www.resistenze.org - popoli resistenti - francia - 25-03-21 - n. 784

Conferenza contro la Françafrique: Intervento del Partito Comunista Rivoluzionario di Francia (PCRF)

Partito Comunista Rivoluzionario di Francia | pcrf-ic.fr
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

17/03/2021

Lo scorso 13 febbraio 2021 si è svolta on-line una videoconferenza contro la Françafrique per il ritiro del Franco CFA e dei soldati francesi dal Sahel, organizzata da Rassemblement Communiste (RC), Polo della Rinascita Comunista in Francia (PRCF), Partito Comunista Rivoluzionario di Francia (PCRF), Associazione Nazionale dei Comunisti (ANC) con la partecipazione del Fronte Rivoluzionario Anti-Imperialista Popolare e Panafricano/Senegal (FRAPP), del Movimento Democratico Popolare/Mali (MDP), del Partito Comunista del Benin (PCB) e della Dinamica Unitaria Panafricana della Diaspora (DUP).   

Intervento del Partito Comunista Rivoluzionario di Francia (PCRF)

Cari compagni, a nome del Partito Comunista Rivoluzionario di Francia, desidero innanzitutto ringraziare i compagni del Rassemblement Communiste per aver organizzato questa videoconferenza dedicata alla lotta contro l'imperialismo francese in Africa e per averci invitati ad essa. Salutiamo i nostri compagni delle organizzazioni africane che partecipano a questa videoconferenza.

Dall'inizio del suo mandato quinquennale, Emmanuel Macron, in continuità con la politica imperialista guidata da Sarkozy e Hollande, ha proseguito e rafforzato l'intervento militare francese nell'Africa saheliana (Mali, Niger, Burkina). La politica di Parigi in questi paesi, ma anche in Congo-Brazzaville, Costa d'Avorio, Gabon, Niger, Repubblica Centrafricana, Senegal, Ciad, ecc., non è concepibile senza l'accorto consiglio di gruppi come AREVA, Bolloré, Bouygues, Total e altri monopoli francesi. Una dimostrazione di forza militare che ha proprio lo scopo di rafforzare le posizioni di queste grandi multinazionali francesi nella regione e di ricordare ai "partner" che l'imperialismo francese non cederà un solo pezzo del suo "cortile di casa" ai nuovi arrivati, in particolare la Cina, ma anche gli Stati Uniti, la Germania, il Regno Unito e anche il Giappone.

La linea strategica che segue la borghesia francese si riferisce all'importanza dei suoi interessi fondamentali in Africa e alla gestione del suo patrimonio postcoloniale in un contesto di accresciuta concorrenza tra le potenze imperialiste. Gli eventi in Mali nell'agosto 2020 hanno visto il governo di Ibrahim Boubacar Keïta esser rovesciato da una giunta militare. Quello che abbiamo scritto ad agosto si è avverato. Il CNSP (Comintato Nazionale per la Salute del Popolo, ndt) ha immediatamente annunciato il riconoscimento di tutti gli accordi internazionali e le ricchezze del sottosuolo del Mali continuano quindi ad essere sfruttate dalle imprese monopolistiche francesi. Il CNSP ha consentito all'imperialismo francese di manovrare contro il malcontento popolare e si è dimostrato suo alleato; l'esito del processo in corso in questo Stato africano, dipenderà dal livello di direzione politica che il movimento M5-RFP e le masse assumeranno verso un antimperialismo popolare per il socialismo.

Questo ci porta a riaffermare il nostro rifiuto della politica perseguita dall'imperialismo francese in questo paese, nonché la nostra solidarietà internazionalista con il popolo del Mali. Ricordiamo fin dall'inizio che la Francia dispone di più di 5.000 uomini intervengono in Sahel tra Mali, Burkina Faso, Ciad e Niger, e che ufficialmente sono richiesti dai leader di questi paesi per resistere alle nefandezze dei gruppi armati fondamentalisti-jihadisti, (il numero effettivo di forze speciali non è noto); una presenza permanente in Costa d'Avorio, Senegal, Gabon, Gibuti e La Réunion; partenariati per la difesa con otto paesi (Camerun, Repubblica Centrafricana, Comore, Costa d'Avorio, Gibuti, Gabon, Senegal e Togo); accordi per la formazione di ufficiali africani; una rete significativa di addetti, consiglieri e operatori umanitari ...

Detto questo, sarebbe sbagliato pensare che l'imperialismo francese si limiti agli interventi militari in Africa, dimenticandosi di un altro aspetto: quello del debito. Uno dei cinque punti della definizione leninista dell'imperialismo è l'esportazione di capitale. Una delle forme di sottomissione dei popoli è la creazione di debiti artificiali. Le origini del debito in Africa risalgono alle origini del colonialismo. Dagli anni '60, durante l'indipendenza delle sue ex colonie, la Francia ha continuato la sua politica coloniale impedendo lo sviluppo economico di questi paesi per favorire le esportazioni di materie prime in Europa. A livello economico, questa situazione ha provocato un crescente sovraindebitamento dei paesi africani.

Oggi la visione neocoloniale consiste nel dire che dobbiamo "aiutare i nostri amici africani cancellando i loro debiti", come ha annunciato il presidente Macron in uno dei suoi ultimi discorsi. Ma ciò che si deve capire è che cancellando alcuni debiti delle sue ex colonie, l'imperialismo francese in cambio richiede a questi cosiddetti "amici" di collaborare con le imprese francesi e di accettare di sottostare alle misure economiche che saranno loro richieste. In questo contesto, il Franco CFA, che originariamente portava il suo vero nome di "Franco delle Colonie Francesi d'Africa", continua a svolgere perfettamente il suo ruolo di moneta coloniale come strumento di sottomissione. Tutte le decisioni monetarie vengono prese a Parigi. È un sistema speculativo che schiaccia totalmente la sovranità monetaria e la sovranità stessa dei paesi del Sahel e dell'Africa centrale, ex colonie francesi. In effetti, è il Tesoro pubblico francese che garantisce la convertibilità dei franchi CFA in altre valute. In cambio, il 50% delle riserve in franchi CFA è depositato nei conti del Tesoro pubblico in Francia. Le fabbriche che producono la valuta sono in Francia. La Banca Centrale Africana è subordinata al Ministero delle Finanze francese. E soprattutto, come non parlare di questa nebulosa che è "Françafrique", con i suoi meccanismi criminali di delinquenza politica in Africa: accordi segreti, "sporchi golpe", manipolazioni fomentate da persone più vicine agli ambienti mafiosi, contro la democrazia e gli oppositori politici in diversi paesi africani. È il mantenimento del sistema franco-africano che consente alle aziende francesi di continuare a garantire il proprio dominio economico nell'Africa francofona.

La presenza militare francese è inseparabile dal sistema franco-africano, attraverso accordi di difesa e cooperazione militare. Quando i servizi segreti francesi o le reti politico-economiche non vogliono agire alla luce del giorno, sono i gruppi mercenari che prendono il sopravvento. Questo sistema impedisce anche lo sviluppo dei paesi africani attraverso la creazione di economie basate sulla rendita, basate sull'estrazione della ricchezza di materie prime. I presidenti-dittatori non hanno alcun interesse per lo sviluppo del loro Paese, che potrebbe favorire l'ascesa di una classe operaia capace di lottare contro il regime attuale. Il sistema clientelare funziona solo perché le persone non hanno altra scelta che dipendere dallo Stato. Françafrique sostiene anche un sistema di massicce frodi elettorali che consente ai dittatori, ora chiamati "democratici" di restare in carica nonostante elezioni truccate.

Nella continuità con l'era coloniale, i profitti ricavati da questo sistema semicoloniale servono inoltre alla borghesia francese che, in Francia, cerca di corrompere il movimento operaio e alimentare una burocrazia operaia distribuendo le poche briciole destinate a soffocare sul nascere possibili rivolte popolari. I guadagni realizzati in Africa consentono al capitalismo di manovrare per perpetuare il sistema di sfruttamento qui in Francia, attraverso una politica di alti salari per alcune categorie di dipendenti, la corruzione di alcuni strati superiori della classe operaia, parlamentari e funzionari permanenti di partiti socialdemocratici, revisionisti e sindacati integrati. Attraverso questa corruzione, in Francia si formano un'aristocrazia e una burocrazia operaia che forniscono sostegno sociale al sistema di sfruttamento. Noi, organizzazioni rivoluzionarie di Stati imperialisti come la Francia, abbiamo quindi un interesse particolare a impedire i sovraprofitti dei monopoli ricavati dalla Françafrique.

Finché esiste il capitalismo, il capitale in eccesso non viene speso per migliorare le condizioni di vita delle masse in un dato paese, poiché ciò comporterebbe una diminuzione dei profitti per i capitalisti, ma per aumentare quei profitti attraverso l'esportazione di capitale in paesi sotto il controllo degli imperialismi dominanti, come nei paesi del Sahel oggi. Oggi i popoli si trovano di fronte ai compiti immediati della conquista del potere, dell'espropriazione dei monopoli e dell'attuazione di misure per l'instaurazione della democrazia nella prospettiva del socialismo. Si tratta dell'instaurazione della democrazia integrale, di conseguenza non solo per stabilire una totale uguaglianza di diritto delle nazioni, ma anche per attuare i diritti dei popoli oppressi ad auto-determinarsi, cioè il diritto alla reale sovranità politica. Per questo oggi chiediamo con fermezza il ritiro del franco CFA e dei soldati francesi dal Sahel.

Per sferrare colpi concreti contro l'imperialismo francese in Africa, in particolare nel Sahel, le nostre organizzazioni del Movimento Comunista di Francia, in coordinamento con i partiti e le associazioni africane, possono e devono lavorare per indebolire e ostacolare gli schieramenti militari nel Sahel: impedire alle navi militari di salpare, rifornire e imbarcare truppe dal suolo francese. In collegamento con le organizzazioni sindacali nei porti e nei moli, con la Federazione Sindacale Mondiale, con le associazioni di massa per la pace e contro l'imperialismo francese, proponiamo di lavorare a manifestazioni, scioperi e blocchi contro le manovre militari della Francia, il cui obiettivo è, per esempio, il Sahel. Possiamo senz'altro informarci per conoscere gli spostamenti, gli scali e i calendari della logistica francese. È anche possibile fare lo stesso lavoro sulle basi aeree in territorio francese. È un compito pratico difficile, che richiede disciplina e organizzazione, ma ha dimostrato il suo valore e ha il vantaggio di legare la nostra classe operaia alla lotta contro il nostro imperialismo, di essere pubblicamente visibili mentre portiamo alla sconfitta o ostacoliamo i piani dell'imperialismo.

Infine, il compito delle organizzazioni comuniste in Francia rimane immutato, anche nel quadro della nostra solidarietà internazionalista con i nostri fratelli e sorelle in Africa: dobbiamo porre permanentemente all'ordine del giorno dei nostri compiti il rafforzamento della costruzione del Partito, la lotta rivoluzionaria per il rovesciamento dei governi imperialisti, con l'obiettivo finale di espropriare la nostra borghesia e costruire una nuova società liberata dal giogo capitalista.

Grazie per l'attenzione.

Proletari di tutti i paesi, unitevi!


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