www.resistenze.org - popoli resistenti - francia - 19-11-18 - n. 691

Gilet gialli. Senza il pastore giallo che le inganna anche le pecore vedono rosso

Polo della Rinascita Comunista in Francia | initiative-communiste.fr
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

18/11/2018

Lezioni popolari dall'azione dei gilet gialli

Denigrati dalle direzioni sindacali confederali CFDT, FO, FSU, UNSA, e sfortunatamente anche dalle direzioni nazionali della CGT e della FSU, i "gilet gialli" non sono piaciuti per diverse ragioni:

Non hanno fatto appello al falso "dialogo sociale" con Macron per sapere in quale modo "accompagnare sindacalmente" la rottura sociale e disinnescare le lotte, come non hanno smesso di fare Berger [CFDT] e i suoi seguaci.

Non hanno detto che "Macron agisce legittimamente", come hanno dichiarato la maggior parte dei dirigenti confederali, senza dimenticare il PCF e la falsa sinistra, che hanno circondato l'Eliseo, ripetendo in coro il ritornello insurrezionale della Marsigliese e gridando senza complessi "Macron, dimissioni!"

La loro determinazione di massa ha posto sulla difensiva questo governo thatcheriano di padroni brutali che, d'abitudine, provoca il mondo del lavoro, denigra il popolo francese, dà ai super-ricchi bonus fiscali, striscia di fronte all'Unione europea di Merkel e non smette di colpire la Francia popolare: cancellazione degli accordi, della sicurezza sociale, delle pensioni, del codice del lavoro, al contrario tassazione delle pensioni, aumento della contribuzione sociale generalizzata (CSG), privatizzazioni dei beni pubblici, congelamento dei salari per il servizio pubblico, demolizione del valore legale del diploma e dell'università francese. Ora il micro Bonaparte dell'Eliseo è seriamente screditato e la sua autorità sulle classi popolari e medie è fortemente compromessa: il PRCF, che non ha mai chiesto di votare per questo triste reuccio, non se ne duole.

Naturalmente, il carattere non organizzato del movimento e l'indecente volontà di recupero dei Wauquiez, Le Pen e Dupont-Aignan, apre uno spazio significativo alla reazione che vorrebbe far deragliare il movimento e sviarlo contro il "fisco" e "lo Stato", vale a dire contro i servizi pubblici, mentre è la distribuzione del carico fiscale e il suo utilizzo a beneficio di tutti e, prima di tutto, dei livelli popolari, che devono essere profondamente riformati a vantaggio del lavoro e a spese del capitale.

Partecipare dinamicamente a questi movimenti: i blocchi stradali devono essere accompagnati dal blocco del profitto capitalista

Tutti i motivi citati sono ragioni per i militanti genuinamente comunisti e per i sindacalisti combattivi per partecipare in modo dinamico in questi movimenti in forme da valutare a livello locale, per portare loro l'esperienza organizzativa del movimento operaio, per far capire loro che i veri comunisti, la vera sinistra popolare e i sindacalisti di classe non hanno nulla in comune con la caricatura dei dirigenti nazionali che usurpano questi bei nomi per colmare le crepe di una società capitalista sempre più inumana. Ai militanti in prima linea non tocca dare lezioni a chi forse conduce la prima lotta della sua vita, ma mostrare loro che i blocchi stradali devono essere accompagnati dal blocco del profitto capitalistico, dalla costruzione dello sciopero generale, dalla rivendicazione chiara dell'aumento generale dei salari e delle pensioni, di una ricostruzione dei servizi pubblici e dello stato sociale distrutti in nome della "costruzione" europea, dal rilancio del "prodotto in Francia" tradito dal grande padronato: in una parola da una vera lotta anticapitalista come quelle del 1936 e del 1968 che portarono un progressi sociali immensi, ponendo la questione del cambiamento sociale. Questo è ciò di cui ha paura Macron in realtà, questo avventuriero politico screditato la cui arroganza di classe ha avuto il merito di riorientare non pochi cittadini.

Ora che il movimento sociale è lanciato, rifiutando la falsa professione di apoliticismo di alcuni manifestanti arretrati che mirano a trattenerne la corsa, combattendo senza esitazione la destra e l'estrema destra, i militanti apertamente comunisti continueranno a parteciparvi in prima linea, contribuendo ad ampliarlo, apportando con modestia ma senza tentennamenti le spiegazioni necessarie, innestando nelle lotte la prospettiva di una repubblica sociale, sovrana e pienamente emancipata dalla sovranazionale UE e dal sistema capitalista, invitando alla ricostruzione del sindacalismo di classe tradito e a quella di un partito comunista combattivo.

Costruire l'organizzazione politica per condurre la lotta dei lavoratori alla vittoria finale

Non si dispiacciano gli elementi ritardatari e gli ipocriti che rifiutano di accettare la dimensione politica di un movimento di massa, oggi meno che mai bisogna contrapporre all'auto-organizzazione dei lavoratori "dal basso" la necessità di un'organizzazione politica combattiva che consenta ai lavoratori di portare fino alla vittoria finale la lotta contro l'ingiustizia sociale.

La Segreteria Nazionale del PRCF
La Commissione lotte del PRCF
I Giovani per la Rinascita Comunista in Francia


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