www.resistenze.org - popoli resistenti - francia - 27-01-20 - n. 736

Per il diritto alla pensione, costruire lo sciopero generale!

Partito Comunista Rivoluzionario di Francia | pcrf-ic.fr
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

24/01/2020

Il movimento mostra quotidianamente la forza della sua determinazione, dato confermato storicamente. Dal 5 dicembre, la protesta contro la legge Macron/Philippe sulle pensioni non ha cessato di essere espressa in più forme, con scioperi e manifestazioni di massa, ma anche con azioni simboliche come quelle di avvocati, ballerini dell'Opera o lavoratori del Louvre. Ogni giorno, dall'inizio del nuovo anno a gennaio: sono state organizzate iniziative in tutta la Francia per completare i "punti nodali" dell'unità, chiedendo uno sciopero interprofessionale attraverso presidi davanti ai luoghi rappresentativi del potere, fiaccolate, riunioni pubbliche, volantinaggi, eccetera.

L'organizzazione della rabbia per rivendicare il ritiro di questo progetto di legge non si indebolisce, al contrario! Il governo, per voce di Edouard Philippe l'11 gennaio, ha tentato un'operazione fumosa, con una marcia indietro sull'individuazione dell'età di "equilibrio" [fissata a 64 anni, ndt], per recuperare il CFDT e l'UNSA [rispettivamente Confederazione democratica del lavoro e sindacato dei ferrovieri, ndt], mentre viene mantenuto il principio nella forma di "età di equilibrio" e del rifiuto di aumentare i contributi dei datori di lavoro.

Oltre alle sue stesse menzogne, il governo può contare sul mantra dei media ufficiali che ripetono in coro il ritornello della "mancanza di respiro" o persino la "fine" del movimento e reiterano la propaganda per screditare gli scioperanti. Per il momento, questa strategia non funziona: gli operai in lotta non rinunciano a nulla e l'opinione pubblica continua a esprimere il sostegno a questo movimento, ma per la borghesia la posta in gioco è alta: la riduzione delle pensioni e il regresso dell'età pensionabile causata dal sistema pensionistico a punti ha chiaramente il duplice obiettivo di ridurre la quota di retribuzione socializzata che costituisce una pensione e di favorire la finanziarizzazione delle pensioni attraverso i fondi pensione che mirano ai risparmi dei lavoratori.

Le rivelazioni di Médiapartsur Black-Rock hanno mostrato gli stretti legami tra questo gestore di capitali e il potere; e la Legione d'Onore conferita a Cirelli, presidente della sua consociata francese, non fa che confermare l'obiettivo essenziale del disegno di legge Philippe, ovvero l'apertura, in Francia, di un mercato importante per i vari operatori finanziari per gestire i fondi pensione.

Emmanuel Macron non ha fatto mistero di ciò, dal momento che vuole "i risparmi dei francesi per irrigare diffusamente le nostre PMI" (Le Figaro, 25 luglio 2018), al fine di "sviluppare una forma di fondi pensione in stile francese" per "finanziare questa innovazione [le startup] molto rapidamente, con molta forza" (L'Opinion, 24 luglio 2019). La Francia, la sesta potenza economica del mondo, ha ovviamente i mezzi per finanziare il sistema pensionistico a ripartizione [pay as you go, le pensioni sono pagate da chi lavora, ndt].

Ma le misure di esenzione adottate dai governi precedenti e attuali (credito d'imposta per la ricerca, abolizione dell'imposta sul patrimonio, "flat tax", ecc.) e la frode fiscale organizzata da parte dei grandi monopoli e dei datori di lavoro sono responsabili dell'apparente deficit del sistema di previdenza sociale, che giustifica l'asfissia della sanitàe pubblica, le misure drastiche contro i disoccupati e il progetto di riforma delle pensioni. Non dobbiamo inoltre dimenticare di dire che il bilancio militare si avvantaggia del più grande aumento degli stanziamenti della finanziaria (PLF) per il 2020: così la Francia non avrebbe i mezzi per finanziare servizi pubblici, pensioni o previdenza sociale; ma avrebbe risorse per finanziare operazioni militari in Nigeria, Mali e persino Siria. La guerra va a beneficio solo dei monopoli e non dei lavoratori.

Oggi, le lotte per la difesa del sistema pensionistico a ripartizione, della previdenza sociale, dei servizi pubblici, contro la precarietà e la disoccupazione, tutte queste lotte formano una sola identica lotta: quella delle masse lavoratrici contro il capitalismo, la borghesia monopolistica e la sua dittatura di classe. La questione dell'alternativa a questa società capitalista sta diventando sempre più pressante: il PCRF rivendica il socialismo, il comunismo, la società in cui il proletariato alleato con le altre classi lavoratrici rivoluzionerà il capitalismo e il potere della borghesia monopolistica; una società in cui i mezzi di produzione e di scambio saranno socializzati (espropriati dalle mani della borghesia monopolistica, quindi elevati a rango di proprietà collettiva dei lavoratori), e la produzione gestita secondo una pianificazione centralizzata e democratica.

Il Partito Comunista Rivoluzionario di Francia offre il suo sostegno fraterno al grande movimento contro la riforma delle pensioni; appella la crescita del movimento, la difesa e il rafforzamento dell'unità dei lavoratori di fronte a tutti i tentativi di divisione, per la difesa del diritto alla pensione, per servizi pubblici, per diritti democratici, pace!


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