www.resistenze.org - popoli resistenti - cuba - 26-04-13 - n. 451

Con il consenso dell'editore riprendiamo il testo del seguente volume in cui
"sono raccolti i lineamenti della politica economica e sociale del Partito e della Rivoluzione; il rapporto al VI Congresso del PCC e altri materiali. Una documentazione alla quale hanno contribuito oltre 8 milioni di cubani, di non facile lettura perché praticamente è la "finanziaria" che guida l'azione in campo economico e sociale della Rivoluzione cubana. Richiede pazienza e attenzione, ma è significativa soprattutto per noi che siamo alle prese con una crisi voluta dal capitalismo e fatta pagare alla classe lavoratrice. Al tempo stesso si approfondisce la reale struttura di Cuba nel momento in cui i mass-media hanno detto e scritto di tutto e di più ma molto superficialmente e in modo distorto com'è nel loro stile.
La pubblicazione in forma cartecea, si può chiedere alla redazione di Nuova Unità - redazione@nuovaunita.info
 
La sfida cubana
 
Editore "nuova unità", Firenze, 2012
 
Per la realizzazione di questa pubblicazione si ringraziano Daniela Trollio, che ha curato anche la traduzione e Carla Francone, della redazione di "nuova unità"
 
Premessa
Rapporto centrale al VI Congresso del Partito Comunista di Cuba
VI Congresso del Partito Comunista di Cuba
lineamenti della politica economica e sociale del partito e della rivoluzione
Risoluzione sui lineamenti della politica economica e sociale del Partito e della rivoluzione
Introduzione
Lineamenti della politica economica e sociale del Partito e della Rivoluzione
I Modello di gestione economica
- Lineamenti generali
- Sfera imprenditoriale
- Le cooperative
- Sistema finanziario
- Territori
II Politiche macroeconomiche
- Lineamenti generali
- Politica monetaria
- Politica cambiaria
- Politica fiscale
- Politica dei prezzi
III Politica economica estera
- Lineamenti generali
- Commercio estero
- Debiti e crediti
- Investimento straniero
- Collaborazione
- Integrazione economica
IV Politica degli investimenti
- Lineamenti
V Politica della scienza, della tecnologia, dell'innovazione e dell'ambiente
- Lineamenti
VI Politica sociale
- Lineamenti generali
- Educazione
- Salute
- Sport
- Cultura
- Previdenza sociale
- Lavoro e salari
- Gratuità e sussidi
VII Politica agroindustriale
- Lineamenti
VIII Politica industriale ed energetica
- Politica industriale
- Lineamenti generali
- Lineamenti per i settori principali
- Politica energetica
IX Politica per il turismo
- Lineamenti
X Politica per il trasporto
- Lineamenti
XI Politica per le costruzioni, le abitazioni e le risorse idrauliche
- Lineamenti
- Costruzioni
- Abitazioni
- Risorse idrauliche p. 122
XII Politica per il commercio
- Lineamenti
- Implementazione dei lineamenti
Discorso del generale Raul Castro Ruz,
Primo Segretario del Comitato Centrale, alla chiusura della prima Conferenza nazionale del Partito Comunista di Cuba, svoltasi il 29 gennaio 2012, "Anno 54 della Rivoluzione"
 

Premessa 
La lettura dei Lineamenti della Politica Economica e Sociale del Partito e della Rivoluzione non sarà una lettura facile: questo documento è, in certo qual modo, la "finanziaria" che guida l'azione in campo economico e sociale della Rivoluzione Cubana. E, come tutte le "finanziarie" la sua lettura richiede pazienza e attenzione (l'azione politica è delineata nel Rapporto centrale al VI Congresso del Partito Comunista di Cuba presentato da Raul Castro, che riproduciamo integralmente).
 
Pazienza e attenzione che saranno però premiate dalla conoscenza più approfondita della "reale" struttura di Cuba. Noi siamo abituati a leggere i "fatti" cubani alla luce della politica: la Rivoluzione cubana è stata ed è, non solo per noi europei ma per tutti i rivoluzionari del mondo, un faro nelle tenebre in cui il capitalismo nella sua versione più barbara, il neoliberismo, ci sta sprofondando.
 
Ma poco sappiamo della vera "creazione eroica" (come il marxista Mariàtegui chiamava la costruzione del socialismo in America Latina) cubana, della lotta giorno per giorno, ora per ora, per costruire e difendere una società socialista ogni giorno, ogni ora. Poco sappiamo del funzionamento concreto, dalle piccole alle grandi cose, del socialismo cubano, di come un popolo rivoluzionario, una piccola isola di 11 milioni circa di abitanti, accerchiata da un oceano di capitalismo, asfissiata da più di 50 anni dal più ferreo blocco economico dell'Impero, porta avanti la sua battaglia.
 
Questo è un primo elemento di riflessione: chi giudica l'operato della Rivoluzione cubana senza tenere conto degli immensi danni umani ed economici prodotti dal "bloqueo" è qualcuno che crede che la lotta di classe esista solo nel campo delle idee - lo sterile esercizio di giudicare chi è più "rivoluzionario", di solito fatto in paesi dove la rivoluzione non è neppure nel lontano orizzonte - qualcuno che non si rende conto che la rivoluzione sta nelle cose concrete, nelle trasformazioni reali.
 
Secondo elemento: come dice Fidel Castro, "uno dei nostri grandi errori all'inizio, e molte volte nel corso della Rivoluzione, è stato di credere che qualcuno sapesse come si costruisce il socialismo".
 
A fronte di tre secoli di dominio della borghesia, il proletariato ha poca esperienza nella costruzione della sua società e, storicamente, va per tentativi, sapendo bene cosa distruggere e meno bene cosa costruire. La borghesia, al suo nascere politicamente, aveva nelle sue mani la leva fondamentale del potere: il capitale. Così non è per il proletariato. L'immensa miseria delle masse che ogni rivoluzione vittoriosa si è trovata davanti ha impedito quella "accumulazione primaria" che avrebbe permesso di dare a ciascuno secondo i suoi bisogni. Il proletariato deve così seguire un'altra strada; quale strada scegliere dipende dalle situazioni specifiche: una ricetta buona per tutti, purtroppo, non esiste, come la storia recente ci ha dimostrato.
 
Altro elemento di cui tenere conto: in un mondo dominato dal capitale, l'informazione è di difficile accesso. Spesso lo dimentichiamo ma questo fatto è emerso in tutta la sua evidenza nel modo in cui i giornali borghesi hanno trattato la pubblicazione dei Lineamenti. Senza mai citarne passi, sono state estrapolate dal contesto alcune misure come la possibilità del "lavoro per proprio conto" o il "licenziamento" di migliaia di lavoratori statali ("licenziamento" che attualmente procede a passo di lumaca proprio per dare a tutti coloro che sono interessati da questa misura la possibilità e la capacità di ricollocarsi; tra parentesi misure successive approvate dal Congresso del PCC prevedono finanziamenti e corsi di qualificazione a spese dello Stato) per centrare il dibattito sul presunto fallimento della rivoluzione. Spiace che anche alcuni rivoluzionari abbiano seguito questa strada, dimenticando il profondo rispetto che si deve al popolo cubano e alla sua Rivoluzione.
 
Vediamo allora alcuni elementi concreti, che vogliamo però mettere a confronto con analoghi fatti del "nostro" mondo europeo.
 
8 milioni e 900 mila cubani hanno partecipato, in assemblee e riunioni sui luoghi di lavoro, nei quartieri e nelle organizzazioni di massa, alla discussione sui Lineamenti. Il 68% dei Lineamenti è stato cambiato dopo il dibattito, un dibattito che ha coinvolto un intero popolo, per arrivare agli attuali 333 Lineamenti approvati nel Congresso.

 
In Europa abbiamo visto invece l'inizio della fine della democrazia formale borghese: licenziati senza tanti complimenti - date le necessità di questo momento e di questa crisi - i partiti politici, espressioni di frazioni diverse del capitale spesso in lotta fra loro, gli uomini della banca d'affari nordamericana Goldman Sachs guidano le istituzioni comunitarie (Mario Draghi), nuovi governi non eletti e guidati anch'essi da uomini di Goldman Sachs come Mario Monti in Italia e Lucas Papademos in Grecia si incaricano di mettere in pratica le ricette, fallimentari per i popoli, del Fondo Monetario Internazionale, lo strumento per eccellenza che si è dato il capitale finanziario. La democrazia - anche se è borghese - nei momenti di crisi del meccanismo dell'accumulazione capitalista è un impiccio che può essere fatto scomparire anche senza necessità di costosi colpi di Stato, peraltro sempre possibili.
 
La partecipazione del popolo cubano alla redazione dei Lineamenti è fondata sull'idea che l'economia non è fatta di "leggi naturali" che non si possono infrangere, ma di interessi concreti e materiali, che quindi si possono discutere e indirizzare, a seconda, appunto, degli interessi che si vogliono difendere. Non è un fatto nuovo a Cuba: negli anni '60 si svolse sull'isola un dibattito - aperto e pubblico, ma banalizzato spesso nell'alternativa "incentivi materiali o morali" - sull'indirizzo da dare all'economia, il cui protagonista principale, non solo nella discussione ma nell'azione pratica quale ministro, fu il Che Guevara. L'idea che ne emerse è ben conosciuta: "il socialismo è un fatto di coscienza", la comprensione che non esistono misure che, in quanto tali, portino automaticamente una società verso il socialismo. La coscienza di come si deve muovere il proletariato cubano e la società nel suo complesso è espressa in ognuno dei Lineamenti, ed è lo sforzo più grande richiesto al popolo cubano: capire che non esiste uno Stato "padre", ma che l'avanzamento e la difesa delle conquiste della Rivoluzione richiedono il lavoro e l'azione cosciente di ognuno dei suoi cittadini.
 
Nel 2012 lo Stato cubano destinerà 800 milioni di pesos di sussidi a persone che hanno bassi redditi. All'educazione, alla salute e alla protezione sociale saranno destinati 17.300 milioni di pesos, sempre nello stesso anno finanziario. Altri 400 milioni saranno destinati alla protezione delle "persone con situazione finanziaria critica", tra cui gli handicappati e tutti coloro che sono coinvolti da processi di ristrutturazione lavorativa.

 
Azione cosciente, avanzamento e difesa delle conquiste. Esattamente al contrario, l'Europa è scossa da un misterioso attore: i "mercati". Ma i mercati hanno un nome e un cognome: sono i mercati finanziari, rappresentati da 500 società che governano il mondo, e che hanno centuplicato i loro profitti in questi tre anni di crisi. In loro nome siamo chiamati a fare sacrifici che distruggeranno il poco rimasto dello Stato sociale e riporteranno il "lavoro" a quello che è davvero nella nostra società: la schiavitù salariata. Dovremmo sempre ricordare che i mercati "finanziari" non sono solo tali: stiamo parlando in realtà dell'economia capitalistica "reale", spesso contrapposta a quella "finanziaria" come se si trattasse di cose diverse, un capitalismo "buono" e produttivo contrapposto ad uno "cattivo" e improduttivo. Dall'applicazione del neoliberismo degli anni '70 e '80 (ricordate Reagan e la Thatcher?!) il capitalismo reale - produttivo - emerse con un enorme surplus di profitti che vennero immessi nel circuito finanziario e da lì partì il decollo e la sacralizzazione dei "mercati" che hanno bisogno - da allora - dello smantellamento di ogni e qualsiasi diritto conquistato dai lavoratori per proteggersi e garantirsi il continuo aumento non dei profitti, ma dei superprofitti.
 
Il governo Monti, ultimo nel tempo, ha previsto, per il triennio 2012/2014, una manovra di 81,2 miliardi di euro, pagata quasi per intero dai lavoratori, con i tagli alle pensioni, l'allungamento del periodo lavorativo, l'aumento delle tasse ecc. ecc. I lavoratori pagheranno con i loro soldi anche il fondo europeo di salvataggio delle banche e il premio di capitalizzazione alle imprese, oltre a tutti i tagli sulla sanità, sull'educazione e la ricerca, sui servizi.
 
L'idea fondante scritta nei Lineamenti è che il lavoro, diritto e dovere di tutti i cittadini cubani, è l'elemento centrale della società nel suo complesso per garantire le conquiste socialiste ed estenderle. Il lavoro come avanzamento di una società in transizione verso il socialismo, non il capitale, non le banche o le finanziarie. Il lavoro che "coscientemente" cerca di trasformare la società perché ognuno ha chiaro qual è l'obiettivo, diventando così il soggetto delle trasformazioni - nonostante le contraddizioni inevitabili - e non più un mero strumento al servizio, finché serve, di un'infima minoranza di sfruttatori e dei loro interessi.
 
Così lo Stato rivoluzionario mantiene la proprietà delle risorse del paese, la proprietà dei mezzi di produzione fondamentali e il diritto a regolare gli altri tipi di rapporti economici che si creeranno in questo particolare momento, sempre e comunque con l'obiettivo di procedere verso il socialismo. Ecco quindi la particolare attenzione riservata alle cooperative e a tutte quelle forme di libera e cosciente associazione dei produttori che ritroviamo nei Lineamenti, ben più importanti del "lavoro per conto proprio".
 
In Italia, in particolare, manca all'appello ancora formalmente (mentre scriviamo) il tassello fondamentale: la manovra sul lavoro, il vero obiettivo delle misure che si stanno preparando in tutta Europa. Dopo aver introdotto da anni la flessibilità in "entrata", che ha prodotto una massa enorme di lavoratori precarizzati senza alcun diritto a disposizione del capitale a seconda delle sue necessità del momento, ora si tratta di definire la flessibilità "in uscita". Ma non è tutto: nel mezzo di queste due condizioni ci sta il "modello Pomigliano", introdotto dalla FIAT di Marchionne ma che sarà sicuramente seguito da altri padroni. L'insieme di queste misure, governative e non, vuole spazzare via definitivamente le conquiste operaie e proletarie degli ultimi 100 anni, ridefinendo la condizione della nuova schiavitù salariata del 21° secolo.
 
Saremo capaci di opporci a chi sta portando l'umanità intera nel baratro? Saremo capaci di affermare, di dimostrare, che solo il socialismo può salvarci dalla barbarie del capitalismo, di unirci e di rovesciare questo sistema? Cuba rivoluzionaria e il suo popolo ci mostrano una volta di più la strada.
 
La Redazione di nuova unità
febbraio 2012
 

Rapporto centrale al VI Congresso del Partito Comunista di Cuba 
16 aprile 2011
 
Compagne e compagni,
 
iniziamo questo pomeriggio le sessioni del VI Congresso del Partito Comunista di Cuba in una data molto importante della nostra storia, il 50° Anniversario della proclamazione del carattere socialista della Rivoluzione da parte del suo Comandante in Capo, Fidel Castro Ruz, il 16 aprile 1961, nel dare l'addio ai caduti nei bombardamenti delle basi aeree, il giorno prima, come preludio dell'invasione mercenaria di Playa Giròn, organizzata e finanziata dal governo degli Stati Uniti, che faceva parte dei suoi piani per distruggere la Rivoluzione e restaurare, con il concerto dell'Organizzazione degli Stati Americani (OEA), il dominio su Cuba.
 
Fidel diceva allora al popolo armato e furioso: "Questo è ciò che non possono perdonarci (…) che abbiamo fatto una Rivoluzione socialista sotto lo stesso naso degli Stati Uniti. Compagni operai e contadini, questa è la Rivoluzione socialista e democratica degli umili, con gli umili e per gli umili. E per questa Rivoluzione socialista e democratica degli umili, fatta dagli umili e per gli umili, siamo disposti a dare la vita". (fine della citazione).
 
La risposta a questo appello non si fece aspettare e nell'affrontare l'aggressione, alcune ore dopo, i combattenti dell'Esercito Ribelle, polizia e miliziani sparsero, per la prima volta, il loro sangue in difesa del socialismo e ottennero la vittoria prima di 72 ore, sotto il comando dello stesso compagno Fidel.
 
La Sfilata Militare cui abbiamo assistito questa mattina, dedicata alle giovani generazioni e, in particolare, l'entusiasta marcia del popolo che è seguita, sono una prova eloquente delle forze di cui la Rivoluzione dispone per seguire l'esempio degli eroici combattenti di Playa Giròn.
 
Faremo lo stesso in occasione della Giornata Internazionale dei Lavoratori, il prossimo primo maggio, in lungo e in largo nel paese, per dar conto dell'unità dei cubani in difesa della loro indipendenza e sovranità nazionale, concetti che la storia ha provato che è possibile conquistare solo con il socialismo.
 
Questo Congresso - quale organo supremo dell'organizzazione di partito, come stabilito dall'art. 20 dei suoi Statuti, che riunisce oggi migliaia di delegati in rappresentanza di circa 800 mila militanti raggruppati in più di 61 mila nuclei - è iniziato in pratica il 9 novembre dell'anno sorso, quando è stato presentato il Progetto di Lineamenti della Politica Economica e Sociale del Partito e della Rivoluzione, questione che, com'è già stato indicato, costituisce il tema principale di questo evento, in cui stanno inscritte grandi aspettative del popolo.
 
Da allora si sono fatti numerosi seminari che sono serviti al proposito di chiarire e approfondire il contenuto dei Lineamenti, e in questo modo preparare adeguatamente i quadri e i funzionari che, a loro volta, dovevano guidare il processo di discussione con i militanti, le organizzazioni di massa e la popolazione in generale.
 
Per tre mesi, dal 1° dicembre 2010 al 28 febbraio del presente anno, si è sviluppato il dibattito cui hanno partecipato 8.913.838 persone in più di 163 mila riunioni effettuate in seno alle differenti organizzazioni, con una cifra superiore a tre milioni di interventi.
 
Bisogna chiarire che nell'insieme dei partecipanti sono inclusi, senza essersi definiti con esattezza, decine di migliaia di militanti del Partito e dell'Unione della Gioventù Comunista, che hanno assistito sia alle riunioni dei loro nuclei o comitati di base sia a quelle effettuate nei centri di lavoro e di studio e anche nelle comunità dove risiedono. È anche il caso di coloro che non militano e che hanno partecipato nei loro collettivi di lavoro e successivamente nei rispettivi quartieri.
 
La stessa Assemblea Nazionale del Potere Popolare ha dedicato quasi tre giorni interi della sua ultima sessione ordinaria, lo scorso dicembre, all'analisi tra i deputati del progetto dei Lineamenti.
 
Questo processo ha messo in chiaro la capacità del Partito di condurre un dialogo serio e trasparente con la popolazione su qualsiasi argomento, per quanto sia sensibile, soprattutto quando si tratta di andare a plasmare un consenso sui tratti che dovranno caratterizzare il Modello Economico e Sociale del paese.
 
A loro volta i risultati del dibattito, per i dati raccolti, costituiscono un formidabile strumento di lavoro - per la direzione del Governo e del Partito a tutti i livelli -così come una sorta di referendum popolare rispetto alla profondità, alla portata e al ritmo dei cambiamenti che dobbiamo introdurre.
 
È un vero e ampio esercizio democratico, il popolo ha manifestato liberamente le sue opinioni, ha chiarito dubbi, ha proposto modifiche, ha espresso le sue insoddisfazioni e differenze e ha anche suggerito di studiare la soluzione di altri problemi non contenuti nel documento.
 
Una volta di più sono state messe alla prova la fiducia e l'unità maggioritaria dei cubani attorno al Partito e alla Rivoluzione, unità che non nega differenze di opinioni, ma che si rafforza e si consolida con queste. Tutte le proposte, nessuna esclusa, sono state aggiunte all'analisi, cosa che ha permesso di arricchire il progetto all'attenzione dei delegati al Congresso.
 
Non sarebbe immotivato affermare che, nella sua essenza, il Congresso si è già celebrato attraverso questo magnifico dibattito con la popolazione. A noi delegati resterebbe, in queste sessioni, da realizzare la discussione finale del progetto e l'elezione degli organi superiori della direzione del Partito.
 
La Commissione di Politica Economica del VI Congresso del Partito, precedentemente incaricata dell'elaborazione del progetto di Lineamenti, ha poi assunto la responsabilità dell'organizzazione del progetto della sua discussione e ha lavorato nelle cinque seguenti direzioni principali:
 
1. Riformulazione dei Lineamenti tenendo conto delle opinioni raccolte;
2. Organizzazione, orientamento e controllo della sua strumentazione;
3. Preparazione minuziosa dei quadri e degli altri partecipanti;
4. Supervisione sistematica degli organismi ed entità incaricati di mettere in pratica le decisioni derivate dai Lineamenti e valutazione dei risultati;
5. Gestione della divulgazione alla popolazione.
 
In attuazione di quanto sopra, è stato riformulato il progetto dei Lineamenti, che è stato sottoposto ad analisi i giorni 19 e 20 marzo in importanti sessioni dell'Ufficio Politico e del Comitato Esecutivo del Consiglio dei Ministri, con la partecipazione del Segretariato del Comitato Centrale del Partito, dei quadri centrali della Centrale dei Lavoratori di Cuba (CTC) e delle altre organizzazioni di massa e dell'Unione dei Giovani Comunisti (UJC); (il progetto) è stato approvato in questa istanza, anche se in qualità di progetto, e vi è stato distribuito per l'esame per tre giorni in seno ad ognuna delle delegazioni provinciali al Congresso, con l'intervento attivo degli invitati e sarà dibattuto nelle cinque commissioni di questa riunione del Partito per la sua approvazione.
 
Di seguito fornirò alcuni dati per illustrare alla popolazione i risultati della discussione dei Lineamenti, anche se successivamente verrà pubblicata un'informazione dettagliata.
 
Il documento originale conteneva 291 lineamenti, dei quali 16 sono stati integrati in altri, 94 hanno mantenuto il testo originale, in 181 è stato modificato il contenuto e ne sono stati aggiunti 36 nuovi, per un totale di 311 nel progetto attuale.
 
Questi numeri, con una semplice aritmetica, mostrano la qualità della consultazione in cui, in maggiore o minore misura, circa più di due terzi dei lineamenti, più precisamente il 68%, sono stati riformulati.
 
Questo processo è stato guidato dal principio di non rendere dipendente la validità di una proposta dalla quantità di opinioni espresse. Esempio di questo è che vari lineamenti sono stati modificati o soppressi, partendo dalla proposta di una sola persona, o da poche.
 
Così, è necessario spiegare che alcune risoluzioni non sono state prese in considerazione in questa tappa, sia perché è necessario approfondire la tematica, poiché non esistono le condizioni richieste o, in altri casi, perché entrano in aperta contraddizione con l'essenza del socialismo come, ad esempio, 45 proposte che chiedono di permettere la concentrazione della proprietà.
 
Con questo intendo dire che, anche se come tendenza c'è stata in generale comprensione e appoggio al contenuto dei lineamenti, non c'è stata unanimità né nulla del genere e questo è esattamente quello di cui avevamo bisogno, se davvero vogliamo un confronto democratico e serio con il popolo.
 
Per questo possiamo definire, con completa sicurezza, i lineamenti come espressione della volontà del popolo - contenuta nella politica del Partito, del Governo e dello Stato - di attualizzare il Modello Economico e Sociale con l'obiettivo di garantire la continuità e irreversibilità del socialismo, così come lo sviluppo economico del paese e l'elevazione del livello di vita coniugati con la necessaria formazione di valori etici e politici dei nostri cittadini.
 
Come c'era da aspettarsi, nella discussione dei Lineamenti la maggior parte delle proposte si è concentrata nel capitolo SESTO "Politica Sociale" e nel capitolo SECONDO "Politiche macroeconomiche", che rappresentano insieme il 50,9% del totale. Sono seguiti, in ordine decrescente, i capitoli UNDICESIMO "Politiche per le Costruzioni, le Abitazioni e le Risorse Idrauliche", il DECIMO "Politica per il Trasporto" e il capitolo PRIMO "Modello di Gestione Economica". In questi cinque capitoli, su un totale di 12, si raggruppa il 75% delle opinioni.
 
D'altra parte - in 33 lineamenti, l'11% del totale - si sono raggruppate il 67% delle proposte: in particolare riguardo al n. 162, che tratta dell'eliminazione della "libreta" di approvvigionamento; i nn. 61 e 62 sulla politica dei prezzi; il n. 262 sul trasporto di passeggeri; il n. 133 riferito all'educazione; il n. 54 relativo all'unificazione monetaria e il n. 143 associato alla qualità dei servizi alla salute; questi sono quelli che hanno dato luogo alla maggior quantità di proposte.
 
La "libreta" di approvvigionamento e la sua eliminazione è, senza dubbio, il tema che ha provocato più interventi dei partecipanti ai dibattiti ed è logico che sia stato così; due generazioni di cubani hanno passato la loro vita sotto questo sistema di razionamento che, nonostante il suo nocivo carattere egualitaristico, ha permesso per decenni a tutti i cittadini l'accesso agli alimenti base a prezzi irrisori, altamente sovvenzionati.
 
Questo strumento di distribuzione, anche se fu introdotto negli anni '60 - con una vocazione egualitaria in momenti di scarsità - per proteggere il nostro popolo dalla speculazione e dall'accaparramento a fini di lucro da parte di pochi, è diventato, col passare degli anni, un carico insopportabile per l'economia e un freno al lavoro, oltre che aver generato varie illegalità nella società.
 
Dato che la "libreta" è disegnata per coprire ugualmente i più di 11 milioni di cubani, non mancano gli esempi assurdi, come il fatto che il caffè razionato viene assegnato anche ai neonati. Lo stesso succedeva con i sigari fino al settembre 2010, forniti senza distinguo a fumatori e non fumatori, favorendo anche la crescita di questa dannosa abitudine nella popolazione.
 
Su questo tema sensibile, il ventaglio di opinioni è molto grande, da quelli che suggeriscono di sopprimerla immediatamente a quelli che si oppongono recisamente e propongono di normare tutto, anche gli articoli industriali. Altri ritengono che per combattere l'accaparramento e garantire l'accesso di tutti agli alimenti basici bisognerebbe, in una prima fase, mantenere la quota normata, anche se i prezzi non verrebbero più sovvenzionati. Non pochi raccomandano di privare della "libreta" quelli che non studiano o non lavorano o consigliano che i cittadini con maggiore reddito rinuncino volontariamente a questo sistema.
 
Certamente il paniere familiare normato, giustificato in circostanze storiche concrete, per essersi mantenuto durante così tanto tempo contraddice nella sua essenza il principio della distribuzione che deve caratterizzare il socialismo, ossia "Da ciascuno secondo le sue capacità, a ciascuno secondo il suo lavoro" e questa situazione deve essere superata.
 
A questo riguardo, considero adatto ricordare quanto prospettato dal compagno Fidel nel Rapporto Centrale al primo Congresso del Partito, il 17 dicembre 1975, e cito: "Nella conduzione della nostra economia abbiamo indubbiamente sofferto di errori di idealismo e, a volte, abbiamo ignorato la realtà che esistono leggi economiche oggettive cui dobbiamo attenerci". (fine della citazione).
 
Il problema che affrontiamo non è di concetto, ha le sue radici nel come, quando e con che gradualità lo faremo. La soppressione della "libreta" non costituisce un fine in se stessa, né può essere vista come una decisione isolata, ma come una delle misure principali che sarà necessario applicare per sradicare le profonde distorsioni esistenti nel funzionamento dell'economia e della società nel suo insieme.
 
Nessuno sano di mente nella direzione del paese può pensare di decretare di colpo l'eliminazione di questo sistema, senza creare prima le condizioni per questo, ciò che si traduce nel realizzare altre trasformazioni del Modello Economico con l'obiettivo di incrementare l'efficienza e la produttività del lavoro, in modo che si possano garantire con stabilità livelli di produzione e di offerta dei prodotti e servizi di base a prezzi non sovvenzionati e, nello stesso tempo, accessibili a tutti i cittadini.
 
Questo tema, logicamente, ha una stretta relazione con i prezzi e l'unificazione monetaria, i salari e il fenomeno della "piramide invertita" che, come si è chiarito in parlamento lo scorso 18 dicembre, si esprime nella non corrispondenza della retribuzione salariale con la gerarchia e l'importanza del lavoro eseguito, problematiche che si riflettono in grande proporzione nelle proposte realizzate.
 
A Cuba, nel socialismo, non ci sarà mai spazio per le "terapie shock" contro coloro che più hanno bisogno e che sono, tradizionalmente, coloro che appoggiano la Rivoluzione con maggior fermezza, a differenza dei pacchetti di misure impiegate con frequenza su mandato del Fondo Monetario Internazionale e di altre organizzazioni economiche internazionali ai danni dei popoli del Terzo Mondo e anche, negli ultimi tempi, nelle nazioni più sviluppate, dove si reprimono con violenza le manifestazioni popolari e studentesche.
 
La Rivoluzione non abbandonerà alcun cubano e si sta riorganizzando il sistema di attenzione sociale per assicurare il sostegno differenziato e razionale a coloro che realmente ne abbiano bisogno. Invece di sovvenzionare massicciamente i prodotti, come facciamo ora, si passerà progressivamente all'appoggio delle persone senza altro sostegno.
 
Questo principio conserva il completo valore nel riordinamento della forza lavoratrice
, già in marcia, per ridurre gli organici gonfiati nel settore statale, sotto la stretta osservanza dell'idoneità dimostrata, processo che continuerà, senza fretta ma senza pausa e il suo ritmo sarà determinato dalla nostra capacità di andare creando le condizioni richieste per il suo completo spiegamento. A questo dovrà contribuire, tra altri fattori, l'ampliamento e la flessibilizzazione del lavoro nel settore non statale. Questa forma di impiego, cui hanno ricorso un po' più di 200 mila cubani dall'ottobre dell'anno scorso ad oggi, raddoppiando così la quantità di lavoratori per proprio conto, costituisce un'alternativa lavorativa al riparo della legislazione vigente, e quindi deve contare sull'appoggio, il supporto e la protezione delle autorità, a tutti i livelli, ed esigendo, col rigore che la legge impone, il compimento delle sue obbligazioni, comprese quelle tributarie.
 
L'incremento del settore non statale dell'economia, lungi dal significare una presunta privatizzazione della proprietà sociale come affermano alcuni teorici, è chiamato a diventare un fattore facilitatore per la costruzione del socialismo a Cuba, visto che permetterà allo Stato di concentrarsi nell'elevazione dell'efficienza dei mezzi fondamentali di produzione, proprietà di tutto il popolo, e liberarsi dell'amministrazione di attività non strategiche per il paese.
 
Questo, d'altra parte, favorirà lo Stato nel continuare ad assicurare a tutta la popolazione, nello stesso modo e in maniera gratuita, i servizi di Salute e Educazione, a proteggerli in modo adeguato attraverso i sistemi di Sicurezza e Assistenza Sociale, a promuovere la cultura fisica e lo sport in tutte le loro manifestazioni e a difendere l'identità e la conservazione del patrimonio culturale e della ricchezza artistica, scientifica e storica della nazione.
 
Lo Stato Socialista avrà allora maggiori possibilità di rendere realtà il pensiero martiano che guida la nostra Costituzione: "Io voglio che la prima Legge della nostra Repubblica sia il culto dei cubani alla piena dignità dell'uomo".
 
Tocca allo Stato difendere la sovranità e l'indipendenza nazionale, valori che rendono orgogliosi i cubani, e continuare a garantire l'ordine pubblico e la sicurezza della cittadinanza che distinguono Cuba per essere uno dei paesi più sicuri e tranquilli del mondo, senza narcotraffico né crimine organizzato, senza mendicanti bambini o adulti, senza lavoro infantile, senza cariche di cavalleria contro i lavoratori, gli studenti e altri settori della popolazione, senza esecuzioni extra-giudiziali, carceri clandestine né torture, nonostante le campagne senza alcuna prova che si organizzano costantemente contro di noi, ignorando intenzionalmente che tutte queste realtà sono, in primo luogo, diritti umani fondamentali, ai quali la maggioranza degli abitanti del pianeta non può neppure aspirare.
 
Ora, per poter garantire tutte queste conquiste del socialismo senza tornare indietro rispetto alla sua qualità e portata, i programmi sociali devono caratterizzarsi per una maggiore razionalità, in modo che con minori costi si ottengano risultati superiori e sostenibili nel futuro e che oltretutto mantengano una correlazione adeguata con la situazione economica generale della nazione.
 
Come si può capire dai Lineamenti, queste idee non sono neanche incompatibili con l'importanza che diamo alla precisa separazione del ruolo che devono giocare nell'economia gli organismi statali da una parte e le imprese dall'altra, questione che per decenni è stata turbata da confusione e improvvisazioni e che ora siamo obbligati a risolvere a medio raggio nella cornice del perfezionamento e rafforzamento dell'istituzionalità.
 
La piena comprensione di questi concetti ci permetterà di avanzare con forza e senza ritorni nella lenta decentralizzazione di facoltà, dal Governo centrale verso le amministrazioni locali e dai ministeri e altre entità nazionali a favore dell'autonomia crescente dell'impresa statale socialista. Il modello eccessivamente centralizzato che caratterizza attualmente la nostra economia dovrà passare, con ordine e disciplina e con la partecipazione dei lavoratori, verso un sistema decentralizzato in cui prevarrà la pianificazione ma che non ignorerà le tendenze presenti sul mercato, cosa che contribuirà alla flessibilizzazione e permanente attuazione del piano.
 
L'esperienza pratica ci ha insegnato che l'eccesso di centralizzazione cospira contro lo sviluppo dell'iniziativa nella società e in tutta la catena produttiva, dove i quadri si abituano al fatto che tutto sia deciso "dall'alto" e, di conseguenza, smettono di sentirsi responsabili rispetto ai risultati dell'organizzazione che dirigono.
 
I nostri "impresari", salvo eccezioni, si sono accomodati nella tranquillità e nella sicurezza "dell'attesa" e hanno sviluppato un'allergia per il rischio che fa parte dell'azione di prendere decisioni, o quello che è lo stesso: far bene o sbagliare.
 
Questa mentalità dell'inerzia deve essere sradicata definitivamente per sciogliere definitivamente i nodi che attanagliano lo sviluppo delle forze produttive. È un compito di importanza strategica e non è casuale che sia compreso, in un modo o nell'altro, nei 24 lineamenti del capitolo PRIMO, "Modello di Gestione Economica".
 
In questa materia non possiamo ammettere improvvisazioni o fretta. Per decentralizzare e cambiare la mentalità, è requisito obbligatorio elaborare il quadro di regole che definisca con chiarezza le facoltà e le funzioni di ogni anello, dalla nazione alla base, accompagnate inevitabilmente dai procedimenti di controllo contabile, finanziario e amministrativo. Stiamo già avanzando in questa direzione. Da quasi due anni sono iniziati gli studi per perfezionare il funzionamento, così come la struttura e la composizione degli organi di Governo ai differenti livelli di direzione, ottenendo come risultato la messa in vigore del Regolamento de Consiglio dei Ministri, la riorganizzazione del metodo di lavoro con i quadri dello Stato e del Governo, l'introduzione di processi di pianificazione delle attività principali, l'organizzazione delle basi organizzative per disporre di un sistema di informazioni del Governo, effettivo e opportuno, con la sua infrastruttura di infocomunicazione e la creazione, a carattere sperimentale, in base a una nuova concezione funzionale e strutturale, delle province di Mayabeque e Artemisa.
 
Per iniziare a decentralizzare le competenze, bisognerà che parte dei quadri statali e imprenditoriali riscattino il noto ruolo che deve giocare il contratto nell'economia, esattamente com'è espresso nel lineamento n.1. Anche questo contribuirà a ristabilire la disciplina e l'ordine nelle entrate e nelle uscite, materia con voti insoddisfacenti in buona parte della nostra economia. Come sottoprodotto non meno importante, l'uso adeguato del contratto come strumento regolatore delle interrelazioni tra i differenti attori economici, diventerà un effettivo antidoto con l'estesa abitudine del "riunionismo", o, che è la stessa cosa, l'eccesso di riunioni, esami e altre attività collettive, frequentemente presiedute dal livello superiore e con l'assistenza improduttiva di numerosi partecipanti, per far compiere ciò che le due parti di un contratto hanno firmato come dovere e diritto e che - per mancanza di richiesta - mai hanno reclamato il suo compiersi davanti alle istanze fissate dallo stesso documento contrattuale. Su questo si devono sottolineare 19 opinioni, in 9 province, che reclamano la necessità di diminuire allo stretto necessario il numero delle riunioni e la loro durata. Riprenderò più avanti questo tema, quando parlerò del funzionamento del Partito.
 
Siamo convinti che il compito che abbiamo davanti, su questo e altri problemi legali all'attualizzazione del Modello Economico, sia irto di complessità e interrelazioni che toccano, in maggiore o minor misura, tutte le sfaccettature della società nel suo insieme e per questo sappiamo che non si tratta di una questione da risolvere in un giorno, e neppure in un anno e che avrà bisogno per lo meno di un quinquennio per sviluppare la sua implementazione con l'armonia e la completezza richieste e che quando lo si realizzi, è necessario non fermarci più e lavorare al suo perfezionamento in modo permanente per essere in condizioni di superare le nuove sfide che lo sviluppo ci lancerà. Facendo una similitudine, si potrebbe dire che per un certo periodo di tempo, nella misura in cui si modifica lo scenario, il paese deve cucirsi un vestito su misura.
 
Non ci facciamo illusione che i Lineamenti e le misure per implementare il Modello Economico, da soli, costituiscano il rimedio universale di tutti i nostri mali. Sarà ugualmente necessario elevare ad un livello superiore la sensibilità politica, il senso comune, l'intransigenza davanti alle violazioni e alla disciplina di tutti, in primo luogo dei quadri direttivi.
 
Quanto sopra è evidenziato efficacemente nelle deficienze presentatesi, mesi fa, nella strumentazione di alcune misure puntuali, non complesse né di grande rilievo, a causa degli ostacoli burocratici e della mancanza di lungimiranza degli organi locali di governo, manifestatasi a riguardo dell'ampliamento del lavoro per conto proprio.
 
Non è inutile ripetere che i nostri quadri devono abituarsi a lavorare con le indicazioni che emettono gli organismi appositi e smettere l'irresponsabile vizio di accantonarli. La vita ci ha insegnato che non basta promulgare una buona norma giuridica, non importa che si tratti di una legge o di una semplice risoluzione. È anche indispensabile preparare chi è incaricato di metterla in pratica, controllarlo e verificare il risultato pratico di ciò che si è stabilito. Ricordatevi che non c'è peggior legge di quella che non si mette in pratica e che non si rispetta.
 
Il sistema di scuole di Partito a livello provinciale e nazionale, in parallelo con l'obbligato ri-orientamento dei suoi programmi, giocherà un ruolo da protagonista nella preparazione e riqualificazione continua in questi campi dei quadri del Partito, dell'amministrazione e imprenditoriali, con l'apporto delle istituzioni specializzate del settore dell'educazione e della valida collaborazione degli aderenti all'Associazione Nazionale degli Economisti e Contabili, come è stato dimostrato durante la discussione dei Lineamenti.
 
Nello stesso tempo, col proposito di gerarchizzare appropriatamente l'introduzione dei cambi richiesti, l'Ufficio Politico ha deciso di proporre al Congresso la costituzione di una Commissione Permanente del Governo per l'Implementazione e lo Sviluppo, subordinata al Presidente dei Consiglio di Stato e dei Ministri che, senza ledere le funzioni che corrispondono ai rispettivi Organismi dell'Amministrazione Centrale dello Stato, avrà la responsabilità di controllare, verificare e coordinare le azioni di tutti quelli coinvolti in questa attività, così come di proporre l'introduzione di nuovi lineamenti, cosa che sarà assolutamente necessaria nel futuro.
 
In questo senso abbiamo considerato conveniente ricordare l'orientamento che il compagno Fidel includeva nel suo Rapporto Centrale al Primo Congresso del Partito, ormai quasi 36 anni fa, sul Sistema di Direzione dell'Economia, che allora ci proponevamo di realizzare e che per la nostra mancanza di sistematicità, controllo e pretese si è guastato, cito: "Che i dirigenti del Partito, e soprattutto dello Stato facciano cosa propria e impegno d'onore la sua realizzazione, prendano coscienza della sua importanza vitale e della necessità di lottare con tutte le forze per applicarlo conseguentemente, sempre sotto la direzione della Commissione Nazionale creata per questo…" e concludeva "… divulgare ampiamente il sistema, i suoi principi e i suoi meccanismi attraverso una letteratura alla portata delle masse, perché diventi una questione che i lavoratori dominino. Il risultato del sistema dipenderà in misura decisiva dal dominio che di esso abbiano i lavoratori" (fine della citazione).
 
Non mi stancherò di ripetere che in questa Rivoluzione tutto è già stato detto e il miglior esempio di ciò sono le idee di Fidel che il giornale Granma, Organo Ufficiale del Partito, ha pubblicato nel corso di questi ultimi anni.
 
Ciò che approveremo in questo Congresso non può soffrire la stessa sorte delle direttive precedenti, quasi tutte dimenticate senza essere realizzati. Ciò che approviamo in questa e in future occasioni deve costituire una guida per la condotta e l'azione dei militanti e dei dirigenti del Partito e, per garantire la sua materializzazione, rispecchiarsi negli strumenti giuridici che tocca stabilire all'Assemblea Nazionale del Potere Popolare, al Consiglio di Stato o al Governo, secondo le loro facoltà legislative, in accordo alla Costituzione.
 
È opportuno chiarire, per evitare interpretazioni sbagliate, che le risoluzioni del congresso e di altri organi della direzione del Partito non diventano in se stesse leggi, ma sono orientamenti di carattere politico e morale, e che compete al Governo, che è quello che amministra, regolare la loro applicazione.
 
Per questa ragione la Commissione Permanente di Implementazione e Sviluppo comprenderà un Sottogruppo Giuridico composto da specialisti di alta qualifica, che coordinerà con gli organismi corrispondenti, in stretto rispetto all'istituzionalità, le modifiche richieste sul piano legale per accompagnare l'attualizzazione del Modello Economico e Sociale, semplificando e armonizzando il contenuto di centinaia di risoluzioni ministeriali, accordi di Governo, decreti-legge e leggi e di conseguenza proporre, al momento opportuno, l'introduzione di modifiche pertinenti alla stessa Costituzione della Repubblica.
 
Senza pensare di avere elaborato tutto, si trovano in fase avanzata le norme giuridiche relative alla compravendita di abitazioni e automobili, la modifica del Decreto Legge 259 per ampliare i limiti delle terre oziose da attribuire in usufrutto a quei produttori agricoli con risultati significativi, così come la concessione di crediti ai lavoratori per conto proprio e alla popolazione in generale.
 
Nello stesso modo consideriamo conveniente proporre al Congresso che il futuro Comitato Centrale includa, come primo punto, in tutti i suoi plenum, che dovranno celebrarsi non meno di due volte l'anno, un rapporto sullo stato dell'implementazione delle direttive adottate in questa riunione sull'attualizzazione del Modello Economico, e come secondo, l'analisi sul compimento del piano dell'economia, che sia del primo semestre o dell'anno in questione.
 
Nello stesso modo raccomanderemo all'Assemblea Nazionale del Potere Popolare di utilizzare un simile sistema nelle sue sessioni ordinarie, col proposito di potenziare il protagonismo inerente alla sua condizione di organo supremo del potere dello Stato.
 
Partendo dalla profonda convinzione che nulla di ciò che facciamo è perfetto e che quello che oggi sembra tale non lo sarà domani a fronte di nuove circostanze, gli organi superiori del Partito e del Potere Statale e Governativo devono mantenere una stretta e sistematica vigilanza su questo processo ed essere capaci di introdurre opportunamente i correttivi appropriati per correggere gli effetti negativi.
 
Si tratta, compagne e compagni, di stare all'erta, mettere i piedi e l'orecchio a terra e quando sorga un problema pratico in qualsiasi sfera o luogo, i quadri ai diversi livelli devono agire con prontezza e volontà e non tornare a lasciare al tempo la sua soluzione, dato che per nostra stessa esperienza sappiamo che l'unica cosa che succede è che si complica ancora di più.
 
Allo stesso modo dobbiamo coltivare e preservare l'interrelazione incessante con le masse, spogliata di qualsiasi formalismo, per retroalimentarci efficacemente delle loro preoccupazioni e insoddisfazioni e perché siano direttamente esse quelle che indicano il ritmo dei cambiamenti che si devono introdurre.
 
L'attenzione a recenti incomprensioni, associate alla riorganizzazione di alcuni servizi di base, dimostra che quando il Partito e il Governo - ognuno col proprio ruolo, con metodi e stili diversi - agiscono con rapidità e armonia facendosi carico delle preoccupazioni della popolazione e dialogano con questa con chiarezza e semplicità, si ottiene l'appoggio alla misura e si stimola la fiducia del popolo nei suoi dirigenti.
 
Per conseguire quanto sopra la stampa cubana, nei suoi differenti formati, è chiamata a giocare un ruolo decisivo nella chiarificazione e diffusione oggettiva, costante e critica dell'attualizzazione del Modello Economico, in modo che con articoli e lavori intelligenti e concreti, in un linguaggio accessibile a tutti, si continui a stimolare nel paese una cultura su questi temi.
 
Su questo fronte è necessario anche lasciarsi indietro, definitivamente, l'abitudine al trionfalismo, lo strepito e il formalismo nell'affrontare l'attualità nazionale e produrre materiali scritti e programmi televisivi e radio che, per il loro contenuto e stile, catturino l'attenzione e stimolino il dibattito nell'opinione pubblica, cosa che presume elevare la professionalità e le conoscenze dei nostri giornalisti; anche se è vero che, nonostante le risoluzioni adottati dal Partito sulla politica informativa, nella maggior parte delle volte essi non hanno l'accesso opportuno all'informazione né il contatto frequente con i quadri e gli specialisti che si occupano delle tematiche in questione. La somma di questi fattori spiega la diffusione, in non poche occasioni, di materiale noioso, improvvisato e superficiale.
 
Non meno importante sarà l'apporto che i nostri mezzi di informazione di massa devono apportare in favore della cultura nazionale e del recupero dei valori civici nella società.
 
Passando ad un altro problema vitale, che ha una relazione molto stretta con l'attualizzazione del Modello Economico e Sociale del paese e che deve aiutare la sua materializzazione: ci proponiamo di celebrare una Conferenza Nazionale del Partito, per arrivare a delle conclusioni rispetto alle modifiche dei suoi metodi e stile di lavoro, con l'obiettivo di rendere concreto nel suo agire, oggi e sempre, il contenuto dell'art. 5 della Costituzione della Repubblica dove si stabilisce che l'organizzazione di partito è l'avanguardia organizzata della nazione cubana e la forza dirigente superiore della società e dello Stato.
 
Inizialmente avevamo pensato di convocare questa Conferenza per dicembre 2011 tuttavia, tenendo in conto le complicazioni proprie dell'ultimo mese dell'anno e la convenienza di contare con una prudente riserva di tempo per puntualizzare i dettagli, abbiamo ritenuto di realizzare questo evento alla fine del gennaio 2012.
 
Già lo scorso 18 dicembre ho spiegato davanti al Parlamento che, a causa delle deficienze presentate dagli organi amministrativi del Governo nel compimento delle loro funzioni, il Partito per anni è stato coinvolto in compiti che non gli corrispondevano, limitando e compromettendo il suo ruolo.
 
Siamo convinti che l'unica cosa che può far fallire la Rivoluzione e il socialismo a Cuba, mettendo a rischio il futuro della nazione, è la nostra incapacità di superare gli errori che abbiamo fatto per oltre 50 anni e quelli nuovi che potremmo fare.
 
La prima cosa che dobbiamo fare per correggere un errore è riconoscerlo coscientemente in tutta la sua dimensione e il fatto reale è che, nonostante che fin dai primi ani della Rivoluzione Fidel abbia diviso con chiarezza i ruoli del Partito e dello Stato, non siamo stati conseguenti nel realizzare le sue istruzioni e ci siamo lasciati trasportare dalle urgenze e dall'improvvisazione.
 
Quale esempio migliore di quello espresso dal leader della Rivoluzione in una data tanto di buon'ora come il 26 marzo 1962, quando si presentò davanti alla radio e alla televisione per spiegare al popolo i metodi e il funzionamento delle Organizzazioni Rivoluzionarie Integrate (ORI) che precedettero il Partito, quando disse: "… Il Partito dirige, dirige attraverso tutto il Partito e dirige attraverso l'amministrazione pubblica. Un funzionario deve avere autorità. Un ministro deve avere autorità, un amministratore deve avere autorità, discutere tutto quello che sia necessario con il Consiglio Tecnico Consulente (oggi, Consiglio di Direzione), discutere con le masse operaie, discutere con il nucleo, ma decide l'amministratore, perché la responsabilità è sua…" (fine della citazione). Questo è un orientamento dato 49 anni fa.
 
Esistono concetti molto ben definiti e che nell'essenza conservano piena validità per raggiungere l'esito in questa direzione, nonostante il tempo trascorso da quando Lenin li formulava, già quasi cento anni fa, che devono essere ripresi decisamente, secondo le caratteristiche e l'esperienza del nostro paese.
 
Nel 1973, nella cornice del processo preparatorio del Primo Congresso, fu stabilito che il Partito dirige e controlla attraverso vie e metodi che gli sono propri e che differiscono dalle vie e dai metodi di cui dispone lo Stato per esercitare la sua autorità. Le direttive, le risoluzioni e le disposizioni del Partito non hanno direttamente carattere giuridico obbligatorio per tutti i cittadini, ma devono essere compiute dai militanti in base alla loro coscienza, perché questo non dispone di alcun apparato di forza e coercizione.
 
Questa è una differenza importante del ruolo e dei metodi del Partito e dello Stato.
 
Il potere del Partito riposa essenzialmente nella sua autorità morale, nell'influenza che esercita sulle masse e nella fiducia che ha in esso il popolo. L'azione del Partito ha la sua base, prima di tutto, nella convinzione che proviene dai suoi atti e dalla giustezza della sua linea politica.
 
Il potere dello Stato parte dalla sua autorità morale, che consiste nella forza delle istituzioni incaricate di esigere da tutti che si compiano le norme giuridiche che emana.
 
Il danno che provoca la confusione in questi concetti si esprime, in primo luogo, nell'indebolimento del lavoro politico che il Partito deve realizzare e, in secondo luogo, nel deterioramento dell'autorità dello Stato e del Governo, perché i funzionari smettono di sentirsi responsabili delle loro decisioni.
 
Si tratta, compagne e compagni, di spogliare per sempre il Partito di tutte le attività non proprie del suo carattere di organizzazione politica; in poche parole, liberarsi di funzioni amministrative e dedicarci, ognuno, a quello che ci tocca.
 
Molto legate con queste concezioni errate sono le deficienze nella politica dei Quadri di Partito, che anch'essa dovrà essere oggetto di analisi della citata Conferenza nazionale. Non poche lezioni amare ci hanno lasciato gli errori sofferti in questo ambito a causa della mancanza di rigore e di visione che hanno aperto le porte alla promozione accelerata di quadri inesperti e immaturi a colpi di simulazione e opportunismo, attitudini alimentate anche dall'errato concetto che per occupare un posto di direzione si esigeva, come tacito requisito, militare nel Partito o nella Gioventù Comunista.
 
Questa pratica va decisamente abbandonata e, salvo per le responsabilità proprie delle organizzazioni politiche, la militanza non deve significare una condizione vincolante all'esercizio di un posto di direzione nel Governo o nello Stato, ma la preparazione per esercitarlo e la disposizione a riconoscere come proprie la politica e il Programma del Partito. I dirigenti non escono dalle scuole né dall'amicizia favoreggiatrice, si formano nella base, esercitando la professione per cui hanno studiato, a contatto con i lavoratori e devono salire gradualmente in forza della leadership che solo l'essere d'esempio nel sacrificio e nei risultati conferisce loro. In questo senso considero che la direzione del Partito, a tutti i livelli, deve farsi una severa autocritica e adottare le misure necessarie per evitare che riappaiano tali tendenze.
 
Ciò, a sua volta, è applicabile all'insufficiente sistematicità e volontà politica di assicurare la promozione a incarichi decisionali di donne, neri, meticci e giovani, sulla base del merito e delle condizioni personali
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Non aver risolto quest'ultimo problema in più di mezzo secolo è una vera vergogna, che porteremo nelle nostre coscienze per molti anni, perché semplicemente non siamo stati conseguenti con gli innumerevoli orientamenti che, dai primi giorni del trionfo rivoluzionario e nel corso degli anni, ci ha dato il compagno Fidel, e perché oltretutto la soluzione di queste disuguaglianze formava parte delle risoluzioni adottate dal fondamentale Primo Congresso del Partito e dei quattro che gli succedettero, e non le abbiamo compiute.
 
Argomenti come questi, che definiscono il futuro, mai più dovranno essere guidati dalla spontaneità, ma dalla previsione e dalla più ferma volontà politica di preservare e perfezionare il socialismo a Cuba.
 
Nonostante non abbiamo mai smesso di fare tentativi per promuovere giovani agli incarichi principali, la vita ci ha dimostrato che non sempre le selezioni sono state centrate. Oggi affrontiamo le conseguenze di non contare con una riserva di sostituti debitamente preparati, con sufficiente esperienza e maturità per assumere i nuovi e complessi compiti di direzione nel Partito, nello Stato e nel Governo, questione cui dobbiamo dare soluzione gradualmente, nel corso del quinquennio, senza precipitazioni né improvvisazioni, ma cominciando appena il Congresso sia finito.
 
A questo contribuirà, inoltre, il rafforzamento dello spirito democratico e il carattere collettivo del funzionamento degli organi di direzione del Partito e del potere statale e governativo, mentre si garantisca il ringiovanimento sistematico in tutta la catena di cariche amministrative e di partito, dalla base fino ai compagni che occupano le responsabilità principali, senza escludere l'attuale Presidente dei Consigli di Stato e dei Ministri né il Primo Segretario del Comitato Centrale che risulti eletto in questo Congresso.
 
Al riguardo siamo giunti alla conclusione che sia raccomandabile limitare, ad un massimo di due periodi consecutivi di cinque anni, l'esercizio delle cariche politiche e statali fondamentali. Questo è possibile e necessario nelle circostanze attuali, ben diverse da quelle dei primi decenni della Rivoluzione, non ancora consolidata e oltretutto sottomessa a costanti minacce e aggressioni.
 
Il rafforzamento sistematico della nostra istituzionalità sarà, allo stesso tempo, condizione e garanzia imprescindibile perché questa politica di ringiovanimento dei quadri non ponga mai a rischio la continuità del socialismo a Cuba.
 
In questa sfera stiamo cominciando con un primo passo nel ridurre sostanzialmente la nomenclatura degli incarichi di direzione, che le istanze municipali, provinciali e nazionali del Partito dovevano approvare e delegare ai dirigenti ministeriali e delle imprese le facoltà per la nomina, la sostituzione e l'applicazione di misure disciplinari a gran parte dei dirigenti subordinati, assistiti dalle rispettive commissioni di quadri, nelle quali il Partito è rappresentato ed esprime la sua opinione, ma che vengono presiedute da un dirigente amministrativo, che è quello che decide. L'opinione dell'organizzazione di partito è preziosa ma il fattore determinante è il dirigente, visto che dobbiamo preservare e potenziare la sua autorità, in armonia con il Partito.
 
Quanto alla vita interna, tema che allo stesso modo inviamo all'analisi della Conferenza, pensiamo che dobbiamo meditare sugli effetti controproducenti di vecchie abitudini che nulla hanno a che vedere con il ruolo di avanguardia dell'organizzazione nella società, tra le quali la superficialità e il formalismo con cui si sviluppa il lavoro politico-ideologico, l'utilizzazione di metodi e termini antiquati che non prendono in considerazione il livello di istruzione dei militanti, la realizzazione di riunioni eccessivamente lunghe e fatte spesso all'interno della giornata lavorativa, che deve essere sacra, in primo luogo per i comunisti; con agende molto spesso inflessibili dettate dagli organismi superiori, senza differenziare lo scenario in cui si sviluppa la vita dei militanti, le frequenti convocazioni ad attività commemorative formali, con discorsi ancor più formali e l'organizzazione del lavoro volontario nei giorni di riposo senza contenuto reale né debita coordinazione, generando spese inutili e diffondendo il disgusto e l'apatia tra i nostri compagni.
 
Questi criteri sono applicabili anche all'emulazione, movimento che con gli anni è andato perdendo la sua essenza di mobilitazione dei collettivi operai nel trasformarsi in un meccanismo alternativo di distribuzione di stimoli morali e materiali, non sempre giustificati da risultati concreti e che in non poche occasioni ha generato frodi nell'informazione.
 
La Conferenza dovrà, inoltre, considerare le relazioni del Partito con l'Unione dei Giovani Comunisti e le organizzazioni di massa, per spogliarle degli schematismi e della routine e perché tutte riscattino la loro ragione di essere, adeguata alle condizioni attuali.
 
In sintesi, compagne e compagni, la Conferenza nazionale si incentrerà sul potenziamento del ruolo del Partito, come massimo esponente della difesa degli interessi del popolo cubano.
 
Per raggiungere questa meta è fondamentale cambiare la mentalità, lasciare da parte il formalismo e le fanfaronate nelle idee e nelle azioni o - che è lo stesso - sradicare l'immobilismo fondato su dogmi e consegne vuote per arrivare all'essenza più profonda delle cose, come dimostrano brillantemente nell'opera teatrale "Abracadabra" i bambini della compagnia "La Colmenita".
 
Solo così il Partito Comunista di Cuba potrà essere in condizioni di essere, per tutti i tempi, il degno erede dell'autorità e della fiducia illimitata del popolo nella Rivoluzione e nel suo unico Comandante in Capo Fidel Castro Ruz, il cui apporto morale e guida indiscutibile non dipendono da alcun incarico e che dalla sua posizione di soldato delle idee non ha smesso di lottare e di contribuire, con le sue riflessioni chiarificatrici e altre azioni, alla causa rivoluzionaria e alla difesa dell'Umanità di fronte ai pericoli che la minacciano.
 
A proposito della situazione internazionale, dedicheremo alcuni minuti a valutare la congiuntura esistente sul pianeta.
 
L'uscita dalla crisi economica che colpisce tutte le nazioni non si intravede, dato il suo carattere strutturale. I rimedi utilizzati dai potenti sono stati diretti a proteggere le istituzioni e le pratiche che le hanno dato origine e a scaricare il terribile peso delle conseguenze sui lavoratori nei loro territori e in particolare nei paesi sottosviluppati. La spirale dei prezzi degli alimenti e del petrolio spingono centinaia di milioni di persone alla povertà estrema.
 
Gli effetti del cambio climatico sono ormai devastanti e la mancanza di volontà politica delle nazioni industriale impedisce di adottare le misure urgenti e imprescindibili per prevenire la catastrofe. Viviamo in un mondo convulso nel quale si succedono disastri naturali come i terremoti di Haiti, del Cile e del Giappone, mentre gli Stati Uniti portano avanti guerre di conquista in Iraq e Afganistan, che sono costate più di un milione di civili morti.
 
Movimenti popolari nei paesi arabi si ribellano contro governi corrotti ed oppressori, alleati degli Stati Uniti e dell'Unione Europea. Il triste conflitto in Libia, nazione sottomessa a un brutale intervento militare della NATO, è servito un'altra volta come pretesto a questa organizzazione per eccedere i suoi limiti difensivi originali e a spandere su scala globale le minacce e gli interventi bellici a guardia di interessi geostrategici e dell'accesso al petrolio. L'imperialismo e le forze reazionarie interne cospirano per destabilizzare altri paesi, mentre Israele opprime e massacra il popolo palestinese nella totale impunità.
 
Gli Stati Uniti e la NATO inseriscono nelle loro dottrine l'interventismo aggressivo contro i paesi del Terzo Mondo per saccheggiare le loro risorse, impongono alle nazioni Unite il doppio binario e utilizzano in modo ogni volta più concertato i poderosi consorzi mediatici per nascondere o distorcere i fatti, secondo come conviene ai centri di potere mondiale, in una farsa ipocrita destinata a ingannare l'opinione pubblica.
 
Nel mezzo di una complessa situazione economica, il nostro paese mantiene la cooperazione con 101 nazioni del Terzo Mondo. Ad Haiti il personale medico cubano, dopo aver compiuto 12 anni di intenso lavoro salvando vite, da gennaio 2010 affronta, insieme a collaboratori di altri paesi, le conseguenze del terremoto e della successiva epidemia di colera con dedizione ammirabile.
 
Alla Rivoluzione Bolivariana e al compagno Hugo Chàvez Frìas esprimiamo la più decisa solidarietà e impegno, coscienti dell'importanza del processo che vive il popolo venezuelano fratello per la Nostra America, nel Bicentenario della sua indipendenza.
 
Continueremo a contribuire ai processi di integrazione dell'Alleanza Bolivariana per i popoli della Nostra America (ALBA), alla Unione del Sud (UNASUR) e della Comunità degli Stati Latinoamericani e dei caraibi (CELAC), che prepara la celebrazione a Caracas del suo vertice iniziale nel luglio del presente anno, il fatto istituzionale di maggiore importanza nel nostro emisfero durante l'ultimo secolo, perché per la prima volta tutti i paesi al sud del Rio Bravo si riuniranno tra loro. Ci incoraggiano questa America e questi Caraibi, ogni volta più uniti e indipendenti, per la cui solidarietà ringraziamo.
 
Continueremo a difendere il rispetto per il Diritto Internazionale e sosteniamo il principio di eguaglianza sovrana degli Stati e il diritto alla libera determinazione dei popoli. Rifiutiamo l'uso della forza, l'aggressione, le guerre di conquista, la spoliazione delle risorse naturali e lo sfruttamento dell'uomo.
 
Condanniamo il terrorismo in tutte le sue forme, in particolare il terrorismo di stato. Difenderemo la pace e lo sviluppo per tutti i popoli e lotteremo che per il futuro dell'Umanità.
 
Il governo nordamericano non ha cambiato la sua tradizionale politica diretta a screditare e ad abbattere la Rivoluzione; al contrario, ha continuato a finanziare progetti per promuovere direttamente la sovversione, provocare la destabilizzazione e interferire nei nostri affari interni. L'attuale amministrazione ha preso alcune misure positive, ma infinitamente limitate.
 
Il blocco economico, commerciale e finanziario degli Stati Uniti contro Cuba persiste e si è anche intensificato sotto l'attuale presidenza, in particolare nelle transazioni bancarie, ignorando la condanna quasi unanime della comunità internazionale, che si è sempre più massicciamente pronunciata per la sua eliminazione per 19 anni consecutivi.
 
Nonostante, a quanto pare, come si è reso evidente nella recente visita al Palazzo della Moneda a Santiago del Cile, ai governanti degli Stati Uniti non piaccia rifarsi alla storia nel trattare il presente e il futuro, è necessario ribadire che il blocco contro Cuba non è questione del passato, per cui ci vediamo obbligati a ricordare il contenuto di un memorandum segreto, declassificato nel 1991, del Sottosegretario Aggiunto di Stato per gli affari interamericani, Lester D. Mallory, del 6 aprile 1960, e cito: "La maggioranza dei cubani appoggia Castro... Non esiste un'opposizione politica effettiva... L'unico modo possibile per fargli perdere l'appoggio interno (al governo) è provocare la perdita delle speranze e la sfiducia attraverso l'insoddisfazione economica e la penuria… Bisogna mettere in pratica rapidamente tutti i mezzi possibili per indebolire la vita economica… negando a Cuba denaro e forniture col fine di ridurre i salari nominali e reali, con l'obiettivo di provocare fame, disperazione e il rovesciamento del governo" (fine della citazione).
 
Guardate la data del memorandum: 6 aprile 1960, quasi un anno esatto prima dell'invasione di Playa Giròn.
 
Il memorandum in questione non nacque per iniziativa di quel funzionario, ma si inquadrava nella politica di rovesciamento della Rivoluzione, come il "Programma di Azione Occulta contro il regime di Castro", approvato dal presidente Eisenhower il 17 marzo 1960, 20 giorni prima del citato memorandum, utilizzando tutti i mezzi possibili, dalla creazione di un'opposizione unificata, alla guerra psicologica, alle azioni clandestine di intelligence e alla preparazione in paesi terzi di forze paramilitari capaci di invadere l'isola.
 
Gli Stati Uniti hanno stimolato il terrorismo nelle città e quello stesso anno, prima di Playa Giròn, promossero la creazione di bande controrivoluzionarie armate, rifornite per aria e per mare, che commisero saccheggi e assassinii di contadini, di operai e di giovani alfabetizzatori fino alla loro distruzione definitiva nel 1965.
 
Noi cubani non dimenticheremo mai i 3.478 morti e i 2.099 feriti che sono stati vittime della politica del terrorismo di Stato.
 
Mezzo secolo di privazioni e sofferenze è passato per il nostro popolo, che ha saputo resistere e difendere la sua Rivoluzione e non è disposto ad arrendersi né a macchiare la memoria dei caduti, negli ultimi 150 anni, dall'inizio delle nostre lotte per l'indipendenza.
 
Il governo nord americano non ha smesso di dare riparo o proteggere noti terroristi, mentre prolunga la sofferenza e l'ingiusta prigione dei Cinque eroici lottatori antiterroristi cubani.
 
La sua politica verso Cuba non ha credibilità né ragione morale alcuna. Per cercare di giustificarla si sbandierano pretesti incredibili che, nel diventare obsoleti, si cambiano a seconda della convenienza di Washington. Il governo degli Stati Uniti non dovrebbe avere più alcun dubbio che la Rivoluzione cubana uscirà rafforzata da questo Congresso. Se desiderano continuare a restare attaccati alla loro politica di ostilità, blocco e sovversione, siamo preparati a continuare ad affrontarla.
 
Riaffermiamo la disponibilità al dialogo e accetteremo la sfida di sostenere una relazione normale con gli Stati Uniti in cui possiamo convivere in maniera civile con le nostre differenze. Sulla base del mutuo rispetto e della non ingerenza negli affari interni.
 
Allo stesso modo, manterremo in modo permanente la priorità della difesa, seguendo le istruzioni del compagno Fidel, quando nel suo Rapporto entrale al Primo Congresso, affermò (cito): "Finché esiste l'imperialismo, il Partito, lo Stato e il popolo presteranno la massima attenzione ai servizi di difesa. Non si trascurerà mai la vigilanza rivoluzionaria. La storia insegna con troppa eloquenza che coloro che dimenticano questo principio non sopravvivono all'errore".
 
Nello scenario attuale e in quello prevedibile, conserva tutto il suo valore la concezione strategica della "Guerra di tutto il popolo", che si arricchisce e perfeziona in modo costante. Il suo sistema di comando e di direzione si è rafforzato, aumentando la capacità di reagire davanti a diverse situazioni eccezionali previste.
 
La capacità difensiva del paese ha acquisito una dimensione superiore, tanto sul piano qualitativo quanto quantitativo. Partendo dalle nostre risorse disponibili, abbiamo elevato lo stato tecnico e di mantenimento così come la conservazione degli armamenti e abbiamo proseguito lo sforzo nella produzione e in particolare nella modernizzazione della tecnica militare, tenendo conto dei suoi prezzi proibitivi sul mercato mondiale. In questa sfera è giusto riconoscere l'apporto di decine di istituzioni, civili e militari, che hanno dimostrato le enormi potenzialità scientifiche, tecnologiche produttive che la Rivoluzione ha creato.
 
Il grado di preparazione del territorio nazionale, come teatro di operazioni militare, è aumentato significativamente, l'armamento fondamentale è protetto così come una parte importante delle truppe, degli organi di direzione, così come la popolazione.
 
È stata realizzata l'infrastruttura di comunicazione che assicura il funzionamento stabile del comando ai diversi livelli. Sono state aumentate le riserve materiali di ogni tipo, con un maggior scaglionamento e una maggiore protezione.
 
Le Forze Armate Rivoluzionarie, o ciò che è lo stesso, il popolo in uniforme, dovranno continuare il loro permanente perfezionamento e preservare davanti alla società l'autorità e il prestigio conquistati per la loro disciplina e il loro assetto nella difesa del popolo e del socialismo.
 
Affronteremo ora un altro aspetto dell'attualità, non meno significativo.
 
Il Partito deve essere convinto che, al di là delle richieste materiali e anche di quelle culturali, nel nostro popolo esiste una diversità di concetti e idee sulle proprie necessità spirituali. Sono molte le idee su questo tema dell'Eroe Nazionale José Martì, uomo che sintetizzava questa congiunzione di spiritualità e sentimento rivoluzionario.
 
Su questo tema Fidel si è espresso molto presto, nel 1954 dalla prigione, ricordando il martire del Moncada Renato Guitart, (cito): "La vita fisica è effimera, passa inesorabilmente, come è passata quella di tante e tante generazioni di uomini, come passerà in breve quella di ognuno di noi. Questa verità dovrebbe insegnare a tutti gli esseri umani che al di sopra di loro stanno i valori immortali dello spirito. Che senso ha senza questi? Che cos'è allora vivere? Come potranno morire coloro che, avendolo capito, la sacrificano generosamente per il bene e la giustizia!". Questi valori sono sempre stati presenti nel suo pensiero, e così lo ha riaffermato nel 1971 riunendosi con un gruppo di sacerdoti cattolici a Santiago del Cile (cito): "Io vi dico che ci sono diecimila volte più cose in comune nel cristianesimo con il comunismo di quelle che ci possono essere con il capitalismo". A questa idea tornerà parlando con i membri delle chiese cristiane in Giamaica nel 1977, quando disse: "Bisogna lavorare insieme perché quando l'idea politica trionfi, l'idea religiosa non rimanga da parte, non appaia nemica dei cambiamenti. Non ci sono contraddizioni tra i propositi della religione e i propositi del socialismo" (fine della citazione).
 
L'unità tra la dottrina e il pensiero rivoluzione in relazione alla fede e ai credenti ha le sue radici nei fondamenti stessi della nazione che, affermando il suo carattere laico, propugnava come principio irrinunciabile l'unione della spiritualità con la Patria che ci hanno lasciato in eredità Padre Félix Varela e gli enunciati pedagogici di José de la Luz y Caballero, che fu categorico nell'affermare: "Preferirei, lo dico, che crollassero le istituzioni degli uomini - re e imperatori - gli astri stessi del firmamento, prima di veder cadere dal cuore dell'uomo il sentimento di giustizia, questo sole del mondo morale".
 
Nel 1991 in IV Congresso del partito decise di modificare l'interpretazione degli statuti che limitava l'ingresso nell'organizzazione dei rivoluzionari credenti.
 
La giustezza di questa decisione è stata confermata dal ruolo che hanno giocato i leader e i rappresentanti delle diverse istituzioni religiose nei vari aspetti dei problemi nazionali, compresa la lotta per il ritorno del bimbo Eliàn in Patria, in cui si è particolarmente segnalato il Consiglio delle Chiese di Cuba.
 
Ciò nonostante, è necessario continuare ad eliminare qualsiasi pregiudizio che impedisca di affratellare nella virtù e nella difesa della nostra Rivoluzione tutte e tutti i cubani, credenti o no, tutti coloro che fanno parte delle chiese cristiane, tra cui sono comprese quella cattolica, le ortodosse russe e greche, le evangeliche e le protestanti; allo stesso modo delle religioni cubane di origine africana, spiritiste, ebrea, islamica, buddista e le fraternità, tra le altre. Per ognuna di esse la Rivoluzione ha avuto gesti di apprezzamento e di concordia.
 
L'indimenticabile Cintio Vitier, quello straordinario poeta e scrittore che fu deputato della nostra Assemblea Nazionale, con la forza della penna e della sua etica martiana, cristiana e profondamente rivoluzionaria, ci ha lasciato avvertimenti per il presente e la posterità che dobbiamo ricordare.
 
Scriveva Cintio: "Ciò che è in pericolo, lo sappiamo, è la nazione stessa. La nazione è già inseparabile dalla Rivoluzione che dal 10 ottobre 1868 la costituisce e non ha altra alternativa: o è indipendente o smette di essere in assoluto. Se la Rivoluzione fosse sconfitta, cadremmo nel vuoto storico che il nemico ci augura e ci prepara, che persino all'elemento più semplice del popolo sa di abisso".
 
Continua Cintio: "Alla sconfitta si può arrivare, lo sappiamo, per l'intervento del blocco, per il deterioramento interno e per le tentazioni imposte dalla nuova situazione egemonica del mondo". Dopo aver affermato che "siamo nel momento più difficile della nostra storia", ha detto "obbligata a battersi con l'insensatezza del mondo cui fatalmente appartiene, sempre minacciata dall'insieme di oscure cicatrici secolari, implacabilmente osteggiata dalla nazione più potente del pianeta, vittima anche di sbagli autoctoni o importati che mai nella storia si commettono impunemente, la nostra piccola isola si stringe e si dilata, sistola e diastola, come una scintilla di speranza per sé e per tutti". (fine della citazione).
 
Dobbiamo riferirci al processo, appena concluso, di scarcerazione di prigionieri controrivoluzionari, di coloro che, in tempi difficili e amari per la Patria, hanno cospirato contro di lei al servizio di una potenza straniera.
 
Per decisione sovrana del nostro Governo, sono stati liberati senza aver scontato completamente la loro pena. Abbiamo potuto farlo direttamente e attribuirci il vero merito di ciò che decidevamo considerando la forza della Rivoluzione, tuttavia lo abbiamo fatto nel quadro di un dialogo di mutuo rispetto, lealtà e trasparenza con l'alta gerarchia della chiesa cattolica, che ha contribuito col suo impegno umanitario perché questa vicenda si concludesse con armonia e i cui allori, in ogni caso, vanno riconosciuti a questa istituzione religiosa. I rappresentanti di questa Chiesa hanno manifestato i loro punti di vista, non sempre coincidenti con i nostri, ma costruttivi. Questo, almeno, è il nostro bilancio, dopo le lunghe conversazioni con il Cardinale Jaime Ortega e il Presidente della Conferenza Episcopale Monsignor Dionisio Garcìa.
 
Con questa azione abbiamo favorito il consolidamento del più prezioso lascito della nostra storia e del processo rivoluzionario: l'unità della nazione.
 
Così dobbiamo ricordare il contributo del precedente Ministri degli Affari Esteri e della Cooperazione di Spagna, Miguel Angel Moratinos, che ha aiutato l'impegno umanitario della chiesa, in modo che coloro che avevano manifestato il desiderio e accettato l'idea, potessero viaggiare all'estero insieme con i loro familiari. Altri hanno deciso di restare a Cuba.
 
Abbiamo sopportato pazientemente le implacabili campagne di discredito in materia di diritti umani, concertate dagli Stati Uniti e da vari paesi dell'Unione Europea, che ci chiedono niente meno che la resa incondizionata e la distruzione del nostro regime socialista e incitano, consigliano e aiutano i mercenari interni a disobbedire alla legge.
 
Al riguardo, è necessario chiarire che quello che non faremo mai è negare al popolo il diritto di difendere la sua Rivoluzione, dato che la difesa dell'indipendenza, delle conquiste del socialismo e delle nostre piazze e strade continuerà ad essere il primo dovere di tutti i patrioti cubani.
 
Ci aspettano giorni e anni di intenso lavoro e di enorme responsabilità per preservare e sviluppare, su basi ferme e sostenibili, il futuro socialista e indipendente della Patria.
 
Finisce qui il Rapporto centrale al VI Congresso. Molte grazie.
 
Raùl Castro Ruz
 

VI Congresso del Partito Comunista di Cuba
 
Lineamenti della politica economica e sociale del Partito e della Rivoluzione 
Approvato il 18 aprile 2011 - "Anno 53 della Rivoluzione"
 
- Rivoluzione è il senso del momento storico;
- è cambiare tutto quello che deve essere cambiato;
- è uguaglianza e libertà piene;
- è essere trattato e trattare gli altri come esseri umani;
- è emanciparci noi stessi e con i nostri propri sforzi;
- è sfidare potenti forze dominanti dentro e fuori dell'ambito sociale e nazionale;
- è difendere valori in cui si crede al prezzo di qualsiasi sacrificio;
- è modestia, disinteresse, altruismo, solidarietà ed eroismo: è lottare con audacia, intelligenza e realismo;
- è non mentire mai né violare principi etici;
- è convinzione profonda che non esista forza nel mondo capace di schiacciare la forza della verità e delle idee. - Rivoluzione è unità, è indipendenza, è lottare per i nostri sogni di giustizia per Cuba e per il mondo, che è la base del nostro patriottismo, del nostro socialismo e del nostro internazionalismo.
Fidel Castro Ruz1° maggio 2000
 
La battaglia economica costituisce oggi,
più che mai, il compito principale e il centro
del lavoro ideologico dei quadri,
perché da essa dipende la sostenibilità
e la preservazione del nostro sistema sociale.

GENERALE DELL'ESERCITO
Raul Castro Ruz
Chiusura del IX Congresso dell'Unione dei Giovani Comunisti, 4 aprile 2010
 

Risoluzione sui lineamenti della politica economica e sociale del Partito e della Rivoluzione
 
Il VI Congresso del Partito Comunista di Cuba ha discusso e analizzato il progetto finale dei Lineamenti della Politica Economica e Sociale del Partito e della Rivoluzione, per attualizzare il modello economico cubano, con l'obiettivo di garantire la continuità e l'irreversibilità del Socialismo, lo sviluppo economico del paese e l'elevazione del livello di vita della popolazione, coniugati con la necessaria formazione di valori etici e politici dei nostri cittadini.
 
I Lineamenti precisano che il sistema economico che prevarrà continuerà a basarsi sulla proprietà socialista di tutto il popolo sui mezzi fondamentali di produzione, dove dovrà comandare il principio di distribuzione socialista "da ciascuno secondo la sua capacità, a ciascuno secondo il suo lavoro".
 
La politica economica del Partito corrisponderà al principio che solo il Socialismo è capace di vincere le difficoltà e preservare le conquiste della Rivoluzione, e che nell'attualizzazione del modello economico primeggerà la pianificazione, che terrà conto delle tendenze del mercato.
 
Questi principi devono essere armonizzati con una maggiore autonomia delle imprese statali e con lo sviluppo di altre forme di gestione. Il modello riconoscerà e promuoverà, oltre all'impresa statale socialista - forma principale nell'economia nazionale - le modalità dell'investimento estero, le cooperative, i piccoli agricoltori, gli usufruttuari, gli affittuari, i lavoratori per conto proprio e altre forme che potrebbero sorgere per contribuire ad elevare l'efficienza.
 
Nella politica economica è presente il concetto che il Socialismo significa uguaglianza di diritti e di opportunità per tutti i cittadini, non egualitarismo, e si riafferma il principio che nella società cubana nessuno resterà indifeso.
 
Il Progetto di Lineamenti della Politica Economica e Sociale del Partito e della Rivoluzione è stato sottoposto a dibattito, sostenuto dalla maggioranza dei cittadini, e riformulato a partire dalle proposte fatte da questi, in un processo democratico di ampia partecipazione popolare.
 
Il VI Congresso del PCC, una volta valutate le opinioni delle cinque commissioni create, decide di:
 
- Approvare i Lineamenti della Politica Economica e Sociale del Partito e della Rivoluzione con le modifiche accordate.
 
- Affidare al Governo la creazione di una Commissione Permanente per l'Implementazione e lo Sviluppo, che, senza intaccare le funzioni che corrispondono ai rispettivi Organi dell'Amministrazione Centrale dello Stato, avrà la responsabilità di controllare, verificare e coordinare le azioni di tutti coloro che sono coinvolti in questa attività, proporre l'introduzione di nuovi lineamenti e condurre, in coordinamento con gli organi competenti, l'adeguata divulgazione del processo.
 
- Raccomandare all'Assemblea Nazionale del Potere Popolare, al Governo e agli organismi corrispondenti che elaborino e che approvino, secondo il caso, le norme giuridiche necessarie per creare la base legale e istituzionale che sostenga le modificazioni funzionali, strutturali ed economiche che si adottino.
 
- Affidare al Partito Comunista di Cuba la responsabilità di controllare, spingere ed esigere la realizzazione e il compimento dei Lineamenti approvati, il che presuppone l'elevamento della cultura economica dei suoi quadri e militanti, a tutti i livelli. Il Plenum del Comitato Centrale del Partito analizzerà almeno due volte l'anno il cammino dell'attualizzazione del modello economico e l'esecuzione del Piano dell'Economia.
 

Introduzione

Nel presentare i Lineamenti della politica economica, nel quadro del VI Congresso del Partito Comunista di Cuba, è necessario dare una valutazione sullo stato dell'economia e delle problematiche da risolvere, tenendo conto dei principali fatti e circostanze di ordine esterno ed interno dall'ultimo congresso.
 
Quanto ai fattori esterni, il contesto internazionale si è caratterizzato per l'esistenza di una crisi strutturale sistemica, con la simultaneità delle crisi economica, finanziaria, energetica, alimentare e ambientale, con un impatto maggiore nei paesi sottosviluppati.
 
Cuba, con un'economia dipendente dalle sue relazioni economiche esterne, non è rimasta esente dall'impatto di detta crisi, che si è manifestato nell'instabilità dei prezzi dei prodotti che interscambia, nelle richieste per le sue merci e i suoi servizi di esportazione, così come nelle maggiori restrizioni nelle possibilità dell'ottenimento di finanziamenti esterni.
 
Tra il 1997 e il 2009 le variazioni dei prezzi nelle esportazioni e nelle importazioni hanno prodotto una perdita netta per il paese di 10 miliardi e 900 milioni di dollari, in relazione ai livelli del 1997. Mediamente, il potere d'acquisto dell'esportazione di beni si è deteriorato del 15%.
 
Inoltre, il paese ha sperimentato l'inasprimento del blocco economico, commerciale e finanziario che, senza interruzione per lo spazio di mezzo secolo, gli è stato imposto dagli Stati Uniti d'America, situazione che non si è modificata con l'attuale amministrazione di quel paese e che ha comportato abbondanti perdite.
 
Tuttavia, dalla fine del 2004, per Cuba si sono aperte nuove possibilità di inserzione internazionale nell'ambito dell'Alleanza Bolivariana per i Popoli della Nostra America (ALBA), che hanno potenziato le fonti di entrate provenienti dalla prestazione di servizi, fondamentalmente i servizi medici al Venezuela e ad altri paesi della regione. Nello stesso modo sono cresciute in maniera sostanziale le relazioni commerciali e finanziarie con altre nazioni, tra le quali spiccano la Cina, il Vietnam, la Russia, l'Angola, il Brasile e l'Algeria.
 
I fenomeni climatici nel periodo hanno causato danni elevati all'economia. Le perdite in conseguenza ai 16 uragani, dal 1998 al 2008, sono state valutate in 20 mila 564 milioni di dollari, senza contare i numerosi danni causati dalla siccità.
 
All'interno si sono presentati fattori quali: bassa efficienza, de-capitalizzazione della base produttiva e dell'infrastruttura, invecchiamento e rallentamento nella crescita della popolazione.
 
Al di là degli obiettivi fissati nella Risoluzione Economica del V Congresso, nel frattempo è stato necessario ri-orientare alcune politiche per affrontare i complessi problemi derivati dal contesto internazionale, così come quelli che si sono presentati all'interno.
 
D'altra parte, riguardo al funzionamento dell'economia, a partire dall'anno 2003 si è prodotta un'elevata centralizzazione dei meccanismi di assegnazione e utilizzazione delle divise estere.
 
Dall'anno 2005 si sono evidenziate le limitazioni dell'economia per affrontare il deficit del conto finanziario della bilancia dei pagamenti, le ritenute bancarie sui trasferimenti all'estero e l'elevata quantità di scadenze del debito; tutto questo ha significato una grande tensione nella gestione dell'economia. Questo ha condotto ad adottare diverse misure:
 
- Rafforzamento delle strutture istituzionali, compresa la riorganizzazione dello Stato e del Governo.
 
- Enfasi nel concetto che il piano dell'economia debba adeguarsi ai mezzi disponibili.
 
- Dare priorità alla crescita e alla diversificazione delle esportazioni e la sostituzione delle importazioni, disegnando programmi e misure speciali per appoggiarle, tra cui risaltano i modelli chiusi di finanziamento, che permettono di far uso delle divise estere in forma decentralizzata.
 
- Revisione e riordino della politica di investimenti per darle maggiore integralità, evitare immobilizzazione di risorse ed altre inefficienze. In relazione a ciò, i crediti esterni disponibili sono stati redistribuiti verso obiettivi che a breve avessero maggiore effetto nella bilancia dei pagamenti.
 
- Ristrutturazione dei pagamenti del debito estero.
 
- Trasformazioni strutturali e di funzionamento del settore agricolo e zootecnico; emissione del Decreto Legge 259 sulla consegna di terre statali incolte in usufrutto, con l'obiettivo di elevare la produzione di alimenti e ridurre la loro importazione.
 
- Misure addizionali per il risparmio di strutture energetiche; comprese quelle legate ad aspetti organizzativi, come la riorganizzazione del trasporto dei carichi.
 
- Inizio di un importante gruppo di investimenti industriali di carattere strategico per quanto riguarda lo sviluppo futuro del paese.
 
- Con l'obiettivo di alleggerire il carico per lo Stato di alcuni servizi che si prestano, sono stati iniziati esperimenti come: sostituzione delle mense e dei trasporti operai con altre modalità, affitto di negozi di barbiere, parrucchiere e taxi agli impiegati in queste attività.
 
Anche con l'adozione delle misure prima descritte, dato il complesso panorama esistente, non sono stati risolti i principali problemi che limitano il riscatto dell'economia, per cui sarà necessario:
 
- Mettere a reddito le terre ancora incolte ed elevare i rendimenti agricoli.
 
- Recuperare la capacità di esportazione in campi tradizionali; incrementare sostanzialmente e diversificare le esportazioni di beni e servizi, così come ridurre l'elevata dipendenza dalle importazioni nella prospettiva di rovesciare la situazione finanziaria esterna.
 
- Ricercare fonti di finanziamento alternative per fermare il processo di de-capitalizzazione dell'industria e dell'infrastruttura produttiva del paese.
 
- Concedere maggiori facoltà alle imprese, nel quadro del piano, e dare impulso con effettività all'iniziativa dei territori per potenziare in maniera sostenibile il loro sviluppo economico.
 
- Sviluppare un processo di ristrutturazione dell'impiego e dei salari, considerando forme non statali di gestione dove sia conveniente, orientato ad eliminare gli organici gonfiati in tutte le sfere dell'economia, che garantisca che il lavoro sia la forma principale di ottenimento delle entrate della popolazione.
 
- Incrementare la produttività del lavoro, elevare la disciplina e il livello di motivazione del salario e degli stimoli, eliminando l'egualitarismo nei meccanismi di distribuzione e redistribuzione delle entrate. Come parte di questo processo, sarà necessario sopprimere gratuità indebite e sussidi eccessivi.
 
- Rafforzare i livelli di coordinazione delle politiche macroeconomiche e concludere gli studi per l'eliminazione della dualità monetaria e il perfezionamento della politica cambiaria.
 
- La conduzione dell'economia attraverso il sistema di pianificazione si è centrata fondamentalmente nei problemi del settore esterno, cosa che, unita all'insufficiente integrazione tra gli obiettivi del piano, ha contribuito a mantenere le sproporzioni e la non corrispondenza dei piani delle imprese con quello dell'economia nazionale.
 
Affrontare problemi tanto complessi richiede avere una visione strategica, a medio e lungo termine, per cui, dalla metà dell'anno 2009 fino a maggio del 2010, il Ministero dell'Economia e della Pianificazione ha realizzato, con la partecipazione degli organismi, una proiezione dell'economia fino al 2015.
 
La realizzazione della proiezione ha dimostrato che la soluzione degli squilibri macroeconomici e dei problemi di efficienza presenti costituisce un'azione indispensabile per lo sviluppo futuro del paese e che - quindi - per il quinquennio 2011-2015, la politica economica, basata sulla proiezione approvata, deve dare risposta a quei problemi.
 

Lineamenti della politica economica e sociale del Partito e della Rivoluzione
 
Il sistema economico che prevarrà nel nostro paese continuerà a basarsi sulla proprietà socialista di tutto il popolo sui mezzi fondamentali di produzione, dove dovrà valere il principio di distribuzione socialista "da ciascuno secondo la sua capacità a ciascuno secondo il suo lavoro".
 
La politica economica nella nuova tappa corrisponderà al principio che solo il Socialismo è capace di vincere le difficoltà e preservare le conquiste della Rivoluzione, e che nell'attualizzazione del modello economico prevarrà la pianificazione e non il mercato, la pianificazione centralizzata dell'economia e il controllo sistematico che lo Stato, il Governo e le loro istituzioni devono esercitare, saranno garanzia del funzionamento efficiente dei sistemi.
 
Questi principi devono essere armonizzati con una maggiore indipendenza delle imprese statali e con lo sviluppo di forme di gestione non statali nella produzione e nei servizi, per raggiungere una maggiore liberazione delle forze produttive, incrementare i livelli di produzione ed elevare il livello di vita della popolazione.
 
In questo contesto, sarà necessario promuovere la cultura economica di tutta la popolazione e acquisisce particolare importanza il raggiungimento della preparazione richiesta dei quadri, così come la necessità di preservare l'etica, cosa che, insieme al senso del dovere ed alla sensibilità rivoluzionaria, dovranno essere determinanti nel loro comportamento quotidiano.
 
Nella politica economica che si propone è presente il fatto che il Socialismo significa uguaglianza di diritti e uguaglianza di opportunità per tutti i cittadini, non egualitarismo. Il lavoro è contemporaneamente un diritto e un dovere, motivo di realizzazione personale per ogni cittadino, e dovrà essere remunerato secondo la sua quantità e qualità.
 
Partendo dalle attuali condizioni e dallo scenario internazionale prevedibile, la politica economica si rivolge ad affrontare i problemi dell'economia passando per due tipi di soluzioni, che richiedono coerenza tra loro:
 
- Soluzioni a breve periodo, avviate ad eliminare il deficit della bilancia dei pagamenti, che potenzino la generazione di entrate esterne e la sostituzione di importazioni e, a loro volta, diano risposta ai problemi di maggior impatto immediato nell'efficienza economica, nella motivazione al lavoro e nella distribuzione delle entrate e creino le necessarie condizioni infrastrutturali e produttive che permettano il passaggio ad una tappa superiore di sviluppo.
 
- Soluzioni di sviluppo sostenibile, a più lungo periodo, che portino ad autosufficienza alimentare ed energetica elevate, ad un uso efficiente del potenziale umano, ad una elevata competitività nelle produzioni tradizionali così come allo sviluppo di nuove produzioni di beni e servizi di alto valore aggiunto.
 
L'attualizzazione del modello economico e l'implementazione delle misure associate si realizzeranno confermando il principio che nella società socialista cubana nessuno resterà indifeso.
 
In funzione di quanto sopra, sono stati definiti i lineamenti in ognuna delle sfere che compongono la politica economica e sociale.
 
I Lineamenti della Politica Economica e Sociale sono l'espressione della volontà del popolo - contenuta nella politica del Partito, dello Stato e del Governo della Repubblica di Cuba - di attualizzare il modello economico cubano con l'obiettivo di garantire la continuità e l'irreversibilità del Socialismo, lo sviluppo economico del paese e l'elevazione del livello di vita della popolazione, coniugati con la necessaria formazione di valori etici e politici dei nostri cittadini.
 
Per elaborarli, si è tenuto conto delle esperienze passate, dell'evoluzione e proiezione dello scenario economico e politico mondiale, così come della situazione dell'economia cubana in questo contesto, tutto questo confermato dai risultati delle proiezioni effettuate a medio periodo.
 

I - Modello di gestione economica
 
LINEAMENTI GENERALI
 
01. Il sistema di pianificazione socialista continuerà ad essere la via principale per la direzione dell'economia nazionale, e deve trasformarsi nei suoi aspetti metodologici, organizzativi e di controllo. La pianificazione terrà conto del mercato, influendo sopra di esso e considerando le sue caratteristiche.
 
02. Il modello di gestione riconosce e promuove, oltre all'impresa statale socialista, che è la forma principale dell'economia nazionale, le modalità di investimento estero previste dalla legge (imprese miste, contratti di associazione economica internazionale, tra le altre), le cooperative, i piccoli agricoltori, gli usufruttuari, gli affittuari, i lavoratori per proprio conto e altre forme, che, nell'insieme, devono contribuire tutte ad elevare l'efficienza.
 
03. Nelle forme di gestione non statale non si permetterà la concentrazione della proprietà in persone giuridiche o naturali.
 
04. I cambi strutturali, funzionali, organizzativi ed economici del sistema imprenditoriale, delle unità preventivate e dell'amministrazione statale in generale si realizzeranno programmaticamente, con ordine e disciplina, sulla base della politica approvata, informando i lavoratori e ascoltando le loro opinioni, cosa che impone un processo di formazione in tutte le strutture che faciliti la sua realizzazione.
 
05. La pianificazione abbraccerà il sistema aziendale statale, l'attività finanziata, le associazioni economiche internazionali e regolerà altre forme di gestione non statali che si realizzino e sarà più oggettiva a tutti i livelli. I nuovi metodi di pianificazione cambieranno le forme di controllo sull'economia. La pianificazione territoriale terrà anch'essa in conto queste trasformazioni.
 
06. La separazione delle funzioni statali e aziendali passerà attraverso un processo graduale e ordinato, in cui la definizione delle norme è fondamentale per raggiungere le mete proposte.
 
07. Ottenere che il sistema imprenditoriale del paese sia costituito da imprese efficienti, ben organizzate ed efficaci e siano create le nuove organizzazioni superiori di direzione imprenditoriale. Si svilupperà la cooperazione tra le imprese per garantire maggiore efficienza e qualità. Si elaborerà la norma giuridica che regoli tutti questi aspetti.
 
08. L'aumento dell'ambito discrezionale delle direzioni delle entità sarà associato all'aumento delle loro responsabilità sull'efficienza, l'efficacia e il controllo nell'impiego del personale, delle risorse materiali e finanziarie di cui dispongono; unito alla necessità di esigere la responsabilità a quei quadri direttivi che con decisioni, azioni o omissioni, provochino danni o pregiudizi all'economia.
 
09. Si svilupperanno mercati di approvvigionamento che vendano con prezzi all'ingrosso e forniscano servizi di affitto di mezzi ed equipaggiamenti, senza sussidio, al sistema imprenditoriale, a quello finanziato e alle forme di gestione non statale.
 
10. Le relazioni economiche tra le aziende, le unità finanziate e le forme di gestione non statale saranno regolamentate mediante contratti economici e si esigerà, per la qualità del processo di negoziazione, elaborazione, firma, esecuzione, reclamo e controllo del compimento degli stessi come strumento essenziale per la gestione economica.
 
11. Il controllo esterno sulla gestione delle entità si baserà principalmente su meccanismi economico-finanziari, senza esclusione di quelli amministrativi, riducendo il carico attuale di tali controlli e rendendo più razionali i sistemi di informazione.
 
12. L'innalzamento della responsabilità e facoltà rende imprescindibile esigere l'attuazione etica delle entità e dei loro capi, così come il rafforzamento del loro sistema di controllo interno, per raggiungere i risultati sperati rispetto al compimento del loro piano con efficienza, ordine, disciplina e osservanza assoluta della legalità.
 
AMBITO IMPRENDITORIALE
 
13. Saranno definiti chiaramente le facoltà e gli strumenti finanziari da utilizzarsi da parte delle imprese per dirigere la produzione di beni e servizi. Sarà reso più flessibile il loro oggetto sociale perché queste possano dispiegare al massimo il loro potenziale, secondo le norme.
 
14. Le finanze interne delle imprese non potranno essere controllate da istanze diverse dalle stesse; questo potrà essere realizzato attraverso i procedimenti legalmente stabiliti.
 
15. Il Perfezionamento Imprenditoriale si integrerà alle politiche del Modello Economico al fine di ottenere imprese più efficienti e competitive.
 
16. Le imprese decidono e amministrano il loro capitale di lavoro e investimenti fino al limite previsto nel piano.
 
17. Le imprese statali o cooperative che mostrino decisamente nei loro bilanci finanziari perdite, capitale di lavoro insufficiente, che non possano onorare con i loro attivi le obbligazioni contratte o che ottengano risultati negativi in sede di revisioni contabili finanziarie saranno sottomesse ad un procedimento di liquidazione o si potranno trasformare in altre forme di gestione non statale, realizzando quanto si stabilisca in merito.
 
18. Verrà eliminato il sussidio per perdite alle imprese e, di norma, esse non riceveranno finanziamenti di bilancio per realizzare produzioni di beni o servizi.
 
19. Le imprese, a partire dagli utili dopo le imposte, rispettati gli obblighi con lo Stato e i requisiti fissati, potranno creare fondi per lo sviluppo, gli investimenti e gli incentivi per i lavoratori.
 
20. Le entrate dei lavoratori e dei loro dirigenti nelle imprese statali e nelle forme di gestione non statale saranno legati ai risultati ottenuti.
 
21. Le imprese e le cooperative pagheranno ai Consigli dell'Amministrazione Municipale dove operano i loro stabilimenti un tributo territoriale, definito centralmente, tenendo conto delle particolarità di ogni municipio, per contribuire al suo sviluppo.
 
22. Le imprese forniranno parte dei loro utili dopo le imposte per creare nell'organizzazione superiore di direzione imprenditoriale un fondo di riserva destinato a coprire sbilanci finanziari.
 
23. Le imprese saranno indipendenti per l'assunzione dei loro organici, seguendo gli indicatori stabiliti nel piano, che contribuiranno a evitare che siano inutilmente aumentati gli organici.
 
24. I centri di ricerca che esistono in funzione della produzione e dei servizi dovranno far parte delle imprese o delle organizzazioni superiori di direzione imprenditoriale, in tutti i casi in cui sia possibile, in modo che si possa legare effettivamente il loro lavoro di ricerca alle rispettive produzioni.
 
LE COOPERATIVE
 
25. Saranno create le cooperative di primo grado come una forma socialista di proprietà collettiva, in differenti settori, che costituiscano una organizzazione economica con personalità giuridica e patrimonio proprio, integrate da persone che si associano apportando beni o lavoro, con la finalità di produrre e prestare servizi utili alla società e si facciano carico di tutti i loro costi con le loro entrate.
 
26. La norma giuridica sulle cooperative dovrà garantire che queste, in quanto proprietà sociale, non siano vendute, né il loro possesso sia trasmesso ad altre cooperative, a forme di gestione non statale o a persone naturali.
 
27. Le cooperative mantengono relazioni contrattuali con altre cooperative, imprese, unità finanziate e altre forme non statali, e dopo aver rispettato l'accordo con lo Stato, potranno realizzare vendite liberamente senza intermediari, in accordo con l'attività economica autorizzata per esse.
 
28. Le cooperative, sulla base di quanto stabilito nella norma giuridica corrispondente, dopo aver pagato le imposte e i contributi stabiliti, determinano i guadagni dei lavoratori e la distribuzione degli utili.
 
29. Si creeranno cooperative di secondo grado, i cui soci sono cooperative di primo grado, che avranno personalità giuridica e patrimonio proprio e che si formano con l'obiettivo di organizzare attività complementari affini o che aggiungano valore ai prodotti o servizi dei loro soci (di produzione, di servizi, di commercializzazione), o realizzare compravendite congiunte con il proposito di raggiungere una maggiore efficienza.
 
SISTEMA DI FINANZIAMENTO
 
30.
Le unità finanziate compiono funzioni statali e di Governo, così come di altre caratteristiche quali la prestazione di servizi alla salute, educazione e altri. Ne definiscono la missione, le funzioni, le obbligazioni e le attribuzioni.
 
31. Sarà ridotta la quantità di unità finanziate fino al numero minimo che garantisca il compimento delle funzioni assegnate, dove primeggi il criterio del massimo risparmio del Bilancio dello Stato in risorse materiali e finanziarie, garantendo un servizio efficiente e di qualità.
 
32. Non si creeranno unità finanziate per prestare servizi produttivi né produzione di beni. Le unità finanziate che possano finanziare i loro costi con le loro entrate e generare un'eccedenza passeranno a essere unità autofinanziate, senza cessare di compiere le funzioni e le attribuzioni assegnate, o potranno adottare, previa approvazione, la forma di imprese.
 
33. Per le unità finanziate che riescono a coprire solo parte dei propri costi con le proprie entrate sarà approvata la parte dei costi che si finanzieranno attraverso il Bilancio dello Stato.
 
34. Verrà disegnato il sistema di direzione che regolerà il funzionamento organizzativo, economico e di controllo delle unità finanziate, semplificando la loro contabilità.
 
TERRITORI
 
35. I Consigli dell'Amministrazione Provinciali e Municipali compiranno funzioni statali e non interverranno direttamente nella gestione imprenditoriale.
 
36. Saranno regolarizzate le relazioni delle funzioni statali esercitate dalle direzioni settoriali in province e municipi con quelle che sviluppano gli Organismi dell'Amministrazione Centrale dello Stato, definendo i limiti delle loro competenze, i vincoli, i regolamenti di lavoro e le metodologie di attuazione che saranno applicate.
 
37. Lo sviluppo di progetti locali, portati avanti dai Consigli di Amministrazione Municipali, particolarmente quelli riferiti alla produzione di alimenti, costituisce una strategia di lavoro per l'auto-approvvigionamento municipale, favorendo lo sviluppo delle mini-industrie e centri di servizi, dove il principio dell'auto-sostenibilità finanziaria sarà l'elemento essenziale, armonicamente reso compatibile con gli obiettivi del piano dell'Economia nazionale e dei municipi. I progetti locali, una volta implementati, saranno gestiti da entità economiche radicate nel municipio.
 

II - Politiche macroeconomiche
 
LINEAMENTI GENERALI
 
38. Raggiungere una maggiore coordinazione tra gli obiettivi del piano dell'economia nazionale e il disegno e la disponibilità della politica monetaria e fiscale.
 
39. Raggiungere l'equilibrio finanziario esterno, partendo da un'adeguata correlazione tra entrate e costi in moneta liberamente convertibile del paese, compatibilmente con l'andamento dell'economia.
 
40. Garantire un'adeguata distribuzione della ricchezza creata tra il consumo interno e l'accumulazione. Nello stesso modo, stabilire una relazione tra il consumo realizzato a partire dalle entrate personali e i fondi sociali di consumo, che stimoli la produttività del lavoro.
 
Il processo di pianificazione deve garantire, nella produzione di beni e servizi:
 
41. Una relazione tra la crescita della produttività del lavoro e dell'entrata media dei lavoratori che non deteriori né l'equilibrio monetario interno né l'efficienza dell'economia nazionale.
 
42. Un sostenuto incremento dell'efficienza come base dello sviluppo economico, che permetta di raggiungere la diminuzione progressiva dei livelli di appoggio che si concedono da parte dello Stato e contribuisca a migliorare, per quanto possibile, l'offerta di prodotti e servizi essenziali per la popolazione.
 
43. Il dinamismo necessario dei settori che incrementano la ricchezza economica del paese, che sostenga adeguatamente le risorse richieste per la prestazione dei servizi sociali.
 
44. Una adeguata relazione tra la componente importata della produzione nazionale e la capacità dell'economia di generare entrate in divisa estera.
 
POLITICA MONETARIA
 
45. La pianificazione monetaria a corto, medio e lungo termine dovrà raggiungere l'equilibrio monetario interno ed esterno, in modo integrale.
 
46. Dirigere la politica monetaria a regolare la quantità di denaro in circolazione e i livelli di credito, secondo quanto stabilito nel piano, col fine di contribuire a raggiungere la stabilità cambiaria e del potere di acquisto della moneta, così come lo sviluppo ordinato dell'economia.
 
47. Corrispondentemente alla politica monetaria, stabilire regole adeguate di emissione e utilizzare opportunamente gli indicatori che permettano il suo controllo.
 
48. Strutturare un sistema di tassi di interesse più razionale e stabilizzato, così come potenziare l'uso degli strumenti di politica monetaria per amministrare disequilibri congiunturali, a partire dal rafforzamento delle relazioni tra le istituzioni del sistema bancario nazionale.
 
49. La corrispondenza tra la crescita della quantità di denaro in mano alla popolazione e alla circolazione mercantile al dettaglio, così come la possibilità di gestire questa relazione in forma pianificata, continuerà a essere lo strumento chiave per raggiungere la stabilità monetaria e valutaria nel suddetto settore, condizione necessaria per avanzare nel ristabilimento della legge di distribuzione socialista "da ciascuno secondo la sua capacità, a ciascuno secondo il suo lavoro".
 
50. Applicare una politica creditizia diretta, fondamentalmente, a fornire l'appoggio necessario a quelle attività che stimolino la produzione nazionale, generatrici di entrate in divisa estera o sostitutive di importazioni, così come altre che garantiscano lo sviluppo economico e sociale.
 
51. Fissare i meccanismi e le condizioni imprescindibili che garantiscano l'agilità nella concessione di crediti e nel recupero degli stessi.
 
52. Incrementare e diversificare l'offerta di crediti alla popolazione per l'acquisto di beni e servizi, tenendo conto delle garanzie richieste dalle banche, della capacità di pagamento, di un adeguato equilibrio monetario e degli indicatori macroeconomici pianificati.
 
53. Prestare i servizi bancari necessari, che comprendano la concessione di crediti al settore che opera sotto forma di gestione non statale, per contribuire al suo adeguato funzionamento, studiando la creazione di conti di capitalizzazione per l'acquisizione di attrezzatura e altre destinazioni.
 
54. Garantire una relazione adeguata tra il tasso di interesse che si paga per il deposito nelle banche e quello che esse incassano per i crediti concessi.
 
POLITICA VALUTARIA
 
55. Si avanzerà verso l'unificazione monetaria, tenendo conto della produttività del lavoro e dell'effettività dei meccanismi distributivi e redistributivi. Per la sua complessità, questo processo esigerà una rigorosa preparazione ed esecuzione, sia sul piano oggettivo che su quello soggettivo.
 
POLITICA FISCALE
 
56. La politica fiscale dovrà contribuire all'incremento sostenuto dell'efficienza dell'economia e delle entrate nel Bilancio dello Stato, col proposito di appoggiare la spesa pubblica nei livelli pianificati e mantenere un adeguato equilibrio finanziario, tenendo conto le particolarità del nostro modello economico.
 
57. Il sistema tributario sarà basato sui principi della generalità e dell'equità del carico tributario. Nella sua applicazione si terrà in conto la capacità economica dei soggetti obbligati al suo compimento e le caratteristiche dei territori. Si stabiliranno maggiori gravami per le entrate più alte al fine di contribuire, anche attraverso questa via, ad attenuare le disuguaglianze tra i cittadini.
 
58. Applicare un regime speciale tributario differenziato e flessibile per stimolare le produzioni agricole e zootecniche.
 
59. Studiare l'applicazione di stimoli fiscali che promuovano lo sviluppo ordinato delle forme di gestione non statale.
 
60. Il sistema tributario deve avanzare gradualmente in ampiezza per elevare la sua efficacia come elemento re-distributore delle entrate, mentre contribuisce all'applicazione di politiche avviate al perfezionamento del modello di gestione economica.
 
61. Mantenere l'applicazione di stimoli fiscali che promuovano produzioni nazionali in settori chiave dell'economia, in particolari ai fondi esportabili e a quelli che sostituiscono le importazioni, così come allo sviluppo locale e alla protezione dell'ambiente.
 
62. Attualizzare il ruolo del Sistema Doganale all'interno del modello economico, dando priorità ai regimi doganali preferenziali e agli sconti che si consideri conveniente concedere, in base al principio che i fondi esportabili e le produzioni che sostituiscono le importazioni devono essere redditizi.
 
63. Sviluppare la cultura tributaria e la responsabilità sociale della popolazione e delle entità del paese nel compimento puntuale degli obblighi tributari, per sviluppare il valore civico del contributo al sostenimento delle spese sociali e di alti livelli di disciplina fiscale.
 
64. Le spese di bilancio si inquadreranno nelle reali possibilità di risorse finanziarie che si generino per l'economia del paese, e la loro utilizzazione avverrà in modo razionale, al fine di garantire i livelli di attività pianificati senza danneggiarne la qualità.
 
65. Rafforzare i meccanismi di controllo fiscale che assicurino l'adempimento delle obbligazioni tributarie, così come la preservazione e l'uso razionale dei beni e delle risorse dello Stato.
 
POLITICA DEI PREZZI
 
66. Stabilire politiche dei prezzi in corrispondenza all'attualizzazione del modello economico.
 
67. Rivedere integralmente il Sistema dei Prezzi perché renda possibile valutare correttamente i fatti economici, stimoli l'efficienza, l'incremento delle esportazioni e la sostituzione delle importazioni.
 
68. Sarà mantenuto il carattere centralizzato della determinazione dei prezzi dei prodotti e dei servizi che interessi regolare economicamente e socialmente, decentralizzando i rimanenti.
 
69. Continuare a eliminare gradualmente i sussidi eccessivi e le gratuità indebite a prodotti e servizi, formando i prezzi al dettaglio a partire dai costi senza coprire inefficienze, tenendo conto dei livelli di entrate della popolazione.
 
70. Perfezionare, nella rete statale, le relazioni tra i prezzi e la qualità di prodotti o servizi similari, evitando differenze di prezzo non giustificate.
 
71. Saranno adottate misure dirette a favorire, per quanto possibile, la stabilità dei prezzi delle offerte non statali, specialmente nelle attività vincolate a necessità basiche della popolazione, tenendo conto della situazione economica.
 

III - Politica economica estera
 
LINEAMENTI GENERALI
 
72. Garantire l'applicazione integrale della politica commerciale, fiscale, creditizia, doganale, lavorativa e altro che assicurino i risultati attesi del commercio estero cubano in materia di sviluppo delle esportazioni e sostituzione effettiva delle importazioni, nel più breve tempo possibile.
 
73. Lavorare col massimo rigore per aumentare la credibilità del paese nelle sue relazioni economiche internazionali, mediante il rigoroso adempimento degli obblighi contratti.
 
74. Continuare a prestare la massima attenzione alla selezione e al controllo dei quadri e dei funzionari responsabili della promozione degli interessi economici internazionali del paese, in modo speciale rispetto alla condotta etica e alla preparazione tecnica. Rafforzare la preparazione economica, finanziaria, tecnica e giuridica delle diverse équipe o gruppi negoziatori.
 
75. Applicare il principio "chi decide non negozia" in tutta l'attività che il paese sviluppi sul piano delle relazioni economiche internazionali.
 
COMMERCIO ESTERO
 
76. Incrementare e consolidare le entrate a titolo di esportazione di beni e servizi, cosa per cui si dovrà dare soluzione a tutte quelle situazioni di ordine interno che oggi costituiscono un ostacolo all'esportazione; creare una reale vocazione all'esportazione a tutti i livelli e creare le fondamenta, con studi di mercato, oggettivi e attualizzati, per le decisioni più importanti e strategiche.
 
77. Diversificare le destinazioni dei beni e dei servizi esportabili, oltre a mantenere la priorità e l'attenzione ai principali soci del paese e raggiungere una maggiore stabilità nell'ottenere entrate.
 
78. Diversificare la struttura delle esportazioni di beni e servizi, con preferenza per quelle di maggiore valore aggiunto e di contenuto tecnologico.
 
79. Ampliare e consolidare i meccanismi di protezione dei prezzi dei prodotti quotati in borsa e che Cuba commercializza (nichel, zucchero, petrolio, caffè, tra gli altri) come via per proteggere i livelli dei prezzi pianificati.
 
80. Sviluppare una strategia integrale nell'esportazione dei servizi, in particolare quelli professionali, che dia priorità alla vendita di progetti o soluzioni tecnologiche, e contempli l'analisi flessibile della contrattazione della forza lavoro individuale. Si includerà la creazione dell'ambito legale appropriato e di strutture commerciali efficienti, con la capacità di promuovere l'associazione con il capitale estero, che garantisca l'utilizzo migliore delle potenzialità create nel paese.
 
81. Elaborare e fornire strumenti alla strategia che garantisca nuovi mercati per l'esportazione di servizi medici e prodotti dell'industria medico-farmaceutica.
 
82. Recuperare e potenziare i mercati di esportazione dei frutti di mare (aragoste e gamberetti), e rivedere gli schemi di commercializzazione attuali, in modo che questi siano più flessibili.
 
83. Lavorare per garantire, per le imprese ed entità legate all'esportazione, che tutti i beni e servizi destinati ai mercati internazionali rispondano ai più alti standard di qualità.
 
84. Garantire la sostenibilità del ciclo di produzione delle voci esportabili e disegnare l'organizzazione degli schemi corrispondenti per questo.
 
85. Raggiungere una maggiore efficienza nella gestione importatrice del paese, mettendo l'accento sulla sua razionalità e qualità, attraverso il riordinamento delle imprese che realizzano attività di commercio estero, con una migliore definizione dell'elenco dei prodotti, per raggiungere un'efficace utilizzazione del potere d'acquisto del paese.
 
86. Contribuire all'efficienza del processo di importazione, tra altri fattori, mediante lo sviluppo del mercato all'ingrosso e, specialmente, al riordinamento dell'attività di stoccaggio.
 
87. Favorire un veloce processo effettivo di sostituzione delle importazioni, con meccanismi che stimolino e garantiscano la massima utilizzazione possibile di tutte le capacità di cui dispone il paese nel settore agricolo, industriale in servizi e in risorse umane.
 
88. Lavorare sistematicamente, da parte delle imprese importatrici di macchinari e attrezzature, nell'identificazione delle capacità di fabbricazione nazionale delle voci che costituiscono la loro lista di prodotti, e su questa base promuovere accordi di mutuo vantaggio tra l'industria meccanica cubana e i fabbricanti stranieri con cui si hanno relazioni per - attraverso il trasferimento di tecnologia, assistenza tecnica e altre agevolazioni - andare verso la sostituzione graduale delle importazioni, specialmente di parti e pezzi di ricambio.
 
89. Promuovere accordi internazionali di cooperazione e integrazione nel settore industriale che favoriscano le esportazioni di maggior valore aggregato.
 
90. Disegnare e stabilire i meccanismi per canalizzare le richieste di importazioni che provengano dai modi non statali di produzione e per rendere fattibile la realizzazione di potenziali fondi esportabili.
 
91. Elevare l'efficienza nella gestione delle imprese legate al commercio estero, dando priorità alla corretta analisi del mercato e dei prezzi nel contesto internazionale, all'utilizzazione adeguata delle gare d'appalto e alla formulazione e al controllo in forma integrale dei contratti.
 
DEBITI E CREDITI
 
92. Rendere dinamico il processo di riordinamento del debito estero con scadenza a breve, medio e lungo termine, che danneggia il funzionamento dell'economia nazionale. Disegnare e applicare strategie di riordinamento flessibile per il pagamento del debito e concludere nel termine più breve possibile questi processi, in modo che permettano un disimpegno crescente e sostenuto dell'economia che faciliti l'accesso a nuovi finanziamenti.
 
93. Garantire che gli impegni che si acquisiscono nel riordinamento dei debiti vengano strettamente rispettati.
 
94. Assicurare che i finanziamenti esterni che si ottengano siano inclusi nel Piano dell'Economia Nazionale e non costituiscano una fonte di deterioramento della situazione finanziaria estera del paese.
 
95. Fissare una politica per la concertazione di nuovi crediti e il loro uso razionale, così come per la gestione e il controllo dei livelli di indebitamento del paese. Rivedere le regolazioni esistenti ed emettere le nuove che ne corrispondano, al fine di garantire il compimento di questa politica.
 
INVESTIMENTI ESTERI
 
96.
Continuare a favorire la partecipazione del capitale estero, come complemento dello sforzo di investimento nazionale, in quelle attività che siano di interesse del paese, corrispondentemente con le proiezioni di sviluppo economico e sociale a breve, medio e lungo termine.
 
97. Garantire che nell'attrazione dell'investimento estero vengano soddisfatti diversi obiettivi, quali: accesso alle tecnologie avanzate, metodi amministrativi, diversificazione e ampliamento dei mercati di esportazione, sostituzione delle importazioni, apporto di finanziamento estero a medio e lungo termine per la costruzione dell'obiettivo produttivo e capitale di lavoro per il suo funzionamento, così come lo sviluppo di nuove fonti di impiego.
 
98. Perfezionare le regolamentazioni e i procedimenti di valutazione, approvazione e strumentazione per la partecipazione dell'investimento estero, rendendo contemporaneamente più agile il processo. Si stabilirà un rigoroso controllo sull'adempimento delle norme, dei procedimenti e degli impegni contratti con la controparte straniera nel momento della creazione di qualunque delle modalità di investimento estero.
 
99. Stabilire un limite di tempo per le modalità di investimento estero concordate che non riescano a realizzare il loro inizio nel periodo previsto, e decidere sul loro destino, evitando che vadano consumando risorse indefinitamente e aumentando la loro inefficienza.
 
100. Al realizzarsi di un investimento estero nel paese, in qualsiasi delle sue modalità, favorire la captazione di maggiori entrate, oltre a salari, imposte e dividendi, mediante la prestazione di differenti servizi e forniture per le imprese nazionali.
 
101. Favorire, nel processo di promozione degli investimenti, la diversificazione nella partecipazione di imprenditori di paesi diversi.
 
102. Elaborare e mantenere attualizzato in forma permanente un portafoglio di investimenti di possibile negoziazione con partecipazione estera.
 
103. Promuovere la creazione di Zone Speciali di Sviluppo che permettano di incrementare l'esportazione, la sostituzione effettiva delle importazioni, i progetti di lata tecnologia e sviluppo locale; e che contribuiscano con nuove fonti di impiego.
 
104. Garantire che l'attività economica delle associazioni economiche internazionali sia corrispondente a quanto previsto nel Piano dell'Economia Nazionale.
 
105. Valutare le associazioni con capitale estero esistenti e realizzare gli adeguamenti necessari in modo che si adeguino alle necessità del paese.
 
106. Analizzare, tra le alternative di finanziamento mediante investimento estero, quelle industrie non esportatrici ma che risultino indispensabili per assicurare altre produzioni essenziali dell'economia o nella sostituzione delle importazioni.
 
107. Promuovere, sempre che sia giustificato economicamente e risulti conveniente, l'istituzione di imprese e alleanze all'estero, che favoriscano una migliore collocazione degli interessi di Cuba nei mercati esteri.
 
COLLABORAZIONE
 
108.
Garantire che tutte le azioni di collaborazione internazionale che Cuba riceve e offre siano incluse nel Piano dell'Economia Nazionale, in modo che sia assicurata l'integrità delle stesse.
 
109. Perfezionare e integrare il quadro legale e regolamentare sia per la prestazione della collaborazione economica e scientifico-tecnica che il paese fornisce che per quella che riceve.
 
110. Continuare a sviluppare la solidarietà internazionale attraverso la collaborazione che Cuba offre, e stabilire i registri economici e statistici necessari che permettano di realizzare le analisi che si richiedono, specialmente quelle dei costi.
 
111. Considerare, nella misura in cui sia possibile, nella collaborazione solidale che Cuba offre, almeno la compensazione dei costi.
 
112. Promuovere la collaborazione, per via multilaterale, specialmente con le istituzioni del sistema delle Nazioni Unite, che canalizzi verso il nostro paese risorse finanziarie e tecnologia, in accordo con le priorità di sviluppo nazionali.
 
113. Dare priorità, nelle relazioni con le organizzazioni di collaborazione internazionale, all'appoggio materiale e tecnologico nello sviluppo di obiettivi per l'utilizzo delle diverse fonti di energia rinnovabile.
 
INTEGRAZIONE ECONOMICA
 
114. Dare priorità alla partecipazione nell'Alleanza Bolivariana per i Popoli della Nostra America (ALBA), e lavorare con celerità e intensamente al coordinamento, cooperazione e integrazione economica a breve, medio e lungo periodo, per il raggiungimento e l'approfondimento degli obiettivi economici, sociali e politici che promuove.
 
115. Continuare la partecipazione attiva nell'integrazione economica con l'America Latina e i Caraibi, come obiettivo strategico e mantenere la partecipazione negli schemi regionali di integrazione commerciale in cui Cuba è riuscita ad articolarsi: Associazione Latinoamericana di Integrazione (ALADI), Comunità dei Caraibi (CARICOM), Associazione degli Stati dei Caraibi (AEC), PETROCARIBE e altri, e continuare a rafforzare l'unità fra i suoi membri.
 

IV - Politica degli investimenti
 
LINEAMENTI
 
116.
Gli investimenti fondamentali da realizzare risponderanno alla strategia di sviluppo del paese a breve, medio e lungo periodo, sradicando la spontaneità, l'improvvisazione, la superficialità, la violazione dei piani, la mancanza di profondità negli studi di fattibilità e la carenza di integralità nell'intraprendere un investimento.
 
117. Le attività di manutenzione tecnologica e costruttiva costituiranno la priorità in tutte le sfere dell'economia.
 
118. Gli investimenti saranno orientati prioritariamente alla sfera produttiva e dei servizi per generare utili a breve termine, così come gli impieghi nelle infrastrutture necessarie allo sviluppo sostenibile dell'economia del paese.
 
119. Elevare la responsabilità e il controllo degli Organismi dell'Amministrazione Centrale dello Stato e dei Consigli di Amministrazione per quanto concerne il loro ruolo di investitori centrali, perché mettano al primo posto l'attenzione integrale al processo, dalla concezione alla valutazione dei suoi risultati.
 
120. Si eleverà la qualità e la gerarchia dei piani generali di riordinamento territoriale urbano a livello nazionale, provinciale e municipale, la sua integrazione con le proiezioni a medio e lungo periodo dell'Economia e con il Piano degli Investimenti, prendendo in considerazione i rischi sismici e altri disastri naturali. Garantire l'approfondimento, l'agilità e tempi di risposta nei processi obbligati di consultazione, recuperando la disciplina territoriale e urbana.
 
121. Si favoriranno le condizioni per ottenere una decentralizzazione del Piano di Investimenti e un cambiamento nella sua concezione, conferendo facoltà di approvazione degli investimenti agli Organismi dell'Amministrazione Centrale dello Stato, ai Consigli di Amministrazione, alle Aziende e Unità Finanziate.
 
122. Il contratto costituirà uno strumento di lavoro nella pianificazione e nel controllo di tutte le tappe del processo di investimento, assicurando il risultato finale dell'investimento stesso, con la qualità richiesta e nei tempi previsti nel cronogramma di esecuzione.
 
123. Gli investimenti approvati, come politica, dimostreranno di essere in grado di rientrare con i propri risultati e dovranno essere realizzati con crediti esterni o capitale proprio, il cui rimborso verrà effettuato a partire dalle risorse generate dall'investimento stesso.
 
124. Stabilire un cronogramma di esecuzione degli investimenti che permetta di minimizzare l'immobilizzazione delle risorse in obiettivi di lunga maturazione. Eseguire prioritariamente quelli di più rapida risposta o che migliorino l'integralità degli obiettivi più importanti.
 
125. Negli obiettivi a lungo termine nel tempo, è necessario stabilire priorità per tappe, che possano entrare in attività indipendentemente dal resto e iniziare il proprio recupero immediatamente.
 
126. I progetti di investimento del settore, creatore di beni di capitale e intermedi per l'economia nazionale, dovranno dare risposta prioritaria agli obiettivi strategici del paese.
 
127. Si continuerà ad assimilare e incorporare nuove tecniche di direzione del processo di investimento e anche delle entità progettiste e costruttrici in Associazioni Economiche Internazionali. Valutare, eccezionalmente, la partecipazione di costruttori e progettisti stranieri per garantire l'esecuzione degli investimenti la cui complessità e importanza lo richiedano.
 
128. Valutare l'utilizzo della gara d'appalto dei servizi di progettazione e costruzione tra entità cubane, proponendo la sua regolamentazione e implementazione per elevare l'efficienza, la competitività e la qualità che si richiede nel processo di investimento nel paese.
 

V - Politica della scienza, della tecnologia, dell'innovazione e dell'ambiente
 
LINEAMENTI
 
129. Disegnare una politica integrale della scienza, tecnologia, innovazione e ambiente che prenda in considerazione l'accelerazione dei processi di cambio e la crescente interrelazione, al fine di rispondere alle necessità dello sviluppo dell'economia e della società a breve, medio e lungo periodo; orientata ad elevare l'efficienza economica, ampliare le esportazioni di alto valore aggiunto, sostituire le importazioni, soddisfare le necessità della popolazione e incentivare la sua partecipazione nella costruzione socialista, proteggendo l'ambiente, il patrimonio e la cultura nazionali.
 
130. Adottare le misure richieste di riordinamento funzionale e strutturale e attualizzare gli strumenti giuridici relativi per ottenere la gestione integrata ed effettiva del Sistema di Scienza, Tecnologia, Innovazione e Ambiente.
 
131. Sostenere e sviluppare i risultati raggiunti nel campo della biotecnologia, produzione medico-farmaceutica, industria del software e del processo di informatizzazione della società, le scienze di base, le scienze naturali, gli studi e l'impiego delle fonti di energia rinnovabile, le tecnologie sociali e educative, il trasferimento tecnologico industriale, la produzione di attrezzature a tecnologia avanzata, la nanotecnologia e i servizi scientifici e tecnologici di alto valore aggiunto.
 
132. Perfezionare le condizioni organizzative, giuridiche e istituzionali per stabilir tipi di organizzazione economica che garantiscano la combinazione di ricerca scientifica e innovazione tecnologica, sviluppo rapido ed efficace di nuovi prodotti e servizi, la loro produzione efficiente con standard di qualità appropriati e la gestione di commercializzazione interna e di esportazione, che si trasformi in un apporto alla società e in stimolo alla riproduzione del ciclo. Estendere questi concetti all'attività scientifica delle università.
 
133. Sostenere e sviluppare indagini integrali per proteggere, conservare e recuperare l'ambiente e adeguare la politica ambientale alle nuove proiezioni dell'ambiente economico e sociale. Dare priorità a studi indirizzati ad affrontare il cambio climatico e, in generale, la sostenibilità dello sviluppo del paese. Mettere l'accento sulla conservazione e l'uso razionale delle risorse naturali come il suolo, l'acqua, le spiagge, l'atmosfera, i boschi e la biodiversità, così come sulla promozione dell'educazione ambientale.
 
134. Le entità economiche in tutte le forme di gestione conteranno sul quadro normativo che dovrà facilitare l'introduzione sistematica e accelerata dei risultati della scienza, dell'innovazione e della tecnologia nei processi produttivi e di servizi, tenendo in conto le norme di responsabilità sociale e ambientale stabilite.
 
135. Definire una politica tecnologica che contribuisca a ri-orientare lo sviluppo industriale, e che comprenda il controllo delle tecnologie esistenti nel paese, al fine di promuovere la sua modernizzazione sistematica rispondendo all'efficienza energetica, l'efficacia produttiva e l'impatto ambientale, e che contribuisca a elevare la sovranità tecnologica in campi strategici. Considerare, nell'importazione di tecnologia, la capacità del paese di assimilarla e soddisfare i servizi che richiede, compresa la fabbricazione di pezzi di ricambio, la corrispondenza metrologica e la normalizzazione.
 
136. Nell'attività agroindustriale, si porterà avanti in tutta la catena produttiva l'applicazione di una gestione integrata di scienza, tecnologia, innovazione e ambientale, orientata all'incremento della produzione di alimenti e della salute animale, compreso il perfezionamento dei servizi a produttori, con riduzione dei costi, maggiore impiego di componenti e investimenti di produzione nazionale e utilizzo delle capacità scientifico-tecnologiche disponibili nel paese.
 
137. Continuare a promuovere lo sviluppo delle ricerche sociali e umanistiche sui problemi prioritari della vita della società, così come il perfezionamento dei metodi di introduzione dei loro risultati nella decisionalità ai diversi livelli.
 
138. Prestare maggiore attenzione alla formazione e abilitazione continua del personale tecnico e dei quadri qualificati che rispondano e anticipino lo sviluppo scientifico-tecnologico nelle aree principali della produzione e dei servizi, così come la prevenzione e l'attenuazione degli impatti sociali e ambientali.
 
139. Definire e aprire nuove vie per stimolare la creatività dei collettivi lavorativi di base e rafforzare la loro partecipazione alla soluzione dei problemi tecnologici della produzione e dei servizi e la promozione di forme produttive sostenibili dall'ambiente.
 

VI - Politica sociale
 
LINEAMENTI GENERALI
 
140.
Continuare a preservare le conquiste della Rivoluzione, quali l'accesso alle cure mediche, l'educazione, la cultura, lo sport, la ricreazione, la tranquillità cittadina, la sicurezza sociale e la protezione attraverso l'assistenza sociale alle persone che ne hanno bisogno.
 
141. Recuperare il ruolo del lavoro e delle entrate che attraverso di esso si ottengono come via fondamentale per contribuire allo sviluppo della società e alla soddisfazione delle necessità personali e familiari.
 
142. Garantire l'innalzamento sistematico e sostenuto della qualità dei servizi che si offrono alla popolazione, e il ri-disegno delle politiche vigenti, secondo le possibilità dell'economia.
 
143. Dare continuità al perfezionamento dell'educazione, della salute, della cultura e dello sport, cosa per cui risulta indispensabile ridurre o eliminare spese eccessive nella sfera sociale, così come generare nuove fonti di entrate e valutare tutte le attività che possano passare dal settore finanziato al sistema imprenditoriale.
 
144. Prestare particolare attenzione alo studio e all'implementazione di strategie in tutti i settori della società per affrontare gli alti livelli di invecchiamento della popolazione.
 
EDUCAZIONE
 
145.
Continuare ad avanzare nell'innalzamento della qualità e del rigore del processo docente-educativo, organizzare per gradi il miglioramento permanente, il riconoscimento e l'attenzione al personale docente e il ruolo della famiglia nell'educazione dei bambini e dei giovani. Ottenere un migliore utilizzo e uso della forza lavoro e delle capacità esistenti.
 
146. Formare con qualità e rigore il personale docente che si determina in ogni provincia e municipio per rispondere alle necessità dei centri educativi dei diversi livelli di insegnamento.
 
147. Rafforzare il ruolo del professore di fronte all'alunno e ottenere che le attrezzature e i mezzi audiovisivi siano un complemento del lavoro del docente e garantire l'uso razionale degli stessi.
 
148. Riordinare gradualmente la rete scolastica. Nell'insegnamento medio e medio-superiore mantenere il minimo indispensabile di studenti interni e diminuire i costi relativi ai trasporti, all'alimentazione e alla base materiale di vita.
 
149. Adeguare la capacità della rete scolastica e del personale docente nell'educazione primaria, in corrispondenza allo sviluppo economico, socio-demografico e ai luoghi di residenza degli scolari.
 
150. Ottenere che le immatricolazioni universitarie nelle diverse facoltà e carriere corrispondano alle richieste di sviluppo dell'economia e della società. Garantire che la formazione attitudinale e l'orientamento professionale che si sviluppa dall'educazione primaria, insieme agli organismi produttivi e dei servizi e con la partecipazione della famiglia, potenzino il riconoscimento del lavoro dei tecnici di medio livello e degli operai qualificati.
 
151. Elevare il rigore e l'effettività del processo docente-educativo per aumentare l'efficienza del ciclo scolastico (percentuale di promossi rispetto agli iscritti all'inizio del ciclo).
 
152. Attualizzare i programmi di formazione e ricerca delle università in funzione delle necessità dello sviluppo economico e sociale del paese e delle nuove tecnologie e aumentare le iscrizioni nelle facoltà agricole e zootecniche, pedagogiche. Tecnologiche e di scienze di base affini.
 
153. Stabilire che le condizioni che si creano perché i lavoratori possano studiare siano rette dal principio che questo avvenga nel tempo libero del lavoratore e a partire dal loro sforzo personale, salvo che per i casi di particolare interesse dello stato.
 
SALUTE
 
154.
Elevare la qualità dei servizi prestati, ottenere la soddisfazione della popolazione così come il miglioramento delle condizioni di lavoro e l'attenzione al personale sanitario. Garantire l'utilizzo efficiente delle risorse, il risparmio e l'eliminazione di spese inutili.
 
155. Riorganizzare, aggregare e regionalizzare, a partire dalle necessità di ogni Provincia e Municipio, i servizi sanitari, compresa la medicina d'urgenza e i trasporti. Garantire che lo stesso Sistema Sanitario operi in modo tale che ogni paziente riceva la corrispondente attenzione con la necessaria qualità.
 
156. Consolidare l'insegnamento e l'uso del metodo clinico ed epidemiologico e lo studio dell'ambiente sociale nell'accostarsi ai problemi sanitari della popolazione, in modo che contribuiscano all'uso razionale dei mezzi tecnologici per la diagnostica e la cura delle malattie.
 
157. Continuare a sviluppare gli spazi educativi per evitare l'auto-medicazione della popolazione e sviluppare altre misure che coadiuvino l'uso razionale dei medicinali.
 
158. Prestare la massima attenzione allo sviluppo della medicina naturale e tradizionale.
 
159. Rafforzare le politiche della salute di promozione e prevenzione per il miglioramento dello stile di vita, che contribuiscano ad incrementare i livelli di salute della popolazione con la partecipazione intersettoriale e comunitaria.
 
160. Garantire che la formazione di medici specialisti fornisca risposta alle necessità del paese e a quelle che nasceranno dagli accordi internazionali.
 
SPORT
 
161.
Dare priorità alla stimolazione e promozione della cultura fisica e dello sport in tutte le loro manifestazioni come mezzo per elevare la qualità della vita, l'educazione e la formazione integrale del cittadino; per questo concentrare l'attenzione principale nella pratica sportiva e nell'attività fisica di massa, a partire dal riordinamento del sistema sportivo e dalla ristrutturazione della sua rete di centri.
 
162. Elevare la qualità e il rigore nella formazione di atleti e docenti, così come l'organizzazione e la partecipazione a eventi e gare nazionali ed internazionali, razionalizzando le spese.
 
CULTURA
 
163.
Continuare a favorire la difesa dell'identità, la conservazione del patrimonio culturale, la creazione artistica e letteraria e la capacità di apprezzare l'arte. Promuovere la lettura, arricchire la vita culturale della popolazione e potenziare il lavoro comunitario come vie per soddisfare le necessità spirituali e rafforzare i valori sociali.
 
164. Continuare a elevare la qualità e il rigore nell'insegnamento artistico professionale e adeguare le immatricolazioni nelle diverse specialità alle necessità delle province, dei municipi e delle associazioni professionali rappresentative.
 
PREVIDENZA SOCIALE
 
165.
Diminuire la partecipazione relativa del Bilancio dello Stato nel finanziamento della previdenza sociale, che continuerà a crescere a partire dall'incremento del numero di persone pensionate, per cui è necessario continuare ad estendere la contribuzione dei lavoratori del settore statale e l'applicazione di regimi speciali di contribuzione nel settore non statale.
 
166. Garantire che la protezione dell'assistenza sociale sia ricevuta da persone che ne hanno realmente bisogno essendo inabili al lavoro o non avendo una famiglia che possa appoggiarli; eliminare prestazioni che possono essere assunte dalle persone o dai loro familiari e risistemare altre che si forniscono oggi, gli incrementi realizzati nell'importo delle prestazioni e delle pensioni degli ultimi anni. In modo parallelo si deve integrare tutto il lavoro sociale in un unico centro coordinatore.
 
LAVORO E SALARI
 
167.
Favorire l'accesso al lavoro delle persone in grado di lavorare come mezzo per contribuire ai fini della società e alla soddisfazione delle loro necessità.
 
168. Ampliare il lavoro nel settore non statale, quale alternativa in più di impiego, a seguito delle nuove forme organizzative della produzione e dei servizi che sono stabiliti.
 
169. Sviluppare un processo di riordinamento lavorativo nel paese che, in base al principio dell'idoneità dimostrata, contribuisca a eliminare gli organici gonfiati e i trattamenti paternalistici, per stimolare la necessità di lavorare e ridurre le spese dell'economia e del Bilancio dello Stato.
 
170. Assicurare che i salari garantiscano che ognuno riceva secondo il suo lavoro, che questo generi prodotti e servizi di qualità e incremento della produzione e della produttività, e che le entrate salariali abbiano un riflesso effettivo nella soddisfazione delle necessità di base dei lavoratori e delle loro famiglie.
 
171. Incrementare i salari in modo graduale, inizialmente nelle attività con risultati più efficienti e nell'opera di quei lavoratori che apportano benefici di particolare impatto economico e sociale.
 
172. Progettare la formazione di forza lavoro qualificata corrispondentemente alle richieste attuali e allo sviluppo del paese, per cui si rende necessario correggere le deformazioni che oggi presenta la struttura della formazione di specialisti di livello superiore, di tecnici di livello medio e di operai qualificati.
 
GRATUITÀ E SUSSIDI
 
173.
Eliminare le gratuità indebite e i sussidi eccessivi, in base al principio di sostenere le persone bisognose e non di sovvenzionare i prodotti in generale.
 
174. Realizzare l'eliminazione ordinata e graduale della tessera di razionamento, come forma di distribuzione regolamentata, egualitaria e con prezzi sovvenzionati.
 
175. mantenere l'alimentazione che si offre nella sfera dei servizi sociali, dando priorità alle istituzioni sanitarie e ai centri educativi che lo richiedano. Perfezionare le vie per proteggere la popolazione vulnerabile o a rischio nell'alimentazione.
 
176. Mantenere le mense operaie dove risultino essenziali, assicurando la riscossione dei loro servizi a prezzi non sovvenzionati.
 

VII - Politica agroindustriale
 
LINEAMENTI
 
177.
Ottenere che questo settore contribuisca progressivamente alla bilancia dei pagamenti del paese, perché non sia più un importatore netto di alimenti e diminuire l'alta necessità di finanziamento che oggi è coperta dalle entrate di altri settori.
 
178. Adottare un nuovo modello di gestione, in linea con la maggiore presenza di forme produttive non statali, che dovrà sostenersi con un'utilizzazione più effettiva delle relazioni monetario-mercantili, delimitando le funzioni statali e quelle imprenditoriali, al fine di promuovere una maggiore autonomia dei produttori, incrementare l'efficienza e permettere una graduale decentralizzazione verso i governi locali.
 
179. Adeguare la legislazione vigente, in corrispondenza alle trasformazioni della base produttiva, per facilitare il suo funzionamento efficiente, competitivo e decentralizzare il sistema di gestione economica e finanziaria. Perfezionare le strutture organizzative per applicare strumenti di controllo e di informazione affidabili.
 
180. Ottenere l'autonomia di gestione delle diverse forme di cooperative e introdurre in forma graduale le cooperative di servizi nell'attività agroindustriale su scala locale.
 
181. Adeguare la produzione agroalimentare alla domanda e alla trasformazione della commercializzazione, elevando qualità e requisiti nei contratti affinché le parti rispettino i loro obblighi; limitando la circolazione centralizzata a quei settori legati ai bilanci nazionali; dando un ruolo più attivo ai meccanismi della libera concorrenza per il resto dei prodotti.
 
182. Ristrutturare l'attuale sistema di commercializzazione delle forniture e delle attrezzature, considerando il nuovo scenario dell'attività agroalimentare e i meccanismi finanziari che siano introdotti, assicurando un'adeguata corrispondenza tra la qualità e i prezzi dei prodotti offerti, facilitando l'accesso diretto delle forme produttive e dei produttori a queste risorse attraverso la rete di punti-vendita che saranno abilitati nei territori.
 
183. Trasformare il sistema di raccolta e commercializzazione delle produzioni agro-zootecniche attraverso meccanismi di gestione più agili che contribuiscano a ridurre le perdite, a semplificare i vincoli tra la produzione primaria e il consumatore finale, compresa la possibilità che il produttore acceda al mercato con i propri mezzi. Incrementare e perfezionare l'attività di coltivazione per migliorare la qualità dei prodotti che si offrono.
 
184. Dare priorità, nel breve periodo, alla sostituzione delle importazioni di quegli alimenti che possano essere prodotti efficientemente nel paese. Le risorse per potenziarla dovranno essere concentrate dove esistono le condizioni migliori per il loro impiego più efficace, al fine di elevare i rendimenti e l'efficienza della produzione; nello stesso modo si dovrà potenziare l'applicazione dei risultati della scienza e della tecnica.
 
185. Organizzare la produzione agro-zootecnica in quelle attività generatrici di entrate in valuta estera e che sostituiscano importazioni, applicando un approccio sistematico o di filiera produttiva che comprenda non solo la produzione primaria, ma tutti gli anelli che si articolano intorno al complesso agro-industriale. Queste filiere produttive si svilupperanno con le risorse proprie del sistema, a partire dalle entrate nette per esportazioni o ai risparmi per sostituzione delle importazioni. Nell'organizzazione della produzione del resto delle attività, dovrà predominare, soprattutto un approccio regionale, diretto all'auto approvvigionamento a questo livello, con accento sull'esecuzione del programma dell'agricoltura suburbana, che dovrà estendersi a tutto il paese.
 
186. Vincolare adeguatamente i poli produttivi agro-zootecnici e l'industria trasformatrice, al fine di garantire il rifornimento alle grandi città, all'esportazione e al mercato interno in divise estere.
 
187. Continuare a ridurre le terre improduttive e aumentare i rendimenti mediante la diversificazione, la rotazione e la multi-coltivazione. Sviluppare un'agricoltura sostenibile in armonia con l'ambiente, che favorisca l'uso efficiente delle risorse fito e zoogenetiche, comprese le sementi, le varietà, la disciplina tecnologica, la protezione fitosanitaria e potenziando la produzione e l'uso di concimi organici, dei biofertilizzanti e dei biopesticidi.
 
188. Sviluppare una politica integrale che contribuisca a potenziare la produzione, la coltivazione, la conservazione e la commercializzazione delle sementi.
 
189. Ottenere che la consegna di terre in usufrutto faccia sì che i risultati produttivi siano simili a quelli attuali del settore cooperativo e contadino, in cui il produttore non sarà un salariato e dove le sue entrate dipenderanno dal suo lavoro. Realizzare le modifiche corrispondenti al Decreto Legge 259 per assicurare la continuità e la sostenibilità nello sfruttamento delle terre concesse in usufrutto.
 
190. Mantenere il ruolo regolatore dello Stato nella definizione della formazione dei prezzi dei prodotti agro-zootecnici che sostituiscano importazioni o generino esportazioni, per stimolare i prodotti primari. Si terrà conto del comportamento dei prezzi sul mercato internazionale.
 
191. Prestare speciale attenzione allo sviluppo del lavoro e di altre attività che aggiungono valore al prodotto agro-zootecnico, elevano la sua qualità e la sua presentazione, risparmiano trasporti e spese di distribuzione e conservazione, integrando le piccole entità di trasformazione a livello locale con la grande industria, nell'ottica del potenziamento dell'offerta di alimenti sul mercato interno, compresa la sostituzione delle importazioni con le esportazioni.
 
192. Continuare lo sviluppo del programma di allevamento del bestiame bovino, dei bufali, dei suini, del pollame e del bestiame minore, potenziando lo sviluppo genetico delle mandrie per aumentare la produzione di proteine, incrementando le fonti nazionali di alimenti animali. Assicurare il servizio veterinario, aumentare la produzione nazionale di medicinali e incrementare l'inseminazione artificiale.
 
193. Assicurare l'adempimento dei programmi di produzione di riso, fagioli, mais, soya e altri cereali che garantiscano un incremento produttivo, per contribuire alla riduzione graduale delle importazioni di questi prodotti.
 
194. Accelerare lo sviluppo delle attività di coltivazione del caffè, del cacao e di altre specie, dell'apicoltura, per contribuire al recupero dei fondi esportabili tradizionali dell'attività agro-zootecnica; nella produzione di tabacco sfruttare al massimo le possibilità del mercato estero.
 
195. Riattivare l'attività di produzione degli agrumi, incrementare la produzione di altri frutti e assicurare la commercializzazione efficiente della produzione sui mercati nazionali e internazionali.
 
196. Sviluppare un programma integrale di mantenimento, conservazione e sviluppo di piantagioni forestali che privilegi la protezione dei bacini idrografici; in particolare le dighe, le vie idroregolatorie, le montagne e le coste.
 
197. Sviluppare una politica integrata che contribuisca alla ripopolazione dei campi, adottando misure che stimolino l'inserimento, la permanenza e la stabilità della forza lavorativa del settore e contemplino l'insediamento familiare definitivo.
 
198. Dare priorità all'adozione di misure che incentivino l'incorporazione e la permanenza di giovani nel setto agro-zootecnico; in particolare favorire la concessione di terre in usufrutto quale forma di impiego.
 
199. Ottenere l'organizzazione della forza lavoratrice in collettivi, per realizzare un corretto legame all'area e ai risultati finali, che assicuri l'aumento della produttività dei lavoratori agro-zootecnici.
 
200. Sviluppare un sistema integrale di formazione corrispondente ai cambi strutturali, diretto alla formazione e alla riqualificazione dei capi e dei lavoratori in materia di agronomia, veterinaria, tecnologia industriale e degli alimenti, economia, amministrazione e direzione, all'interno del quale siano inclusi gli aspetti relativi alla gestione cooperativa e ambientale.
 
201. Concentrare gli investimenti sui produttori più efficienti, tenendo conto delle caratteristiche territoriali e del vincolo con l'industria, incentrandoli principalmente sull'irrigazione, il recupero di macchinari agricoli, i trasporti tecnologici, così come su nuove tecnologie e macchinari industriali essenziali per assorbire gli incrementi produttivi e raggiungere maggiore efficienza.
 
202. Riorganizzare le attività di irrigazione, di drenaggio e i servizi dei macchinari agricoli disponibili, combinando l'uso della trazione animale con tecnologie avanzate.
 
203. Garantire il servizio bancario specializzato nel settore agroindustriale, che appoggi i produttori facilitando loro la concessione dei finanziamenti e il controllo nella sua esecuzione. Rafforzare e ampliare la copertura assicurativa del settore agro-zootecnico, favorendo una maggiore efficacia nella sua applicazione.
 
204. Attualizzare e realizzare programmi diretti alla conservazione e al recupero delle risorse naturali utilizzate: suoli, acqua, boschi, animali e piante, formando i produttori nella gestione ambientale e applicando con maggior rigore le regole stabilite e le penalità per le loro violazioni.
 
205. Sviluppare efficacemente il programma di auto-approvvigionamento alimentare municipale, appoggiandosi all'agricoltura urbana e suburbana.
 
206. Realizzare il programma di agricoltura suburbana utilizzando efficacemente i terreni che circondano le città e i paesi, con il minor dispendio possibile di combustibile e attrezzature importate, utilizzando le risorse locali e con ampio uso della trazione animale.
 
207. Effettuare la trasformazione graduale dell'agroindustria alimentare, compreso il suo sviluppo locale, in funzione del raggiungimento di un uso migliore delle materie prime e della diversificazione della produzione.
 
208. Applicare i sistemi di gestione della qualità coerentemente alle norme stabilite e alle esigenze dei clienti, per assicurare, tra gli altri obiettivi, la sicurezza degli alimenti.
 
209. L'agroindustria zuccheriera avrà come obiettivo primario aumentare in modo sostenuto la produzione di canna, dando priorità al riordino delle aree per ottenere l'avvicinamento allo zuccherificio. Nel suo sviluppo dovrà perfezionare la relazione tra lo zuccherificio e i suoi produttori di canna, giovarsi della tradizione zuccheriera e dell'esperienza esistente.
 
210. Nella formazione dei prezzi di acquisto della canna per i produttori si dovrà tener conto del comportamento del prezzo dello zucchero sul mercato internazionale, ottenendo inoltre che sia di stimolo in relazione alle altre colture, per assicurare l'incremento della produzione di canna e l'aumento delle entrate dei lavoratori legati a questa attività.
 
211. Aumentare in forma graduale la produzione di zucchero e di derivati della canna, assicurando una corretta organizzazione e pianificazione del raccolto e la riparazione dei macchinari industriali, osservando la disciplina tecnologica per ottenere entrate in divisa estera che permettano di finanziare le spese totali dell'operazione, più il valore degli investimenti e delle riparazioni eseguite, e di realizzare un utile netto per il paese.
 
212. Diversificare la produzione zuccheriera tenendo conto delle esigenze del mercato internazionale e interno. Progredire nella creazione - col recupero e lo sfruttamento oculato delle piante - di derivati e sottoprodotti, dando priorità a quelli destinati a produrre alcool, alimenti per animali, prodotti biologici e altro.
 
213. Incrementare i livelli produttivi e di efficienza nella pesca da piattaforma, applicando le regolamentazioni relative, per ottenere uno sfruttamento razionale di queste risorse e la preservazione dell'ambiente marino e costiero. L'acquicoltura si svilupperà con una elevata disciplina tecnologica e il miglioramento costante della genetica. Questo settore dovrà ottenere entrate esterne nette per finanziare l'importazione di quelle linee di produzione che non è possibile produrre nel paese.
 
214. L'industria della pesca dovrà incrementare, qualitativamente, il rifornimento di prodotti al turismo e al resto del mercato interno in divisa estera con produzioni nazionali.
 

VIII - Politica industriale ed energetica
 
POLITICA INDUSTRIALE
 
LINEAMENTI GENERALI
 
215. Nella politica industriale dare priorità, quale obiettivo fondamentale, alla promozione delle esportazioni e alla riduzione dei costi, specialmente dei loro componenti importati.
 
216. Migliorare l'infrastruttura tecnica di taratura, metrologia e qualità, in relazione agli obiettivi prioritari dell'esportazione e della sostituzione delle importazioni.
 
217. Ri-orientare sul breve periodo le produzioni del settore industriale per assicurare le necessità dei mercati di componenti necessari alle diverse forme di produzione (in particolare le cooperative e i lavoratori per proprio conto), così come sviluppare l'offerta di macchinari per le produzioni su piccola scala, in particolare per appoggiare lo sviluppo delle industrie locali, con nuovi tipi di macchinari e apparecchiature di facile uso e mantenimento.
 
218. Prestare attenzione prioritaria all'impatto ambientale associato allo sviluppo industriale esistente e progettato, in particolare nei rami della chimica, dell'industria del petrolio e della petrolchimica; nelle estrazioni minerarie, in particolare il nichel; nel cemento e altri materiali da costruzione; così come ai territori più danneggiati, comprendendovi il rafforzamento dei sistemi di controllo e di monitoraggio.
 
219. Intensificare il processo di ristrutturazione e ridimensionamento del settore industriale; ottenere la concentrazione delle capacità disperse e assicurare l'uso razionale di installazioni e attrezzature che vadano in disuso, prevedendo vendite o cessioni in affitto o usufrutto a lavoratori per proprio conto o ad altre forme non statali di proprietà.
 
220. Dare priorità alla riattivazione della manutenzione industriale, compresa la produzione e il recupero di pezzi di ricambio, parti e strumenti.
 
LINEAMENTI PER I SETTORI PRINCIPALI
 
221. Consolidare l'industria farmaceutica e biotecnologica come una delle attività di maggiore capacità esportatrice dell'economia, e aggiungere nuovi prodotti al mercato nazionale per sostituire le importazioni.
 
222. Sviluppare l'industria degli integratori dietetici e dei medicinali naturali, a partire da forniture nazionali, per il consumo e l'esportazione.
 
223. Elevare la sovranità tecnologica nello sviluppo dell'infrastruttura delle telecomunicazioni e sviluppare lo sviluppo di nuove piattaforme tecnologiche in neurotecnologia, nanotecnologia, robotica e telemedicina.
 
224. Migliorare la posizione dell'industria del nichel sui mercati, attraverso l'incremento della produzione, l'elevazione della qualità dei suoi prodotti e la riduzione dei costi, ottenendo una migliore utilizzazione delle risorse minerali. Migliorare la manutenzione e il mantenimento delle installazioni industriali, in accordo al programma approvato.
 
225. Portare avanti con celerità i progetti già in essere per l'esplorazione e lo sfruttamento di piccoli giacimenti di minerali, in particolare per la produzione di oro, argento, cromo, rame e zinco.
 
226. Effettuare investimenti nell'industria elettronica e dell'informatica e delle comunicazioni che permettano di mantenere quanto raggiunto e il suo sviluppo, secondo le possibilità dell'economia del paese, al fine di incrementare le esportazioni, la sovranità tecnologica e i servizi, secondo le priorità stabilite.
 
227. Potenziare l'organizzazione e lo sviluppo di capacità di servizi professionali di progettazione, così come la loro integrazione con i sistemi imprenditoriali.
 
228. Rafforzare le capacità di prospezione e vigilanza tecnologica e la politica di protezione della proprietà industriale a Cuba e nei principali mercati esteri.
 
229. Proseguire lo sviluppo del Polo Industriale di Cienfuegos, che apporterà prodotti di alto valore come ammoniaca, urea e gas liquido.
 
230. Incrementare la produzione di fertilizzanti con il recupero dell'impianto di nitrato di ammonio; la riabilitazione dell'impianto di fertilizzanti granulari di Matanzas, potenziando l'uso di materie prime nazionali come la fosforite e la zeolite. Proseguire con la sostituzione di importazioni di erbicidi e con la modernizzazione della capacità di produzione di cloro e sale, come previsto.
 
231. Sviluppare la produzione di pneumatici nuovi, fondamentalmente agricoli e da trasporto; ottenere il ripristino degli impianti di ricostruzione dei pneumatici, raggiungendo la capacità installata, così come la ricostruzione a freddo. Potenziare la produzione di articoli in gomma.
 
232. Sviluppare la produzione di contenitori e imballaggi a partire da una concezione integrale dell'attività. Dare priorità alla produzione di contenitori richiesti dalle attività esportatrici e dallo sviluppo agroalimentare.
 
233. Recuperare e incrementare la produzione di materiali per la costruzione che assicurino i programmi di investimenti prioritari per il paese (turismo, abitazioni, industriali tra gli altri), l'espansione delle esportazioni e la vendita alla popolazione.
 
234. Effettuare investimenti nella metallurgia ferrosa per ampliare le capacità, diminuire i consumi energetici, diversificare la produzione di laminati lunghi d'acciaio e di metalli stampati, per migliorare anche la loro qualità. Consolidare la catena produttiva acciaio-asta-filo e potenziare la produzione dei loro derivati.
 
235. Promuovere l'intensificazione del riciclaggio e l'aumento del valore aggiunto dei prodotti recuperati, dando priorità alle attività di maggiore impatto economico con meno risorse e alla sua ricapitalizzazione, secondo le possibilità dell'economia.
 
236. Mettere in atto nell'industria meccanica un processo di ridimensionamento e riorganizzazione produttiva delle capacità disperse in vari Ministeri, compresa la realizzazione di investimenti per rinnovare macchine, strumenti e attrezzature tecniche obsolete e in cattive condizioni tecniche, secondo le possibilità dell'economia.
 
237. Incrementare le esportazioni dell'industria metalmeccanica, diversificando i mercati e approfittando al massimo delle possibilità di commercio Sud-Sud, compreso lo sviluppo di vincoli strategici per l'integrazione, la cooperazione e la complementarietà industriale.
 
238. Mettere in atto a breve periodo un processo di riordinamento organizzativo e di ristrutturazione del sistema aziendale dell'industria leggera che permetta l'eliminazione del sovradimensionamento di strutture e organici, così come le trasformazioni tecnico-produttive e manageriali richieste.
 
239. Modificare il modello di gestione dell'industria locale, rendendo flessibile le sue operazioni per realizzare lo sviluppo di produzioni artigianali e la fabbricazione di beni di consumo in piccole serie o su misura, così come la prestazione di servizi di riparazione e manutenzione. Ciò include l'apertura di maggiori spazi per le attività non statali.
 
POLITICA ENERGETICA
 
240. Elevare la produzione nazionale di petrolio grezzo e di gas derivato, sviluppando i giacimenti conosciuti e accelerando gli studi geologici indirizzati alla ricerca di nuovi giacimenti, compresi i lavori di esplorazione nella Zona Economica Esclusiva (ZEE) del Golfo del Messico.
 
241. Elevare la capacità di raffinazione del petrolio grezzo, raggiungendo volumi che permettano di ridurre l'importazione di prodotti derivati.
 
242. Elevare significativamente l'efficienza nella generazione di elettricità, dedicando l'attenzione e le risorse necessarie al mantenimento degli stabilimenti operativi, e ottenere alti indici di disponibilità negli stabilimenti termici e nelle installazioni di generazione con gruppi elettrogeni.
 
243. Concludere il programma di installazione dei gruppi elettrogeni di "fuel oil" e dare attenzione prioritariamente all'installazione dei cicli combinati di Boca de Jaruco, Calicito e Santa Cruz del Norte.
 
244. Mantenere una politica attiva nella stabilizzazione della carica elettrica, che diminuisca la domanda massima e riduca il suo impatto sulle capacità di generazione.
 
245. Proseguire nel programma di riabilitazione e modernizzazione delle reti e sottostazioni elettriche, di eliminazione di zone di basso voltaggio, realizzando i risparmi pianificati con la diminuzione delle perdite nella distribuzione e trasmissione dell'energia elettrica. Avanzare nel programma approvato di elettrificazione nelle zone isolate del Sistema Elettro-energetico Nazionale, in rapporto alle necessità e possibilità del paese, utilizzando le fonti più economiche.
 
246. Promuovere la cogenerazione e la rigenerazione di elettricità per l'agroindustria dello zucchero a partire dall'uso dei residui agricoli della canna e da quelli forestali, creando le condizioni per cogenerare nella tappa inattiva sia della raffinazione che della distillazione.
 
247. Potenziare l'uso delle diverse fonti energetiche rinnovabili, fondamentalmente l'utilizzo del bio-gas, l'energia eolica, idraulica, delle bio-masse, solare e altre, dando priorità a quelle che hanno il maggior impatto economico.
 
248. Si darà priorità al raggiungimento del potenziale di risparmio identificato nel settore statale e si lavorerà fino ad ottenere la captazione delle riserve di efficienza del settore residenziale, compresa la revisione delle tariffe vigenti, perché questa compia il suo ruolo di regolazione della domanda. Nelle modalità non statali di produzione e servizi - sia per proprio conto, che cooperative - sarà applicata una tariffa elettrica senza sussidio.
 
249. Elevare l'efficacia dei servizi di riparazione e manutenzione delle apparecchiature elettriche di cottura per raggiungere il loro adeguato funzionamento.
 
250. Studiare la vendita libera di combustibile domestico e di altre tecnologie avanzate di cottura quale opzione addizionale e a prezzi non sussidiati.
 
251. Prestare particolare attenzione all'efficienza energetica nel settore dei trasporti.
 
252. Concepire i nuovi investimenti, il mantenimento costruttivo e le riparazioni capitabilizzabili con soluzioni per l'uso efficiente dell'energia, fornendo adeguati strumenti ai procedimenti di supervisione.
 
253. Perfezionare il lavoro di pianificazione e controllo dell'uso dei portatori energetici, ampliando gli elementi di misurazione e la qualità degli indicatori di efficienza e degli indici di consumo stabiliti.
 
254. Progettare il sistema educativo e i mezzi di diffusione di massa in funzione dell'approfondimento, in qualità e integralità, della politica mirata al risparmio e all'uso efficiente e sostenibile dell'energia.
 

IX - Politica per il turismo
 
LINEAMENTI GENERALI
 
255. L'obiettivo fondamentale dell'attività turistica è la captazione diretta di valute pregiate, massimizzando l'ingresso medio per turista.
 
256. L'attività turistica dovrà avere una crescita accelerata che permetta di dinamizzare l'economia, sulla base di un programma di sviluppo efficiente.
 
257. Incrementare la competitività di Cuba sui mercati, a partire principalmente dall'innalzamento della qualità dei servizi e il raggiungimento di un'adeguata coerenza nella relazione qualità/prezzo.
 
258. Perfezionare le forme di commercializzazione utilizzando le tecnologie più avanzate dell'informazione e delle comunicazioni.
 
259. Incrementare gli arrivi, differenziando i mercati di provenienza e i segmenti dei clienti, elevando i ritmi di crescita in corrispondenza allo sviluppo turistico.
 
260. Creare, diversificare e consolidare in forma accelerata servizi e offerte complementari all'alloggiamento che distinguano il paese, dando priorità allo sviluppo delle modalità: turismo della salute, marino e nautico, golf e immobiliare, turismo d'avventura e naturistico, parchi tematici, crociere, storia, cultura e patrimonio, convenzioni, congressi e feste, tra gli altri, compreso lo studio delle potenzialità sulla costa sud.
 
261. Perfezionare la comunicazione promozionale a livello istituzionale e imprenditoriale, individuando l'amministrazione delle risorse e la loro assegnazione per mercati e tecniche, con l'utilizzazione di tecnologia avanzata.
 
262. L'attività non statale di alloggio, gastronomia e altri servizi continuerà a svilupparsi come offerta turistica complementare a quella statale.
 
263. Consolidare uno schema integrale di autofinanziamento dell'attività turistica, con l'obiettivo di ottenere il consolidamento e un efficiente funzionamento in tutta l'estensione della catena che interviene nella suddetta attività; in particolare sarà necessario studiare meccanismi di rifornimento delle entità turistiche che approfittino delle potenzialità di tutte le forme produttive a scala locale.
 
264. Disegnare e sviluppare, come parte dell'iniziativa municipale per i territori, offerte turistiche attrattive quali fonti di entrate in divisa estera (alloggi, servizi gastronomici, attività socio-culturali e storiche, equestri, terreni, agriturismo, osservazione di flora e fauna, tra le altre).
 
265. Dinamizzare e dare impulso al turismo nazionale attraverso la creazione di offerte che rendano possibile l'utilizzazione migliore dell'infrastruttura creata in hotel e altre attrazioni turistico/ricreative e storiche. Studiare una politica che agevoli i cubani residenti nel paese a viaggiare all'estero come turisti.
 
266. Elevare la partecipazione dell'industria e dei servizi del paese nelle risorse che si utilizzano nell'operazione e nell'investimento turistico, cosa che contribuirà allo sviluppo di altre branche dell'economia.
 
267. dare priorità alla manutenzione e al rinnovamento dell'infrastruttura turistica e di appoggio. Applicare politiche che garantiscano la sostenibilità del suo sviluppo, implementando misure per diminuire l'indice di consumo dell'acqua e dei portatori energetici e incrementare l'utilizzo di fonti di energia rinnovabile e il riciclaggio dei rifiuti che si generano nella prestazione dei servizi turistici.
 
268. Raggiungere una gestione più efficiente ed efficace degli uffici e delle imprese all'estero, con l'obiettivo di captare e incrementare nuove modalità di turismo e segmenti di mercato di alto livello.
 

X - Politica per il trasporto
 
LINEAMENTI
 
269.
Continuare nel recupero, nella modernizzazione e nel riordinamento del trasporto terrestre e marittimo, elevando l'efficienza e la qualità dei servizi di trasporto di merci e passeggeri, a partire dall'uso più razionale delle risorse.
 
270. Garantire l'utilizzazione degli schemi e dei mezzi più efficienti per ogni tipo di trasporto, attraverso il perfezionamento del Bilancio dei Carichi del paese, avvalendosi dei vantaggi comparativi del trasporto su rotaia, del cabotaggio, delle imprese specializzate e dell'uso dei container per sviluppare il trasporto multimodale.
 
271. Gli investimenti verranno pagati con il loro rendimento; quelli relativi allo sviluppo della ferrovia e dell'infrastruttura portuale e la loro attrezzatura saranno finanziati, fondamentalmente, con i risparmi dei portatori energetici e con la riduzione dei costi.
 
272. Sviluppare il programma di recupero e sviluppo della ferrovia all'interno del processo di investimento del paese, dando priorità al miglioramento e mantenimento dei binari e alla gestione delle operazioni, per elevare la velocità di marcia dei treni, la sicurezza, la disciplina ferroviaria e diminuire i tempi di trasporto dei carichi e dei passeggeri. Questo si realizzerà secondo il piano e le possibilità reali.
 
273. Sviluppare la flotta mercantile nazionale e i cantieri navali come forma di favorire l'incremento della raccolta di divise estere e il risparmio del prezzo dei noli.
 
274. Elevare l'efficienza delle operazioni marittimo/portuarie, a partire dall'organizzazione di sistemi di lavoro che permettano di raggiungere ritmi superiori nella movimentazione delle merci, compresa la modernizzazione e il mantenimento dell'infrastruttura portuaria e della sua attrezzatura e il dragaggio dei principali porti del paese.
 
275. Lo sviluppo graduale dell'infrastruttura portuaria dovrà essere legato alla soluzione del finanziamento internazionale, la cui restituzione sarà associata alla riduzione della fattura dei noli e dei costi di permanenza.
 
276. Aumentare l'uso dei container e l'efficienza nella sua realizzazione, riducendo i tempi di permanenza, elevando la loro rotazione con un'adeguata logistica di immagazzinamento.
 
277. Raggiungere un efficiente programma di investimenti nello sviluppo portuario del paese, specialmente nella zona di Mariel.
 
278. Sviluppare il disegno di nuove forme organizzative statali e non statali nel trasporto di merci e passeggeri, così come in altri servizi legati all'attività, in rapporto alle caratteristiche di ogni territorio.
 
279. Organizzare e dare priorità all'attenzione e alla qualità dei servizi tecnici in funzione del mantenimento e della disponibilità tecnica dei mezzi di trasporto, compreso il settore non statale.
 
280. Sviluppare una strategia che permetta la progressiva modernizzazione della flotta aerea nazionale a corto raggio e la sua efficiente utilizzazione, in vista di poter gestire il ritmo di crescita del turismo e la domanda nazionale.
 
281. Nelle installazioni aeroportuali del paese offrire servizi di qualità e competitività, prestando speciale attenzione alla riduzione del tempo di permanenza, alla semplificazione delle procedure e al mantenimento di prezzi e tariffe competitive nella regione dei Caraibi.
 
282. Aumentare il trasporto aereo delle merci sulla base di un migliore utilizzo delle capacità della flotta passeggeri e di quella specializzata diretto, in prima istanza, a prestare servizi di maggiore qualità ed efficienza che permettano l'incremento delle entrate in divisa estera e lavorare con offerte competitive che sostengano l'esportazione di prodotti nazionali e riducano i costi delle importazioni a titolo di nolo.
 
283. Fornire attenzione prioritaria al trasporto passeggeri - urbano, rurale, intermunicipale e interprovinciale - raggiungendo la stabilità e la qualità dei servizi, assicurando la loro sostenibilità così come l'incremento graduale della soddisfazione della domanda, secondo le possibilità del paese.
 
284. Incrementare nuove forme di riscossione nel trasporto urbano passeggeri in funzione della minimizzazione dell'evasione dei pagamenti e della deviazione degli incassi.
 
285. Garantire il compimento, con la qualità richiesta, del programma di riparazione e manutenzione dell'infrastruttura viaria automotrice, secondo quanto approvato nel piano dell'economia e secondo le possibilità reali del paese.
 
286. Istituire la compravendita di automezzi fra privati.
 

XI - Politica per edilizia, abitazioni e risorse idriche
 
LINEAMENTI

COSTRUZIONI
 
287. Continuare a perfezionare l'elaborazione del bilancio della capacità di costruzione e montaggio del paese per la sua importanza come strumento nella pianificazione efficiente degli investimenti e delle risorse associate ad essi.
 
288. Elevare l'efficienza nelle costruzioni impiegando sistemi di pagamento per risultato e qualità, applicando il doppio turno nelle opere dove sia possibile, aumentando il rendimento dell'attrezzatura tecnologica e non tecnologica e introducendo nuove tecnologie nella costruzione.
 
289. Considerare la creazione di imprese specializzate a livello nazionale nelle funzioni di progettazione e di costruzione per programmi come: campi da golf, delfinari, spiagge, parchi tematici e acquatici, che sono strettamente vincolati all'infrastruttura del turismo e di altri settori dell'economia che lo richiedano.
 
290. Concludere lo studio dei prezzi delle costruzioni per la loro modifica e implementazione, con l'obiettivo di identificare correttamente il valore delle costruzioni.
 
291. Adottare nuove forme organizzative nell'edilizia, sia statali che non statali.
 
ABITAZIONI
 
292. I lavori di manutenzione e conservazione del fondo abitativo dovranno ricevere attenzione prioritaria, compresa l'adozione di forme non statali di gestione per dare soluzione ai problemi abitativi della popolazione, così come l'incremento della commercializzazione dei materiali da costruzione.
 
293. Si dovrà prestare speciale attenzione al consolidamento dei programmi di abitazione a livello municipale, a partire dalle materie prime esistenti in ogni luogo e dalle tecnologie disponibili per fabbricare i materiali necessari.
 
294. Si adotteranno le azioni corrispondenti per dare priorità alla costruzione, conservazione e ristrutturazione di abitazioni nelle campagne, tenendo conto della necessità di migliorare le condizioni di vita e le particolarità che rendono più complessa questa attività nella zona rurale, con l'obiettivo di contribuire al completamento e alla stabilità della forza lavoro nel settore agroalimentare.
 
295. La costruzione di abitazioni dovrà essere organizzata sulla base dell'adozione di modalità differenti che includano una significativa proporzione dello sforzo proprio, così come altre strade non statali. Promuovere l'introduzione di nuove tecnologie e l'impiego di tecnologie costruttive che risparmino materiali, risorse energetiche, forza lavoro e che siano di facile esecuzione per la popolazione. Fissare le norme per i lavori da eseguire nelle parti comuni degli edifici multifamiliari, che per il loro grado di specializzazione tecnica e complessità non possano esser assunti individualmente dai proprietari e, in ogni caso, debbano essere sostenuti da questi.
 
296. Soddisfare la qualità richiesta - per l'industria dei materiali da costruzione, con particolare accento nella produzione locale dei materiali - dalla domanda per la vendita alla popolazione ai fini della costruzione, conservazione e manutenzione delle abitazioni.
 
297. Istituire la compravendita di abitazioni e rendere flessibili altre forme di trasmissione della proprietà (permuta, donazione e altro) tra persone naturali. Rendere agili i permessi per ristrutturazione, costruzione, locazione delle abitazioni e trasferimenti di proprietà, con l'obiettivo di facilitare la soluzione delle richieste abitative della popolazione.
 
298. Incrementare il fondo abitativo partendo dal recupero di abitazioni che oggi sono impiegate in funzioni amministrative o statali, così come per gli immobili che possono assumere funzioni abitative.
 
299. I materiali di costruzione che servono alla conservazione, ristrutturazione e costruzione di abitazioni saranno venduti a prezzi non sussidiati. Nei casi richiesti, si applicherà un sussidio alle persone, parzialmente o totalmente, all'interno dei limiti pianificati.
 
RISORSE IDRAULICHE
 
300.
Il bilancio dell'acqua costituirà lo strumento di pianificazione attraverso il quale misurare l'efficienza nel consumo statale e privato, rispetto alla disponibilità della risorsa.
 
301. Si continuerà a sviluppare il programma idraulico con investimenti a lungo termine per affrontare molto più efficacemente i problemi della siccità e dell'uso razionale dell'acqua in tutto il paese, elevando la proporzione dell'area agricola da irrigazione.
 
302. Si darà priorità e si amplierà il programma di recupero di reti, acquedotti e fognature fino alle abitazioni, secondo quanto pianificato, con l'obiettivo di elevare la qualità dell'acqua, diminuire le perdite, incrementare il suo riciclaggio e ridurre conseguentemente il consumo energetico. Includere la vendita di guarnizioni e accessori alla popolazione.
 
303. Con l'intento di favorire una cultura dell'uso razionale dell'acqua, studiare il riordinamento delle tariffe del servizio, comprese le fognature, con l'obiettivo della diminuzione graduale del sussidio, così come della riduzione drastica dello spreco nel suo utilizzo.
 

XII - Politica per il commercio
 
LINEAMENTI
 
304.
Ristrutturare il commercio all'ingrosso e al minuto, in funzione delle condizioni in cui opererà l'economia con la diversificazione delle forme di gestione della proprietà sociale e dei partecipanti ai processi produttivi e di prestazione dei servizi.
 
305. Diversificare l'assortimento, la qualità e i prezzi dei prodotti e dei servizi offerti, per soddisfare le richieste dei distinti segmenti della popolazione, secondo le loro possibilità di accesso, essendo questo uno dei fattori che contribuiscono a stimolare il lavoro.
 
306. Fino a che non si raggiunga l'unificazione monetaria, si andrà armonizzando un sistema di commercio al dettaglio su due livelli: presentando offerte differenziate per la loro qualità o caratteristiche nell'attuale rete in pesos convertibili ed elevando la qualità delle offerte in pesos cubani.
 
307. Disegnare una politica di rifornimento del paese che tenga conto della partecipazione dei produttori nazionali e dell'efficiente gestione delle importazioni realizzate. All'interno di questo definire le forme di distribuzione all'ingrosso, comprese quelle che diano risposta alle nuove modalità di produzione e di servizi non statali, così come la portata e le caratteristiche della rete (del commercio) al minuto.
 
308. Introdurre forme non statali di gestione nel commercio, fondamentalmente nei servizi gastronomici, personali e tecnici di uso domestico.
 
309. Promuovere l'offerta di prodotti alimentari che favoriscano il raggiungimento di un'alimentazione bilanciata, così come dare priorità alla vendita di indumenti e calzature, di elettrodomestici, biciclette e pezzi di ricambio, materiali da costruzione e ferramenta, mobili, corredi casalinghi, tra gli altri, come politica di sviluppo del consumo.
 
310. Ristrutturare le offerte di beni e servizi, rivedendo i prezzi al minuto dei prodotti che fanno parte del paniere familiare normato e che si definisce possano essere trasferiti alla vendita libera senza sussidi in pesos cubani.
 
311. Creare e strutturare offerte di beni e servizi alla popolazione, in rapporto alla richiesta solvibile dei consumatori, compresi i servizi di post vendita. Rivedere le proibizioni che attualmente limitano il commercio.
 
312. Esercitare un controllo effettivo sulla gestione degli acquisti e sulla rotazione degli inventari su tutta la rete commerciale, sia all'ingrosso che al dettaglio, nell'ottica di minimizzare l'immobilizzazione delle risorse e le perdite.
 
313. Applicare un'efficace protezione del consumatore, che garantisca il compimento dei doveri e dei diritti di tutti i prestatori e i consumatori di beni e servizi.
 
IMPLEMENTAZIONE DEI LINEAMENTI

Lo Stato, attraverso le sue istituzioni, organizza, dirige e supervisiona il processo di implementazione dei Lineamenti, così come i risultati che si otterranno, con la partecipazione dei lavoratori.
 
A tal fine si creerà una commissione del Governo per portare avanti l'implementazione e lo sviluppo dei Lineamenti, che lavorerà in maniera permanente nelle seguenti direzioni:
 
1. Organizzare, orientare e controllare il processo di implementazione dei Lineamenti.
 
2. Organizzare e controllare la preparazione dei quadri e delle altre categorie di persone che dirigeranno o eseguiranno la suddetta implementazione.
 
3. Orientare il processo di controllo che ogni organismo ed entità deve esercitare sulle misure che si adottano per implementare i Lineamenti e i loro risultati.
 
4. Condurre un'adeguata divulgazione del processo.
 
Come parte dell'implementazione richiesta saranno approvate le norme giuridiche che saranno necessarie, per creare la base legale e istituzionale che sostenga le modificazioni funzionali, strutturali ed economiche che si adottano.
 
Al Partito Comunista di Cuba spetta la responsabilità di controllare, sostenere ed esigere il compimento dei Lineamenti approvati dal VI Congresso del PCC, in qualsiasi luogo esso agisca.
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Discorso del generale Raul Castro Ruz, Primo Segretario del Comitato Centrale,
a chiusura della prima Conferenza Nazionale del Partito Comunista di Cuba
Svoltasi il 29 gennaio 2012 "Anno 54 della Rivoluzione"
 
La prima Conferenza Nazionale del Partito che oggi conclude le sue sessioni è stata dedicata, conformemente alla convocazione del 6° Congresso, a valutare con oggettività e senso critico il lavoro del Partito, così come a determinare con volontà rinnovatrice le trasformazioni necessarie per situarlo all'altezza che le attuali circostanze richiedono.
 
Non dimentichiamo che solo il Partito, come istituzione che raggruppa l'avanguardia rivoluzionaria e garanzia sicura dell'unità dei cubani in tutti i tempi, solo il Partito, ripeto, può essere il degno erede della fiducia data dal popolo all'unico Comandante in Capo della Rivoluzione Cubana, il compagno Fidel Castro Ruz.
 
Non mi dilungherò a esporre i dati dei partecipanti al processo di discussione del progetto di Documento Base, né le numerose modifiche che ha subito, data la relazione presentata dal Secondo Segretario del Comitato Centrale, compagno José Ramòn Machado Ventura, all'inaugurazione di questo evento che, come tutti sanno, non è cominciato ieri, ma quasi immediatamente dopo la chiusura del Congresso del Partito.
 
Dopo l'elaborazione della prima bozza del Documento e la sua successiva analisi in molteplici riunioni dell'Ufficio Politico e del Segretariato, prima della discussione nelle organizzazioni di base del Partito e dell'Unione dei Giovani Comunisti (UJC), durante i mesi di ottobre e novembre dello scorso anno, i suoi risultati sono stati analizzati dal Terzo Plenum del Comitato Centrale, celebrato il 21 dicembre 2011.
 
Anche nelle prime settimane di questo mese, a livello di provincia, è stato realizzato lo studio e la discussione da parte dei delegati alla Conferenza e di altri quadri.
 
In totale sono state elaborate nove versioni del Documento.
 
A differenza del progetto di Lineamenti della Politica Economica e Sociale del Partito e della Rivoluzione, il cui dibattito ha coinvolto, in un modo o nell'altro, tutta la popolazione, il Documento Base della Conferenza, data la sua portata meno comprensiva e la sua impostazione più diretta al funzionamento interno del Partito è stato analizzato da tutti i militanti, anche se tutto il nostro popolo ne è stato messo al corrente attraverso i mezzi di stampa.
 
D'altra parte, nel processo preparatorio della Conferenza è stato dibattuto il ruolo dei militanti nell'interesse del perfezionamento delle relazioni del Partito con la UJC, la Centrale dei Lavoratori di Cuba e le altre organizzazioni di massa, in modo che le stesse aumentino, nelle condizioni attuali, il loro protagonismo e la loro influenza sulla società.
 
Come c'era da aspettarsi, dalla pubblicazione del Documento non sono mancate le critiche e le esortazioni di coloro che, confondendo le loro più intime aspirazioni con la realtà, si sono illusi che la Conferenza consacrasse l'inizio della demolizione del sistema politico e sociale conquistato dalla Rivoluzione, per più di mezzo secolo, con l'appoggio della maggioranza dei cubani.
 
In questo senso non è casuale che il primo obiettivo dello stesso esprima: "Il Partito Comunista di Cuba, forza dirigente superiore della società e dello Stato, è frutto legittimo della Rivoluzione, è nello stesso tempo la sua avanguardia organizzata ed è quello che garantisce, insieme al popolo, la sua continuità storica". Questo concetto, cui mai rinunceremo, è in piena corrispondenza con l'art. 5 della Costituzione della Repubblica, approvata con referendum dal 97,7 per cento degli elettori, mediante il voto libero, diretto e segreto.
 
I nostri avversari, e anche alcuni che simpatizzano per noi, astraendosi dalla storia di continua aggressione, blocco economico, ingerenza e accerchiamento mediatico, espressi nelle incessanti campagne della stampa cosiddetta libera, subordinata in gran parte agli interessi imperiali predominanti - cose che la Rivoluzione cubana ha dovuto affrontare - esigono da noi, come se si trattasse di un paese in condizioni normali e non di una piazza assediata, la restaurazione di un modello multipartitico che a Cuba esistette sotto il dominio neocoloniale degli Stati Uniti.
 
Rinunciare al principio di un solo partito equivarrebbe, semplicemente, a legalizzare il partito o i partiti dell'imperialismo sul suolo patrio e a sacrificare l'arma strategica dell'unità dei cubani, che ha fatto realtà dei sogni di indipendenza e giustizia sociale per cui hanno lottato tante generazioni di patrioti, da Hatuey a Céspedes, da Martì a Fidel.
 
Per organizzare la lotta per l'indipendenza di Cuba e Portorico, Martì concepì la creazione di un solo partito politico, il Partito Rivoluzionario Cubano, secondo le sue stesse parole: "Per promuovere la rivoluzione in modo che possano entrarne a far parte... tutti i cubani di buona volontà: ... tutti coloro che amino Cuba o la rispettino".
 
Quando già la vittoria sulla Spagna era imminente, dopo trent'anni di guerra, avvenne l'invasione nordamericana e una delle prime misure fu dissolvere quel partito, così come il glorioso Esercito Liberatore, per far strada a quello che venne poi, il multipartitismo della repubblica borghese e la creazione di un nuovo esercito compresa la sua repressiva guardia rurale, garanzia del dominio assoluto di tutte le ricchezze della nazione, di quelle di cui si appropriarono nei quattro anni della prima occupazione militare.
 
Questa fu la triste fine dei due pilastri della rivoluzione indipendentista, il Partito e il suo Esercito Liberatore, risorti esattamente dopo 60 anni sotto la guida di Fidel, ispirato dagli insegnamenti di Martì. Non permetteremo mai che questa storia si ripeta.
 
Non mi propongo, in questo intervento, di rifare la storia dell'evoluzione storica del termine Democrazia, dalla sua concettualizzazione dell'antica Grecia come "potere del popolo", anche se la maggioranza schiava non contava niente. Non pretendo nemmeno di fare filosofia sulla validità e sull'utilità della cosiddetta democrazia rappresentativa, che in definitiva si sa fin troppo bene essere sbocciata irrimediabilmente nella concentrazione del potere politico in seno alla classe che possiede l'egemonia economica e finanziaria di ogni nazione, dove anche la maggioranza non conta e quando manifesta, come succede in questo preciso momento in molti paesi, viene brutalmente repressa e fatta tacere con la complicità della grande stampa al suo servizio, anche lei multinazionalizzata.
 
L'argomento migliore è quello che ci offre la democrazia nordamericana, che si pretende di imporre come modello a tutto il mondo, in cui si alternano al potere i partiti Democratico e Repubblicano che difendono, senza molte differenze, gli interessi dello stesso grande capitale, cui entrambi si subordinano.
 
Lì stanno, per citare pochi esempi, la Base navale di Guantànamo, territorio occupato dagli Stati Uniti illegalmente, contro la volontà del popolo cubano e che così è rimasta per più di 100 anni, a prescindere da partito al potere in quel paese, che tanto proclama la difesa dei diritti umani mentre, nonostante le promesse dell'attuale presidente, vi mantiene da circa dieci anni una prigione dove, in un limbo legale, in questo momento più di 170 cittadini stranieri sono sottomessi a torture e vessazioni.
 
Il secondo esempio, l'invasione di Playa Giròn, concepita e pianificata da un presidente repubblicano, Eisenhower, e portata a termine dal presidente Kennedy, del partito Democratico, appena tre mesi dopo il suo insediamento; e da ultimo il blocco economico, che dura da mezzo secolo, non importa se chi occupa la Casa Bianca è repubblicano o democratico.
 
Senza la più piccola mancanza di rispetto nei confronti di qualsiasi Paese che abbia sistemi pluripartitici e attenendosi strettamente al principio del rispetto della libera determinazione e della non ingerenza negli affari interni di altri stati, consacrato nella Carta delle Nazioni Unite, a Cuba, partendo dalle nostre esperienze nella lunga storia delle lotte per l'indipendenza e la sovranità nazionale, difendiamo il sistema del partito unico di fronte al gioco della demagogia e della mercificazione della politica.
 
Se abbiamo scelto sovranamente, con la partecipazione e l'appoggio del popolo, l'opzione martiana del partito unico, ciò che ci corrisponde è promuovere la più grande democrazia nella nostra società, cominciando a dare l'esempio dall'interno delle file del Partito, cosa che presuppone sviluppare un clima di massima fiducia e la creazione delle condizioni richieste a tutti i livelli per il più ampio e sincero scambio di opinioni, sia nel seno dell'organizzazione, sia nei suoi legami con i lavoratori e con la popolazione, favorendo il fatto che le differenze siano assunte con naturalezza e rispetto, compresi i mezzi di comunicazione di massa, menzionati varie volte negli Obiettivi approvati in questa Conferenza, che dovranno essere coinvolti con responsabilità e con la più stretta veridicità in questo impegno, non nello stile borghese pieno di sensazionalismo e menzogne, ma con comprovata obiettività e senza il "segretismo" inutile.
 
A questo fine è necessario incentivare una maggiore professionalità tra i lavoratori della stampa, compito in cui siamo sicuri che conteremo con l'appoggio dell'Unione dei Giornalisti di Cuba (UPEC), dei mezzi di comunicazione e degli organismi e istituzioni che devono fornirle informazioni degne di fede e opportune per, tra tutti, con pazienza e criterio unitario, perfezionare ed elevare continuamente l'effettività dei messaggi e dell'orientamento ai compatrioti.
 
Allo stesso tempo, la conformazione di una società più democratica contribuirà anche a superare attitudini simulatorie e opportuniste sorte, al riparo della falsa unanimità e del formalismo, nel trattare differenti situazioni della vita nazionale.
 
È necessario abituarci tutti a dire la verità di fronte, guardandoci negli occhi, a dissentire e discutere, a dissentire anche di quello che dicono i capi, quando consideriamo che la ragione ci assiste, com'è logico nel luogo adeguato, nel momento opportuno e in forma corretta, cioè nelle riunioni e non nei corridoi. Bisogna essere disposti a cercare i problemi difendendo le nostre idee e affrontando con fermezza il mal fatto. Abbiamo già detto in altre occasioni, e così viene espresso nel Rapporto Centrale al 6° Congresso, che l'unica cosa che può portare alla sconfitta della Rivoluzione e del Socialismo a Cuba è la nostra incapacità di sradicare gli errori commessi nei più di 50 anni trascorsi da quel 1° gennaio 1959 e quelli nuovi in cui potremmo incorrere nel futuro.
 
Non è mai esistita, né esisterà, una Rivoluzione senza errori, perché esse sono opera dell'agire di uomini e popoli che non sono perfetti e che, oltretutto, affrontano per la prima volta nuove e smisurate sfide. Per questo credo non bisogna vergognarsi degli errori, la cosa grave e mortificante sarebbe non avere il coraggio di approfondirli e analizzarli per estrarre insegnamenti da ognuno e correggerli in tempo.
 
In questo senso, per la loro permanente validità, è opportuno ricordare le parole del compagno Fidel del 28 settembre 1986, nel chiudere il Terzo Congresso dei CDR, quando disse: "La lotta contro le tendenze negative e la lotta contro gli errori commessi continueranno indefettibilmente, perché abbiamo il sacro dovere di perfezionare tutto quello che facciamo, di perfezionare la Rivoluzione, abbiamo il sacro dovere di non essere mai soddisfatti, neppure quando crediamo di star facendo bene le cose che facciamo, men che meno saremo soddisfatti quando sappiamo che non si stanno facendo le cose bene quanto potrebbero essere fatte".
 
La generazione che ha fatto la Rivoluzione ha avuto il privilegio storico, poche volte concesso, di poter condurre la rettifica degli errori commessi da se stessa, prova evidente del fatto che essi non hanno avuto una ripercussione strategica altrimenti non saremmo qui oggi. Non pensiamo, nonostante non siamo più tanto giovani, di sprecare questa ultima opportunità.
 
Nel riferirmi a questo argomento, sento il dovere di avvertire, una volta di più, della necessità di non cadere nell'illusione di credere che le decisioni adottate in questa Conferenza Nazionale e neppure gli accordi di portata strategica adottati dal 6° Congresso costituiscano la soluzione magica di tutti i nostri problemi.
 
Per impedire che, nuovamente, le istruzioni del Partito finiscano in un sacco rotto, l'Ufficio Politico ha deciso, com'è stato indicato al momento rispetto al cammino dell'attualizzazione del modello economico e del compimento dei piani annuali e del bilancio, che i Plenum del Comitato Centrale analizzino due volte l'anno l'applicazione degli Obiettivi di lavoro del Partito approvati da questa Conferenza. Allo stesso modo procederanno i comitati provinciali e municipali del Partito, nella forma e con la frequenza che il Comitato Centrale stabilirà.
 
L'esperienza ci ha insegnato che ciò che non si controlla con effettività, non si fa o si eseguisce superficialmente.
 
È necessario lavorare e perseverare con ordine, disciplina e rigore perché i Lineamenti della Politica Economica e Sociale diventino realtà, così come per gli Obiettivi approvati in questa occasione, lasciarci indietro la zavorra della vecchia mentalità e costruire con intenzionalità trasformatrice e con molta sensibilità politica la visione del presente e del futuro della Patria, senza abbandonare neppure per un istante il legato martiano e la dottrina del marxismo leninismo che costituiscono il principale fondamento ideologico del nostro processo rivoluzionario.
 
Per riuscire a raggiungere questo obiettivo è imprescindibile, come è espresso nell'Obiettivo n. 37, "rafforzare l'unità nazionale intorno al Partito e alla Rivoluzione, rafforzare il vincolo permanente con le masse e consolidare la convinzione di preservare la nazione cubana e le conquiste economico-sociali, sulla base del fatto che Patria, Rivoluzione e Socialismo sono indissolubilmente fusi".
 
Ora, la sintesi del tema non sta nell'aver formulato adeguatamente questo obiettivo o un altro, ma nel determinare le vie e le forme per applicarli nella pratica, con la massima fermezza, in modo da poter valutare integralmente quanto e come avanziamo, individuare in tempo le tendenze negative ed essere capaci di mobilitare i militanti e il popolo nella realizzazione dell'obiettivo in questione.
 
La stessa cosa è applicabile agli enunciati riguardanti la Politica dei Quadri, area che - come viene espresso nel Rapporto Centrale al 6° Congresso - ha sofferto gli effetti dell'improvvisazione e della mancanza di previsione e sistematicità, traendo come conseguenza il fatto che non abbiamo ancora una riserva di sostituti sperimentati e maturi, con una preparazione sufficiente per assumere le complesse funzioni di direzione nel Partito, nello Stato e nel Governo, compito che - per ovvie ragioni, come tutti comprenderanno - riveste un'importanza strategica per la Rivoluzione e sul quale lavoriamo senza precipitazione, ma senza pause, nel realizzare le decisioni del Congresso.
 
Approfitto dell'occasione per ribadire che, nella misura in cui avanzeremo nella definizione di tutte le correzioni che sarà necessario introdurre nella Costituzione della Repubblica e nel quadro legislativo complementare, tra le altre cose metteremo in pratica la decisione di limitare a un massimo di due periodi consecutivi di cinque anni la permanenza nelle principali cariche politiche e statali. Riguardo a questo, ritengo che - una volta definite e decise dalle competenti istanze tali politiche - possiamo iniziare la loro graduale applicazione senza aspettare la riforma costituzionale, processo cui non dobbiamo ricorrere ogni momento, cioè andare a modificare qualcosa della Costituzione, anche se da parte del Parlamento stesso, senza necessità di un referendum. Allo stesso modo potranno essere in questo senso modificati gli Statuti e altri documenti fondamentali del Partito.
 
Parlando di questi temi, non si può non menzionare l'importanza di riaffermare che l'autorità morale del Partito, dei suoi militanti e specialmente dei dirigenti, a tutti i livelli, si fonda sull'esempio personale, a partire da dimostrate qualità etiche, politiche e ideologiche e sul permanente contatto con le masse.
 
La Rivoluzione degli umili, fatta dagli umili e per gli umili, che tanto sangue è costata al nostro coraggioso popolo, smetterebbe di esistere senza un solo sparo del nemico se la sua direzione venisse un giorno a cadere nelle mani di individui corrotti e codardi.
 
Vale la pena di tenere sempre presenti questi concetti, che non sono per nulla nuovi, per il danno reale e potenziale che il fenomeno della corruzione rappresenta per il presente e per il futuro della nazione.
 
Nelle ultime settimane i deputati dell'Assemblea Nazionale e numerosi quadri e funzionari di tutto il paese hanno ricevuto molte informazioni su alcune inchieste che su questa materia stanno portando avanti gli organi specializzati del Ministero dell'Interno, in stretta collaborazione con la Procura e la Corte dei Conti Generale della Repubblica. A tempo debito, dopo la decisione dei tribunali competenti, tutta la popolazione sarà messa ampiamente a conoscenza di questi fatti.
 
Non molto tempo fa, intervenendo alla chiusura delle sessioni del Parlamento lo scorso dicembre, mi sono riferito alla convinzione che la corruzione, in questa fase attuale, è uno dei nemici principali della Rivoluzione, molto più dannoso del multimilionario programma di sovversione e di ingerenza del governo degli Stati Uniti e dei suoi alleati all'interno e all'esterno del paese. Ho detto anche che da allora in avanti non avremmo permesso che le azioni di contrasto a questo reato fossero effimere, come in realtà è successo in altre occasioni.
 
Fortunatamente, senza la minima intenzione di alleggerire la gravità di questo male piuttosto generalizzato sul pianeta, credo che il nostro paese può vincere la battaglia contro la corruzione, prima frenandola e quindi liquidandola senza esitazioni. Abbiamo già avvertito che, nel quadro delle leggi, saremo implacabili col fenomeno della corruzione.
 
Frequentemente vari di coloro che sono implicati in questi casi hanno ostentato la loro militanza nel Partito, dimostrando concretamente la loro doppia morale e l'uso di questa condizione per procurarsi posizioni nelle strutture di direzione, violando in modo flagrante i doveri di un militante comunista, stabiliti negli Statuti.
 
Per questo, senza aspettare la revisione che si sta effettuando nella cornice dell'attualizzazione dei documenti fondanti del Partito, il Terzo Plenum del Comitato Centrale, celebrato nello scorso dicembre, ha stabilito che la sanzione da applicare a coloro che siano coinvolti in atti di corruzione non può essere altro che l'espulsione dalle fila del Partito, senza che questo diminuisca la responsabilità amministrativa o penale corrispondente, perché finora, come pratica, questa misura - l'espulsione - era eccezionale e veniva riservata a casi di tradimento alla Patria e a delitti gravi.
 
Non abbiamo il minimo dubbio che l'enorme maggioranza dei cittadini e dei quadri di direzione siano persone oneste, ma sappiamo che questo non è sufficiente, non basta essere onesti e sembrarlo, bisogna lottare e affrontarsi, passare dalle parole all'azione.
 
È vero che da anni il Partito porta avanti la battaglia contro questo flagello; tuttavia esso andava per una strada e il Governo per un'altra. Per assicurarne il successo, è fondamentale che il Partito prenda definitivamente a suo carico la conduzione del processo, cosa che non significa assolutamente soppiantare le funzioni che appartengono a ogni istituzione.
 
Il Partito, in primo luogo, esigerà da tutti la responsabilità per il complimento dei loro obblighi, senza intervenire nell'amministrazione ma richiamando l'attenzione, mettendo in guardia e lottando là, nel nucleo, nel municipio, facendo pressione, pensando e ripensando a come mobilitare l'insieme delle forze in questo compito.
 
Ogni volta che lo facciamo, verifichiamo che la correlazione di forze ci favorisce in questo impegno a sconfiggere la corruzione. Bisogna dare importanza all'organizzazione e alla costanza di questa lotta. Oltretutto questa non è una funzione esclusiva dei militanti, è anche un dovere di ogni cittadino e cittadina, militante o no, che si preoccupi del suo paese.
 
In questo contesto vanno ripresi, per la loro attualità, concetti definiti fin dal 1973, quasi 40 anni fa, quale parte del processo preparatorio del Primo Congresso.
 
Il Partito deve essere capace di dirigere lo Stato e il Governo, controllarne il funzionamento e il compimento da parte loro degli orientamenti tracciati, stimolare, dare impulso, coadiuvare il lavoro degli organi di governo, mai in alcun caso sostituirli. Li dirige attraverso il controllo, e questo termine va intesa nell'accettazione di verificare, esaminare e rivedere, mai nel senso di intervenire o comandare.
 
Anche se non è nel testo, è nel pensiero di tutti, di tutta la massa dei militanti, che nel Partito deve finire definitivamente il "comandismo"; la sua forza è morale, non giuridica, per questo bisogna avere morale per dirigere il Partito e portare questo spirito alla massa dei militanti; è la forza morale!
 
Il Partito dirige controllando che le sue direttive, insieme a quelle dello Stato e del Governo, siano eseguite correttamente da coloro cui spetta metterle in pratica.
 
L'organizzazione del Partito controlla attraverso le sue strutture e attraverso tutti i suoi militanti, dall'alto in basso e viceversa, cosa che non nega il ruolo che il Governo ha sull'attività amministrativa di sua pertinenza. Il controllo è simultaneo, ma non presuppone interferenze. In un'impresa di produzione o nei servizi, questo si esercita attraverso l'amministrazione dell'ente, attraverso i suoi livelli superiori o gli organismi statali o governativi di competenza, come la Corte dei Conti, la Procura, le banche, gli uffici dell'amministrazione tributaria ecc.
 
Le organizzazioni di base del Partito portano a termine il controllo attraverso l'azione dei loro militanti, siano semplici lavoratori o dirigenti, incalzando l'amministrazione con l'esempio da cui discende la loro autorità perché si attenga strettamente al compimento delle norme giuridiche vigenti, senza cessare di trasmettere agli organismi politici superiori la relativa informazione. Il Partito controlla che i piani economici e il bilancio vengano elaborati in modo corretto e, approvati dal Governo e dal Parlamento, che siano eseguiti rigorosamente.
 
Questi concetti sono chiari da molto tempo, dal Primo Congresso, ma poi ci siamo dimenticati di quelle risoluzioni, di quelle decisioni, di quel magnifico congresso e li abbiamo chiusi in un cassetto, e perciò quasi mezzo secolo dopo dobbiamo rispolverare quelle carte che abbiamo scritto 40 anni fa, perché ci siamo dedicati ad altre cose, per una ragione o per l'altra. Per questo difendiamo tanto l'istituzionalità e il fatto che ognuno faccia ciò che gli corrisponde, senza interferire con gli altri ma appoggiandoli. Questi concetti, oltretutto, sono stati attualizzati, e quindi diventa imprescindibile educare i militanti dalla base, cioè nel proprio nucleo del Partito o della Gioventù Comunista, a questi principi e sul come si realizza questo compito: ognuno nell'ambiente dove svolge le sue attività; sul come si fa quello che abbiamo stabilito in vari Congressi, come in questo caso, cioè educare i militanti perché mettano nel loro agire quotidiano questi concetti. Non bisogna... non bisogna fare i filosofi!
 
Questo è ciò che dobbiamo insegnare, semplicemente, e poco a poco continuare a educarli nelle riunioni corrispondenti, in brevi corsi o quello che volete: che sappiano qual è la loro funzione, qual è il loro compito; ma per svolgere questo ruolo bisogna avere morale in tutti i sensi. E vi dicevo che è questo, nella mia modesta opinione - ed è stato un tema piuttosto discusso in alcune commissioni ieri - l'aspetto essenziale del cosiddetto lavoro politico-ideologico e non le parole d'ordine vuote e le frasi prefabbricate.
 
Prima di concludere il discorso considero necessario denunciare, una volta di più, le brutali campagne anticubane istigate dal governo degli Stati Uniti e da alcuni altri tradizionalmente coinvolti nella sovversione contro il nostro paese, con il contributo della grande stampa occidentale e la collaborazione dei suoi salariati nell'isola, col proposito di screditare la Rivoluzione, giustificare l'ostilità e il blocco contro la popolazione cubana e creare una "quinta colonna" che faciliti l'aspirazione di privarci dell'indipendenza e della sovranità nazionale.
 
Come scrive l'editoriale del Granma di lunedì 23 gennaio scorso, i fatti parlano più delle parole.
 
Le campagne anticubane non faranno breccia nella Rivoluzione e nemmeno nel popolo, che continuerà a perfezionare il suo socialismo. Si dimostrerà nuovamente che la menzogna, per quante volte si ripeta, non necessariamente diventa verità, perché "un principio giusto, dal fondo di una caverna, può più di un esercito".
 
Compagne e compagni,
 
In meno di un anno abbiamo realizzato due eventi del Partito, questa Prima Conferenza Nazionale e soprattutto il 6° Congresso, con decisioni fondamentali per il presente e il futuro della Rivoluzione e del Socialismo a Cuba. La strada è stata già tracciata, andiamo avanti con la stessa decisione, la fermezza ideologica, il coraggio e la serenità dimostrata in più di 13 anni di ingiusta prigione dai nostri Cinque Eroi, per la cui libertà non smetteremo mai di lottare e ai quali facciamo giungere il saluto fraterno dei comunisti e di tutto il popolo cubano.
 
Molte grazie
 

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