Teresa Amarelle Boué | mujeres.cu
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
04/03/2023
Discorso pronunciato da Teresa Amarelle Boué, Segretario Generale della Federazione delle Donne Cubane (FMC), in occasione dell'evento centrale delle attività commemorative in onore della Giornata Internazionale della Donna, tenutosi al Granma:
Compañeras e compañeros
Membri della Federazione, donne di Cuba:
Ancora una volta torniamo al Granma per rendere omaggio e celebrare la Giornata Internazionale della Donna. A nome di tutte le donne di Cuba, oggi è con noi un gruppo di donne che con le loro azioni sono state capaci di trasformare la sfida in una vittoria. Con la dignità nelle loro mani e con il loro cuore in ogni battaglia.
Di fronte a un momento storico estremamente impegnativo, arriviamo a questa celebrazione in un contesto in cui convergono molteplici visioni, interessi, aspirazioni e necessità sentite dalle donne, variabili e diverse come la società in cui vivono; condizionate da realtà diverse, che le coinvolgono o le escludono a seconda della formazione ideologica costruita dalle forze al potere.
Oggi è anche un giorno di omaggio, è necessario fare una sosta lungo il percorso per ricordare e ringraziare le donne che hanno iniziato e fatto parte delle nostre lotte, tutte quelle che hanno reso possibile che noi fossimo qui oggi, non è possibile raccontare la storia della nazione senza ricordare i loro nomi, tra cui quello della schiava Carlota, una delle principali leader della rivolta degli schiavi nello zuccherificio Triunvirato de Matanzas; Enriqueta Favez, la prima donna a praticare la medicina a Cuba, vestita da uomo, poiché questo era un privilegio vietato al sesso femminile; Mariana Grajales, la Madre dei Maceo e della patria (https://it.granma.cu/cuba/2019-07-11/mariana-grajales-madre-della-patria) , di cui Martí disse: "Mariana Grajales Cuello, la Madre dei Maceos e della patria": Mariana Grajales Cuello brilla di luce propria.
Per parlare di emancipazione femminile, sia a Cuba che in America Latina, è necessario citare Ana Betancourt, considerata la pioniera della lotta delle donne cubane per l'emancipazione e donne della statura di Gertrudis Gómez de Avellaneda, Marta Abreu, María Luisa Dolz y Arango,Sara Gómez. E naturalmente, in questo ricordo, è imprescindibile la figura di Vilma Espín, eterna presidente della Federazione delle Donne Cubane, eroina della Sierra e delle pianure, una donna in anticipo sui tempi che ha dedicato gran parte della sua vita all'emancipazione femminile e alla difesa e allo sviluppo integrale dei bambini, Celia, Haydé, Melba, Rosa la bayamesa, Canducha, tra le altre, coraggiose donne cubane.
Le nostre battaglie per conquistare tutta la giustizia sociale sono iniziate anni fa e in esse ci siamo assunte come donne in Rivoluzione, antimperialiste, antirazziste ed energiche di fronte a ogni tipo di discriminazione e violenza. In queste battaglie abbiamo sempre avuto il sostegno e la volontà politica dello Stato cubano.
Per le donne cubane, l'8 marzo è anche una data di mobilitazione, riconoscimento, dibattito sui nostri interessi e sulle nostre realtà. In molte organizzazioni di base della FMC, in altre organizzazioni e nei centri di lavoro, approfittiamo di questo momento per valutare i progressi fatti e per riconoscere tutte le compagne che si sono distinte nei diversi settori, senza ignorare i problemi che esistono e che hanno un impatto sulle donne e sulle famiglie.
Tra le principali sfide che dobbiamo affrontare ci sono quelle legate alla divisione sessuale del lavoro all'interno delle mura domestiche, alla necessità di ampliare le fonti di occupazione e di creare le condizioni per farlo, alle gravidanze delle adolescenti, alla violenza di genere, che costituisce una forma estrema di discriminazione e rappresenta un problema complesso che deve essere affrontato in modo globale. Allo stesso modo, quelle causate dall'intensificarsi del blocco economico, finanziario e commerciale imposto dal governo degli Stati Uniti contro il nostro Paese; la ratifica, pochi giorni fa, dell'inclusione di Cuba nella lista dei Paesi che sponsorizzano il terrorismo, nella quale si sta cercando di includere anche le nostre organizzazioni di massa.
Parlando di sfide, vorrei cogliere l'occasione per riflettere sui recenti dibattiti sugli atti di violenza che hanno causato la morte di donne e ai quali la leadership del Partito, il Governo, la FMC, gli organi giudiziari e altre organizzazioni stanno prestando un'attenzione permanente. Abbiamo effettuato valutazioni sulle cause di ciascuno di essi e abbiamo accompagnato le famiglie nel momento del dolore.
Oggi la consapevolezza sociale sta crescendo di fronte a eventi come questi, c'è una maggiore visibilità dei tanti volti della violenza e delle strategie per affrontarla, il rifiuto è massiccio, perché fa male, perché è imperdonabile, perché sono figlie, sorelle, madri, ma soprattutto perché sono donne, esseri umani con il diritto di essere rispettati nella loro integrità.
Per affrontare questo problema, è necessario contestualizzare molte realtà: innanzitutto, dobbiamo riconoscere che viviamo in una società in cui prevale il comportamento maschilista, perché è radicato nella nostra cultura.
È urgente lavorare per smantellare gli stereotipi di genere fin dai primi anni di vita, per prendere coscienza di quanti danni si fanno dando colore ai generi o insegnando che il maschile è il forte e il femminile il debole. Questa è la battaglia più difficile, perché ogni giorno dobbiamo ripensare alle nostre azioni, ma senza questa educazione nelle nostre case, nelle scuole, nella comunità, le leggi e le politiche pubbliche non possono progredire.
La Federazione cubana delle donne, in tutti gli anni dalla sua nascita, ha mantenuto un atteggiamento vigile nei confronti degli atti di violenza di genere in qualsiasi sua manifestazione e valutiamo l'attuazione di protocolli che devono essere perfezionati nelle comunità, curando la prevenzione e l'assistenza alle vittime, ampliando le reti di sostegno, creando 168 consulenti comunali per la violenza e 3 nelle direzioni provinciali; abbiamo anche 703 case-laboratorio, che stanno anche acquisendo esperienza.
Nonostante il lavoro svolto e i progressi compiuti nell'attenzione e nella prevenzione della violenza di genere dal punto di vista legale, da quanto approvato nella Costituzione della Repubblica di Cuba, nel Programma nazionale per l'avanzamento della donna (PAM), nella Strategia globale per la prevenzione e l'attenzione alla violenza di genere e nello scenario familiare; il Codice di famiglia, il Codice penale e altre leggi che hanno contribuito a rendere visibile questo fenomeno e a fornire nuove risorse per la sua prevenzione.
Tuttavia, tutte queste norme sono ancora in fase di attuazione e i risultati non sono stati sufficienti. Non si tratta di cambiamenti che avvengono da un giorno all'altro, perché si tratta di rapporti di potere naturalizzati che vengono riprodotti dalla società attraverso diversi canali, quindi il cambiamento deve avvenire a livello sociale, ma anche nella soggettività di ogni persona e in particolare di chi è responsabile di trattare questi casi. La legge dovrà essere applicata rigorosamente in ogni caso, in modo che nessuno pensi di poter agire con violenza contro una donna e che l'atto rimarrà impunito; non dobbiamo aspettare l'aggressione fisica, dobbiamo agire fin dall'inizio, per evitare che la violenza di genere si naturalizzi.
Oggi i social network sono il riflesso di queste realtà e in essi costruiamo collettivamente informazioni che possono essere vere o meno, ma in cui abbiamo la responsabilità di usare termini appropriati: non è passione, non è gelosia, non sono impulsi, è violenza; allo stesso modo insistiamo nel non usare immagini che sovraespongano le vittime, senza dimenticare che ci sono persone vicine a loro che soffrono anch'esse, per questo ci impegniamo a rispettare e proteggere la loro identità, ma soprattutto a contribuire a una cultura di pace.
Secondo UN Women. In tutto il mondo, una donna su tre ha subito violenza fisica o sessuale, soprattutto da parte di un partner intimo. Che sia in casa, per strada o in un conflitto armato, la violenza contro le donne è una pandemia globale che si verifica negli spazi pubblici e privati.
Il rapporto: The World for Women and Girls: 2019-2020, riconosce che il divario retributivo di genere rimane costante e la percentuale di donne parlamentari raggiunge solo il 25%.
In alcuni Paesi il divorzio non è ancora riconosciuto o lo è solo per motivi molto validi. Naturalmente, ciò che non si può ignorare è che in molti altri Paesi le condizioni per il divorzio non sono le stesse che conosciamo. Un esempio comune è rappresentato da alcune società in cui il diritto è in gran parte limitato agli uomini, richiedendo alle donne di dimostrare seri motivi per divorziare se i loro mariti non fossero daccordo.
Almeno 200 milioni di donne e ragazze in 30 Paesi sono state sottoposte a mutilazioni genitali femminili (MGF).
Una donna e una ragazza su cinque, tra cui il 19% delle donne e delle ragazze tra i 15 e i 49 anni, ha subito violenza fisica e/o sessuale da parte di un partner intimo negli ultimi 12 mesi.
In 27 Paesi, le donne sposate sono costrette a obbedire ai loro mariti. In 16 di essi, se non obbediscono, rischiano sanzioni legali.
In 119 Paesi su 180, l'accesso all'aborto è soggetto a condizioni.
In 88 Paesi le donne non possono lavorare alle stesse condizioni degli uomini e in 24 hanno bisogno del permesso del marito o del tutore legale per farlo.
Care compagne:
Questa dura realtà, vissuta da molte donne nel mondo, ricorda a noi donne di Cuba il V Congresso della FMC, guidato dalla presidente Vilma Espín Guillois: dove siamo arrivate sicure e fiduciose di quale sistema politico volevamo e con la fermezza e la convinzione di difenderlo in qualsiasi modo e fu così che la frase che lo presiedette fu "Abbiamo scelto in piena coscienza il socialismo costi quel che costi!", lo abbiamo ratificato nel 2019 quando abbiamo approvato la nuova Costituzione della Repubblica. E lo ratifichiamo oggi con questo atto.
Le donne cubane non falliranno la Rivoluzione.
Siamo soddisfatte di ciò che abbiamo ottenuto e della convinzione che nessun potere ci toglierà la libertà e la sovranità di questa degna Isola, noi donne cubane non ci siamo fermate nel tempo, con resistenza creativa abbiamo continuato a cercare alternative che ci permettessero di mantenere il protagonismo femminile nel progetto sociale socialista che difendiamo.
Ne sono prova l'attuazione e la sistematica valutazione governativa e politica del Programma Nazionale per il Progresso delle Donne, i cui risultati sono palpabili: una maggiore presenza di compagne che accedono a diverse fonti di lavoro, essendo attrici dirette dell'economia; il riconoscimento del lavoro domestico e di cura, la prevenzione e l'attenzione alle persone in condizioni di vulnerabilità; l'estensione dei benefici del Decreto Legge sulla Maternità; l'ampliamento dei servizi attraverso le Casitas Infantiles (ndt: asili infantili) per la cura dei bambini; l'attenzione differenziata alle madri con 3 o più figli minori, in base alle priorità stabilite; così come la partecipazione alle analisi che vengono svolte affinché i progetti di legge dei diversi settori siano realizzati in una prospettiva di genere.
Sappiamo che non tutto quello che si sta facendo è sufficiente, che ci sono molte sfide da affrontare, e le affronteremo. Abbiamo un programma per rafforzare e rivitalizzare la Federazione delle Donne Cubane, che conta più di 4 milioni di membri impegnati e organizzati nelle comunità, che è la nostra più grande forza.
Questa è la base per l'orientamento e l'attenzione tempestiva a ogni donna o famiglia, la trasformazione dell'attivismo sociale in un punto di forza, la difesa della partecipazione popolare ai compiti e ai progetti proposti, facendo della prevenzione sociale una strategia per l'armonia e il buon funzionamento, non solo delle famiglie, ma dell'intera società. È questo che dà identità e continuità alla FMC, un'organizzazione autentica, genuina e unitaria, nata per essere eterna.
Molte sono le conquiste della nostra società in cui è presente l'impronta delle donne, della loro sensibilità e intelligenza. La Rivoluzione, il principale programma di uguaglianza di cui hanno goduto le donne di Cuba, ha promosso politiche, progetti sociali, culturali e produttivi, l'accesso al lavoro, all'istruzione, alla salute e a una vita dignitosa, come sancito dalla nostra Costituzione, come dimostra la loro leadership in diversi settori per raggiungere una vera cultura dell'uguaglianza.
Le donne cubane rappresentano il 45,9% del totale delle persone impiegate nel settore statale civile; siamo la maggioranza in settori come la sanità, l'istruzione, la pubblica accusa, i tribunali, il sistema scientifico e di innovazione tecnologica, dove siamo state anche riconosciute dall'Organizzazione Mondiale della Proprietà Intellettuale come il Paese con il maggior numero di donne inventrici;
Siamo il 34,0% delle persone che lavorano come lavoratrice autonoma;
Il 68% della forza lavoro tecnica e professionale;
il 52,3% delle posizioni ricoperte nelle OACE, nelle EN e nelle amministrazioni provinciali è occupato da donne;
Nella presidenza e vicepresidenza delle assemblee municipali il 54,4% sono donne.
In Parlamento e nel Consiglio di Stato le donne rappresentano rispettivamente il 53,22% e il 52,4%.
Dietro queste statistiche c'è la volontà politica, la leadership della FMC e le storie di vita delle donne cubane, protagoniste del proprio sviluppo.
Cubani:
Oggi la difesa di un'altra conquista ci occupa ed emoziona.
Il 26 marzo abbiamo un appuntamento con la Patria, questa volta di nuovo alle urne, per eleggere coloro che svolgeranno il mandato di rappresentare questo coraggioso popolo nell'Assemblea Nazionale del Potere Popolare, l'organo supremo del potere statale. Nella candidatura che viene presentata e che è nata democraticamente dalle proposte delle organizzazioni di massa e studentesche, il 55,3% dei suoi membri sono donne, il che ci farebbe ratificare il nostro status di Paese con la seconda presenza femminile in Parlamento. È un risultato! È il risultato delle battaglie di Vilma, del lavoro di Fidel e di milioni di uomini e donne cubani che, un giorno, scommettono sull'inclusione e sulla partecipazione delle donne come diritto e dovere.
In virtù di questa conquista che difendiamo, da questa trincea di lotta, radice della Rivoluzione, caserma della dittatura trasformata in museo e centro educativo, tribuna della dignità, dalla terra in cui è stata forgiata la nazionalità cubana, pochi giorni prima di celebrare la Giornata Internazionale della Donna, invitiamo tutte le donne a recarsi presto e insieme alle urne e a sostenere con il Voto per tutti, il merito, la capacità, l'impegno che è racchiuso nei futuri deputati di ogni territorio. Questo sarà un voto unito per Cuba, dove donne e uomini lavoreranno instancabilmente per costruire il Paese migliore che vogliamo.
Compiere questo atto sovrano e democratico significa riaffermare il coraggio politico che Vilma ci ha infuso, accettando le continue e rinnovate sfide, che le fecero affermare che: "Nei compiti della Rivoluzione si ricomincia sempre, si può cominciare e si deve cominciare. Non è mai finita."
Andare alle urne è un atto civico, sovrano e democratico con il coraggio politico che Vilma ci ha infuso. (...)
Votare per tutte noi significa essere coerenti con la fiducia che Fidel ha sempre riposto in ognuna di noi. Con l'unità d'azione delle donne, forgiata nella difesa della Rivoluzione, motivo per cui ha posto la lotta per l'uguaglianza tra i principi fondamentali e ha affermato che eravamo "una Rivoluzione all'interno di un'altra Rivoluzione".
Votare per tutte significa rispondere con certezza e ottimismo al presente e al futuro della nostra patria, perché il socialismo per le donne cubane significa libertà, indipendenza, sovranità, dignità, giustizia sociale, sicurezza per l'educazione e lo sviluppo dei figli, diritto all'uguaglianza, alla vita, a decidere del proprio destino, a lavorare per il futuro che sogniamo e a difenderlo con tutte le nostre forze.
È la garanzia di una lotta frontale contro i nemici. È la sicurezza, la salute e l'istruzione dei nostri figli, degli anziani, delle persone in situazione di disabilità e vulnerabilità.
È l'opportunità per le attuali generazioni di Cuba, come hanno fatto ieri i nostri antenati, le nostre nonne e le nostre madri, con la loro partecipazione consapevole, di continuare a essere padroni del proprio destino, costruendo il mondo migliore che è possibile.
È la convinzione che "non abbiamo conquistato tutta la giustizia, ma dobbiamo salvare tutta la giustizia che abbiamo conquistato".
Donne di Cuba:
In un giorno come questo il nostro omaggio va a tutte coloro che condividono le nostre aspirazioni e la nostra realtà, per la loro dedizione al lavoro rivoluzionario, per il loro esempio nel cammino della Patria. A coloro che, con il loro contributo, stanno costruendo un futuro migliore, a coloro che svolgono missioni internazionali, inviamo il nostro meritato riconoscimento e le nostre congratulazioni.
Così come a coloro che si distinguono nel bel lavoro svolto dalla FMC, per il quale sono state riconosciute sul palco diverse province, alle cui federazioni rivolgiamo le nostre più sincere congratulazioni, in particolare a quelle di Granma, che hanno ottenuto lo status di Avanguardia. Anche a quelle che si sono distinte: Las Tunas, Artemisa, Cienfuegos e Ciego de Avila, a Pinar del Rio che ci ha dato una lezione di resilienza nel riprendersi dai danni causati dall'uragano. Non sarebbe giusto se non riconoscessimo tutte le Province che hanno lavorato con grande impegno.
Ribadiamo l'impegno delle donne cubane a difendere questa Rivoluzione che abbiamo deciso come progetto sociale, in piena coscienza, il prossimo 26 marzo alle urne, saremo presenti con la stessa convinzione del nostro caro Fidel: voteremo per tutti … bisogna farlo non perché è richiesto in nome della patria, ma perché si capisce bene che è la patria ad averne bisogno.
Patria o Muerte,
VENCEREMOS.
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