www.resistenze.org - popoli resistenti - cuba - 21-01-20 - n. 735

Díaz-Canel: che la politica estera cubana continui ad essere una diplomazia di Patria o Morte!

Miguel Mario Díaz-Canel Bermúdez | granma.cu

27/12/2019

Discorso pronunciato da Miguel Mario Díaz-Canel Bermúdez, Presidente della Repubblica di Cuba, durante la cerimonia per il 60º anniversario del ministero delle Relazioni Estere, nella Sala Universale delle FAR, il 23 dicembre del 2019, "Anno 61º della Rivoluzione".
(Versione Stenografica della Presidenza della Repubblica)

Compagno José Ramón Machado Ventura, Secondo Segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista di Cuba;
Compagno Esteban Lazo Hernández, membro del Burò Poltico e Presidentedell'Assemblea Nazionale del Potere Popolare e del Consiglio di Stato;
Compagno Bruno Rodríguez Parrilla, membro del Burò Politico e Ministro delle Relazioni Estere;
Ammirati e amati fondatori e funzionari con lunghe carriere alle spalle,
Compagne e compagni:

Con piacere assumo il dovere di parlarvi nel giorno in cu s compiono ufficialmente 60 anni della diplomazia rivoluzionaria cubana.
Tanti auguri! (applausi).

Al Minrex ci legano vincoli molto profondi, una storia piena di motivi per accrescere l'orgoglio d'essere cubani che cominciò molto prima del 23 dicembre del 1959.

La diplomazia rivoluzionaria è, senza dubbio un fatto precedente che brilla nelle idee e nella voce di Fidel dai giorni iniziali del trionfo e dai suoi primi viaggi all' estero. A Caracas, appena 23 giorni dopo il trionfo della Rivoluzione, il giovane leader già parla della necessità dell'integrazione latinoamericana:

"[...] Sino a quando saremo pezzi indifesi di un continente che il suo liberatore concepì come più degno, più grande? Sono a quando i latino americani vivremo in questa atmosfera meschina e ridicola? Sino a quando resteremo divisi? 

Sino a quando saremo vittime di interessi poderosi che sfruttano ognuno dei nostri popoli? Quando lanceremo la grande consegna dell'unione? Si proclama la consegna dell'unità nelle nazioni: perchè non si proclama la consegna dell' unità tra le nazioni?

A Washington, a soli quattro mesi da quando era disceso dalla montagna, la sua etica, la difesa della sovranità nazionale e il reclamo di una relazione tra uguali impressionano i giornalisti, come quando dice loro che se sono abituati a vedere i rappresentanti di altri governi andare lì a chiedere denaro, lui non era là per quello. E chiarisce: Sono venuto unicamente per cercare di giungere a un'intesa migliore con il popolo nordamericano e necessitiamo migliori relazioni tra Cuba e gli Stati Uniti.

Pochi giorni dopo a Buenos Aires, nella riunione dei 21, esprime un principio che voi avete segnalato molto in questo anniversario nel Minrex: la diplomazia del popolo.

Lì improvvisa un discorso che nessun veterano degli altri governi rappresentati ha potuto superare : «Qui sono un uomo nuovo in questo tipo di riunioni; e siamo inoltre, nella nostra patria, un governo nuovo e forse per questo portiamo idee più fresche e la fiducia del popolo, perchè sentiamo come popolo, parliamo qui come popolo e come un popolo che vive un momento eccezionale della sua storia, come un popolo che è pieno di fiducia nel suo proprio destino. Vengo qui a parlare con la fede di questo popolo e con la franchezza di questo popolo».

In nome del popolo, o meglio dei popoli, Fidel in quell'occasione propone di investire 30.000 milioni in dieci anni per risolvere il problema economico dell'America Latina. E segnala gli Stati Uniti come responsabili di questo investimento.

È impossibile non avvertire in questa sfida all'impero un anticipo di quello che saranno le battaglie leggendarie di Cuba contro il debito estero, l'ALCA, l'egemonismo imperialista nella regione e l'ingiusto Ordine Economico Internazionale.

Ripassando questa storia poco prima dell'anniversario, mi sembrava impossibile riassumere l'essenziale in un discorso.

Credo, nonostante tutto, che un'opera tanto trascendente merita che si dica, dal nostro apprendistato, come abbiamo imparato a rispettarla e ad amarla.

Si diceva all'inizio del giorno che si compiranno ufficialmente 60 anni del Minrex, pensando ai fatti precedenti quei momenti fondatori che marcano l'apparizione di Fidel come creatore e di Cuba come protagonista di un pensiero politico nuovo nello scenario internazionale.

Come dicevano gli amici di Cuba di una volta: una piccola nazione dei Caraibi emergeva per la forza della verità e delle idee ai primi piani della politica mondiale.

Con un simile preambolo, era imprescindibile trasformare tutto.

Giunse il leggendario Raúl Roa come geniale interprete di quelle idee, per mettersi al fronte della Cancelleria in giugno e nacque il Minrex in dicembre.

Roa, nipote di Mambì Eto e membro importante della gloriosa e antimperialista generazione del '30, era stato amabasciatore della OSA dove aveva espresso "senza pannucci tiepidi"la profonda sfiducia del popolo cubanao inual organizzazione e aveva avvertito:

Alla diplomazia della Rivoluzione Cubana corrispondono doveri e responsabilità congruenti con la sua natura democratica, la proiezione continentale e la trascendenza universale.

Il Ministero delle Relazioni Estere, opera della Rivoluzione, doveva cambiare il nome usato sino ad allora di Ministero di Stato, imitando il vicino poderoso.
E lo cambiò tutto: concetti, strutture, composizione e modi d'agire.

Cominciava la battaglia di David contro Golia, e il Minrex aperse le sue braccia ai nuovi diplomatici del popolo che rappresentava con orgoglio.

Abbiamo parlato molte volte del fatto che questa istituzione non l'hanno fondata "diplomatici di carriera", ma "diplomatici in carriera".

Ma quegli uomini e donne, in maggioranza molto giovani, avevano il migliore dei diplomi: quello di rivoluzionari, patrioti, martiani e fidelisti sino al midollo.

Dicono che l'arrivo al Minrex, alle sue ambasciate e missioni dei combattenti dell'Esercito Ribelle e dei membri che avevano combattuto contro la dittatura, assieme alle prime esperienze di formazione dei quadri in momenti molto precoci, permise che il Ministero, da allora e sino ad oggi, fosse formato da persone di una lealtà senza limiti alla Rivoluzione e a Fidel.

So che diversi tra coloro che formarono quella prima giornata sono ancora attivi e hanno contribuito con la loro esperienza alla formazione di più giovani.

Non è difficile apprezzare che nel Minrex convivono oggi varie generazioni di quadri, funzionari e lavoratori in generale, da quelli che entrarono al principio sino ai più giovani, nati con la Rivoluzione già avanzata, che sono destinati a garantire l'imprescindibile ricambio, i più nuovi ereditano una storia di dedizione e di eroismo tremenda.

Abbiamo potuto documentare e pubblicare qualcosa in tutti questi anni, ma resterà sempre abbastanza da dire sullo scontro coraggioso alle aggressioni contro le nostre ambasciate e missioni; sul permanente combattimento alle falsità e alle calunnie del nemico; su come si forgiò in 60 anni una grande rete di solidarietà dei popoli del mondo con una piccola nazione che l'impero voleva isolare per non far estendere il suo esempio.

E, come abbiamo detto alcuni giorni fa nell'Assemblea: è l'impero quello che resterà isolato.

Lo aveva annunciato lo stesso Roa, quando gli Stati Uniti imposero la sospensione dei diritti di Cuba nella OSA, nella riunione dei cancellieri a San José, in Costa Rica.

Chi non si emozione ancora oggi con l'immagine storica della sua ritirata dalla sala esclamando con energia:«Me ne vado con il mio popolo e con me se ne vanno anche tutti i popoli dell'America».

Dicono che fu lì che lo chiamarono per la prima volta "Cancelliere della dignità".
Che titolo onorevole ed espressivo della sua opera che celebriamo oggi!

Assieme all'omaggio permanente alla sua memoria, alla sua fedeltà, al suo brillante valore in difesa dei principi della Rivoluzione, oggi dobbiamo rendere omaggio anche ai martiri del Servizio Estero che in diversi luoghi persero la vita in difesa della Patria e della Rivoluzione.

Pochi giorni fa, in Argentina, la nostra delegazione ha assistito alla nomina ufficiale del presidente Alberto Fernández e della vicepresidente Cristina Fernández de Kirchner.

Là abbiamo reso omaggio ai due eroici giovani diplomatici i cui nomi sono scritti nel memoriale dei 30.000 scomparsi, vittime del terrorismo di Stato nell'epoca della dittatura in questo fraterno paese.

Per anni non abbiamo saputo quello che oggi conosciamo sul modo brutale in furono assassinati Jesús Cejas e Crescencio Galañena, dopo aver sofferto interrogatori e torture inflitte dai terroristi d'origine cubana inviati dalla CIA, come parte della sinistra Operazione Condor.

Davanti ai lavoratori del Minrex voglio dire adesso che i fiori che abbiamo offerto nel memoriale argentino sono stati anche un omaggio alla lunga lista di tutti coloro che in questi anni hanno sofferto senza paura qualsiasi tipo di minaccia e aggressione per la sua ferma dedizione all'ideale rivoluzionario del popolo cubano.

Dal primo giorno della Rivoluzione le diverse amministrazioni nordamericane hanno lavorato per trasformare in realtà il dichiarato proposito d'instaurare di nuovo in Cuba il passato neocoloniale e dipendente.

A volte con il bastone e altre con la carota hanno tentato di tutto: dall'aggressione alla seduzione. Per questo, dalla sua creazione il Minrex ha avuto come una tra le principali missioni lo scontro con le politiche intraprese dagli Stati Uniti contro Cuba, non solo nel terreno diplomatico, ma soprattutto in questo.

In questo arduo cammino sono esemplari le battaglie contro il blocco nell'Assemblea Generale della ONU e contro i tentativi di condannare l'Isola nella Commissione dei Diritti Umani.

A voi è stato assegnato il ruolo centrale d'impedire l'isolamento di Cuba e d'ampliare, approfondire ed estendere le nostre relazioni con il resto de mondo.

Come risultato di questo sforzo, prova dell'elevato prestigio guadagnato dalla Rivoluzione nella sua pratica del principio martiano che "Patria è umanità", Cuba, che nel 1958 sosteneva relazioni con circa 50 paesi, oggi mantiene vincoli diplomatici con 197 paesi e istituzioni internazionali.

Il Minrex, con 128 ambasciate e missioni permanenti e 20 consolati generali, lavora per il mantenimento e lo sviluppo dei vincoli politici ed economici con le nazioni amiche e nell'attenzione dei cubani residenti all'estero, tra i molti compiti.

Ci onora riconoscere che questo ministero e i suoi membri godono di prestigio e autorità, anche tra gli avversari ideologici, e sono la prima trincea estera della Rivoluzione Cubana in tutte le regioni, contribuendo in primissimo luogo allo scontro da parte del nostro popolo contro i tentativi dell'imperialismo per distruggere la nazione.

Voi siete i portatori quotidiani dell'invariabile solidarietà cubana con i nostri fratelli dell'America Latina e dei Caraibi, dell'Africa e di tutto il Terzo Mondo nella lotta dei popoli contro l'imperialismo, il neocolonialismo e il neoliberalismo. E avete disimpegnato un importante ruolo di denuncia delle politiche degli Stati Unit contro le nazioni sorelle, soprattutto adesso di fronte ai nuovi tentativi d'applicare la Dottrina Monroe nella nostra regione.

Fedele alla promessa del compagno Fidel e alla linea storica della Rivoluzione, il Minrex ha dato il suo apporto all'appoggio permanente al popolo e al governo venezuelani di fronte alle continuate aggressioni dell'imperialismo, e alla solidarietà con la Rivoluzione Sandinista in Nicaragua, di fronte ai tentativi d destabilizzare il paese, promossi da Washington.

Ugualmente ha compiuto un'altra linea di principi della Rivoluzione nella relazione con i paesi dei Caraibi, i nostro ambiente più vicino nella cooperazione, l'educazione, la salute, cioè lo scontro ai danni provocati dagli uragani, la lotta contro il cambio climatico che, anche se danneggia tutta l'umanità rende i piccoli paesi insulari come quelli caraibici, li rende un bersaglio dei fenomeni del clima sempre più frequenti e distruttivi, e nella denuncia delle politiche discriminatorie e coercitive che danneggiano la loro economia.

Puerto Rico e la sua lotta per l'indipendenza sono sempre state una priorità nella nostra politica estera e per la sua diplomazia e si è lavorato con successo per far sì che questo diritto sia riconosciuto nelle Nazioni Unite nonostante le manipolazioni nordamericane.

Con la guida del Generale d'Esercito Raúl Castro Ruz, la nostra diplomazia rivoluzionaria ha contribuito decisamente alla creazione della Comunità degli Stati Latinoamericani e dei Caraibi - Celac - e all'approvazione del Proclama dell'America Latina e i Caraibi come Zona di Pace, firmato dai capi di Stato e di Governo durante il secondo Vertice della Celac, realizzato a L'Avana.

La celebrazione di due Vertici del Movimento dei Paesi Non Allineati in momenti storici differenti, in circostanze davvero molto difficili, fu una dimostrazione ulteriore del ruolo di Cuba nella lotta dei paesi del Sud per conquistare la sua vera indipendenza Governi e cancellerie di tutto il mondo riconoscono la serietà, la professionalità e l'ospitalità dei cubani in ogni conferenza o vertice realizzato nell'Isola.

Questo è un merito dei dirigenti, dei funzionari e dei lavoratori del Minrex che si sono sempre distinti per la loro attiva partecipazione, si tratti dei Non Allineati, del Vertice Sud, del Gruppo dei 77, dell'ALBA o dell'Associazione degli Stati dei Caraibi, per citarne solo alcune.

Il ruolo dei nostri diplomatici a L'Avana e in altri luoghi, con numerose istituzioni, è stato fondamentale nella grande battaglia guidata dal nostro Comandante in Capo contro il debito estero, di ampio impatto nell'ambito continentale e che oggi è pienamente vigente alla luce dell'aggressione del neoliberalismo sui paesi della regione.

Come non riconoscere l'impegno del Minrex nella battaglia per il ritorno a Cuba del bambino Elián González, che divenne una seria sconfitta per i peggiori elementi della controrivoluzione che vive negli Stati Unti, e la lotta al terrorismo contro Cuba e per l'estradizione di Posada Carriles e dei suoi complici, che pretesero d'attentare contro la vita del capo della Rivoluzione, in varie opportunità.

Il Minrex e le sue ambasciate hanno svolto un ruolo molto importante nella mobilitazione della solidarietà internazionale a scala globale nella battaglia per il ritorno a Cuba dei nostri Cinque Eroi.

Merita una citazione speciale la lotta contro il blocco.

La conquista dell'appoggio sempre più numeroso e sostenuto al progetto di Risoluzione che Cuba ha presentato nell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite durante quasi trent'anni, è una mostra di tenacia e costanza della lotta, voto a voto, di fronte ai tentativi degli Stati Uniti d'impedire la condanna della sua politica genocida, usando le pressioni, i ricatti e le menzogne.

È stato necessariamente lungo e resterà sempre incompleto il riassunto di sei decenni della diplomazia rivoluzionaria, tanto vincolata agli anni di continue battaglie vittoriose della Rivoluzione. Anche se sicuramente ci sono problemi da risolvere e ostacoli da superare.

Il Minrex ha risposto a quello che il nostro popolo si aspettava nella battaglia contro l'imperialismo, il neocolonialismo e il neoliberalismo in tutte le latitudini, e dalle Nazioni Unite sino agli ultimi confini del pianeta si è sentita la voce di Cuba.

La nostra diplomazia è stata sempre presente nella lotta dei popoli africani, per la loro indipendenza e il loro sviluppo; nella solidarietà con i popoli palestinese e sarahaui che combattono per avere i loro Stati indipendenti e sovrani, e con la Repubblica Araba della Siria, la cui indipendenza e integrità territoriale sono minacciate. Nelle relazioni con la fraterna Repubblica Socialista del Vietnam, dai tempi in cui lottava per affrontare l'aggressione imperialista e la riunificazione del paese, e per lo sviluppo dei fruttiferi vincoli politici ed economici con la Repubblica Popolare della Cina.

Con la Russia sono stabilite relazioni d'alto livello e con l'Unione Europea , nonostante le differenze presenti, s'avanza verso meccanismi di collaborazione senza ingerenze e con il pieno rispetto della sovranità cubana.

Meritano una citazione a parte le relazioni con gli Stati Uniti, con la loro ostilità e l'aggressività, che sono state al centro dall'inizio stesso della Rivoluzione delle battaglie che abbiamo sferrato uniti.

La storica partecipazione e il memorabile discorso del Generale d'Esercito Raúl Castro Ruz nel VII Vertice delle Americhe, nell'aprile del 2015, ha marcato una pietra miliare nella politica estera della Rivoluzione.

Durante il breve periodo nel quale con il ristabilimento delle relazioni diplomatiche e con il riconoscimento da parte degli Stati Uniti che le loro politiche erano fallite, compiendo indicazioni del Generale d'Esercito erano stati firmati vari accordi di cooperazione ed era iniziato il negoziato di altri.

Oggi, quando s'intensificano le minacce e il blocco, quando l'odio per l Rivoluzione cubana e il suo esempio si moltiplicano, corrisponde a voi con tutto il nostro popolo, il compito di contribuire alla scontro più deciso per la preservazione della nostra sovranità e indipendenza.

Compagne e compagni:

Parlavamo al principio di questo intervento delle prime esperienze del Ministero nella formazione delle nuove generazioni di diplomatici.

Questo impegno iniziale si è trasformato negli anni in un prestigioso Istituto Superiore delle relazioni Internazionali a livello universitario, dove gli studenti ricevono una formazione integrale, accademica e rivoluzionaria. In loro, nella qualità della loro preparazione e nella profondità del loro impegno, vediamo espressa la continuità nel Minrex.

Sappiamo che il vincolo del ministero delle Relazioni Estere con il mondo accademico si è ampliato, creando nove anni fa il Centro delle Investigazioni sulla Politica Internazionale (CIPI), il cui lavoro permette di moltiplicare gli apprezzamenti sui fatti mondiali e operare positivamente nella conformazione delle politiche e delle strategie.

Inoltre vogliamo riconoscere il lavoro del Esti, incorporato da sette anni al Minrex, e dei traduttori e gli interpreti che lo formano,il cui ruolo è stato molto importante non solo nel paese in eventi di ogni tipo, ma anche accompagnando i nostri dirigenti nelle loro visite al'estero sin dall' inizio della Rivoluzione.

Parallelamente, il Ministero ha fatto passi avanti nell'istituzionalizzazione.

Conta con una base regolamentare ampia e precisa ed ha elaborato un Progetto di Legge del Servizio Estero che, prossimamente, sarà dibattuto nell'Assemblea Nazionale del Potere Popolare.

Nelle visite in altri paesi e nella nostra relazione quotidiana con il personale che lavora in questa istituzione abbiamo appreso a conoscere e valutare il suo indispensabile apporto alla politica dello Stato cubano e anche abbiamo insistito sulla necessità di dare dalle nostre sedi all'estero, un maggior impulso alla battaglia economica del paese per incrementare l'investimento e la cooperazione straniera e per rinforzare i vincoli con la comunità cubana all'estero.

Con i funzionari e i lavoratori diplomatici cubani ci siamo riuniti in ogni visita che realizziamo in un'altra nazione, pera parlare della vita nel paese, spiegare la complessità del momento che viviamo. Grazie a loro siamo tornati in Patria con la sensazione de'essre statii qui pur essendo lontani.

In questi sei decenni di lavoro diplomático rivoluzionario, i funzionari e i lavoratori del Minrex hanno reso realtà le parole del Generale d' Esercito Raúl Castro Ruz, nel 70º periodo di sessioni dell' Assemblea Generale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite, quando ha detto:"La comunità internazionale potrà contare sempre con la sincera voce di Cuba contro l' ingiustizia, la disuguaglianza, il sotto sviluppo, la discriminazione e la manipolazione; e per lo stabilimento di un ordine internazionale più giusto ed equo, al cui centro si ubichi realmente l'essere umano, la sua dignità e il suo benessere".

Il Ministero delle Relazioni Estere deve sentirsi orgoglioso di giungere a questo anniversario, con le principali missioni compiute e con a soddisfazione di non aver defraudata i principi della fondazione di questa istituzione che costituiscono l'epicentro della politica estera cubana, e che raccolgono il sentire del Comandante in capo, quel 23 dicembre del 1959, quando creò ufficialmente questo organismo.

Restano davanti a noi giorni di difficoltà in scenari sempre più complessi con la crescente aggressività dell'imperialismo, ma abbiamo la certezza che saprete vincere sempre gli ostacoli e affrontare i pericoli con l'ispirazione che offre sempre la bella storia che vi precede.

Vi felicito e vi abbraccio tutti con un profondo affetto e il riconoscimento che avete guadagnato dal Governo e dal nostro popolo per i vostri sforzi e i vostri risultati.

Vi esorto a continuare a lavorare con uguale creatività, valore e costanza per lo sviluppo sempre più certo della politica estera del nostro paese, il cui vero creatore è Fidel e il suo principale protagonista il popolo del quale voi site parte al quale tutti ci dobbiamo.

C'è una frase di Roa, tra le tante sue che si potrebbero riprendere per questa celebrazione, che secondo me sintetizza la diplomazia rivoluzionaria e riassume in poche parole la radice e la proiezione della sua opera.

Dice Roa:«[...] La Rivoluzione ha portato il popolo al braccio di Fidel Castro ed è tanto cubana come la Sierra Maestra, tanto americana come le Ande e tanto universale come i più alti valori umani che incarna [...] è cresciuta per un secolo nelle viscere stesse del popolo cubano e corona, all'altezza del tempo l'impresa troncata di Martí. Da lì gli incroci con Bolívar e Juárez, la sua apertura alle nuove correnti di idee e di aspirazioni che alimentano il corpo vivo della storia».

Continuate a fare storia! Che la politica estera cubana, figlia della diplomazia della manigua mambí e della Rivoluzione del 30, consacrata nel gennaio del 1959 e basata nei principi etici martiani e fidelisti, antimperialista, solidale e internazionalista continui ad essere una diplomazia di Patria o Morte!

Sino alla vittoria sempre! (applausi prolungati )

(Versione Stenografica della Presidenza della Repubblica/ Traduzione Gioia Minuti)


Resistenze.org     
Sostieni Resistenze.org.
Fai una donazione al Centro di Cultura e Documentazione Popolare.

Support Resistenze.org.
Make a donation to Centro di Cultura e Documentazione Popolare.