inclusione arbitraria di Cuba nella lista di 14 paesi i cui cittadini saranno sottoposti a nuove misure restrittive per decisione del governo degli Stati Uniti.
 
Il governo cubano chiede l’immediata esclusione di Cuba della lista di Stati patrocinatori del terrorismo “internazionale”, poiché ingiusta, arbitraria e motivata da fini politici, che contraddice la condotta esemplare del nostro Paese nel confronti del terrorismo e pone in dubbio la serietà degli Stati Uniti nella lotta contro questo flagello.
 
Allo stesso modo, sollecita il governo degli Stati Uniti, come espressione di un compromesso nella lotta antiterrorista, ad agire con fermezza e senza doppia morale contro coloro che hanno perpetrato atti terroristici contro Cuba dal territorio nordamericano ed alla liberazione dei Cinque Eroi antiterroristi cubani ingiustamente imprigionati nelle carceri nordamericane.
 
 L’Avana, 7 gennaio 2010
 
 

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