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E' nato il Partito Comunista Rivoluzionario di Francia!

Partito Rivoluzionario Comunista di Francia | pcrf-ic.fr
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

24/10/2016

Il 23 ottobre 2016, durante un congresso straordinario di fondazione, i comunisti raggruppati nel collettivo di Intervento comunista, ex organo del Coordinamento Comunista, poi URCF, hanno creato il Partito Rivoluzionario Comunista di Francia.

Questo Partito sviluppa la sua politica sulla base della concezione materialista e dialettica mondo, dei cardini del comunismo scientifico e dell'esperienza del Movimento operaio rivoluzionario internazionale, ossia nel marxismo-leninismo.

Il suo obiettivo è quello di contribuire su questa base al raggruppamento dei comunisti del nostro paese, ora dispersi, lottando contro le tendenze opportunistiche che minano il movimento rivoluzionario proletario.

A chi pensa che la creazione di un nuovo partito aggravi le divisioni, il Congresso ha risposto che, come Lenin aveva sottolineato più volte, si può risolvere la questione dell'unità dei rivoluzionari solo iniziando con la demarcazione preliminare delle posizioni presenti se non si vuole aggravare la divisione.

Il fallimento dell'unificazione del Partito Rivoluzionario-Comunisti rappresenta la conferma pratica di questa posizione di principio. Il Congresso è stato preparato sulla base dei documenti proposti dalla direzione di Intervento comunista.

Quei compagni che hanno rifiutato di vedere cancellata l'eredità dell'URCF lo scorso maggio, in accordo quasi unanime si sono espressi sul contenuto dei documenti che sono stati arricchiti dagli emendamenti approvati dal Congresso.

Dopo un ampio dibattito sull'esperienza vissuta sia nella preparazione dell'unificazione che durante il periodo di partecipazione al Partito Rivoluzionario-Comunisti, il Congresso ha concluso che la causa del fallimento risieda nel dominio delle correnti opportuniste nel movimento comunista di Francia, e più precisamente, in questo caso, in una forte tendenza all'"economicismo" che di estende anche in gran parte fuori dal cerchio dei compagni Comunisti.

L'economicismo è una corrente che si sviluppa, in periodi di reazione politico-ideologica, negli ambiti del proletariato che cedono al pessimismo sociale dilagante e alla demoralizzazione, considerando che non solo non vi siano prospettive rivoluzionarie immediate, ma neanche che il movimento operaio sia, più o meno temporaneamente, in grado di condurre altre lotte che non siano quelle di difesa dagli attacchi padronali e per rivendicazioni immediate.

A immagine del sindacalismo inglese, il trade-unionismo, l'economicismo non vede prospettive se non la promozione di queste lotte sul piano politico. Non capisce l'importanza che si sviluppi una coscienza politica rivoluzionaria di massa nel proletariato, della necessità di spingere le masse in tutte le battaglie politiche, ivi comprese quelle a livello internazionale, a partire dalle loro rivendicazioni e aspirazioni. Così non si prende una posizione chiara sulla rottura con l'Unione Europea, l'Euro e la NATO nelle lotte di massa democratiche per il socialismo-comunismo. La sfida è far comprendere che solo una rivoluzione socialista-comunista è in grado di soddisfarci pienamente.

In Francia, la corrente [economicista] era molto forte dopo la sanguinosa sconfitta subita nella Comune di Parigi. Oggi, si è rafforzata dalla vittoria della contro-rivoluzione in URSS e nei paesi socialisti d'Europa. Ma ha anche le sue radici nelle tendenze operaiste e nella sottovalutazione della teoria per portare avanti la lotta di classe rivoluzionaria, che avrebbe dovuto consentire la vittoria dell'eurocomunismo proprio quarant'anni fa con il XXII congresso del PCF.

E' sulla base di questa analisi che nasce il Partito, con il patrocinio della Grande Rivoluzione russa dell'ottobre 1917, di cui celebreremo il 100° anniversario il prossimo anno.

La Grande Rivoluzione russa dimostra che per affrontare la crisi generale della produzione capitalistica, non c'è altra alternativa che porre fine al dominio della borghesia con il rovesciamento del suo apparato statale, della sua dittatura di classe - qualunque sia la forma - e l'emergere, con mezzi rivoluzionari, di un nuovo apparato statale che esprima gli interessi di classe del proletariato (la dittatura il proletariato) e di quegli gli strati popolari non sfruttati ma alleati.

E' questo nuovo stato che si incarica di socializzare i mezzi di produzione, dell'espropriazione dei capitalisti e della pianificazione centralizzata e dello sviluppo sociale. Lo sviluppo del socialismo in URSS ha risposto a questo compito storico, anche se la propagazione dell'opportunismo dal XXII Congresso PCUS ha creato le condizioni per la vittoria del revisionismo e della controrivoluzione e il ristabilimento del capitalismo.

La discussione si è incentrata sul ruolo del proletariato e della necessità da parte del PCRF di radicarsi profondamente nella classe operaia affinché da partito "per" classe operaia, si trasformi in partito "della" classe operaia.

Analizzando le lotte contro la legge "Lavoro" (o legge El Khomri) e quelle che hanno rivelato la potenzialità di vedere rinascere un sindacalismo di classe se la classe operaia si appropria del suo partito, il Congresso ha sviluppato un ampio scambio di opinioni sulla questione delle donne e sull'immigrazione, notando il ritardo che i comunisti hanno su quest'ultima questione in particolare, questione cruciale per l'unità della classe operaia, ora più che mai.

Per quanto riguarda la questione delle donne, i congressisti hanno convenuto che sia necessaria un'intensa battaglia ideologica per combattere il femminismo borghese che è un'arma di divisione del proletariato ma anche un'arma contro le conquiste democratiche del passato; si guardi per esempio, per quanto attiene la parità nelle elezioni, alla posizione della donna nelle organizzazioni: con il pretesto della parità, la si relega in posizioni di quadro, non secondo le capacità, ma secondo il "genere", sottraendole così la direzione.

Per quanto riguarda il partito, è stato deciso verso le donne proletarie e gli ambienti popolari uno sforzo particolare di reclutamento e di formazione politica e teorica, per superare il ritardo che è stata accumulato.

In occasione dell'8 marzo 2017, il 100° anniversario della Rivoluzione Russa del febbraio 1917, si è deciso di prendere iniziative per partecipare attivamente alla Giornata Internazionale delle donne lavoratrici, per dimostrare che la lotta per l'affermazione delle rivendicazioni delle lavoratrici è inseparabile dalla lotta per la democrazia e il socialismo, come dimostra l'esempio russo.

Il Congresso ha adottato lo Statuto del Partito, caratterizzato dal centralismo democratico e sul libero consenso dei suoi aderenti.

Il Congresso ha accolto calorosamente i messaggi ricevuti dai seguenti partiti fratelli: Partito algerino del partito per la Democrazia e il Socialismo, Partito dei lavoratori di Austria, Partito del lavoro della Corea, Partito Comunista dei Popoli di Spagna, Partito comunista dei Lavoratori ungherese, Partito comunista (Italia), Partito comunista di Grecia, Partito Comunista dei Lavoratori di Russia, Partito comunista dell'Unione sovietica, Partito Comunista (Turchia).

Con lo stesso entusiasmo il Congresso ha ribadito il suo impegno a riprendere il suo posto in seno all'Iniziativa dei partiti comunisti e operai d'Europa in vista di studiare e sviluppare proposte per l'Europa e di coordinare le attività, questione che è stata una delle cause della rottura con i compagni di Comunisti.

Infine, il Congresso ha applaudito con entusiasmo l'intervento del portavoce dei giovani del Partito, che ha presentato con ottimismo e modestia sia il lavoro già completato che le prospettive per la creazione della Gioventù comunista rivoluzionaria di Francia.

Il Congresso ha eletto il Comitato centrale del Partito, che ha tenuto la sua prima riunione per eleggere il Comitato Esecutivo e nominare il suo Segretario generale, il compagno Maurice Cukierman.

Il Congresso ha con commozione reso omaggio al compagno Jean-Luc Salle senza il quale questa nuova tappa politica non sarebbe stata possibile, come pure per ai compagni Jean Sanitas e Pierre Martin e che ci hanno lasciato l'estate scorsa.

Il Congresso si è concluso con gli applausi dei congressisti, dopo aver cantato, a pugno chiuso, l'Internazionale.

Parigi, 24 ottobre 2016


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