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- popoli resistenti - francia - 21-10-24 - n. 912
Il debito non è nostro, lo devono pagare i capitalisti
Comunisti | sitecommunistes.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
17/10/2024
Il bilancio nel segno dell'austerità presentato all'Assemblea Nazionale annuncia il clima, con un programma di attacchi brutali alla sicurezza sociale, ai servizi pubblici, agli orari di lavoro, all'abolizione dei giorni festivi, ecc. Ogni partito a modo suo, di destra o di sinistra, Renaissance, Modem, LR, Socialisti, Rassemblement National.... tutti insistono molto sui "sacrifici " indispensabili che il popolo deve fare. Tutti questi partiti sono al servizio del capitale. Quando sarà approvato in Parlamento, il conto per i lavoratori sarà pesante, e i primi annunci ne definiscono il tono. Nel bersaglio dei tagli annunciati ci sono violenti attacchi ai lavoratori, ai giovani, ai pensionati e ai precari. Il governo si guarda bene dall'applicare le sue misure di austerità all'esercito, alla polizia e agli stanziamenti per le imprese.
In nome del "debito", tutto viene compresso: salari, pensioni, sicurezza sociale, sussidi, le opportunità di impiego... Per aumentare il tasso di profitto del capitale, il governo e gli imprenditori vogliono andare molto più lontano, molto più velocemente, distruggendo le conquiste sociali ancora in vigore per legge e nel Codice del Lavoro. Il progetto di "un assegno sociale unico" che fonde l'RSA [Reddito di solidarietà attiva], l'indennità di disoccupazione e l'APL [aiuto individuale per l'abitazione] permetterebbe di limitare l'importo dell'assistenza sociale ricevuta e di subordinarla a ore di lavoro praticamente gratuito.
Barnier propone una cosiddetta tassa eccezionale e temporanea sui ricchi per rendere accettabile un'offensiva di austerità che colpirà innanzitutto i lavoratori e le classi popolari.
Questo bilancio 2025 peggiorerà notevolmente la nostra vita quotidiana calpestando una moltitudine di nostri diritti, indebolendo ulteriormente i servizi pubblici, aumentando la disoccupazione e il costo della vita. Ecco alcune misure:
- Aumento dell'IVA sull'acquisto di gas ed elettricità dal 5,5% al 20%: il 1° febbraio 2025 lo Stato recuperà 6,8 miliardi per l'anno 2025.
- Congelamento delle pensioni di anzianità, che consentirà di risparmiare quasi 4 miliardi di euro, e mancato aumento delle pensioni in base all'inflazione. Le misure diventerebbero permanenti!
- Taglio del 10% del budget 2025 destinato ai cosiddetti territori d'oltremare: 300 milioni di euro. Si tratta di un'ulteriore misura di austerità per questi territori, che già soffrono di un elevato costo della vita e di privazioni sociali.
- Brutali misure di austerità che colpiranno il sistema di sicurezza sociale, particolarmente preso di mira a causa della sua privatizzazione: 15 miliardi di euro di tagli, tra cui una riduzione dell'indennità di malattia, una riduzione di 1,5 miliardi di euro del rimborso delle visite mediche, tagli alle indennità giornaliere, controlli sulle assenze per malattia, ecc.
- L'austerità sarà particolarmente brutale nel sistema educativo nazionale, dove verranno tagliati 4.000 cattedre di insegnamento. Questa violenta offensiva segna una nuova fase negli attacchi alle scuole pubbliche. Il rapporto dell'Ispettorato Generale delle Finanze raccomanda l'eliminazione di 1.600 classi, vale a dire una scuola primaria su 25 e una scuola secondaria su 33, in un momento in cui le dimensioni delle classi in Francia sono le più alte dell'Unione Europea.
- I nuovi tagli al bilancio delle università aggraveranno la distruzione delle università pubbliche, la precarizzazione degli studenti e lo sfacelo delle istituzioni. Il Ministro dell'Istruzione Superiore e della Ricerca, Patrick Hetzel, ha presentato il suo bilancio, che secondo lui "ha la duplice esigenza di preparare il futuro e di contribuire al controllo delle finanze pubbliche". Un progresso nello smantellamento delle università pubbliche. L'aumento del bilancio dello 0,65% per l'anno 2025 ai fondi per l'università è ben al di sotto del tasso di inflazione, per non parlare del congelamento di due terzi degli stanziamenti previsti dalla Legge sulla programmazione della ricerca (LPR) e la riduzione del 4,52% degli aiuti diretti agli studenti. Anche la voce di bilancio per i fondi destinati all'ammodernamento, alla ristrutturazione e alla costruzione di alloggi per studenti, è stata tagliata di quasi il 2%.
- I bilanci degli enti locali vedranno un calo di 50 miliardi di euro, compresa l'eliminazione di 100.000 posti di lavoro e finanziamenti.
Sotto i nostri occhi vediamo ospedali e scuole privi di risorse, EHPAD [strutture per anziani], asili nido, trasporti pubblici sovraffollati: poniamo fine a questi tagli. In un momento in cui i licenziamenti aumentano, costruiamo un equilibrio di potere contro i padroni, la cui ricchezza non è altro che il prodotto del nostro lavoro!
I capitalisti stanno saccheggiando le casse pubbliche per oltre 200 miliardi di euro. Questo spiega l'entità del debito. Lo Stato sta indebitando la Francia, le regioni, i dipartimenti e le città per fare regali ai gruppi capitalistici, e inonda di denaro le grandi imprese con il pretesto di aiutarle a investire, a decarbonizzare... Di fronte a queste minacce, siamo chiari: non spetta ai lavoratori, alle classi operaie o ai giovani ripagare questo debito. I responsabili della crisi hanno un nome: le grandi imprese e il sistema capitalista. Devono quindi pagare, perché questo debito non è nostro, è delle multinazionali e spetta a loro ripagarlo. Il quotidiano economico Les Echos, l'Institut Montaigne non nasconde le ambizioni del governo: approfittare del fatto che "più di otto francesi su dieci (82%) considerano 'urgente' ridurre il debito pubblico" per colpirli ancora più duramente.
Ancora una volta, siamo noi a dover contribuire a rimpinguare le casse dello Stato, mentre i datori di lavoro e i ricchi continuano a ricevere miliardi di sussidi. Di fronte alle offensive annunciate, è urgente preparare la contromossa e rompere con la strategia del dialogo sociale delle dirigenze sindacali. Non può esistere un terreno comune con il governo e i datori di lavoro. Piuttosto che incontrare i ministri le cui organizzazioni dicono di "non aspettarsi nulla", devono entrare in lotta per costruire una risposta all'altezza degli attacchi, combinando il rifiuto dell'austerità con urgenti rivendicazioni sociali.
Il nostro futuro sarà deciso dagli scioperi e dalle strade: per le nostre richieste sociali, per aumentare i salari, per abrogare la riforma delle pensioni e dell'indennità di disoccupazione e per difendere i servizi pubblici. Solo così potremo avanzare. La lotta politica per cambiare la società e liberarla dal capitalismo è essenziale se i lavoratori vogliono prendere il potere nell'interesse del popolo, della nazione e della pace. Avete un posto con noi in questa lotta.
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