www.resistenze.org - popoli resistenti - finlandia - 02-12-07 - n. 205

da Solidarie.org
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Gli infermieri finlandesi hanno vinto!
 
28/11/2007
 
Il coraggio e la determinazione degli infermieri finlandesi piegano il governo di centro-destra: un esempio per tutti i lavoratori europei. “Solidaire”, giornale del Partito del Lavoro del Belgio, ha dedicato alla lotta un articolo curato da Marc Botenga.
 
Dal 2003, la Finlandia è diretta da una coalizione conservatrice di centro-destra, con alla testa il Primo ministro M. Vanhanen. La riduzione delle imposte sulle società e delle imposte sulle rendite sono le sue maggiori realizzazioni.
 
Nel marzo di quest’anno, il governo ha virato ancora più a destra, con l’arrivo del partito di estrema destra di Matti Vanhanen e la nomina di quest’ultimo a Primo ministro. Fin dal primo momento, il governo ha sferrato un attacco agli accordi sui salari (1). D’ora in poi, le questioni salariali non potranno più essere negoziate, se non a livello dell’impresa. Un gran numero di lavoratori rischia dunque di vedere diminuito il salario. Come nel caso di altri paesi dell’Unione Europea, la Finlandia combina la soppressione delle conquiste sociali con i regali agli imprenditori.
 
Di conseguenza, il paese si è trovato di fronte ad un’ondata di scioperi, soprattutto nei settori delle poste, della siderurgia e della cantieristica navale. Più di 40.000 lavoratori si sono messi in sciopero per protestare contro i progetti del governo.
 
La situazione è ancora più drammatica per il personale ospedaliero. Molti infermieri sono stati obbligati a fare due turni. Per una dirigente sindacale, Marja-Karina Koskinen, ciò sarebbe dovuto al fatto che il personale medico e paramedico deve, durante gli scioperi, assicurare un servizio minimo (2). In realtà gli infermieri non hanno diritto di scioperare.
 
Dodicimila infermieri minacciano le dimissioni
 
All’inizio di quest’anno, gli infermieri avevano chiesto un aumento salariale del 25% in due anni, vale a dire da 400 a 600 euro al mese. Ma il nuovo governo si è rimangiato una precedente promessa di aumento salariale: è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, spingendo 12.800 infermieri, affiliati al sindacato Tehy, a minacciare di presentare dimissioni collettive, qualora il governo non avesse onorato le sue promesse (3). Il Parlamento si è allora affrettato a votare una legge che invalidava le dimissioni di questi infermieri, stabilendo che sarebbero dovuti andare a lavorare, se necessario manu militari. Agli infermieri in tal modo non veniva solo impedito il diritto di sciopero, ma persino il diritto alle dimissioni. Il sindacato, a ragione indignato, ha qualificato questa azione come un attentato ai diritti dell’uomo (4).
 
Gli infermieri non si sono comunque lasciati intimidire e non hanno ceduto. Alcune ore dopo la scadenza del loro ultimatum, il governo ha ceduto, accettando di concedere un aumento salariale dal 22% al 28%, tra i 350 e i 650 euro in quattro anni e un’indennità per il periodo natalizio di 270 euro (5)! Un risultato straordinario che può rappresentare un segnale per il settore dei servizi anche nel resto d’Europa?
 
1 D. Ibison, “Finland suffers wave of strikes”, The Financial Times, 25 octobre 2007
2 D. Ibison, “Finland suffers wave of strikes”, The Financial Times, 25 octobre 2007
3 Libération, 21 novembre 2007
4 D. Ibison, “Finland’s nurses brace for forced return”, The Financial Times, 13 novembre 2007
5 Le Monde, 21 novembre 2007
 
Traduzione dal francese per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare