www.resistenze.org - popoli resistenti - francia - 09-05-17 - n. 631

Macron, la continuità reazionaria all'Eliseo!

Partito Comunista Rivoluzionario di Francia | pcrf-ic.fr
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

08/05/2017

Emmanuel Macron, l'uomo della borghesia francese, è stato eletto Presidente della Repubblica. Questo è il risultato di una straordinaria mobilitazione dell'apparato di propaganda e comunicazione del capitale monopolistico durata più di un anno e che è culminata nel periodo compreso tra i due turni elettorali con la drammatizzazione della candidatura di Marine Le Pen.

In queste condizioni, il nostro Partito saluta coloro che hanno rifiutato di avallare il teatrino Le Pen-Macron: astenendosi, votando in bianco o invalidando la scheda! Il loro numero è un record dal 1958 e tenendo conto anche di quelli che, in buona fede, hanno votato per contrastare il FN, la percentuale testimonia il fallimento del tentativo di ricomposizione politica. I 16,1 milioni di elettori che non si sono espressi rappresentano quasi il 34% dell'elettorato, mentre Emmanuel Macron ha raccolto il 43,69% degli iscritti e Marine Le Pen il 22,40%. Ciò sottolinea il carattere fondamentalmente antidemocratico della Costituzione gollista e delle elezione presidenziali, considerando anche che milioni di lavoratori non hanno votato perché non iscritti nelle liste o perchè non possono esserlo, non avendo avuto la possibilità di essere naturalizzati.

Il Partito Comunista Rivoluzionario di Francia ha denunciato la gabbia nella quale si è voluto chiudere gli elettori: sullo sfondo "la convergenza a destra delle forze politiche" per far credere che il voto a Macron, il cui programma e la cui carriera incarnano i valori reazionari della borghesia, potesse servire da sbarramento all'ideologia reazionaria del Front National!

In realtà, la candidata del FN è servita da spalla a Macron, permettendo a quest'ultimo di far approvare i suoi orientamenti, auspicati dalla borghesia: Unione Europea, peggioramento della legge sul lavoro, rimessa in discussione del sistema pensionistico, dei contributi sociali e delle imposte, eliminazione di 120.000 dipendenti pubblici, ridefinizione degli statuti in particolare quello dell'amministrazione pubblica territoriale, riforma dei comuni e diminuzione del ruolo, anche se puramente formale, del Parlamento… In politica internazionale, Macron si inscrive nella continuità guerrafondaia dell'imperialismo francese, fatto di ingerenze e di aggressioni militari, mascherate dietro una pretesa "difesa della libertà".

Si noti che in materia d'immigrazione e di diritto d'asilo, Macron non si discosta da Le Pen che per l'estensione dei confini "da chiudere": per l'una, sono le frontiere nazionali, per l'altro sono quelle dell'UE; la differenza è che Macron non avanza una "proposta", ma la politica attuata da Bruxelles, responsabile di centinaia di morti nel Mediterraneo e della consegna dei migranti alle autorità libiche che li derubano, violentano e torturano!

Il suo dire ricorrente sul superamento della destra e della sinistra, tipico delle posizioni storiche della reazione in Francia e il suo discorso in piazza del Louvre con il riferimento alla continuità con l'ancien régime la dicono lunga sulla realtà delle sue posizioni politiche! Proprio come le sue condanne implicite alla lotta di classe in nome dell'unità della Nazione, altro tema caro all'estrema destra!

Venerdì 5 maggio, la Commissione elettorale nazionale è intervenuta per impedire alla stampa di diffondere informazioni di Wikileaks riguardanti e-mail che provengono dal team Macron. Vi si apprende, tra le altre cose, che la sua campagna sarebbe stata finanziata per una somma di 5,5 milioni di euro dalle banche Rothschild, Soros e Goldman Sachs; che Bernard Arnault avrebbe apportato un contributo sostanziale e che avrebbe ricevuto il sostegno multiforme di Merkel, di Obama, di Justin Trudeau, di Junker, di Tsipras, di Matteo Renzi, di Bernard-Henri Lévy…

Pretendere di opporsi a Le Pen con questi personaggi e con i dirigenti dei Repubblicani o del PS, rivela la frode politica o la capitolazione pura e semplice di dirigenti sindacali appassionati alla collaborazione di classe, o di dirigenti del PCF screditati dalla loro politica di adesione alla socialdemocrazia. Il risultato del FN spiega la confusione che regna negli strati popolari colpiti dalla crisi e che il tradimento dei dirigenti del PCF ha lasciato senza rappresentanza e senza prospettive; ma questo si traduce nel fatto che la lotta contro quest'organizzazione non si riguarda il carattere di classe della sua politica e della sua natura, ma questioni sociali o "valoriali". In particolare, occorre sottolineare il fatto che non si possiamo battere correnti ultra-reazionarie e fasciste senza combattere il capitalismo che le genera.

Fin d'ora la priorità è di organizzarsi senza attendere la lotta contro l'aggressione brutale che si prepara contro il codice del lavoro e le altre misure del programma Macron-Fillon-Gattaz. Il nostro Partito saluta la manifestazione organizzata l'8 maggio dalle organizzazioni sindacali CGT, Sud / Solidaire.

Le elezioni legislative devono permettere di sfidare i candidati sulle loro posizioni rispetto alle grandi questioni del momento: sulla revoca dello stato di emergenza, sulla mobilizzazione contro i progetti Macron, sulla politica di guerra in particolare in Siria, sull'Unione europea e sulla NATO, a cui sarebbe suicida lasciare il terreno alla reazione lepénista!

Il nostro Partito avrà candidati che saranno portatori dell'idea che l'alternativa, la sola, è la costruzione di un grande Partito Comunista capace di aiutare la classe operaia e le masse popolari a realizzare il ruolo storico di sbarazzarsi di Le Pen e Macron, dalla costrizione, dalla miseria, dall'assenza di democrazia, dalla minaccia della guerra, dal capitalismo, per costruire il socialismo verso il comunismo.


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