www.resistenze.org - popoli resistenti - francia - 08-12-20 - n. 771

Fascistizzazione

Partito Comunista Rivoluzionario di Francia | pcrf-ic.fr
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

29/11/2020

Di seguito è riportata una nota teorica, di Pierre Komorov, segretario generale della PCRF, tesa a spiegare la nozione di "fascistizzazione", utilizzata nella nostra analisi dello stato borghese, nel quadro della politica condotta dal governo Macron/Castex:

Nella fase imperialista, con la tendenza alla reazione in tutti i campi, in relazione alla possibilità di situazioni rivoluzionarie, il capitale è costretto a violare regolarmente e permanentemente le proprie leggi e i propri principi. L'Internazionale comunista ha definito questo processo "fascistizzazione della democrazia borghese".

Fascismo significa l'uso della violenza su più vasta scala, esecutivi sempre più ristretti, drastica riduzione del ruolo dei parlamenti, corruzione amplificata su larga scala, terrore ideologico volto a criminalizzare il comunismo e la preparazione delle condizioni per la guerra civile e le guerre imperialistiche.

In tutti i paesi borghesi, le intercettazioni che violano la "segretezza della corrispondenza", la schedatura degli attivisti, l'infiltrazione della polizia nelle organizzazioni democratiche, sindacali, comuniste, sono la regola. La vigilanza rivoluzionaria è essenziale di fronte a tali pratiche. Le intercettazioni degli attivisti, i casi di criminalità di stato come Benalla, Dussopt, Ferrand, Fillon, Cahuzac, Sarkozy..., l'aumento degli stanziamenti militari e di polizia, gli interventi armati all'estero e la stigmatizzazione degli avversari, sono la routine del capitalismo-imperialismo.

Fascistizzazione non significa fascismo o transizione automatica al fascismo, significa che sotto la direzione dell'oligarchia finanziaria, il capitalismo monopolistico (imperialismo) si dota di una democrazia borghese ibridata di eccezioni fascistizzanti (alcune delle quali segrete, ovviamente); disposizioni che inaspriscono la democrazia borghese nella sua essenza violenta, ma non la invalidano del tutto, poiché essa rimane la forma più vantaggiosa di dittatura borghese in grado di ingannare le masse ed estorcerne il "consenso". Quindi, né idealizzazione di una mitica democrazia borghese che proibirebbe ogni repressione, né sottomissione che vede il fascismo ovunque, ma paziente spiegazione del contenuto di classe dello Stato borghese, del processo di crescente autoritarismo.

La contraddizione tra la democrazia formale, limitata, dei capitalisti e le aspirazioni dei lavoratori ad una loro democrazia, l'aspirazione a gestire la loro vita quotidiana e il loro futuro a tutti i livelli, si amplifica sotto l'imperialismo (vedi, senza giudicarli né metterli sullo stesso piano, i comitati anti-néolibéraux, Nuit debout, i Gilets jaunes, i collettivi di lotta...).

Questa limitazione dei diritti democratici, di cui i lavoratori sono vittime dal posto di lavoro fino allo Stato passando per i Comuni, implica per i comunisti il compito di assicurare le lotte per i diritti democratici basati sulle aspirazioni alla partecipazione, alla trasparenza negli affari pubblici.

In questa ottica, i comunisti hanno una doppia missione: difendere, sviluppare e consolidare tutte le forme di democrazia diretta della base (consigli, comitati, ecc.) e, partendo anche da queste stesse aspirazioni, dimostrare che la democrazia borghese è democrazia per i detentori di capitale, la negazione della democrazia per i lavoratori.

I marxisti-leninisti, seguendo Marx e Lenin, ritengono che la lotta per il consolidamento, l'acquisizione dei diritti democratici, favorisca lo sviluppo della lotta di classe, dia fiducia ai lavoratori nelle proprie forze, elimini anche le probabili illusioni sulle cause della sofferenza.

Il requisito strategico è che i comunisti colleghino la lotta per la democrazia alla denuncia dei limiti della democrazia borghese, dovuti al suo contenuto di classe, e si educhi all'idea che la democrazia radicale trova la sua espressione nella rivoluzione socialista e nella democrazia operaia e popolare, come disse Lenin: "Sviluppare la democrazia fino in fondo […] costituisce uno dei problemi fondamentali della lotta per la rivoluzione sociale". Lenin, 1917, Opere complete, Stato e Rivoluzione, 1967, Editori Riuniti, Roma, Vol. 25, pg. 425


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