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Dieci votazioni favorevoli a Cuba

José R. Oro | cubadebate.cu
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

02/11/2018

L'Assemblea Generale è l'organo principale delle Nazioni Unite. In essa sono rappresentati tutti gli Stati membri, ognuno con diritto di voto su questioni importanti come pace, sicurezza, ingresso di nuovi membri e questioni finanziarie. Queste sono decise da una maggioranza di due terzi. Tutte le altre a maggioranza semplice. Vedremo perché sottolineo questo dettaglio. È in questo foro mondiale che la denuncia del blocco degli Stati Uniti contro Cuba ha luogo ogni anno.

Il crudele embargo economico, commerciale e finanziario imposto dal governo degli Stati Uniti contro Cuba da quasi sei decenni è il più odioso, implacabile ed esteso sistema di sanzioni unilaterali che è stato applicato contro un paese nel corso della storia.

Negli ultimi 12 mesi la politica del bloqueo si è intensificata e viene applicata con ancora più intransigenza.
Con la firma del "Memorandum Presidenziale di Sicurezza Nazionale sul Rinvigorimento della Politica degli USA verso Cuba", il 16 giugno 2017 il governo del presidente Donald Trump ha intensificato il blocco contro l'isola.

A novembre dello scorso anno i Dipartimenti del Commercio, del Tesoro e dello Stato hanno ulteriormente limitato il diritto degli statunitensi di recarsi a Cuba e hanno imposto ulteriori impedimenti alle limitate opportunità del settore imprenditoriale statunitense nell'isola, stabilendo un elenco di 179 entità cubane con cui le istituzioni e le persone fisiche o giuridiche statunitensi non possono effettuare transazioni di alcun tipo.

Quest'anno, la delegazione statunitense ha compiuto uno sforzo importante per silurare la risoluzione che li condannava.

Hanno voluto dar luogo, il 16 ottobre nella sala dell'ECOSOC (Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite), ad uno show anti-cubano sui diritti umani, che è stato fortemente respinto. Hanno tentato di introdurre otto emendamenti alla risoluzione contro il blocco, rinviando di un giorno la loro votazione al fine di esercitare una maggiore pressione sui paesi votanti. Sono persino riusciti a far votare separatamente ciascuno degli otto emendamenti, prevedendo che per molti paesi, votare otto volte lo stesso giorno contro i potenti Stati Uniti sarebbe stato impossibile. Ma ogni emendamento è stato respinto con un'ampia maggioranza a favore di Cuba.

L'atmosfera di tensione era chiaramente percepita nell'ampio salone delle riunioni, non era permesso scattare foto a differenza della stessa sessione di un anno fa. I diplomatici passavano costantemente da un tavolo all'altro. Al tavolo di Cuba, dove era seduto il nostro cancelliere Bruno Rodríguez Parilla e l'ambasciatrice Anayansi Rodriguez, andavano e venivano i rappresentanti di diversi paesi delle Nazioni Unite, a salutarli e parlare con loro.

Sono già 27 le risoluzioni che sono state adottate nel quadro dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite e nuovamente abbiamo potuto vedere il ripudio del mondo intero a questa politica che non solo persiste, ma si aggrava e peggiora. Tutte le risoluzioni hanno denunciato la natura aggressiva e illegale del blocco. Queste condanne sono avvenute durante le amministrazioni di Bush, padre e figlio, Clinton, Obama e ora Trump. L'unica volta in cui nessun paese ha votato contro è stato nel 2016, l'ultimo anno di Obama, quando gli Stati Uniti e Israele si sono astenuti.

Come si è svolta la sessione del 31 ottobre nell'Assemblea Generale?

Questa volta ho avuto una magnifico posto (il mattino ha l'oro in bocca), direttamente sul bancone di fronte alla Presidenza dell'Assemblea Generale, da cui la politica e diplomatica ecuadoregna Maria Fernanda Espinosa ha condotto la sessione con sobrietà e buona organizzazione. Poi, nel secondo giorno, è diventata più nervosa.

Tutti i posti degli invitati erano occupati, non c'era spazio per un'anima. C'era una notevole aspettativa tra gli ospiti, specialmente dopo lo scontro molto forte tra Stati Uniti e Cuba in Ecosoc, due settimane prima. I presenti si chiedevano se Nikki Haley (che era arrivata alle 8:45 con un SUV nero nell'edificio della Missione degli Stati Uniti) avrebbe fatto un discorso di presentazione prima di partire come rappresentante degli Stati Uniti e quanto sarebbero stati forti i suoi insulti contro Cuba e altri paesi.

La seduta è cominciata alle ore 10.00 ed è salito sul podio l'Egitto (in rappresentanza del G77 + Cina), il Marocco (in rappresentanza dell'Organizzazione dell'Unità Africana), il Venezuela (per il NAM, Movimento dei paesi non allineati ), El Salvador (in rappresentanza della CELAC ), la Bolivia, Singapore (in rappresentanza dei paesi del sud-est asiatico), la Russia, la Cina, Saint Vincent e Grenadine, Bielorussia, Kenya, Tanzania, Suriname, Caricom, l'OIC (Organizzazione Internazionale del Commercio), il Vietnam, la RPDC , la Giamaica, l'India, il Sud Africa, la Namibia, il Messico, l'Algeria, l'Iran, lo Zimbabwe, la Siria, il Belize, il Laos, le Bahamas, l'Angola, il Gabon, la Costa d'Avorio (per l'Organizzazione di Unità Islamica) e l'ultimo oratore (forse anche il più brillante) è stato il rappresentante del Nicaragua.

A quel punto il presidente dell'Assemblea Generale ha chiuso la sessione, annunciando che avrebbe continuato il giorno successivo alle 10:00.

Da evidenziare gli interventi di: Vietnam, Messico, Namibia, Algeria, Venezuela, Giamaica e Bielorussia. Tutti, senza eccezioni, hanno condannato il Blocco e proposto di adottare la Risoluzione nel suo testo originale, senza alcun emendamento.

Quali differenze si possono osservare negli interventi di questa sessione del 2018 rispetto agli anni precedenti?

- Una denuncia molto più forte del carattere extraterritoriale del blocco, praticamente da tutti gli oratori

- L'impatto regionale che colpisce non solo Cuba, ma anche altri paesi (Giamaica, Nicaragua, Messico e Salvador sono stati molto critici su questo punto).

- Il blocco e qualsiasi politica di sanzioni unilaterali di un paese contro l'altro impediscono il rispetto dell'agenda per lo sviluppo sostenibile e l'eliminazione della povertà entro il 2030, essendo un'aperta contraddizione non solo per la Carta, ma anche per i principali obiettivi strategici dell'ONU, molto enfatizzati dalla maggior parte dei paesi e delle organizzazioni.

In generale, gli interventi sono stati più duri e più critici nei confronti degli Stati Uniti rispetto allo scorso anno, in particolare da parte di Vietnam, Russia, Namibia, Messico e altri.

Secondo giorno: nove vittorie schiaccianti!

Impressionante intervento del grande cancelliere cubano Bruno Rodríguez Parrilla con una forte denuncia del crudele blocco, ha detto "non c'è e non ci sarà spazio a Cuba per l'ingerenza di una potenza straniera". Ha anche denunciato i "personaggi che attaccano da lungo tempo Cuba". Grande è stata alla fine l'ovazione.

Immediatamente il ministro è tornato sul podio per presentare la proposta di Cuba e "a nome dell'eroico e altruista popolo di Cuba" ha chiesto di votare la Risoluzione che denunciava il blocco. Di nuovo grandi applausi.

Nikki Haley ha comunicato che gli Stati Uniti avrebbero votato contro la Risoluzione, ha chiamato Israele "una buona compagnia" e la Risoluzione "una perdita di tempo votata ad insultare gli Stati Uniti" Ha continuato a criticare i paesi che hanno mostrato sostegno a Cuba e ha chiesto che votassero per gli emendamenti. Ha terminato con tenui applausi.

Le delegazioni hanno motivato i loro voti dai tavoli, cominciando dall'Austria (per l'Unione europea). Questa ha riconosciuto il danno del blocco contro il popolo cubano e ha chiesto la sua fine in modo chiaro. Lo Zambia ha citato Nelson Mandela e la parola "Ubuntu" che significa "umanità" o "coscienza". Il blocco degli Stati Uniti nega il concetto stesso di "Ubuntu".

Il ministro degli Esteri di Cuba ha chiesto la parola e ha spiegato il perchè del suo rifiuto agli emendamenti, estranei all'argomento e tentativo di attenuare la denuncia universale del blocco e ha chiesto che le votazioni, in conformità con le disposizioni dell'ONU, avvenissero con maggioranza di due terzi.

Nikki Haley è tornata ad attaccare Cuba chiedendo una maggioranza semplice. Non l'ha ottenuta.
Gli emendamenti sono stati votati uno per uno, tutti assurdi. Solo tre paesi (USA, Israele e Ucraina) hanno votato a favore degli emendamenti che sono stati sconfitti in modo schiacciante, uno ad uno. L'Uruguay è stata ipocrita. Ha detto che gli emendamenti erano errati e inadeguati, non poteva sostenerli, ma non ha voluto votare contro ciò che gli emendamenti dicevano.

La risoluzione è stata votata: A favore di Cuba 189, contro 2, astensioni 0!

Indonesia, Ecuador, Costa Rica, Panama, (il cui brillante Presidente, Varela, ha partecipato alla FIHAV, Feria Internacional de la Habana) hanno criticato gli Stati Uniti e l'embargo. L'Argentina di Macrì si è espressa chiaramente contro! Anche l'Australia, sebbene abbia detto di comprendere alcuni degli emendamenti, li ha considerati inammissibili. Il Perù era più o meno sulla stessa linea, ma si scusava con gli Stati Uniti per aver votato contro il blocco.

Le opinioni del pubblico erano molto chiare. L'eccezionale giornalista argentina Anahi Rubin ha voluto sottolineare "un'altra sconfitta schiacciante, incredibile 189 - 2 - 0. Vittoria completa di Cuba". Un cubano residente nel New England, Eulices Anton, ha esclamato la sua gioia dicendo "gli Stati Uniti hanno minacciato e orchestrato trappole di ogni genere, ma hanno perso una votazione così devastante, sia nella risoluzione, che in ognuno degli otto emendamenti". Una statunitense, Mary Ann Brennan, ha detto: "Sono stanca di vedere il mio paese perdere prestigio di fronte alla comunità internazionale. Non bisogna cambiare l'ambasciatrice, bisogna cambiare politica, passare alla saggezza e al buon senso.".

Così si sono espressi in molti: cubani residenti negli Stati Uniti, latino-americani e in particolare un cubano nato nel 1936 al Cerro, che è arrivato da molto lontano per assistere alla vittoria di Cuba. "Ho vissuto a New York per 70 anni, ma sono ancora cubano dalla testa ai piedi, Cuba sì, Bloqueo no!" ha detto.

Un gran numero di diplomatici è andato al tavolo di Cuba per congratularsi con la cancelliera e rappresentante permanente Anayansi Rodríguez Camejo. Erano le 12:45 e un'altra sconfitta completa al Blocco era scompiuta: in questa occasione, nonostante, il massimo sforzo, manovre di ogni tipo, pressioni ai paesi e infine una moltitudine di trucchi degli Stati Uniti per evitarla.

I rappresentanti di Donald Trump volevano evitare un altra votazione inconfutabile contro gli Stati Uniti e il risultato è stato:

Nove votazioni schiaccianti contro il blocco e gli emendamenti!


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