www.resistenze.org - popoli resistenti - cuba - 14-05-12 - n. 409

da http://amistadhispanosovietica.blogspot.it/2012/05/la-juventud-comunista-en-cuba.html
Traduzione dallo spagnolo per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
 
La Gioventù Comunista a Cuba
 
di Sergio Hernandez, Collettivi dei Giovani Comunisti
 
10/05/2012
 
Cuba è per tutti un modello da seguire, un esempio di cosa può essere fatto contro l'imperialismo e soprattutto una lezione di sacrificio, dignità, solidarietà e molti altri valori che definiscono la società cubana, raccolti in un'isola dell'Atlantico dove abitano più di undici milioni di persone.
 
Si tratta di un esempio di lotta quotidiana e sacrificio, sia dal popolo cubano che del governo, di fronte alle molte avversità incontrate sul cammino dal 1° gennaio 1959, quando la Rivoluzione cubana provocò la caduta del dittatore cubano Fulgencio Batista e giunse al potere il leader dell'Esercito Ribelle, Fidel Castro Ruz.
 
Dobbiamo tener conto, quando si parla di Cuba, che l'isola subisce un blocco imposto dagli Stati Uniti dal 1960, oltre all'approvazione da parte del Congresso degli Stati Uniti, della legge Helms-Burton nel 1996, e la legge Torricelli, realizzata da George Bush (padre) nel 1992, di cui la prima afferma che qualsiasi società non statunitense che fa affari con Cuba può essere sottoposta ad azioni legali, e che ai dirigenti della società può esser vietato l'ingresso negli Stati Uniti mentre la seconda ha l'obiettivo fondamentale d'isolare completamente Cuba dal contesto economico internazionale e far collassare la sua economia.
 
Questo non significa solo che l'isola vede limitato il suo commercio con la maggior parte delle potenze mondiali, ma che inoltre vede impedito in gran misura il suo sviluppo tecnologico, come l'accesso a Internet, che riceve attraverso satellite, pagando a prezzo d'oro tale connessione, che è inoltre molto più lenta rispetto alla connessione tramite rete ottica sottomarina controllata dagli Stati Uniti, a cui non ha accesso.
 
Alcuni studi stimano che l'ammontare delle perdite materiali causate dal blocco a Cuba equivale alla somma di un miliardo di dollari, senza tener conto dei costi umani, come la mancanza di medicine, che causano morti per varie malattie che non possono esser curate.
 
Parliamo delle avversità, alcune delle quali risalgono alla fase precedente al trionfo della Rivoluzione, altre sono emerse dopo il crollo dell'Unione Sovietica nel 1991, la cui distribuzione nell'esportazioni a Cuba è stata: 48% di petrolio e suoi derivati, 17,3% in macchinari e attrezzature tecniche, il 9,8% in prodotti manifatturieri e pezzi di ricambio, 8,1% in alimenti e materie prime e del 16,8% in altre transazioni.
 
La caduta dell'URSS ebbe un grande impatto nell'isola, portando ad una crisi economica causata dalla perdita di mercati e legami economici che erano stati forgiati in seno al Consiglio per la Mutua Assistenza Economica (Comecon), che sommato al blocco imperialista, ha portato Cuba ad una nuova fase, denominata periodo speciale, che non è altro che un concetto politico-economico che esprime la volontà di combattere la crisi economica con lo sforzo e l'energia propria del paese, per affrontare le difficili circostanze e trovare delle alternative soluzioni efficaci, senza tradire il socialismo per il quale tanto si era combattuto.
 
E' obbligatorio, però, sottolineare il grande sviluppo raggiunto nella sanità e l'istruzione, ai quali la popolazione ha diritto e accesso completamente gratuito, nonostante le avversità, ha raccolto frutti come la Misión Milagro, progetto umanitario che mira ad aiutare le persone a basso reddito in modo che possano essere curate dai vari problemi agli occhi, guidato da Cuba e Venezuela, servendo più di 15 milioni di latinoamericani completamente in modo gratuito e restituendo la vista a molti pazienti, oltre all'alfabetizzazione completa della popolazione durante i 50 anni.
 
Da notare anche l'importanza della sicurezza a Cuba, dove il tasso di criminalità è tra i più bassi, al quale va aggiunto che il traffico di droga sull'isola è vietato e perseguito.
 
Ma lo scopo di questo articolo non è manifestare tutte le ingiustizie effettuate contro l'isola, ma analizzare il ruolo fondamentale della Gioventù Comunista a Cuba.
 
La Gioventù Comunista di Cuba
 
Va osservato, in via d'introduzione, che attualmente la UJC (Unione della Gioventù Comunista di Cuba), ha più di 600.000 giovani affiliati, di età compresa tra i 15 e i 30 anni.
 
L'Unione della Gioventù Comunista è stata fondata il 4 aprile 1962, su suggerimento di Fidel Castro. È il risultato di un processo di unificazione delle varie organizzazioni giovanili esistenti fino ad allora, gli eredi più immediati dell'Associazione dei Giovani Ribelli.
 
Lo scopo della UJC non è altro che l'unione dei giovani cubani, la loro mobilitazione intorno alla Rivoluzione socialista e contribuire alla loro educazione.
 
La sua missione è quella di difendere i valori umani e la lotta antimperialista e internazionalista che ha contraddistinto la Rivoluzione cubana.
 
Per i giovani cubani, esser rivoluzionari e giovani comunisti adesso come nel futuro significa capire e mettere in pratica il pensiero del Che, che ha detto:
 
Il Giovane Comunista deve praticare l'internazionalismo proletario e sentirlo come cosa propria e ricordarsi e ricordarci, Giovani Comunisti e aspiranti comunisti qui a Cuba, che siamo un esempio reale e tangibile per tutta la nostra America. E ancor più che per la nostra America, per gli altri paesi del mondo che lottano anche in altri continenti per la loro libertà, contro il colonialismo, contro il neocolonialismo, contro l'imperialismo, contro tutte le forme di oppressione dei sistemi ingiusti.
 
I giovani comunisti devono essere l'avanguardia della gioventù cubana. Devono essere un esempio vivente, lo specchio dove si guardano i compagni che non fanno parte della Gioventù Comunista, essere l'esempio dove si possono rivedere gli uomini e le donne di età più avanzata, che hanno perso un certo entusiasmo giovanile e la fiducia nella vita.
 
Cuba deve ora affrontare una nuova fase, nella quale i giovani hanno molto da dire. Si cerca di promuovere il lavoro, si permette il plurimpiego e si favorisce l'impiego cooperativista e per conto proprio.
 
Sono cambiamenti che piacciono di più o meno, ma che si adattano alle circostanze e necessità attuali dell'isola, sono modifiche necessarie, propiziate dall'attuale panorama economico dell'isola, che mirano a rafforzare il mercato interno e aumentare i redditi della popolazione, sempre seguendo un modello socialista, l'attuazione a poco a poco di questi cambiamenti, ci permette di valutare, interrompere e modificare le misure adottate, se necessario.
 
Qui svolge un ruolo importante la gioventù, abituata ad avere i bisogni primari soddisfatti, essendo quindi più riluttanti a svolgere lavori meno felici, come il lavoro nei campi o col bestiame, ma essenziali in questo momento per il futuro economico dell'isola.
 
La Gioventù Comunista di Cuba ha l'obiettivo primario di passare nelle file del Partito Comunista, ha nelle sue mani il ruolo cruciale di rafforzare la rivoluzione, di perpetuare il modello socialista nell'isola, avanzando verso il Comunismo e senza sottomettersi al blocco e all'imperialismo.
 
Non dubitiamo, neanche per un momento, che i giovani cubani sapranno affrontare le nuove sfide che emergono, pertanto, possiamo solo dire, come sempre, Cuba è e sarà un esempio di dignità.
 
VIVA CUBA LIBERA E SOCIALISTA!
 
 

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