www.resistenze.org - popoli resistenti - el salvador - 11-10-10 - n. 335

da www.gara.net
Traduzione dallo spagnolo per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
 
Diventato un partito di governo, il FMLN compie trent’anni.
 
Il Fronte Farabundo Martí per la Liberazione Nazionale (FMLN) compie oggi 30 anni. In queste tre decadi ha vissuto la clandestinità, una cruenta guerra ed infine la legalità. Nelle elezioni del 15 marzo 2009, riuscì in una impresa memorabile che segna una pietra miliare nella storia del partito, conquistando il governo e confinando l'onnipotente Alleanza Repubblicana Nazionalista. Gli ideali di Augusto Farabundo Martí continuano quindi a segnare l’agenda politica.
 
di A.Lertxundi
 
10/10/10
 
Il nome di Augusto Farabundo Martí è legato alla lotta contro i governi totalitari, per i diritti dei contadini ed i lavoratori salvadoregni e di altri paesi latinoamericani come Guatemala e Nicaragua. Nato il 5 maggio 1893 nella città di Teotepeque, nel seno di una famiglia di classe media, ebbe l'opportunità di studiare. Essendo universitario, partecipò ad una mobilitazione in appoggio agli studenti guatemaltechi che esigevano la fine della dittatura. Quel gesto gli costò l'espulsione dal Salvador. Trasferitosi in Guatemala, visse da vicino la situazione di precarietà dei lavoratori negli zuccherifici. Lì, fondò il Partito Comunista Centroamericano.
 
I padroni delle piantagioni non gli perdonarono tale intromissione, per cui, dopo essere stato denunciato, si diresse verso il Messico, dove studiò la rivoluzione agraria del 1910. Fu anche segretario di Augusto César Sandino, testimone dei bombardamenti nella selva nicaraguense e delegato del Soccorso Rosso Internazionale in America latina. Durante la sua vita fu deportato in varie occasioni fino a che, il 31 gennaio di 1932 , fu arrestato e condannato a morte dal dittatore salvadoregno Maximiliano Hernández Martínez. Il 1 febbraio fu fucilato. Si dice che non volle farsi bendare gli occhi.
 
Anni dopo, le sue idee e la sua traiettoria politica ispirarono la formazione del Fronte Farabundo Martí per la Liberazione Nazionale (FMLN). Era il 10 di ottobre del 1980 quando le Forze Popolari di Liberazione "Farabundo Martí", l'Esercito Rivoluzionario del Popolo, la Resistenza Nazionale ed il Partito Comunista Salvadoregno decisero di unire le proprie forze per accorpare i numerosi movimenti di sinistra e rivoluzionari. La guerra entrava in una fase di recrudescenza e l'intervento degli Stati Uniti era sempre più intenso, questi fattori richiesero quindi un'unità di azione. Nel dicembre di quell'anno si aggiunse anche il Partito Rivoluzionario dei Lavoratori Centroamericani. Furono tempi di lotta clandestina e di un cruento conflitto che provocò 75.000 morti, 8.000 desaparecidos, 12.000 invalidi e più di mezzo milione di profughi, secondo le organizzazioni umanitarie.
 
Gli Accordi di pace e la legalizzazione del FMLN arrivarono nel 1992. Benché la firma della legalizzazione del partito fosse del 1° di settembre, la Corte suprema elettorale non ammise la sua registrazione legale fino al 14 dicembre, un giorno prima della dichiarazione formale della fine del conflitto armato.
 
Entrato in una nuova fase di lotta, il FMLN impegnò gran parte dei suoi sforzi nell' istituzionalizzare il partito e nella definizione della strategia politica elettorale per i comizi elettorali previsti per il marzo 1994. Benché non mancassero le divisioni interne e le pressioni della destra, riuscì a trasformarsi nella seconda forza politica del paese con 15 comuni e 21 deputati su un totale di 84.
 
Ma per rendere più effettiva la contesa elettorale era necessario cessare di essere un partito di partiti e creare una struttura unica, ciò che poi riuscì a formare nel corso degli anni.
 
Nelle legislative e municipali del 2003, si consolidò come forza politica. Nelle legislative raggiunse il 35,99 % dei voti, superando all'Alleanza Repubblicana Nazionalista (Arena), che rimase con il 33,17 %. Alle municipali invece, ottenne 80 comuni, dietro ad Arena che riuscì a vincerne 109.
 
Ma il momento topico è arrivato con le elezioni presidenziali del 15 di marzo 2009. Mauricio Funes, conosciuto per il suo lavoro giornalistico in vari canali televisivi e non iscritto ad alcun partito durante la guerra, riuscì a trionfare scalzando Area che governava dal 1989.
 
Funes ha ereditato un paese segnato dal succedersi di guerra, violenze delle Maras [bande giovanili, ndr] e povertà. Nel suo primo discorso alla nazione, ha promesso un profondo cambio ed un piano globale contro la crisi. Per quanto riguarda la politica estera, ha ristabilito le relazioni con Cuba, diventando dopo 50 anni, il primo presidente salvadoregno a viaggiare verso l'isola.
 
Mauricio Funes visse la guerra in qualità di giornalista. Suo fratello perse la vita quando militava in un'organizzazione studentesca. Durante il periodo in cui lavorò al Canale 12, riportò l'orrore del conflitto armato nelle case salvadoregne, rompendo gli schemi dei notiziari.
 
Come presidente, ha chiesto perdono per le violazioni dei diritti umani commesse durante la guerra, assumendone la responsabilità come Stato, che è un fatto inedito nella recente storia del paese. "Queste scuse dovrebbero servire per ridare dignità alle vittime e contribuire a guarire le loro ferite e quelle di tutto il paese", ha dichiarato.
 
Particolarmente emotivo è stato il perdono chiesto per la morte avvenuta il 24 marzo 1980 dell'arcivescovo Óscar Arnulfo Romero mentre celebrava messa. Il governo Funes è stato il primo a qualificarla come crimine di Stato.
 
 

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