www.resistenze.org - popoli resistenti - francia - 21-03-22 - n. 822

Corsica: dichiarazione del PCRF

Partito Comunista Rivoluzionario di Francia (PCRF) | pcrf-ic.fr
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

18/03/2022

Il 2 marzo 2022, Yvan Colonna è stato strozzato per diversi minuti da un altro prigioniero condannato per implicazione jihadista in Afghanistan. È ancora in coma dopo il tentato omicidio [deceduto il 21 marzo, ndr]. Yvan Colonna è un attivista nazionalista corso, accusato dell'assassinio del prefetto Claude Érignac nel 1998 e arrestato nel 2003 dopo 5 anni di latitanza sotto Sarkozy, che lo ha dichiarato colpevole prima del processo.

La notizia dell'attentato a Yvan Colonna ha scatenato il giorno stesso manifestazioni in tutta l'isola per rendergli tributo e denunciare la responsabilità dello stato francese in questa tragedia con lo slogan: Statu Francese Assasinu (stato francese assassino).

In effetti, i nazionalisti corsi hanno sempre chiesto, in mancanza di un'amnistia, il trasferimento dei prigionieri politici corsi nel carcere di Borgo, situato sull'isola. I manifestanti ritengono che se Yvan Colonna fosse stato trasferito a Borgo, non sarebbe stato aggredito. Le ipotesi vanno dalla negligenza grave (un detenuto particolarmente sorvegliato lasciato solo con un individuo pericoloso e aggredito davanti alle telecamere senza il rapido intervento delle guardie) alla "barbouzerie" (struttura clandestina fondata nel 1977 dalla milizia gollista del Servizio d'Azione Civica che impiega teppisti e poliziotti per assassinare gli attivisti nazionalisti, e ufficialmente sciolta nel 1980).

Il 3 marzo 2022, il Sindacato dei lavoratori della Corsica ha bloccato il porto di Aiaccio per impedire dal traghetto lo sbarco delle truppe della gendarmeria. L'azione è stata un successo e i gendarmi sono ripartiti per Tolone. Una grande manifestazione ha avuto luogo il 5 marzo a Corte dove l'Università è stata bloccata, in particolare su chiamata della Ghjuventu Independentista.

Il movimento è proseguito nelle settimane seguenti: le scuole superiori sono state bloccate, le manifestazioni sono diventate più radicali: il tribunale di Aiaccio è stato incendiato, così come la prefettura di Bastia, e la banca del Crédit Agricole è stata attaccata con una pala meccanica. Lo stato borghese francese ha deciso allora di ritirare lo status di DPS (detenuto di particolare interesse) prima a Yvan Colonna in coma, interpretato come una provocazione dai corsi, e poi ad Alain Ferrandi e Pierre Alessandri, condannati per la partecipazione al commando che assassinò Claude Erignac, e ancora imprigionati in Francia. Mentre il movimento continuava, Darmanin [Ministro dell'Interno francese, ndr] ha annunciato il 16 marzo che era pronto a spingersi fino alla oncessione dell'autonomia alla Corsica.

Come possiamo analizzare questa situazione?

Prima di tutto, il Partito Comunista Rivoluzionario di Francia presenta tutta la propria solidarietà ai parenti di Yvan Colonna, vittima di un indicibile atto di crudeltà. Riconosciamo la giustezza delle richieste di amnistia per i prigionieri politici corsi e chiediamo che siano trasferiti a Borgo affinché le loro famiglie possano rendere loro visita più facilmente.

Le lotte in Corsica hanno la loro origine nelle stesse sofferenze popolari della Francia: la gestione capitalista della crisi generale sotto il Covid ha rafforzato ulteriormente lo sfruttamento salariale, la precarietà, la povertà, anche tra i giovani; l'alto costo della vita è una preoccupazione ancora maggiore sull'isola. E ora la borghesia e il governo vogliono farci pagare la guerra in Ucraina.

Salutiamo il coraggio del popolo lavoratore corso che ha dimostrato che di fronte ad uno stato capitalista solo la lotta paga! Denunciamo la repressione capitalista francese in continuità con le pratiche poliziesche nei complessi residenziali HLM, nel DOM-TOM, dei gilet gialli e di ogni movimento di contestazione del potere dei monopoli capitalisti francesi e del loro stato, la Repubblica francese.

Riconosciamo il diritto all'autodeterminazione del popolo corso che è una richiesta popolare e democratica. Riconosciamo le legittime rivendicazioni riguardanti l'insegnamento e la co-ufficialità della lingua corsa, la valorizzazione delle tradizioni culturali dei corsi, il rifiuto della negazione e della folklorizzazione dell'identità corsa.

Tuttavia, noi affermiamo che solo una Corsica libera e socialista, mantenendo relazioni fraterne con le altre nazioni socialiste, permetterà di risolvere i problemi di cui soffrono i lavoratori corsi: disoccupazione, precarietà, alto costo della vita, crisi degli alloggi, cementificazione delle coste...; dietro tutti questi problemi c'è il capitalismo e le sue scelte a breve termine come la turisticizzazione dell'isola a scapito di un'economia produttiva e diversificata che solo il socialismo-comunismo può permettere grazie alla fine della proprietà privata delle imprese e alla pianificazione democratica centralizzata!

Certo, l'autonomia può essere concepita come un avanzamento contro il colonialismo francese (o anche come un tentativo demagogico di Darmanin di porre fine alla rivolta).

Ma questo accordo costituzionale non metterà fine al problema della Corsica, ai problemi dei lavoratori corsi. La Corsica deve certamente liberarsi dalla dominazione francese, ma anche da quella della borghesia corsa (che è spesso legata ad essa), dalle unioni interstatali come l'UE, la NATO, organizzazioni come la Banca Mondiale, il FMI e altre strutture di dominazione imperialista. E solo la rivoluzione proletaria permetterà questo.

La formazione di un paese sovrano che si stacca da uno stato imperialista non può essere raggiunta senza una lotta rivoluzionaria, e il socialismo verso il comunismo è l'unico modo per garantire la sua indipendenza dal mercato mondializzato.

Invitiamo dunque i lavoratori che vivono in Corsica a trovare i mezzi e i percorsi di lotta che mettano sotto accusa il capitalismo, che conducano lo scontro contro la dittatura del capitale che ha preso la forma di una Repubblica borghese in Francia, anche nelle sue istituzioni locali. Così, collegando tutte le lotte corse al rafforzamento e all'organizzazione della coscienza rivoluzionaria, la comprensione del nemico principale crescerà e le lotte si acuiranno contro lo stato borghese francese, ultimo ostacolo all'emancipazione sociale. Il movimento indipendentista corso, in cui ci sono molti lavoratori sinceri e coraggiosi, deve liberarsi delle illusioni sull'economia di mercato e delle strategie riformiste, se vuole sconfiggere il colonialismo francese!


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