www.resistenze.org - popoli resistenti - danimarca - 25-02-06

fonte http://www.solidnet.org
da: Partito Comunista in Danimarca, 20 febbraio 2006

http://www.kpid.dk, mailto:kpid@kpid.dk

 

Crisi per le vignette

 

Le vignette, pubblicate sul quotidiano danese Jyllands-Posten sono una provocazione e non hanno niente a che fare con la libertà di espressione. In tutto il mondo ci sono state gravi risposte alle vignette.

 

Non è vero quanto dichiara il primo ministro danese, il liberale Anders Fogh Rasmussen, che in Danimarca la libertà di espressione è illimitata. In Danimarca la libertà di espressione è una libertà responsabile, che include norme contro la blasfemia. Non insultare credenze religiose e opinioni è una normale priorità etica.

 

Lo stesso giornale e i politici di destra in Danimarca non si fanno problemi a restringere la libertà di espressione ed altri diritti umani quando mettono a punto la 'legge sul terrore' che criminalizza il sostegno dei danesi ai movimenti di liberazione, come le FARC in Colombia ed il PFLP in Palestina.

 

La pubblicazione delle vignette e il modo in cui il governo danese ha reagito sulla questione, hanno principalmente due ragioni:

 

- da diversi anni il dibattito pubblico in Danimarca sta assumendo un tono sempre più aspro ed aggressivo, specialmente quando si tratta di immigrati di origine musulmana. Questo tono negativo non ha facilitato l'integrazione dei nostri concittadini musulmani. Attualmente la legislazione danese su immigrati e rifugiati è una delle più restrittive in Europa.

 

- l'integrazione degli immigrati e dei loro discendenti è stata impedita da un mercato del lavoro che non offre le opportunità di lavoro necessarie alle persone di origine non danese.

 

Noi comunisti consideriamo la pubblicazione delle vignette ed il modo in cui il governo ha trattato la situazione come un grave appesantimento del clima del dibattito. La pubblicazione delle vignette è parte di una provocazione più generale tesa a creare artatamente sempre maggiori contrasti all'interno della popolazione danese. E la situazione è diventata anche più critica dal momento che un partito che sostiene il Governo, il così detto Partito Popolare Danese (un partito di estrema destra), sta intensificando nel pubblico dibattito la sua xenofobia, con una retorica talvolta direttamente razzista.

 

Il governo danese dovrebbe dissociarsi nettamente da questo genere di retorica e dare invece pienamente luogo all'integrazione, assicurando agli immigrati lavoro e condizioni di vita appropriate.

 

Dall'inizio degli anni ‘90 la politica estera danese è cambiata, da una politica estera rispettata internazionalmente e profondamente radicata nell'ONU, al sostegno all’imperialismo aggressivo degli Stati Uniti. Questo ha portato ad una attiva partecipazione danese nella guerra illegale contro l’Iraq ed al coinvolgimento militare danese in Afganistan.

 

Come risultato di questa politica e con un’inedita politica estera per la Danimarca, il primo ministro danese ha rifiutato di avere un incontro con i rappresentanti ufficiali dalle ambasciate di diversi paesi musulmani dopo la pubblicazione delle vignette. Con questa azione negativa il governo danese ha aggiunto altra benzina sul fuoco.

 

La situazione ora è pericolosa. Ogni giorno cresce la pressione imperialista specialmente su Siria ed Iran, mentre gli imperialisti tentano di trovare nuovi modi per interferire negli affari interni in Libano. Le vignette e le proteste che hanno sollevato sono ora usate in questo gioco d’aggressione.

 

Allo stesso tempo gli occhi restano chiusi sulle aggressioni e gli atti di terrore contro la popolazione della Palestina da parte di Israele. Il governo israeliano non ha nessun piano per trovare una soluzione che rispetti le giuste richieste dei palestinesi.

 

Il Partito comunista di Danimarca denuncia questa situazione. Nuove aggressioni imperialistiche vengono pianificate- specie contro Siria ed Iran. Le potenze imperialistiche stanno mettendo in atto provocazioni, mentre strumentalizzano i poteri locali reazionari. Con il proposito di dividere la popolazione per prevenire che il popolo insorga unito contro il nemico comune.

 

La situazione non è uno 'scontro di civiltà' come pretendono i reazionari. Questa rivendicazione è fatta solo per mascherare le crescenti discrepanze tra gli stretti interessi dell’imperialismo e gli interessi del popolo e allo stesso tempo dovrebbe servire per legittimare nuove guerre e nuova repressione. Le contraddizioni in tutto il mondo sono tra oppressori e oppressi; tra sfruttatori e sfruttati..

 

L'unico mezzo per fermare questo trend è un ampio movimento popolare contro l’imperialismo.

 

Nella popolazione danese vi è una maggioranza che vuole porre fine alla partecipazione danese nelle attività militari in Iraq. I movimenti della pace e contro la guerra stanno crescendo. Sono in atto diverse iniziative per cercare di fermare le provocazioni e abbassare il tono aspro nel dibattito sui problemi dell’integrazione. Queste iniziative sono portate avanti in comune da molti danesi, indipendentemente dalle posizioni religiose e politiche e includendo nostri concittadini musulmani.

 

Il Partito Comunista di Danimarca chiede che:

 

- il Jyllands-Posten presenti pubblicamente le scuse per aver pubblicato le vignette.

 

- il primo ministro ed il governo danese annuncino pubblicamente di dissociarsi dalle vignette e diano una giustificazione per non avere accettato l’incontro con i rappresentanti delle ambasciate degli stati musulmani in Danimarca.

 

- il governo danese si dissoci nettamente dal tono aspro nel dibattito pubblico e specialmente dalle dichiarazioni del partito xenofobo che lo sostiene.

 

- venga cambiata la politica restrittiva danese riguardo immigrati e rifugiati internazionali. Siano rimosse le riduzioni al sostegno economico per loro e vengano rese disponibili risorse sufficienti per una reale integrazione di immigrati e rifugiati nella società danese.

 

- tutti i soldati danesi siano immediatamente ritirati da Iraq e Afganistan!

 

Traduzione dall’inglese Bf