www.resistenze.org - popoli resistenti - francia - 28-10-19 - n. 726

No alla chiusura della Michelin!

Partito comunista rivoluzionario di Francia | pcrf-ic.fr

19/10/2019

Il 10 ottobre 2019, i 619 dipendenti della Michelin di La Roche-sur-Yon (Vandea), che producono pneumatici per autocarri, hanno appreso della prossima chiusura del loro stabilimento.

Questo annuncio ha causato una rabbia ancor più legittima tra i lavoratori non solo perchè la società non è in declino (1,6 miliardi di utile netto dal 2018, + 0,3% in un anno...) ma anche perchè hanno acconsentito a sacrifici significativi negli ultimi anni per salvaguardare il loro posto di lavoro, con "accordi di competitività" (l'ultimo nel 2016, chiamato "Patto per il futuro" e firmato dalle due organizzazioni maggioritarie, CGC e SUD).

Da qui la loro sensazione di essere stati ingannati, traditi. Dice Jeremy, un lavoratore di 31 anni: "Il mio primo figlio nascerà a febbraio, ho iniziato a pagare il mutuo della mia casa qualche mese fa" e prosegue: "due anni fa, ero contento, pensavo che qui sarei stato in grado di fare la mia carriera".  "Ci è sempre stato detto che dovevamo crederci ma ci hanno mentito", dice un altro lavoratore.

Un senso di disgusto, si è aggiunto a quello di umiliazione dopo che la direzione della fabbrica ha preferito dare le sue prime spiegazioni ai media piuttosto che ai rappresentanti dei lavoratori.

La CGT ha ricordato lo scandalo che sta alla base di tale decisione e ha denunciato la "miope strategia del maggior profitto e della logica di delocalizzazione". Infatti, dopo aver aperto uno stabilimento in India nel 2013, Michelin sta moltiplicando gli annunci di chiusure in Europa, come è accaduto di recente a Bamberg in Germania, dove sono stati licenziati 858 dipendenti.

In Vandea, se si aggiungono gli effetti di questa chiusura sull'indotto, scompariranno nella regione almeno 700 posti di lavoro.

La direzione sta cercando di spegnere l'incendio della lotta, proponendo "trattative" per costringere i lavoratori licenziati a trasferirsi in altri sedi o ad accettare un altro lavoro le cui condizioni sono inevitabilmente peggiori.

Ricordiamo che il "bel piano sociale" messo in atto per "Conti" [Continental, fabbrica di pneumatici] che, dopo mesi di lotta contro la chiusura, ha provocato 300 divorzi e 14 suicidi ...

Dopo una prima giornata di sciopero nazionale il 17 ottobre e una consultazione dei lavoratori per l'ingresso o meno nei negoziati, la CGT chiama a uno sciopero tutti i siti in Francia il 24 ottobre, al fine di opporsi fermamente alla distruzione di questo sito industriale che continuerebbe a essere pienamente redditizio, se i margini fossero leggermente ridotti e se fosse adattato alle nuove esigenze del mercato internazionale dei pneumatici.

Ma essendo il sistema capitalista quello che è, i dirigenti non pensano minimamente di rispondere ai bisogni del commercio e ancor meno a quelli della popolazione: l'unico obiettivo è quello di soddisfare a breve termine la sete di profitti dell'oligarchia finanziaria.

Questa è una realtà strutturale del capitalismo che ha raggiunto la fase dell'imperialismo: per contrastare la caduta tendenziale del saggio di profitto, bisogna sempre più precarizzare i lavoratori, diminuire le condizioni di lavoro e di vita e - se necessario - deindustrializzare intere regioni, delocalizzando in paesi in cui i lavoratori vivono condizioni di sfruttamento più intense (salari più bassi, standard di sicurezza non applicate o inesistenti...).

Questa realtà è confermata da ogni nuovo disastro sociale annunciato e realizzato: il capitalismo, con la borghesia e il suo apparato statale, è questo il nemico di tutti i lavoratori, della gioventù e dei pensionati!

Il capitalismo nella sua fase imperialista non consente più il minimo progresso, qualunque sia la sua natura (economica, sociale, ecologica, politica...); peggio ancora, distrugge tutte le grandi conquiste sociali e democratiche conquistate dal popolo lavoratore alla borghesia durante i secoli precedenti, distrugge l'ambiente e gli ecosistemi e porta la guerra.

È ora necessario mettere in atto una vera politica industriale decisa democraticamente dai lavoratori in base alle esigenze delle popolazioni e dei territori e rispondere alle sfide della conservazione degli ecosistemi e dell'ambiente.

Ma una simile politica industriale non è possibile che con il socialismo-comunismo: una società in cui i lavoratori, avendo rovesciato il capitalismo in modo rivoluzionario e abbattuto il potere della borghesia e del suo apparato statale, si saranno organizzati in classe dominante, avranno socializzato i mezzi di produzione e di scambio e pianificheranno democraticamente la produzione in base ai bisogni.

Il Partito Comunista Rivoluzionario di Francia (PCRF) esprime il suo totale sostegno alla lotta dei lavoratori della fabbrica Michelin di La Roche-sur-Yon e invita i lavoratori e le loro organizzazioni (sindacati, associazioni di difesa dei disoccupati e precari...) a sviluppare la solidarietà di classe attraverso varie forme di lotta con la popolazione per la difesa dei posti di lavoro e di questo sito produttivo.


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