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Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

11/10/2018

Macron e Philippe tardano a rendere noto il nuovo governo. I commenti sono diversi: i ministri sono al centro di critiche e accuse, il governo non sarebbe convincente tanto che secondo RFI il governo avrebbe ricevuto non meno di 5 rifiuti. Per il Figaro "la macchina si è fermata", RTL si chiede "La macronite fa ancora sognare?" Per il Parisien: "Ministri che si dimettono, personalità che rifiutano di entrare nel governo... il mondo è sottosopra! Ma dice molto, in ogni caso, sulle difficoltà di reclutamento di questa maggioranza"... Collomb è la settima uscita di un ministro in meno di un anno.

La realtà:

Macron vuole continuare e accelerare le riforme future, necessita quindi di una nuova équipe interamente votata alla politica del capitale e a rilanciare l'agenda delle "riforme". Deve agire rapidamente mentre un attore ostacola questi piani: il rumoreggiare del malcontento.

Ha dichiarato, "La nostra priorità non è quella di durare, ma di fare".

"Continueremo la profonda trasformazione della società francese". Conferma le "riforme" del sistema sanitario, dell'indennità di disoccupazione, del sistema pensionistico, della funzione pubblica, dei settori dell'energia... Le numerose dimissioni di ministri dimostrano le difficoltà che il governo incontra nell'attuazione della sua politica.

Il Primo ministro, durante le interrogazioni al governo di martedì all'Assemblea nazionale, ha affermato che l'esecutivo "non cederà sugli impegni presi dal presidente della Repubblica".

Macron può cambiare il cast di questo governo, ma non cambierà nulla per i francesi.

L'accelerazione dell'attuazione degli obiettivi definiti dal padronato e dal governo ha un solo fine: accrescere il profitto e per farlo, è necessario distruggere tutte le conquiste sociali, le tutele collettive, che rappresentano un ostacolo a tale crescita.

Tutti i settori economici e sociali sono oggetto di trasformazioni profonde per consegnare l'intera società francese al capitale.

Il 9 ottobre è stato l'inizio dello sviluppo della mobilitazione che costringerà Macron a un ripiegamento.

La risposta sta crescendo, ma ora dobbiamo creare un movimento più potente, per fare indietreggiare Macron e il capitale. È urgente agire insieme. Il nostro Partito è nelle lotte, impegna tutte le sue forze nel loro sviluppo, promuove l'aggregazione delle lotte di classe per respingere il capitalismo e abbatterlo.