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CUBA: I CDR in caduta libera? La verità è un'altra

Percy Francisco Alvarado Godoy | diario-octubre.com
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

30/09/2013

Qual è la vera ragione di quest'accanimento provocatorio contro i CDR (Comitati di Difesa della Rivoluzione, ndt)? La risposta è semplice: fin dalla loro fondazione, sono stati la spina dorsale della Rivoluzione e il motore propulsore delle trasformazioni socio-economiche nelle comunità, nei quartieri e nelle strade del paese, cosi come sono stati un potente fattore di lotta alla delinquenza, al terrorismo e alle indiscipline sociali. Per questo vengono messi in discussione, odiati, attaccati e diffamati, disprezzati ed offesi.

Certo è che non è stato tutto rose e fiori nel lavoro cederista e molte volte è stata abbassata la guardia nello svolgimento dei loro compiti, ignorando la necessità di cambiare tattiche e strategie adattandole ai tempi nuovi, che richiedono il rafforzamento dei loro doveri fondativi e l'inclusione di nuove funzioni all'interno della società cubana. La realtà, però, dimostra che i CDR continuano a essere il principale baluardo su cui Fidel fa affidamento ormai da decadi e che è giusto il richiamo a lasciarsi alle spalle il formalismo nell'adempimento dei compiti, l'apatia di alcuni dei loro membri e ad animare la combattività giorno dopo giorno. Il nemico è lì e si deve continuare a combatterlo.

Ovviamente, i CDR rappresentano il popolo e mai un manipolo nemico riuscirà a mobilitare così tanta gente in questo paese. Da li deriva l'odio imponente verso questa organizzazione che rifiuta di mercenarizzarsi e tradire la Rivoluzione.

Negli ultimi giorni l'organizzazione cederista è stata attaccata mediaticamente dai nostri nemici dall'interno e dall'esterno del nostro paese, cercando di imporre la matrice d'opinione che i CDR abbiano perso la propria ragion d'essere e che tendano a sparire (o debbano essere disintegrati). Vari sono gli esempi:

- Il controrivoluzionario di Cienfuegos Alejandro Tur Valladares, auto titolatosi "giornalista indipendente" e vincolato al minuscolo detrattore Jagua Press, ha affermato che "i CDR hanno perso legittimità e potere aggregativo. […] Nonostante lo svolgersi dell'attuale congresso dei Comitati di Difesa della Rivoluzione, si prevede una crisi terminale dell'istituzione, oramai vincolata all'apparato repressivo del regime".

- Il blog controrivoluzionario "Diario de Cuba" ha pubblicato un articolo intitolato "Lenta morte dei CDR", del controrivoluzionario Orlando Delgado, nel quale demonizza le suddette organizzazioni con spregevoli epiteti, indicando che "furono create per vigilare e denunciare cittadini o gruppi che mostrarono precocemente il proprio disaccordo con la Rivoluzione".

La manipolazione de "Diario di Cuba" cerca di vendere una realtà distorta del ruolo del CDR nei quartieri, vedendolo come un repressore e negandogli il suo carattere educativo e la sua missione preventiva. Con sfacciataggine, spiega: "Tali parole ("Uniti, vigili e combattivi", il motto dei Comitati, ndt) chiamano a ciò che il cubano medio ormai non è più minimamente nelle condizioni di fare, giacché chi dovrebbe sorvegliare e combattere? Forse il vicino che ha potuto migliorare il proprio tenore di vita, grazie al quale ora lavora in un negozio dove arrotonda? O alla vicina che sfama i propri figli prostituendosi o vendendo tutto ciò che le passa tra le mani? Allo stesso modo si potrebbero elencare migliaia di attività considerate illegali dal Governo ma che fanno parte della vita quotidiana nell'Isola".

Ecco che appare nuovamente la stessa matrice d'opinione sull'inesistente forza combattiva dei CDR, presentandoli unicamente come esecutori meccanici di campagne e direttive del governo, senza iniziativa ne influenza sulle comunità. La manipolazione prosegue: "I CDR mostrano un lungo deterioramento. Una prova è che il governo, molto prima che riempisse la città di nastrini gialli per sviare l'attenzione dagli urgenti problemi della società cubana, procedeva gradualmente ad attaccare un nuovo adesivo alla porta dei presidenti dei CDR per ribadire che li vive il dirigente supremo dell'isolato e che l'organizzazione funziona, nonostante molti dei residenti del posto non conoscano quella persona e mostrino la propria apatia nei confronti delle sporadiche attività che promuove."

- "Cubanet", altro sito controrivoluzionario, offende la missione di vigilanza rivoluzionaria dei CDR in una nota intitolata "Simbolo degli spioni", firmata da un altro controrivoluzionario, Julio César Álvarez, nella quale cerca di consolidare un'altra matrice di opinione nelle reti sociali: "[…] l'immagine che identifica i CDR dovrebbe essere quella della denuncia." Prosegue il suo attacco dandogli della "mostruosità machiavellica", della "marmaglia popolare", etc. la cui azione è limitata, parziale e incapace di affrontare la corruzione degli alti funzionari governativi. Per loro, continua la nota, gli unici nemici sono i "dissidenti", ignorando la tenace battaglia di queste organizzazioni contro la delinquenza e l'indisciplina sociale.

- Il blog "YaCubaTwittea", detrattore e provocatore, ha pubblicato un'altra nota ingannevole intitolata "Celebrato ieri sera il funerale dei CDR", nella quale brandisce il suo odio malsano nei confronti del popolo organizzato. Questa volta riporta la registrazione di un commento del mercenario Ramón Bolaños Martín, segretario dell'Unione Patriottica di Cuba (UNPACU), nel municipio di Mella, provincia di Santiago di Cuba, che si riferisce all'evento festivo del nostro popolo come a "un altro giorno di miseria e umiliazione". Non sarà che si riferisce, non riuscendo a toglierseli dalla testa, agli atti di ripudio popolare nei confronti della sua attitudine provocatrice e mercenaria?

Bolaños cerca di ridicolizzare le tradizionali feste cederiste aspettando l'arrivo della loro ricorrenza annuale, impostando verso i propri finanzieri della Florida la seguente fraudolenta opinione: "Se cinque o sei persone attorno ad una casseruola messa sul fuoco in mezzo alla strada, la chiamano 'Festa dei cubani' allora è vero".

La realtà è che la permanenza dei CDR in prima linea nella difesa delle nostre conquiste è profondamente dolorosa per questi individui. Lo stesso Raúl lo ha confermato il 27 (settembre 2013, ndt) nell'ambito del Congresso dei CDR: non cederemo di una virgola, né ci sottoporremo alle pretese dei nostri nemici. E' stato chiaro nell'affermare: "Cuba può avere relazioni, basate sul rispetto reciproco, con tutti i paesi del mondo, ma di sottomissione, nessuna e al cospetto di nessuno!".

L'VIII Congresso dell'organizzazione costituisce uno spartiacque storico nella vita dei CDR, il  contesto nel quale sono stati analizzati i problemi che le riguardano, la loro necessaria rivitalizzazione, la dinamizzazione del loro modo di agire ed il necessario riallineamento delle loro funzioni, adeguandole al momento attuale.

"Questo morto è vivo e vegeto" si potrebbe rispondere a questi avvoltoi bugiardi e provocatori. I CDR sono il pilastro della Rivoluzione e la garanzia della sua esistenza. Sono, inoltre, giudice e parte attiva nel processo di profonda trasformazione che stiamo realizzando senza perdere la nostra rotta socialista.

L'incremento del lavorio sovversivo, la sua crescente capacità di approfittare delle nostre debolezze, delle brecce che lasciamo aperte e il lacunoso lavoro svolto con le masse e i giovani, costituiscono nuove sfide per i cederistas. A tal proposito, Raúl ha enfatizzato: "Bisogna cambiare i metodi della lotta, non la battaglia."

Non c'è il benché minimo dubbio che l'VIII Congresso è servito a individuare lacune nel lavoro, ad abbandonare la routine e il campagnismo, a prospettare nuove sfide nel lavoro con la comunità e con la gioventù, a rinforzare la lotta all'illegalità e alle indiscipline sociali, così come ad aumentare la vigilanza rivoluzionaria contro il crimine, la controrivoluzione e altre zavorre che oggi gravano sulla nostra società.

Machado Ventura, in chiusura dell'evento, è stato altrettanto chiaro e preciso riguardo alla necessità di aumentare la prontezza della risposta dei membri ai doveri e agli altri avvenimenti che cercano di danneggiare la nostra costituzionalità. L'aumento della vigilanza in ogni isolato, il perfezionamento delle strutture, rendendole meno complesse e più efficienti, aumentare l'incidenza nell'educazione morale dei giovani e dei bambini, aumentare l'accesso dei vicini alla ricreazione, alla cultura ed allo sport, la preparazione dei dirigenti dei CDR affinché svolgano il proprio ruolo come lider nelle comunità, la lotta ai progetti controrivoluzionari nei quartieri, sono le esigenze dei nuovi tempi.

I CDR vinceranno, come sempre, la battaglia quotidiana per una società migliore e più giusta, essendo espressione delle legittime aspirazioni del nostro popolo.


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