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- popoli resistenti - francia - 08-05-16 - n. 588
Dopo il 28 aprile e 1 maggio, la lotta continua per il totale ritiro della Legge El Khomri
Partito Rivoluzionario - Comunisti (Francia) | sitecommunistes.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
04/05/2016
In queste ultime settimane centinaia di migliaia di manifestanti hanno invaso le strade di Parigi e delle altre città francesi per esprimere la loro opposizione al progetto di legge El Khomri approvato all'assemblea nazionale il 3 maggio. Questa legge non è né negoziabile, né emendabile e rappresenta la morte stessa del Codice del Lavoro.
La sottovalutazione del numero dei manifestanti da parte delle prefetture è cosa abituale, come sempre. Ma le mobilitazioni delle forze vive del nostro paese, dei lavoratori, degli studenti, dei pensionati, dei disoccupati non accenna a diminuire. Al di là di quello che dicono i media al soldo del capitale, l'unità lavoratori/studenti assume un'altra dimensione e di lunga durata.
Per il nostro Partito Rivoluzionario-Comunisti e come abbiamo sempre dichiarato a gran voce, solo una lotta politica chiaramente definita su delle basi di classe farà indietreggiare i grandi gruppi capitalisti sostenuti dal governo Hollande. La legge Lavoro con lo smantellamento dei diritti sociali è ancor di più un'aberrazione quando si constatano i vertiginosi dividenti allegramente distribuiti agli azionisti.
Sul nostro pianeta, miliardi e miliardi di dollari di profitti creati dai lavoratori e dai popoli, sono accaparrati dal capitale e investiti nella speculazione a scapito della produzione industriale, della crescita, dell'impiego.
La crescita della presa di coscienza si traduce nelle lotte attuali con la partecipazione di una maggioranza che rifiuta giustamente una società gestita per il profitto di alcuni ricchi. Queste lotte sono oggetto di una repressione feroce delle forze dell'ordine (di quale ordine, al servizio di chi?) contro i manifestanti, particolarmente dei più giovani.
A Rennes, uno studente ha perso un occhio per esser stato colpito da vicino dal colpo di un flashball (la pistola a pallottole di gomma in dotazione alla polizia). Manifestanti ammanettati e inoffensivi sono picchiati con pugni, calci e bastonate dalla polizia. Militanti sindacali sono condotti in carcere in via sommaria, immediatamente portati in giudizio preliminare come nel caso dei ferrovieri e metalmeccanici del PSA condannati a 2 mesi di prigione e pesanti multe per essersi rifiutati di fornire il proprio DNA. Tutti questi attentati alle libertà sono la prosecuzione logica dei licenziamenti in Air France e l'arresto dei militanti CGT della Good Year.
La repressione poliziesca ordinata dal socialista Cazeneuve si aggrava ulteriormente. Ad Amiens, dopo la manifestazione del 28 aprile, 300 militanti sindacali, lavoratori, studenti e precari sono stati sfollati dai militari 21 ore dopo aver occupato pacificamente la camera di consiglio di Amiens Métropole (un naso rotto e numerosi contusi). Il blocco a partire dalle 4 del mattino della Zona Industriale Nord d'Amiens da parte di centinaia di lavoratori e studenti ha sopportato continue provocazioni della polizia e solo il sanguefreddo dei funzionari ha permesso di fermare le direttive della prefettura di far degenerare l'azione in corso.
La manifestazione del 1° maggio ad Amies è stata vietata, per motivi di sicurezza, mentre è stata raggiunta l'unità sindacale (CGT, FSU, FO, UNEF) per il ritiro della legge El Khomri (unità mai realizzata con FO per un 1° maggio da più di 35 anni).
Notare un episodio rilevante: Nicolas Sarkozy, che aveva previsto la presentazione del suo libro per il 2 maggio in una grande libreria di Amiens, ha dovuta spostare per motivi di sicurezza questo imperdibile momento, alla fine dei boschi, nella profonda campagna d'Amiens, con il responsabile della federazione dei cacciatori della Somme con il quale aveva in programma il pranzo, essendo il loro presidente un ex deputato regionale FN (ognuno ha gli amici che si merita).
Solo la lotta convergente tra lavoratori del privato e del pubblico, dei funzionari, dei disoccupati, dei pensionati e della gioventù potrà far fallire, su delle basi di classe, le pretese dei grandi gruppi capitalisti che rovinano l'economia del nostro paese.
Il nostro Partito Rivoluzionario-Comunisti pensa che esistono le forze per ottenere il ritiro della legge Lavoro e affermiamo che questa vittoria sarà essenziale per contrattaccare la politica, condotta dai vari governi, al servizio del Medef e del capitale.
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