www.resistenze.org - popoli resistenti - finlandia - 07-02-21 - n. 778

"La Finlandia deve staccarsi dalla politica di sicurezza e difesa comune dell'UE"

Muhammed Shabeer | peoplesdispatch.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

03/02/2021

Peoples Dispatch incontra JP Väisänen, presidente del Partito Comunista di Finlandia (SKP) per parlare delle iniziative e campagne del partito in Finlandia e della sua presa di posizione sulle politiche del governo in carica di Sanna Marin in tempo della pandemia e della sua politica estera.

Qual è stato l'impatto del COVID-19 in Finlandia, in particolare sulla classe operaia? Quanto è stata efficace la risposta del governo nell'affrontare la crisi sanitaria e sociale e dare inizio alle vaccinazioni nel paese?

Noi, in Finlandia, in Europa e nella maggior parte del mondo capitalista, viviamo in una crisi quotidiana permanente, sette giorni su sette. Lotta di classe significa una lotta continua contro i tagli neoliberali ai servizi fondamentali e ai diritti dei lavoratori. Quella del COVID-19 è una crisi aggiuntiva contro cui combattere. La macchina capitalista borghese dei grandi monopoli è ben preparata ad agire contro i bisogni del popolo e in favore dei profitti del grande capitale.

Il COVID-19 ha colpito soprattutto i lavoratori precari. Anche i disoccupati di lungo corso stanno soffrendo enormemente. Le attuali politiche neoliberali del lavoro funzionano con l'idea di opprimere le persone con lavori precari e imprenditorialità forzata.

Il governo in carica guidato da Sanna Marin ha reso possibile per i lavoratori autonomi ottenere assistenza sociale, più 2.000 euro di sovvenzioni alle piccole imprese. Allo stesso tempo, gioca sporco con i sostegni governativi alle grandi imprese. Per esempio, Business Finland (un'organizzazione pubblica per il finanziamento dell'innovazione e la promozione del commercio, dei viaggi e degli investimenti in Finlandia, diretta dal Ministero del Lavoro e dell'Economia finlandese) ha distribuito un sostegno finanziario di 179 milioni alle grandi imprese. I centri per lo sviluppo economico, i trasporti e l'ambiente hanno concesso sussidi alle grandi imprese per circa 30 milioni di euro, anche alle aziende che non hanno rispettato i termini della legge finlandese sulle società a responsabilità limitata, come l'obbligo di presentare i bilanci al registro imprese.

A causa dell'epidemia di coronavirus, il governo ha sostenuto grandi aziende che non sembrano aver avuto alcuna attività effettiva negli ultimi anni. Inoltre, le annose difficoltà finanziarie non hanno impedito la distribuzione delle entrate fiscali, ma gli aiuti pubblici hanno in realtà rianimato le aziende in fallimento. Nel 2018, quasi 2.000 aziende sostenute da Business Finland [organizzazione governativa per il finanziamento dell'innovazione e del commercio, per la promozione dei viaggi e degli investimenti, ndt] non hanno pagato l'imposta sulle società perché le aziende hanno subito perdite o sfruttato quelle passate. Invece i poveri o i disoccupati non hanno ricevuto alcun trattamento speciale causa COVID-19.

Il Partito Comunista di Finlandia ha chiesto, durante le prime fasi della pandemia, che il governo cominciasse a pagare 1.200 euro come sicurezza di base a tutti coloro che non possono garantirsela con il proprio lavoro.

La risposta del governo di Sanna Marin per affrontare la crisi sanitaria e sociale è stata un primo aiuto per mantenere il grande business. Il governo ha contratto prestiti per finanziare le sovvenzioni alle imprese e solo una parte è andata a finanziare i servizi di base dei comuni.

Secondo l'opinione pubblica, il governo non ha preso le misure necessarie per il COVID-19. L'Unione finlandese degli infermieri (SuPer) sta criticando le autorità locali per la mancanza di personale e l'inadeguatezza dei dispositivi di protezione.

Per quanto riguarda gli ultimi aggiornamenti sulle vaccinazioni COVID-19, secondo il ministero della salute, l'intera popolazione (5 milioni) sarà protetta. Il vaccino è volontario e viene offerto gratuitamente a chiunque lo voglia. Tuttavia, secondo National News (YLE), nelle prime fasi, la Finlandia è stata fra i paesi dell'UE più lenti a vaccinare contro il COVID-19.

Il governo di coalizione finlandese guidato dalla socialdemocratica Sanna Marin è stato salutato in tutto il mondo come un esempio di emancipazione delle donne e di politica progressista. Secondo lei, quanto è progressista il governo, specialmente riguardo le sue politiche verso le donne, la classe operaia, i giovani e la giustizia sociale?

Il governo guidato da Sanna Marin è sicuramente diverso dal governo di aperta austerità guidato dal milionario del partito di centro, Juha Sipilä (2015-2019). Il governo di Sanna Marin dà speranza ai suoi molti elettori. Sono totalmente d'accordo che sia importante sentire e vedere giovani donne in alti posti politici. Ma, alla fine, il suo governo non ha apportato alcun cambiamento radicale alle politiche in atto da diversi decenni in Finlandia.

Tutti i partiti dell'attuale coalizione di governo accettano la logica dell'economia di mercato neoliberale e del capitalismo. La sinistra parlamentare finlandese, il partito socialdemocratico e l'alleanza di sinistra, considerano entrambi il socialismo come una interessante questione filosofica, ma non mirano a costruire il socialismo nella pratica. L'imperialismo non rientra nel vocabolario della sinistra parlamentare finlandese, che infatti non vuole combatterlo.

Cosa sono le ore "KIKY" e quali implicazioni hanno per la classe operaia in Finlandia? Qual è l'ultimo aggiornamento sulla campagna dell'SKP per la riduzione delle ore di lavoro totali giornaliere?

Le ore 'KIKY' sono una brillante vetrina neoliberale dalla Finlandia. Si riferiscono alle ore che i lavoratori devono lavorare gratis per il bene della competitività. Fino ad un certo punto, anche i sindacati finlandesi hanno assecondato questa follia, chiedendo ai lavoratori di lavorare più ore in nome della competitività. Grazie ai recenti negoziati per i contratti di lavoro e ai risultati delle elezioni parlamentari, le ore gratis per la competitività sono state eliminate.

Perché c'è una richiesta di aumento delle spese militari in Finlandia, anche da parte di un governo "progressista". Qual è l'orientamento dell'opinione pubblica su questo tema?

L'attuale situazione politica ci spinge a rafforzare l'impegno per la pace. Il parlamento ha appena dato al governo Sanna Marin il potere di acquistare nuovi caccia HX per sostituire i vecchi. Nel bilancio, il 17 dicembre 2020 è stato autorizzato un ordine di 9,4 miliardi di euro. Questa cifra può ancora essere superata in base alla variazione dei costi e di altri contratti come l'acquisto di armi e pezzi di ricambio. Le stime dei costi del ciclo di vita del progetto dei caccia vanno da 20 a 30 miliardi di euro.

L'acquisto dei nuovi aerei da combattimento porta la Finlandia più vicina alla NATO e innesca una crisi economica. Dovremmo volare altri 20 anni con gli stessi caccia e sostituire i nuovi con una tecnologia aggiornata.

In Finlandia non abbiamo bisogno di un'alleanza di difesa con nessuna potenza straniera. Gli attuali accordi militari, come l'Host Country Agreement, il JEFF Agreement (Inghilterra), l'Intervention Agreement (Francia), i progetti di amicizia e partenariato della NATO e il Fondo Europeo di Difesa, devono essere abbandonati in nome della costruzione della pace e sostituiti da una credibile politica di difesa indipendente.

Direi che l'élite politica finlandese si sveglierà presto per la crisi di liquidità causata dall'accordo sui caccia HX, a meno che il progetto non venga cancellato. Tutti i partiti in parlamento avevano concordato anni fa sull'acquisto dei nuovi caccia. Il movimento pacifista finlandese è contrario a nuovi accordi sulle armi e all'accordo sui caccia. Il Partito Comunista di Finlandia è l'unico a sostenere le richieste del movimento pacifista.

La Finlandia ha bisogno di staccarsi dalla mobilitazione della NATO e dalle sue scelte. Dobbiamo sviluppare una politica di difesa e di sicurezza credibile e indipendente basata sulla costruzione della pace, mantenere rapporti di buon vicinato e non crearci intenzionalmente nuovi nemici.

Qual è la tua opinione in merito all'adesione della Finlandia all'Unione Europea e all'aumentata cooperazione con la NATO?

Il Partito Comunista di Finlandia mira a uscire dall'UE e dalle sue strutture capitalistiche. Lottiamo anche contro tutte le iniziative razziste, fasciste e nazionaliste che vogliono una Finlandia più chiusa. Non auspichiamo una Finlandia più chiusa, nazionalista e capitalista come alternativa all'UE. Per questo vediamo la cooperazione con i popoli europei e le società civili come un importante sforzo per costruire il futuro. Questo implica la collaborazione tra la società civile finlandese e quella europea, così come tra gli attori politici dei partiti comunisti e operai e i partiti della Sinistra europea.

L'uscita della Finlandia dall'UE potrebbe iniziare con l'uscita dall'unione economica e monetaria dell'UE. Allo stesso modo, dobbiamo staccarci dalla politica di sicurezza e difesa comune dell'UE e dal Fondo europeo di Difesa che rende l'UE un'unione militare.


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