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Inequivocabile rapporto UNICEF Francia: il capitalismo danneggia gravemente lo sviluppo dei bambini

Partito Comunista Rivoluzionario di Francia (PCRF) | pcrf-ic.fr
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

30/11/2022

Il mondo che ci aspetta prepara una situazione sempre più catastrofica per i bambini. Il 20 novembre, in occasione della Giornata internazionale dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, l'UNICEF Francia ha pubblicato un rapporto allarmante sulla loro situazione ed il loro sviluppo in Francia.

Passando in rassegna tutto ciò che è stato attuato dal 2016, l'UNICEF Francia afferma, attraverso la sua presidente Adeline Hazan, che "le crisi sanitarie, economiche e ambientali hanno aumentato i problemi". I diritti dei bambini devono essere una priorità, come aveva indicato Emmanuel Macron. Oggi non è più così. Secondo il rapporto, 1 bambino su 5 vive al di sotto della soglia di povertà. Più di 42.000 sono i senzatetto, di cui oltre 1.600 vivono per strada. Allo stesso tempo, i servizi di assistenza all'infanzia, le cui risorse finanziarie e umane vengono costantemente tagliate, hanno sempre più difficoltà a sostenere i 308.000 giovani in carico, e il loro numero è in crescita. In Francia ogni cinque giorni un bambino viene ucciso da uno dei genitori e la percentuale di minori ricoverati in ospedale a causa della violenza è cresciuta di oltre il 50% tra il 2017 e il 2020.

La pandemia di Covid-19 ha avuto un impatto catastrofico anche sulla salute mentale dei giovani: un terzo dei ragazzi tra i 6 e i 18 anni ha dichiarato di soffrire di disturbi psicologici e un quarto di loro si sente spesso depresso o abbandonato. La risposta dei servizi è insufficiente perché "bisogna aspettare da sei mesi a un anno e mezzo per [...] un appuntamento in un centro medico-psicologico". Inoltre, le visite al pronto soccorso relative ai tentativi di suicidio sono aumentate rispetto al 2018 e al 2019 del 52% per i ragazzi di 11-14 anni e del 35% per i ragazzi di 11-17 anni.

Le disuguaglianze scolastiche sono acuite: il 10% delle scuole pubbliche ha più del 63% di alunni provenienti da ambienti svantaggiati. I bambini disabili hanno ancora difficoltà ad accedere alla scuola, visto che "il 20% delle segnalazioni al Difensore dei diritti umani relative ai diritti dei bambini nel 2021" sono legate a questo aspetto. Infine, il rapporto evidenzia le disuguaglianze territoriali: a Mayotte sono poveri 8 bambini su 10, nella Guyana francese 6 su 10 e così in alcuni dipartimenti della Francia continentale. Inoltre, nella Guyana francese, il 7,4% dei bambini tra i 6 e i 13 anni non frequenta la scuola. Questo governo e i suoi predecessori sono responsabili della situazione.

In particolare, la distruzione del sistema scolastico pubblico, la mancanza di risorse nei servizi ospedalieri pubblici, le disuguaglianze di sviluppo tra la Francia metropolitana e i territori d'oltremare (come Kanaky, Martinica, Guyana francese, Mayotte, ecc.) e tra diversi territori della Francia metropolitana, non sono solo la causa di questa situazione: i problemi si aggravano man mano che le riforme politiche vengono attuate. Inoltre, non dobbiamo dimenticare il carattere di classe di queste politiche, poiché rispondono agli interessi dei monopoli.

Con l'obiettivo ufficiale di trovare soluzioni alla situazione descritta dall'UNICEF Francia, il 21 novembre il governo ha organizzato un consiglio dei ministri speciale, composto da venti giovani di età compresa tra gli 8 e i 12 anni provenienti dalla rete di associazioni di assistenza all'infanzia. Questo "consiglio dei ministri dell'infanzia", presieduto da Elisabeth Borne, ha avuto il compito di lavorare su cinque grandi temi - ambiente, scuola, salute e disabilità, tecnologia digitale e accesso alla cultura - per proporre idee, alla presenza dei ministri interessati e di Elisabeth Borne. Questa operazione di comunicazione non inganna nessuno e non nasconde il vero responsabile di questa situazione.

Tutto ciò dimostra la piena responsabilità della situazione del modo di produzione capitalista-imperialista: basato sulla proprietà privata dei mezzi di produzione e di scambio nelle mani di una minoranza sempre più ristretta di sfruttatori e sull'appropriazione sempre maggiore dei profitti in un contesto progressivamente più competitivo, risulta sempre più incapace di garantire le condizioni necessarie alla realizzazione dei diritti dei bambini. Inoltre, con l'aggravarsi della sua crisi generale, crea nuovi problemi e intensifica quelli esistenti.

L'esempio dell'Unione Sovietica, tuttavia, ha dimostrato che una politica proattiva per la protezione e lo sviluppo dei bambini è possibile. Innanzitutto, "in nessun luogo la salvaguardia della salute dei bambini era più importante che nella Russia sovietica", secondo Nikolai Semashko [1], fondatore del sistema sanitario sovietico, poiché "non solo i medici, ma l'intera popolazione era coinvolta in questo lavoro". In relazione a questo fondamento del sistema sanitario sovietico, a partire dalla Rivoluzione d'Ottobre, è stata creata in tutto il Paese una rete di asili nido, scuole materne e uffici di consulenza per garantire il corretto sviluppo e la salute dei bambini [2]. Le risorse stanziate erano in costante aumento, dal momento che il decreto sovietico del 27 giugno 1936 [3] prevedeva di "aprire, entro il 1° gennaio 1939, 11.000 nuovi letti di maternità, anche in aggiunta ai 4.200 letti previsti dal Piano del 1936", nonché di "estendere il servizio medico alle partorienti delle località rurali [...]. . e di mettere in funzione 32.000 letti di maternità, di cui 16.000 letti nei reparti di maternità degli ospedali di villaggio [...] finanziati dal bilancio statale e 16.000 letti organizzando reparti di maternità nelle fattorie collettive."

Per quanto riguarda l'"estensione della rete degli asili nido", questo decreto prevedeva "il raddoppio entro il 1° gennaio 1939 della rete esistente di letti [...] per bambini nelle città, nelle fattorie statali, nelle colonie operaie e nelle ferrovie, portando il loro numero complessivo a 800.000 letti", nonché "il raddoppio" entro la stessa data della "rete esistente di letti [...] negli asili nido permanenti e stagionali delle fattorie collettive delle località rurali, aumentandoli rispettivamente di 500.000 e [...] di quattro milioni."

Infine, vale la pena ricordare il ruolo fondamentale svolto dalle organizzazioni giovanili (ottobristi, pionieri e Komsomols) in tutto il Paese nel mantenere i bambini in salute e nel dare loro libero accesso al tempo libero e alla cultura: organizzando campi vacanza, escursioni giornaliere e case del tempo libero [4] [5]. Inoltre, hanno partecipato attivamente all'elaborazione e alla supervisione di programmi di sviluppo, come quelli sportivi, su scala nazionale [6].

Va aggiunto che a partire dagli anni '30 tutte le famiglie sovietiche avevano una casa, e a basso costo (meno del 4% del reddito per affitto e spese). E dal 1917 al 1954 il potere d'acquisto è aumentato del 600%. Sulla base della nuova infrastruttura socialista, ha avuto luogo una vera e propria rivoluzione culturale a beneficio dei bambini: all'epoca della Rivoluzione (1917), l'80% della popolazione non sapeva né leggere né scrivere. Nel 1940 l'analfabetismo era stato superato. Nel 1940 c'erano 70.000 biblioteche pubbliche contro le 12.600 degli zar; 95.000 circoli culturali contro 200; 790 teatri contro 153; 15.202 cinema nelle città e 6.670 nei villaggi. Per quanto riguarda l'istruzione, il materiale scolastico era gratuito; all'università, gli studenti ricevevano borse di studio che permettevano loro di essere finanziariamente indipendenti. L'URSS aveva il più alto numero di medici pro capite.

Questa attenzione alle condizioni di vita e allo sviluppo dei bambini si spiega con il socialismo-comunismo, poiché si basa sulla proprietà collettiva dei mezzi di produzione e di scambio nelle mani di tutti i lavoratori della società, su un proprio apparato statale costruito sulle rovine di quello dei monopoli e su una pianificazione centralizzata e democratica della produzione. Questo dice tutto.

Il Partito Comunista Rivoluzionario di Francia (PCRF) intende dimostrare che solo il socialismo-comunismo permetterà di risolvere i problemi e le questioni che si pongono sempre più spesso alla società umana, nel centenario della fondazione dell'URSS, il 30 dicembre 1922. Per questo motivo, oltre alle nostre campagne "Accuse al capitalismo", abbiamo lanciato una serie di iniziative per commemorare i 100 anni dell'URSS, tra cui una che si svolgerà nella regione di Parigi (per maggiori informazioni: https://www.pcrf-ic.fr/Centenaire-de-la-naissance-de-l). Durante l'iniziativa sarà disponibile il nostro nuovo opuscolo sulla medicina e l'assistenza sanitaria sovietica, che consiste in estratti tradotti e commentati dall'opera del 1947 del dottor Henry Ernest Sigerist Medicina e salute nell'Unione Sovietica e fornisce un quadro del funzionamento del sistema sanitario sovietico, in particolare nell'ambito dell'assistenza sanitaria materna e infantile. Il capitalismo mina i diritti dei bambini? Accusiamo il capitalismo e ribaltiamo la situazione.

Note

[1La conservation de la santé en Russie Soviétiste, N. A. Semachko, 1920 : http://www.bibnumcermtri.fr/IMG/pdf/1er_annee_no34-35_7_octobre_1920.pdf

[2Medicine and health in the Soviet Union, Docteur Henry Ernest Sigerist, The Citadel Press New York, 1947, p° 209 - 210 et p° 216 - 232

[3] voir ici le texte en anglais : https://www.revolutionarydemocracy.org/archive/abort.htm

[4Medicine and health in the Soviet Union, Docteur Henry Ernest Sigerist, The Citadel Press New York, 1947, p° 232 - 233

[5Les sciences en URSS, Frédéric Joliot-Curie, Les jeudis de France-URSS, Editions France-URSS, 1944 : https://pandor.u-bourgogne.fr/archives-en-ligne/ark:/62246/r42461zklscjck/f3?context=ead::FRMSH021_00012_PK-3-11-2-1

[6Medicine and health in the Soviet Union, Docteur Henry Ernest Sigerist, The Citadel Press New York, 1947, p° 121


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