www.resistenze.org - popoli resistenti - francia - 08-12-21 - n. 810

Lotta di classe in Guadalupa

Partito Comunista Rivoluzionario di Francia (PCRF) | pcrf-ic.fr
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

02/12/2021

Il "mondo del dopo" è finalmente emerso. Ma contrariamente alle promesse fatte da Emmanuel Macron nella primavera del 2020, è accompagnato da ripetute ondate epidemiche di Covid-19, dalla comparsa di nuove varianti, da sempre maggiori difficoltà economiche e sociali per i lavoratori e le loro famiglie, nonché da misure sempre più autoritarie, giustificate da lunghi e magniloquenti discorsi deresponsabilizzanti, che sottolineano sempre la colpa individuale nella diffusione del virus Sars-Cov-2 e la carenza di misure concrete per combattere la pandemia. La rabbia sociale non ha aspettato molto per esplodere di nuovo.

Il 15 novembre, uno sciopero generale è stato proclamato in Guadalupa, seguito da una vasta operazione di blocchi stradali che ha scosso tutta l'isola. Questa vasta mobilitazione è stata organizzata in opposizione alla sospensione dei contratti dei dipendenti non vaccinati contro il Covid-19 (che riguarda diverse centinaia di lavoratori) e ha riunito operatori sanitari, vigili del fuoco, insegnanti e dipendenti del settore alberghiero. Il 16 novembre, una manifestazione ha riunito tra le 300 e 400 persone davanti all'ospedale di Pointe-à-Pitre, dove si è conclusa anche un'"operazione a passo di lumaca" dei vigili del fuoco. Con l'invio di 200 poliziotti e gendarmi e di una cinquantina di agenti del GIGN (Gruppo d'Intervento della Gendarmeria Nazionale, ndr) e del RAID (Ricerca, Assistenza, Intervento, Dissuasione, un'unità d'élite della Polizia nazionale francese, ndr) sull'isola, per non parlare dell'introduzione di un coprifuoco immediato dalle 18 alle 5 del mattino, la repressione non si è fatta attendere. Nonostante la vaccinazione obbligatoria che è servita come pretesto per scatenare questa crisi sociale, le radici della protesta sono molto più profonde e solide.

La Guadalupa si trova di fronte a gravi problemi economici e sociali, oltre a evidenti disuguaglianze con la metropoli (Francia). Un terzo della popolazione della Guadalupa vive sotto la soglia di povertà, il tasso di disoccupazione è del 17% e il costo della vita è più alto che nella Francia metropolitana, comunemente il 50% in più per un paniere alimentare medio. Per quanto riguarda le infrastrutture, la rete idrica è obsoleta per mancanza di manutenzione, al punto che le interruzioni d'acqua sono molto frequenti. Il costo della riparazione della rete ammonta a 1 miliardo di euro. La Guadalupa soffre anche di un grande disastro ecologico dovuto all'uso massiccio di clordecone, un insetticida usato nelle piantagioni di banane per 20 anni, che inquina massicciamente il suolo, l'acqua del fiume, così come la fauna commestibile e gli stessi abitanti.

Quando lo sciopero generale è stato lanciato in Guadalupa, una piattaforma di 32 richieste è stata comunicata alle autorità locali. Comprendeva un aumento generale dei salari con prestazioni sociali minime, così come le indennità di disoccupazione e le pensioni di anzianità; il rafforzamento dei servizi pubblici (servizi pubblici, poste, scuole, università, ecc.), l'abrogazione delle norme sui sussidi di disoccupazione, l'abolizione di tutti i lavori precari con assunzioni massicce nel settore privato, l'assunzione massiccia di operatori e personale di assistenza negli ospedali e nel settore sociale e medico-sociale, così come la creazione di un sistema sanitario di qualità per accogliere e curare gli utenti in modo dignitoso ed efficiente. In Guadalupa come nella Francia metropolitana, le richieste sono le stesse! La protesta, principalmente sotto forma di sciopero generale, si è rapidamente diffusa in Martinica e nella Polinesia francese.

La Martinica e la Polinesia francese devono affrontare gli stessi problemi della Guadalupa e hanno diritto allo stesso trattamento da parte della Francia metropolitana. In Martinica, il costo della vita è, in media, più del 12% più alto che nella Francia metropolitana. La disoccupazione è più alta in Martinica, arrivando al 15%. E un terzo della popolazione della Martinica vive sotto la soglia di povertà. Nella Polinesia francese, meno del 52% dei polinesiani in età lavorativa ha un lavoro, secondo uno studio dell'Istituto di statistica della Polinesia francese (ISPF) per l'anno 2018, e il tasso di disoccupazione è stimato al 14,5% della popolazione. Anche la Martinica sta vivendo un disastro ecologico simile al suo vicino della Guadalupa, avendo dovuto affrontare l'uso massiccio di clordecone per la coltivazione delle banane.

Come in Guadalupa, le stesse rivendicazioni vengono fatte anche in Martinica e nella Polinesia francese. Nel caso della Martinica, una piattaforma di 13 richieste è stata comunicata durante la prima riunione di lavoro plenaria dell'intersindacale con il prefetto della Martinica e il presidente del Consiglio esecutivo della Martinica. Include, in particolare, la concessione di risorse umane e materiali essenziali per l'ospedale pubblico, l'aumento dei salari e delle pensioni minime di sicurezza sociale, il blocco dello sviluppo del lavoro precario e l'abbandono definitivo della riforma delle pensioni. Per quanto riguarda la Polinesia francese, il movimento di sciopero generale ha anche adottato una piattaforma di richieste che include un aumento del 4% del salario minimo, a 1.281 euro in Polinesia. Non c'è più spazio per il dubbio. I popoli-lavoratori della Guadalupa, della Martinica e della Polinesia ci mostrano ancora una volta la strada, quella del conflitto di classe.

Le richieste dei lavoratori della Guadalupa, Martinica e Polinesia sono chiaramente simili a quelle dei lavoratori della Francia metropolitana. L'unione delle lotte dei lavoratori della Francia metropolitana con quelle dei lavoratori dei territori d'oltremare è dunque fondamentale per la completa soddisfazione delle richieste, ma non solo. Lo sviluppo diseguale tra la Francia metropolitana e i territori d'oltremare si spiega con lo sviluppo diseguale nel regime capitalista tra i paesi ma anche tra i centri imperialisti (come la metropoli francese) e le loro colonie (come il Dom-tom etc). Questa disuguaglianza si acuisce con l'intensificarsi della crisi generale e sistemica del capitalismo e delle sue contraddizioni e quella del sistema imperialista mondiale. Il saccheggio delle colonie francesi d'oltremare, il loro utilizzo come basi per l'imperialismo francese e come base per il controllo delle rotte commerciali, non è un mito. Quindi la soluzione alla sofferenza non è nel capitalismo, che è il problema, la fonte di ogni sofferenza.

Allora dov'è la soluzione? Prima di tutto, sta nel rafforzamento delle lotte multiformi, sia nei territori d'oltremare che nella metropoli, insieme a un coordinamento sempre più forte tra queste stesse lotte e le organizzazioni operaie (sindacati, associazioni, ecc.) che vi partecipano attivamente, per arrivare finalmente a rivendicazioni comuni, modalità d'azione comuni e una strutturazione progressiva della lotta generale dei lavoratori nella metropoli e oltremare. Sta anche nell'uso del diritto all'autodeterminazione da parte dei popoli dei territori d'oltremare affinché possano finalmente prendere possesso del controllo del loro destino e scegliere il loro percorso di sviluppo economico, politico e culturale. Si trova anche, in ultima analisi, nel rovesciamento rivoluzionario del capitalismo, nell'abbattimento dello stato borghese, nella costruzione da parte dei lavoratori stessi del loro potere di classe sugli sfruttatori, nella socializzazione di tutti i mezzi di produzione e di scambio e nell'istituzione di una pianificazione centralizzata e democratica della produzione. Una tale società si chiama socialismo-comunismo.

Il Partito Comunista Rivoluzionario di Francia (PCRF) dà il suo appoggio fraterno e incondizionato alla lotta dei lavoratori in Guadalupa e nei territori d'oltremare, mentre li invita a unire le loro lotte con la metropoli e a strutturarle in comune. Il nostro partito ha lanciato campagne contro l'alto costo della vita e per la sanità che accusano il capitalismo con petizioni e siti web dedicati: Campagnes - Parti Communiste Révolutionnaire de France. La nostra causa è comune: porre fine all'imperialismo francese.


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