www.resistenze.org - popoli resistenti - el salvador - 20-03-09 - n. 266

da Oltre Confine - Newsletter settimanale del Dipartimento Esteri del PdCI
 
Questa volta è differente, Maurizio Funes Presidente: la sinistra al Governo del Salvador
 
di Stefano Fedeli: PdCI, Responsabile America Latina e Cooperazione internazionale
 
Caracas, 17 marzo 2009
 
Ad essere sinceri la speranza era molta ma le certezze erano poche. Invece il primo giugno prossimo Maurizio Funes, candidato del Fronte Farabundo Marti di Liberazione Nazionale che ha battuto il candidato di destra di ARENA, sarà il nuovo Presidente progressista del Salvador. L L’ex corrispondente della CNN si è imposto su Rodrigo Avila, ex Direttore della Polizia Nazionale con il 51,2 % contro il 48,7.
 
Si se pudo gridavano le migliaia di persone, fra i quali moltissimi militanti della la ex guerrilla del Salvador che domenica sera sono dilagati nel centro di San Salvador e nelle altre città del Paese. Faceva una certa impressione vedere Funes a fianco del suo vice, l’ex comandante del FMLN Salvador Sanchez Ceran, davanti alla grande scritta esta vez es diferente Mauricio Funes Presidente che sovrastava il palco da dove il Presidente eletto si è rivolto al popolo.
 
La nuova alba del Paese (così è stata definita il prossimo futuro) costituirà una nuova tappa di riconciliazione nazionale; ha assicurato Funes appena eletto. La nazione è immersa nella enorme crisi interna, prodotto di 20 anni di governo dei padroni, che ha spinto la maggioranza dei salvadoregni nella marginalizzazione ed oltre la soglia di povertà.
 
Basti ricordare che ben il 18% dell’economia locale si nutre delle rimesse degli oltre 2 milioni salvadoregni (su circa 6,5 milioni di abitanti ) di emigrati, prevalentemente negli Stati Uniti. Non abbiamo altra possibilità che forgiare l’unità nazionale per fronteggiare l’attuale situazione…. ha dichiarato a caldo il neo Presidente. Tutti qui in America latina si sono rallegrati per il successo del FMLN in Salvador felici di accogliere finalmente anche questo Paese nel novero delle nuove e progressiste democrazie dell’America a sud degli Stati Uniti. Già nel suo libro Le vene aperte dell’America latina Galeano gridava il suo sdegno perchè i popoli nativi dell’America avevano perso anche il diritto di essere definiti americani; loro che esistevano già prima dell’arrivo dei tres barquitos di Colombo e molto prima dell’arrivo dei pellegrini sbarcati più a nord dal Mayflower.
 
Ma tanto é, ed oggi America latina è sinonimo di mondo che cambia, come andiamo dicendo noi del PdCI con assoluta convinzione, di un nuovo mondo possibile. E lo fa in positivo con progetti di società diversi, più giusti ed equi, progressisti e fortemente alternativi a quelli immolati sull’altare del neoliberismo ortodosso che ha governato tutto il continente sino a pochi anni orsono, producendo infiniti lutti e disgrazie.
 
Ora è toccato anche al Salvador che ha avuto il coraggio di eleggere un Presidente espressione del Fronte Farabundo Marti di Liberazione Nazionale, la forza capeggiata, sino alla sua scomparsa, dal mitico comandante Shafik Handal.
 
Unico movimento che non ha mai fatto mancare il suo apporto determinato alla lotta contro le feroci dittature che si sono susseguite al governo/saccheggio del Paese centro americano. Piccolo Paese il Salvador ma laboratorio, a partire degli anni 80 di feroci esperimenti antidemocratici, rappresentati in maniera evidente dalla faccia truce di Roberto D’Aubuisson il fondatore degli squadroni della morte e mandante dell’omicidio di Monsignor Romero.
 
Nel 2007 eravamo a San Salvador per l’annuale incontro del Foro di San Paolo e ricordo l’impressione che mi ha fatto vedere la sede dell’Ambasciata USA; una enorme base militare fra le più grandi del mondo a testimonianza dell’importanza strategica di questo piccolo territorio, presidio yankee, dell’intera regione. Il processo di trasformazione profonda del continente non conosce ostacoli e non si arresta e questo segnerà di sicuro i rapporti della nuova amministrazione del potente vicino del nord che, pezzo dopo pezzo vede smantellarsi quello che una volta considerava il suo giardino posteriore.
 
La vittoria in Salvador rappresenta una ulteriore iniezione di fiducia perché consolida la corrente progressista che attraversa Nuestra America (come la chiamava Marti): il Presidente Chavez sottolinea che la vittoria rafforza la corrente storica che all’inizio del 21° secolo si è levata in America Latina e nel Caribe ed apre la porta ad altri popoli fratelli alle sfide che dovrà affrontare…