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Egitto: il Partito Comunista analizza la situazione attuale nel paese

Partito Comunista d'Egitto | solidarite-internationale-pcf.over-blog.net 
Traduzione di Marx21.it

04/11/2013

Sono passati alcuni mesi dall'inizio della rivolta popolare del 30 giugno, che mirava a recuperare la rivoluzione confiscata dalla destra islamo-fascista. In seguito, i rappresentanti del popolo si sono ritrovati con le forze armate per allestire una "tabella di marcia"con tutte le forze politiche e sociali che hanno partecipato alla rivoluzione.

In considerazione delle nostre riserve su alcuni punti e anche sulla natura del governo, e malgrado il nostro rispetto per i suoi membri, noi non possiamo considerarlo come un governo rivoluzionario, ma piuttosto come un governo di tecnocrati, soprattutto perché la maggior parte dei suoi membri è rappresentata da fautori dell'economia di mercato e i riformatori non hanno il minimo margine di manovra né il coraggio necessario per dare una risposta alle rivendicazioni urgenti delle masse e agli obiettivi dichiarati della rivoluzione.

Così possiamo riassumere tali obiettivi e rivendicazioni:

Primo: un confronto risoluto con i Fratelli musulmani e i loro alleati, e l'interdizione di questi gruppi, dediti a pratiche terroristiche comprovate, e la confisca dei loro averi.

Secondo: una costituzione civile e democratica che metta al centro la giustizia sociale.

Terzo: il rilancio dell'economia e la realizzazione delle rivendicazioni più urgenti di giustizia sociale.

Quarto: tra le modifiche legislative nella "tabella di marcia", il riconoscimento pieno della creazione di sindacati, associazioni e partiti politici.

Purtroppo, il governo, sebbene abbia ceduto su alcune delle richieste più pressanti dopo avere resistito, rivela giorno dopo giorno un atteggiamento che unisce reticenza, esitazioni ed impotenza. Ciò naturalmente ha portato all'aggravamento della situazione, alla collera in seno alle masse e al crescere di critiche verso l'operato del governo. La pressione monta per costringere il governo ad agire in modo conseguente su tutta una serie di questioni: niente giustifica il ritardo dell'applicazione delle sentenze della Corte Suprema, dello scioglimento dei Fratelli musulmani e della criminalizzazione delle loro attività, che sono quelle di un gruppo terrorista. Ciò deve estendersi a tutti i gruppi e fazioni alleati con loro, a coloro che praticano il terrorismo e traffici di ogni genere in nome della religione, poiché non sarebbe certo logico prendersela con i Fratelli musulmani e lasciare in pace Jammaya Islamiyah e il suo partito, la Jihad islamica e il partito Wasat e tutti i gruppi e i partiti salafisti. Il problema non si riduce ai soli Fratelli musulmani, è globale, e deve essere trattato affrontando queste forze allo scopo di sconfiggere tale corrente, che rappresenta un ostacolo ad ogni sviluppo politico, economico, sociale, culturale e scientifico da 40 anni.

Deploriamo il fatto che il governo abbia permesso che la signora Catherine Ashton incontrasse i rappresentanti dei gruppi terroristi proibiti dalla Corte Suprema e denunciamo ogni ingerenza nei nostri affari interni.

Il governo, poi, non dovrebbe solo prendere certe decisioni, come quella relativa al salario minimo, ma ma dovrebbe anche varare alcune leggi che rendano possibile la realizzazione delle rivendicazioni. Noi dobbiamo agire velocemente per ridurre il plafond del salario massimo perché si tratta del "cavallo di Troia" della corruzione, perché è un indicatore importante dell'incapacità del governo di realizzare l'obiettivo più importante della rivoluzione: la giustizia sociale. Dobbiamo attuare il "blocco dei prezzi" e smantellare i monopoli privati in tutti i settori, eliminare le forniture energetiche concesse alle industrie monopolistiche, riprendendo il controllo delle imprese del settore pubblico e riappropriandoci delle fabbriche del settore privato e pubblico, sull'orlo del fallimento.

Registriamo le paure in seno al potere, dei responsabili del "congelamento dei prezzi", delle "leggi anti-trust" e della "ri-nazionalizzazione delle imprese e fabbriche andate in rovina", ma esigiamo la realizzazione di tali leggi, perché il ruolo dello Stato, il suo intervento nell'economia sono essenziali per salvare l'economia del paese, realizzare uno sviluppo economico e sociale autosufficiente, base dell'indipendenza politica e del rafforzamento della nostra sicurezza nazionale.

Mentre salutiamo il ruolo delle forze armate nel fronteggiare gli attacchi terroristici nel Sinai, per eliminare un focolaio del terrorismo nazionale e internazionale, ci preme sottolineare che i cittadini onesti dei villaggi e delle città d'Egitto non soffrono solamente per il terrorismo islamo-fascista, ma anche per i misfatti delle bande criminali e per i tentativi di intimidazione. I Copti d'Egitto non sono più sicuri in molte provincie, denunciano le violenze di cui sono vittime da parte dei gruppi terroristi fascisti, delle intimidazioni a base religiosa.

Per quanto riguarda la redazione della Costituzione per l'Assemblea Costituente, le masse percepiscono che esiste una certa qual vaghezza su questioni fondamentali. Noi lodiamo gli sforzi realizzati dai membri del comitato fondatore, accordiamo il nostro sostegno alla posizione che consiste nello scrivere una nuova costituzione e non a modificare marginalmente quella elaborata dai Fratelli musulmani, e che è stata respinta dalle masse. Tuttavia, dobbiamo rivedere alcuni elementi avanzati dalle forze politiche e dalle esigenze della rivoluzione, ridiscutere gli elementi rifiutati prima che venga instaurato il Comitato dei 10, come l'articolo 219, e ristabilire nei suoi diritti il Consiglio consultivo. Si sta manifestando uno stato di confusione, una mancanza di direzione, e non comprendiamo perché venga trattato con tanta delicatezza il partito "Al-Nour" salafita, cedendo in parte alle sue richieste invece di considerarlo come il partito ostile alla rivoluzione, alla libertà delle donne, di pensiero e di coscienza, quale è.

Noi insistiamo sulla necessità di preservare la quota del 50% di operai e di contadini nelle assemblee elettive, in carico ai sindacati dei contadini e degli operai, assicurando che sia garantita la reale rappresentanza di questi strati sociali. Riteniamo che esista una tendenza positiva nella cura prestata ai diritti economici e sociali, come il diritto alla sanità e all'educazione, ma ciò non ha ancora avuto una verifica sul terreno. Facciamo appello a rafforzare tale tendenza, poiché l'80% degli Egiziani è rappresentato da lavoratori poveri. E perciò questa deve essere la priorità assoluta dei redattori della Costituzione, che devono insistere sui diritti della maggioranza schiacciata dall'impennata dei prezzi, dalla disoccupazione, dai bassi salari e dall'assenza di servizi fondamentali vittime della mercificazione: la sanità, l'educazione e l'Uomo stesso nel capitalismo selvaggio.

Le forze e i partiti di sinistra devono fare passi concreti verso l'unità, prendendo atto che i giovani di sinistra hanno espresso la loro costernazione e rabbia di fronte ai ritardi dell'annuncio di una Direzione comune, considerata come l'ultima tappa nella realizzazione del sogni di unità. Già stiamo assistendo a un processo di unità delle forze liberali prima delle elezioni. Perciò, le forze e i partiti che si richiamano al socialismo nell'Alleanza rivoluzionaria democratica mirano a creare un'alleanza progressista di massa con le forze nasseriane, socialiste e popolari per la formazione di un grande fronte progressista nazional-democratico e di sinistra, per controbilanciare la posizione egemonica delle forze di destra, allo scopo di rendere forte la sinistra, per renderla in grado di affrontare la scadenza elettorale e per concretizzare gli obiettivi della rivoluzione e le rivendicazioni della classe operaia, dei contadini e delle masse laboriose.


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