www.resistenze.org - popoli resistenti - cipro - 16-07-13 - n. 462

Il partito comunista cipriota (AKEL) adotta ufficialmente la linea dell'uscita di Cipro dall'euro

AC | solidarite-internationale-pcf.over-blog.net
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

11/07/2013

Da diversi mesi, il dibattito sulla rottura con l'euro e con l'Unione europea attraversa le organizzazioni comuniste. In seno ad AKEL la questione dell'Euro è ormai decisa.

La politica di distruzione sociale, di aggressione imperialista, orchestrata dall'Unione europea e dal Fondo monetario internazionale ha colpito duramente Cipro: tassazione senza precedenti sui depositi bancari che nasconde la portata dell'attacco contro i salari, le pensioni e il settore pubblico. Le illusioni sull'Euro e sull'Unione europea vanno in frantumi. Adesso, l'89% dei ciprioti non crede più nell'Unione europea e il 67% degli isolani vogliono lasciare l'euro.

AKEL, il partito comunista cipriota, fa autocritica e rivede i fondamenti della sua analisi. Partito di massa, AKEL è il primo partito di sinistra nel paese. Con il 32,7% nelle ultime elezioni, è il secondo gruppo parlamentare del paese

L'autocritica di AKEL e il ritorno all'analisi fondamentale sull'Unione europea del capitale

Critico sulla natura dell'Unione europea, il Partito aveva tuttavia sostenuto con riserva l'ingresso del paese nell'UE nel 2004 e nell'euro nel 2008, principalmente sulla base della promessa di risolvere la spinosa questione di Cipro.

Al potere dal 2008, il presidente comunista Demetris Christofias ha dovuto sopportare l'assalto dell'Unione europea che utilizza cinicamente lo strumento della moneta unica. Un'offensiva a cui ha inizialmente resistito, cercando alternative al faccia a faccia con l'UE.

Con le spalle al muro, AKEL aveva iniziato le trattative con la "Troika" nel 2012, senza raggiungere un accordo: il Partito comunista si rifiutò di attuare i piani di austerità salariale e di privatizzazione.

L'elezione nel 2013 di un presidente di destra, Nikos Anastasiades, ha rilanciato il piano di austerità imposto dalla UE. Da allora, il movimento popolare contrario a una UE al servizio delle banche ha raggiunto livelli mai visti prima.

I comunisti ciprioti hanno intrapreso una severa autocritica di alcune posizioni di conciliazione sulla questione europea.

I dibattiti interni all'organizzazione non sono filtrati molto, ma dal mese di marzo il Comitato Centrale del Partito ha iniziato le discussioni sulla questione dell'uscita dall'euro.

Dal dibattito alla radicalizzazione delle posizioni di AKEL sull'Europa

Diversi articoli del responsabile delle relazioni internazionali del Partito, Costas Christodoulides, hanno indicato il cambiamento del Partito a proposito della questione europea.

Nel suo articolo pubblicato l'8 marzo sulla rivista "Haravaghi", ha ricordato che "la funzione dell'Unione europea è stata la massimizzazione del profitto del capitale", con ripercussioni contro i diritti sociali e il settore pubblico, confliggente con la posizione storica di AKEL. Per il responsabile delle questioni internazionali di AKEL, la contraddizione tra il processo di integrazione europea e gli interessi dei lavoratori ciprioti era sempre più evidente.

L'intervento di un altro dirigente di AKEL, Stavros Evagorou, in occasione della conferenza tenutasi nel mese di aprile dal Partito comunista portoghese a Lisbona su "Un'altra Europa dei lavoratori e dei popoli" , andava nella stessa direzione.

Secondo il dirigente comunista cipriota, "gli ultimi sviluppi sottolineano chiaramente che l'Unione europea è indubbiamente l'opzione dei monopoli e delle classi dominanti del nostro paese, ma non lo è, e non può essere il futuro dei nostri popoli".

La posizione adottata da AKEL era di chiedere un referendum sulla questione dell'euro in modo che il popolo di Cipro si potesse esprimere sul mantenere o uscire dall'Euro.

Dal referendum sull'uscita dall'Euro alla proposta del Partito di uscire dall'euro

Successivamente AKEL ha tracciato la sua posizione ripresa il 14 maggio in occasione della conferenza stampa del Segretario Generale Andros Kyprianou, presentando le "Proposte di AKEL per l'economia cipriota".

Dopo aver analizzato le conseguenze disastrose del memorandum di marzo, comparando la situazione di altri paesi, e gli effetti negativi dei tagli salariali, dello smantellamento del sistema di sicurezza sociale o ancora della privatizzazione di settori chiave, AKEL pone come punto di partenza la ricerca di "un'alternativa che ci liberi dal memorandum".

Sulla base di uno studio condotto da AKEL, con l'aiuto di economisti stranieri, il Partito sostiene ora "dei negoziati con la UE per iniziare un'uscita ordinata di Cipro dall'Euro, nel rispetto del diritto internazionale".

Il Segretario Generale di AKEL, rilevando che non vi è alcuna " facile soluzione", ricorda i benefici che potrebbe avere Cipro dal ritorno alla moneta nazionale: "Rafforzamento della competitività attraverso la svalutazione della moneta, recupero dell'indipendenza nazionale fissando la nostra politica economica, capacità di gestione del debito pubblico, sviluppo dell'economia cipriota".

Secondo AKEL, la questione principale è ormai quella delle condizioni di rottura, proponendo un "piano di transizione", che integra le sfide in termini di politica monetaria e di cambio connesse con l'uscita di Cipro dall'euro.

Infine, l'AKEL incoraggia, sempre nell'ambito di un piano di transizione, la creazione di alleanze tra stati non solo all'interno dell'UE, ma sopratutto al di fuori di questo quadro.

In tutta Europa, i lavoratori mostrano un rifiuto sempre più forte avverso alle politiche orchestrate dai vari governi e dell'Unione europea che li coordina. A Cipro, come altrove in Europa, le posizioni di rottura con questa Europa saranno portate con maggior risolutezza dai comunisti.


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