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Porre fine a questa vecchia società!

Partito Comunista Rivoluzionario di Francia | pcrf-ic.fr
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

29/01/2025

Macron esprime gli auguri per il nuovo anno all'apice di una crisi politica iniziata nell'estate 2024. Ha annunciato dei referendum e riciclato un vecchio arnese della politica come primo ministro, con l'obiettivo di guadagnare tempo e far proseguire, nelle migliori condizioni possibili, il suo indirizzo politico elaborato sulla roadmap dei consigli di amministrazione dei grandi monopoli francesi

Crisi politica sullo sfondo di una crisi economica

Questo periodo di fragilità della V Repubblica è una manifestazione della crisi dell'imperialismo e ha quindi cause economiche. Notiamo che in questa nostra epoca contemporanea dello stadio imperialista, il ciclo di crisi del capitalismo, che si definiva con la sequenza "crisi, depressione, ripresa dell'attività, espansione, poi di nuovo crisi", non comprende quasi più una fase di espansione economica. Questa sequenza di instabilità della forma assunta dalla dittatura del capitale (istituzioni e governi) potrebbe non essere temporanea, ma, come abbiamo già scritto quest'estate, potrebbe essere una nuova caratteristica della democrazia borghese in Francia.

Lo Stato borghese francese a sostegno dei suoi monopoli

Fino al 2024, Macron ha potuto contare su risultati economici elogiati dai consigli di amministrazione delle grandi aziende monopolistiche. È persino riuscito a rimuovere (formalmente e parzialmente) il tema dell'occupazione dal campo politico o a vantarsi di una reindustrializzazione. Tuttavia, questa carta economica si è sgretolata sotto la pressione di una concorrenza internazionale sempre più accesa e più sfavorevole al capitalismo francese. La Francia ha, ad esempio, come primo partner economico la Germania, la cui recessione per il secondo anno consecutivo (calo del prodotto interno lordo, PIL) ha ripercussioni negative sui profitti delle imprese francesi. Durante i mandati Macron, i monopoli francesi hanno continuato a guadagnare posizioni economiche all'estero in tutti i continenti, ma la concorrenza dei monopoli di ogni paese non si è allentata. Le posizioni acquisite possono essere perse, gli sviluppi possono essere frenati. I monopoli cinesi, ad esempio, esportano come mai prima d'ora i loro capitali, le loro merci e le loro materie prime a prezzi molto bassi. In questo contesto, i monopoli francesi in generale accentuano la pressione sociale sui lavoratori e provocano il fallimento dei piccoli produttori. Lo Stato borghese francese, subordinato ai monopoli, cerca di sostenere il suo capitalismo e il suo fabbisogno di capitali per gli armamenti, le strategie e tecnologiche verdi attraverso la fiscalità e il debito che fa pagare al popolo-lavoratore. Il ministro della Difesa, Sébastien Lecornu, ha dichiarato nel gennaio 2025 che l'aumento di 3,3 miliardi del bilancio militare nel 2025 e la legge di programmazione militare di 413 miliardi fino al 2027 non sono negoziabili, anche nell'attuale contesto di austerità di bilancio e instabilità politica.

Priorità all'economia di guerra

All'inizio di quest'anno, Macron ha esercitato ulteriore pressione in Europa per una "preferenza europea" verso gli armamenti, sapendo che i monopoli francesi delle armi hanno ancora una leadership nel settore. Allo stesso tempo, sotto la pressione delle lotte africane e della concorrenza interimperialista, la Françafrique si sta adattando, sostituendo le basi militari con una presenza più modesta ma con mezzi rafforzati per proteggere i propri interessi. Infatti, dalla base di Gibuti in fase di ristrutturazione, dove Macron si è appena recato, la Francia può ora intervenire con forza, rapidità e in profondità grazie a nuove attrezzature ad alta tecnologia. Mezzi moderni di cui avrebbero voluto beneficiare gli abitanti di Mayotte o i cittadini delle regioni metropolitane alluvionate, mentre tutto dimostra l'incapacità del modo di produzione capitalista di rispondere ai bisogni dell'umanità.

La speranza è il socialismo-comunismo

Non si può trovare una soluzione duratura nel gioco parlamentare, nel dialogo o nella partnership sociale. Come Barnier, agitando ancora la paura del fallimento pubblico, il governo Bayrou-Macron gestisce l'instabilità politica guadagnando tempo e facendo compromessi provvisori per la migliore politica del capitale. Le forze riformiste, che non vogliono cambiare la società, svolgono il loro ruolo di mediazione tra capitale e lavoro. Tuttavia, è sempre nelle lotte dirette contro la borghesia, contro i suoi partiti e il suo Stato, che l'alternativa popolare può trovare la sua strada per porre fine a questa vecchia società attraverso una rivoluzione.

Nel 1945, 80 anni fa, il socialismo-comunismo ha salvato l'umanità con la vittoria dell'URSS e la lotta armata della resistenza contro il fascismo.

Ogni giorno che passa dimostra quanto la speranza dell'umanità risieda ancora in una nuova società comunista.


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