www.resistenze.org - popoli resistenti - francia - 10-05-23 - n. 865

Sostegno alla storica Annie Lacroix-Riz attaccata da Mediapart

Gérard Tollet | investigaction.net
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

04/05/2023



La guerra si svolge su tutti i fronti, anche nel campo della ricerca storica. Mentre un buon numero di parlamenti ricorre al revisionismo russofobico per qualificare la carestia ucraina del 1933 come genocidio, l'apparato propagandistico è impegnato a deridere gli intellettuali che non si allineano. È il caso della storica Annie Lacroix-Riz, vittima di un vergognoso attacco da parte di Mediapart. Non esitate a firmare la petizione che la sostiene. (IGA)

Il 28 marzo 2023, l'Assemblea Nazionale ha accolto indirettamente una richiesta del governo ucraino e, con un voto favorevole che va dagli ecologisti al Partito Socialista e persino all'estrema destra, ha riconosciuto la grande carestia del 1933 in Ucraina come un genocidio volontariamente perpetrato dall'URSS. Nel contesto del conflitto NATO-Russia in Ucraina, tutti avranno un'idea della portata e dello scopo di tale votazione.

Ma a prescindere dall'opinione che si ha di tale voto (e ci sarebbe molto da dire) e del triste periodo citato, si è verificato un fatto grave che va oltre i limiti dell'accettabilità.

In un articolo di Médiapart [quotidiano on line nazionale, ndt] del 31 marzo 2023, che riferisce di questo voto e dal titolo "Comment la grande famine ukrainienne de 1933 est venue percuter la gauche française" [Come la grande carestia ucraina del 1933 ha colpito la sinistra francese], la storica Annie Lacroix-Riz, professore emerito all'Università di Parigi-Sorbona, è stata ancora una volta oggetto di insulti arbitrari e ingiustificati. È stata etichettata con termini scorretti come "negazionista pura" e "teorica della cospirazione", colpevole unicamente di avere l'idea sbagliata e di non concordare con l'attuale consenso politico e mediatico, ben sapendo che tale consenso non esiste a livello di ricerca accademica sull'argomento. E i redattori dell'articolo aggiungono a tutto ciò l'espressione di sorpresa per l'invito della storica a certi media (citati per nome), il che rappresenta né più né meno che un implicito invito alla censura!

Arrivare a un punto così basso da parte di Médiapart è deplorevole, ripugnante e disonesto. La domanda che ci si può legittimamente porre è: perché questi giornalisti cadono così in basso? E perché alcuni parlamentari hanno votato a occhi chiusi per la qualifica di "genocidio"? Due sono le possibili risposte:

- Da un lato, la tentazione di screditare ancora una volta qualsiasi messa in discussione del capitalismo, ovunque esso sia, passato (certo imperfetto), presente e futuro, e questo con tutti i mezzi (semplificazione, caricatura, esagerazione, persino menzogne vere e proprie...).

- Dall'altro lato, e questo è certamente il motivo principale, l'allineamento sempre più chiaro di queste persone con gli atlantisti e i guerrafondai che vogliono trascinare il nostro Paese e il mondo in un'apocalisse omicida.

E la risposta più bella a queste domande si trova nella dichiarazione del deputato ecologista Aurélien Taché citata nell'articolo in questione: "Anche se capisco che ci possa essere un dibattito sul carattere genocida dell'Holodomor, a un certo punto bisogna fare politica!". Che bella ammissione!

A questo si aggiunge la meschina volontà politica di distrarre e dividere la sinistra, nell'attuale periodo di lotta unitaria e a stragrande maggioranza contro la regressiva riforma delle pensioni...

In ogni caso, l'insulto ("argomento" di chi non ne ha...) che viene fatto o rilanciato in questo articolo non può farci dimenticare lo scrupoloso lavoro di storica sugli archivi che Annie Lacroix-Riz conduce da tempo e che dà fastidio in alto. Ma ovviamente il rullo compressore politico-mediatico è in marcia, cercando ancora una volta di soffocare con ogni mezzo ogni vero dibattito, ogni riflessione ragionata, ogni voce discordante che non vada nella direzione delle scelte politiche del potere e degli interessi della finanza. Non ha alcuna utilità il rigore scientifico, che dovrebbe basarsi su fatti, testimonianze e archivi. Se il campo storico non è l'unica vittima di questo rullo compressore, è di gran lunga il più sensibile.

Quando la storia viene distorta e utilizzata per scopi politici grossolani, ignorando i disaccordi e le controversie e le ricerche accademiche in corso, è responsabilità dei funzionari eletti (non tutti sono caduti in questa trappola durante il voto dell'Assemblea nazionale) e dei cittadini sentire questa pressione. Quando la demonizzazione, il disprezzo e l'etichettatura prevalgono sull'argomentazione e sul contraddittorio, è la democrazia a essere in pericolo, soprattutto perché questi metodi possono rapidamente contagiare...

E quando è il mondo accademico a essere colpito da questa malattia, le conseguenze sono ancora peggiori, perché è l'essenza stessa del processo scientifico di dialogo, confronto di idee e ricerca a essere messo in discussione.

Per tutti questi motivi, diamo l'allarme, denunciamo queste pratiche vergognose e sosteniamo questa accademica maltrattata.

Non possiamo abituarci all'ignominia, la denunciamo e la combattiamo!

Per firmare la petizione, leggere qui

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Sull'argomento, vedi anche:
Holodomor: nuovo avatar dell'anticomunismo "europeo"
Annie Lacroix-Riz: "C'è un contesto storico che spiega perché la Russia è stata messa all'angolo"


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