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da Prensa Latina - www.prensalatina.com.mx/article.asp?ID={3612E9C5-57AF-481E-87EB-80E4A187F4EB}&language=ES
 
Iraq, una guerra che con El Salvador non c'entra niente
 
Odalys Troya
 
20/03/2008
 
Più del 70% dei salvadoregni disapprova l’appoggio fornito dal loro governo all’intervento degli Stati Uniti in Iraq, dove più di venti soldati del battaglione Cuscatlan sono stati feriti e altri cinque sono già morti
 
La missione militare salvadoregna, che ha seguito gli statunitensi appena 14 giorni dopo l’inizio dei bombardamenti sull’Iraq nel 2003, è l’unica che rimane ancora in territorio iracheno per svolgere pretestuosi impieghi umanitari. .
 
Quando il governo prese la decisione di mandare i soldati, il sondaggio d’opinione fatto all’epoca da La Prensa Grafica, indicava che due lettori su tre erano contrari all’invio di truppe in Iraq.
 
Da allora l’opinione pubblica in merito non è cambiata, anzi è peggiorata, come dimostrano le varie inchieste realizzate in seguito.
 
Il Fronte Farabundo Martì per la Liberazione Nazionale (FMLN) denunciò la decisione del governo come una scelta irresponsabile, oggi questa forza politica d’opposizione continua a disapprovare la presenza di militari salvadoregni in Iraq e ne chiede l’immediato rimpatrio. Carlos Alfredo Castaneda, deputato del FMLN e facente parte della Commissione Esteri del Congresso, ha dichiarato che fino a quando El Salvador rimarrà a fianco degli USA nell’occupazione dell’Iraq, sarà complice dei loro massacri. Oltre allo FMLN, anche altri attori della società civile di questa nazione centroamericana mettono in discussione l’appoggio all’esercito di occupazione statunitense. Organizzazioni umanitarie della regione, come il Servizio Pace e Giustizia di El Salvador e il Centro per la Promozione dei Diritti Umani del Honduras, hanno denunciato che il comando salvadoregno, con l’ausilio di circa 300 soldati, “svolge funzioni nettamente repressive”. Per rafforzare questa denuncia segnalano che due degli istruttori che hanno preparato il gruppo di militari sono Steve Casteel e James Steele, già noti “istruttori degli squadroni della morte che in passato hanno operato in America Latina”.
 
Anche i partiti Centro Democratico e Fronte Democratico Rivoluzionario chiedono il ritiro immediato dell’unità Cuscatlan. L’arcivscovo di San Salvador, Fernando Saenz La calle, ha chiesto al governo di ripensare se è il caso di continuare a dare prova di lealtà con gli USA, mantenendo l’impegno preso all’epoca dal presidente Francisco Flores ed ora procrastinato da Antonio Saca.
 
In un’intervista pubblicata dal quotidiano alternativo Radici, il prelato ha ricordato che la stampa internazionale sottolinea con frequenza che El Salvador è l’unico paese dell’America Latina che mantiene ancora delle truppe in Iraq: “Siamo gli unici che ancora rimaniamo laggiù, l’opinione pubblica mondiale è contraria ed anche qui la maggioranza è contraria, i sondaggi lo dimostrano chiaramente. Credo sia importante che ci sia una coscienza collettiva maggioritaria contraria al mantenimento di soldati in Iraq, perché è un segnale di buona salute nell’opinione pubblica, ma purtroppo quest’opinione pubblica viene ignorata”.
 
Settori diversi di questa nazione coincidono nell’opinione che questa guerra con El Salvador non c’entra niente..
 
Né le petizioni formali, né le manifestazioni e neppure i sondaggi hanno fatto prendere coscienza al governo di Saca della necessità del ritiro delle truppe dall’Iraq, nonostante sia ormai chiaro che questa guerra è un altro fallimento della politica interventista di Washington.
                                                                                                                                                                   
ale/et/otf PL-171
 
Traduzione dallo spagnolo per www.resistenze.org  di FR