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La Borsa ha raggiunto il record: arricchisce il capitale e impoverisce i lavoratori e Macron annuncia che vuole andare oltre!

Parti Révolutionnaire Communistes | sitecommunistes.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

11/11/2021

Mai prima d'ora, in un periodo così breve di un anno, il CAC 40 è aumentato del 40%, in pieno periodo di pandemia, mentre milioni di lavoratori sono stati ridotti al lavoro a tempo parziale.

Così LVMH, che da solo rappresenta circa il 15% della capitalizzazione CAC 40, ha preso il 37% da gennaio e Hermes il 67%. L'Oréal, che rappresenta circa il 10% del CAC 40, è salito del 33%. TotalEnergies ha approfittato dell'impennata dei prezzi del petrolio per rimbalzare a oltre il 30 %, mentre i crescenti investimenti nella transizione energetica hanno beneficiato Schneider Electric (+29 %) o Saint-Gobain (+66 %), secondo più forte aumento dell'indice nel 2021. Société Générale ha registrato l'incremento maggiore nel 2021, con un incremento superiore al 71%; BNP Paribas (+37 %), AXA (+30 %); Credito Agricolo (+27 %). Questa euforia di borsa non è specificatamente francese, anche l'equivalente tedesco, il DAX, ha battuto un record, come hanno appena fatto negli USA il Dow Jones, lo S&P500 e il Nasdaq.

Molti fattori concorrono all'aumento del valore di borsa delle imprese.

Oltre ad aver beneficiato di decine di miliardi di euro iniettati dalle banche centrali, molte imprese vedono aumentare il fatturato e i margini di profitto, alimentati dagli aiuti pubblici e dai tagli fiscali, dalla relativa riduzione dei salari e dalla raccolta di un risparmio che si rimette in circolazione. Ma questo non basta ai capitalisti e vogliono di più. Per accrescere la loro competitività, cioè i loro profitti, i grandi gruppi monopolistici mettono l'accento sulla riduzione delle tasse e in particolare, quelle sulla produzione già ampiamente diminuite dai governi al loro servizio e dalla riduzione di quelli che chiamano "oneri" o "contributi sociali" che sono in realtà il salario che vogliono trasferire dalle tasche dei dipendenti ai loro profitti!

A ciò aggiungono la riduzione del costo del lavoro qualificato. Una delle ultime trovate in ordine di tempo è quello del "reddito d'impegno" che dovrebbe riguardare 500.000 giovani di età compresa tra i 18 e i 26 anni che per 15-20 ore diventerebbero per 500 euro al mese (6,25 euro all'ora) , una manodopera iper-economica e completamente precaria. Macron persiste e sottoliena la nel suo discorso del 9 novembre "Occorrerà negli anni a venire continuare queste scelte e finanziare il nostro modello sociale tassando ancora meno il lavoro".

Questa euforia per il capitale nasconde realtà molto più dure per i lavoratori e la nazione.

Ad esempio, il notevole deterioramento del sistema ospedaliero con la riduzione del numero di letti e la carenza di personale. Così la struttura portante della ripresa, di cui abbiamo già sottolineato le cause e i limiti, annunciata a gran voce da discorsi propagandistici, si sviluppa sullo sfondo di un indebolimento del 45 % della ricchezza prodotta nel settore industriale la cui quota nel Prodotto Interno Lordo decresce dal 14,5 % nel 2000 al 10 % nel 2019. Tale indebolimento riflette un calo significativo delle capacità produttive e quindi dell'occupazione del paese. Nonostante i discorsi ingannevoli sulla ripresa e il calo della disoccupazione, ci sono le ragioni profonde dell'impoverimento di una parte della popolazione e del permanere di un alto livello di disoccupazione.

Allo stesso tempo, i capitalisti spinti dalla necessità di una concorrenza accanita da parte dei monopoli per la conquista dei mercati, delle risorse, delle comunicazioni e della forza lavoro, si adoperano per ristrutturare e concentrare le imprese.

Così, l'acquisizione per 7 miliardi da parte di Bouygues de Equans, filiale di Engie, firma definitivamente l'atto di morte di GDF pubblico e sostiene centinaia di soppressioni di posti di lavoro presso Engie, aprendo la strada alla formazione di un nuovo monopolio privato di oltre 200.000 dipendenti. Si tratta di uno dei tanti esempi in settori diversi come l'informazione, i trasporti, le telecomunicazioni, le banche... Per la Francia, le fusioni-acquisizioni decollano secondo Les Echos: "verso nuovi record" con un volume di 247 miliardi di dollari per i primi dieci mesi dell'anno. Nel mondo il valore delle operazioni di fusione-acquisizioni raggiunge, nel terzo trimestre, 1.500 miliardi e dovrebbe su un anno essere di 6.000 miliardi di dollari; un anno record che dimostra come i monopoli si riorganizzino per affrontare la concorrenza accanita a livello mondiale.

In Francia, come ovunque nel mondo, le misure statali a favore del capitale e le sue ristrutturazioni lasciano sul lastrico decine di migliaia di dipendenti. È quindi proprio dalla situazione concreta dell'occupazione, dei salari, delle condizioni di lavoro, delle prospettive per la gioventù che si verificano molte lotte nelle imprese e che nascono i movimenti sociali che caratterizzano il periodo.

Questi movimenti sono numerosi e diversificati. La posta in gioco sono essenzialmente i salari e l'occupazione. Questi sono i punti principali dello scontro di classe oggi e ciò è inaccettabile per gli agenti politici del capitale e per coloro che si rifiutano di combatterlo. Si fa di tutto per impedire ai movimenti di lotta di riunirsi e di porre la questione politica delle condizioni per un cambiamento di orientamento fondamentale che rimetta in discussione il dominio capitalista.

Da questo punto di vista, il dibattito per le Presidenziali finanziato e organizzato dalle forze del capitale è illuminante. Da un lato, l'intero gioco politico mira a scartare i temi più decisivi per i lavoratori, i pensionati, i disoccupati e la gioventù e nel frattempo, il portavoce del potere dei monopoli, il presidente in carica Macron, viene a compiacersi in televisione della sua azione a beneficio dei padroni e annunciare la tabella di marcia: Occorrerà lavorare più a lungo, innalzando l'età pensionabile e attuando una riforma che comporterà una riduzione delle pensioni. Sarà necessario andare oltre, accettando condizioni di lavoro e salari peggiori, con la minaccia di essere cancellati dal registro dei disoccupati..

La riforma dell'assicurazione contro la disoccupazione lo annuncia già!

Il programma di Macron è proprio quello del capitale e lo giustifica con la necessità di essere in posizione concorrenziale nei confronti dei grandi paesi capitalisti e in particolare degli Stati Uniti e della Cina. Queste regressioni sociali, il potere e i padroni intendono inscriverle in una dimensione europea vincolante per i lavoratori, pur riconoscendo che la concorrenza tra i paesi europei è un fattore che porta a iniziative nazionali pubbliche forti, in particolare nel settore dell'energia, dove, ad esempio, la Francia intende conservare un vantaggio sistemico di un'energia nucleare che le consenta un vantaggio di prezzo competitivo rispetto alla Germania, fortemente segnata dalla sua dipendenza dal gas russo a causa dell'abbandono del suo programma nucleare.

Per far fronte al programma sociale e politico dettato dai padroni, non vi è alternativa che la lotta di classe, la sua organizzazione e il suo sviluppo. Il nostro partito agisce con i lavoratori, i disoccupati, i pensionati e i giovani per lo sviluppo delle lotte e delle loro convergenze, per ottenere subito risultati rivendicativi concreti. Allo stesso tempo, chiarendo le responsabilità fondamentali del sistema capitalista per la situazione in cui viviamo, invita a sviluppare la battaglia politica di classe per porre fine a questo sistema predatore.


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