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- popoli resistenti - francia - 02-03-25 - n. 925
Quando in Ucraina è possibile il cessate il fuoco, le confederazioni sindacali in Francia sostengono i guerrafondai dell'UE
Comunisti n. 914 | sitecommunistes.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
26/02/2025
Le confederazioni sindacali CGT, CFDT, CGC, CFTC, UNSA, FSU e Solidaires hanno pubblicato il 18 febbraio un comunicato sul conflitto imperialista in Ucraina (https://www.cgt.fr/actualites/europe-international/solidarite/pour-une-paix-juste-et-durable-solidarite-avec-la-resistance-des-travailleuses-et-travailleurs).
Avevamo già avuto l'opportunità di reagire diversi mesi fa a un comunicato che andava nella stessa direzione, quello della deriva bellicista e del sostegno a due "sindacati" ucraini, uno dei quali detiene il record per corruzione e l'altro annovera tra i suoi dirigenti, figure naziste legate al tristemente noto reggimento Azov. Tale sostegno è stato rinnovato nel documento succitato.
Ma, per riprendere l'espressione un po' edulcorata di Sophie Binet, sono saltate alcune dighe. In questo comunicato c'è un solo imperialismo: la Russia. Il testo ha il duplice risultato di negare il carattere imperialista della guerra e, allo stesso tempo, di difendere e illustrare la posizione di Francia e dell'Unione Europea.
Una connotazione errata della guerra
Fin dall'inizio la guerra è ridotta a «l'intollerabile aggressione di Putin», senza alcun riferimento al contesto. Nel documento non viene menzionato né il colpo di stato del Maidan nel 2014, organizzato dagli Stati Uniti e dai nazisti ucraini, né il bombardamento incessante del Donbass da parte dell'esercito di Kiev, né, soprattutto, la vera posta in gioco: le ricchezze del suolo ucraino che tutti gli imperialisti bramano e di cui Trump vuole impadronirsi in cambio dell'aiuto fornito all'Ucraina.
Al contrario, dobbiamo leggere questa frase intollerabile: "Occorre ricordare che dal 2014 l'Ucraina subisce il tormento dell'annessione di una parte del suo territorio": il che significa che il sindacato intersindacale non condanna né il colpo di stato di Maidan, né il massacro dei sindacalisti a Odessa e assimila la secessione delle autoproclamate repubbliche a un'annessione. Il ricorso all'ideologia occidentale dominante viene addirittura amplificato. Per le 7 organizzazioni si tratta di una guerra di aggressione, motivata non si sa bene da cosa, ma non ci sono cause economiche. Il termine imperialismo e la parola NATO non compaiono in questo testo. E se il regime russo è fortemente criticato, quello ucraino ha diritto a un silenzio di approvazione.
Una sensibilità a geometria variabile
Inoltre, il comunicato denuncia duramente l'esercito russo: "Le forze russe continuano gli attacchi indiscriminati prendendo di mira le infrastrutture civili" o ancora "La guerra ha un forte impatto sui bambini", mentre lo stesso sindacato è silenzioso sul genocidio dei palestinesi!!! Questo doppio standard è indegno e le direzioni confederali dovranno rendere conto del loro assordante silenzio nel conflitto di colonizzazione e di liberazione nazionale in corso in Palestina.
Un assordante silenzio sulle diserzioni in Ucraina
In questo testo non figura alcun accenno alle diserzioni in Ucraina. Come i media, anche le direzioni confederali dei sindacati francesi sono reticenti sulla questione della dimensione delle diserzioni in Ucraina, un fenomeno in realtà massiccio.
Recentemente, la diserzione di una parte considerevole dei soldati della brigata Anne de Kiev, addestrati in Francia su iniziativa del presidente Macron, ha creato uno scandalo, soffocato in Francia, che scuote le autorità politiche e militari in Ucraina. Circa 1700 soldati di questa brigata hanno disertato in massa il 5 gennaio 2025, prima ancora di raggiungere il campo di battaglia.
Questo evento non è un caso isolato. Più di 100.000 soldati sono stati accusati in base alle leggi ucraine sulla diserzione dall'inizio dell'intervento delle forze militari russe in Ucraina nel febbraio 2022. Nel 2024, l'Ucraina ha aperto 60.000 fascicoli di diserzione, il doppio rispetto ai due anni di guerra precedenti.
È in questo contesto che, qualche giorno fa, le autorità ucraine hanno condotto un'operazione di sicurezza "speciale" di proporzioni enormi. L'SBU, la polizia speciale, ha infatti proceduto, nelle regioni di Kiev, Dnepropetrovsk, Odessa, Poltava e Kharkiv, all'arresto muscolare di presunti militanti dell'RFU, Fronte Operaio dell'Ucraina. Questa organizzazione di lavoratori comunisti e internazionalisti è accusata dal governo ucraino di aver organizzato un rifiuto collettivo di partecipare ai combattimenti, di organizzarsi in "comitati di soldati", di rifiutare la coscrizione, di non eseguire gli ordini del comando e di disertare.
Naturalmente, questa repressione contro le forze contrarie alla guerra non è la prima del genere. Nel marzo 2022, una decina di partiti politici di sinistra erano già stati messi al bando, mentre il Partito Comunista era stato vietato fin dal colpo di Stato a Kiev nel 2014. Nessuno di questi eventi ha avuto diritto a una contestazione o anche solo a un accenno da parte delle Confederazioni sindacali in Francia.
Le Confederazioni sindacali per la guerra
Al contrario, i nostri sindacati ricordano la loro solidarietà con i "sindacati" corrotti che sono favorevoli alla guerra e non con quelli che organizzano la lotta contro questa stessa guerra. I militanti "contro la guerra" vengono dimenticati, così come non se ne trova alcuna menzione dalla parte russa. Sarebbe stato possibile, ad esempio, menzionare i centri di reclutamento a cui gli oppositori hanno dato fuoco e le decine di migliaia di giovani che sono fuggiti dalla Russia per non essere arruolati in una guerra che non vogliono. Ma lo scopo dei sindacati firmatari dell'appello non è quello di promuovere la pace o di mettere in evidenza coloro che vogliono fermarla e farla pagare ai popoli russo e ucraino, ma, al contrario, di garantire che continui secondo i desideri degli imperialisti dell'UE.
L'ultima parte del testo è illuminante al riguardo. I grandi capitalisti statunitensi non hanno interesse a proseguire la guerra. Oltre il 90% delle imprese ucraine è di proprietà di capitalisti statunitensi; Black Rock, in particolare, si accaparra la fetta più grande. Questo spiega perché il loro nuovo uomo di fiducia, Donald Trump, stia muovendo le pedine per fermare la guerra. Al di là delle invocazioni rituali all'ONU, il testo intersindacale riprende parola per parola le dichiarazioni dei leader di alcuni Stati dell'UE e della stessa Von der Leyen: "Ma [la fine del conflitto, ndt] non può essere imposta dall'esterno, legittimando l'aggressione militare e l'occupazione del loro paese. Nulla deve essere discusso e fatto senza gli ucraini. Il destino dell'Ucraina dipende anche da quello dell'Europa, che non può quindi essere esclusa dalle discussioni". Dietro queste belle frasi c'è la richiesta di sostenere Zelinsky (e non l'Ucraina) e le multinazionali dell'UE che non hanno più alcun potere in Ucraina, che rischiano di non avere accesso alle ricchezze che il suo suolo contiene e potrebbero essere escluse dalla lucrosa partita della ricostruzione. Mentre i principali imperialisti coinvolti sembrano volersi accordare per fermare la guerra, i nostri sindacati vogliono continuare.
Difendiamo la fine dei combattimenti
Questo non è un conflitto tra popoli, da nessun lato dei due campi. È la plastica esemplificazione del famoso aforisma di Anatole France: "Si crede di morire per la patria, si muore per gli industriali". Il futuro accordo di pace tra Trump e Putin non lascerà alcun spazio ai popoli, lo sappiamo, così come non lo lascerebbe un accordo imposto dagli imperialisti dell'UE.
Il sindacato sta conducendo una battaglia di retroguardia, tanto più che il Consiglio di sicurezza dell'ONU, a cui si richiamano, ha appena votato un testo molto breve proposto dagli Stati Uniti che chiedeva "con urgenza la fine del conflitto il più presto possibile e invoca una pace duratura". I 4 Stati dell'UE che attualmente fanno parte del Consiglio, così come il Regno Unito, si sono astenuti, mentre tutti gli altri hanno votato a favore. L'UE appare sempre più isolata sulla scena internazionale, il nostro ossequioso sindacato del conglomerato imperialista europeo dovrebbe interrogarsi sui motivi di questa distanza.
Sarebbe invece ora che i sindacati, e in particolare la CGT, sostenessero la fine dei combattimenti. Perché non è ancora finita: le pagliacciate di Macron e altri a Washington, le manovre a Kiev per salvare il corrotto Zelinsky, ci indicano che i guerrafondai dell'UE non hanno rinunciato.
No all'Unione Sacra! Fermare la guerra imperialista!
Come diceva già nel 2022 il Fronte Operaio dell'Ucraina, di cui abbiamo parlato sopra: "Indipendentemente dagli oligarchi che vinceranno questa guerra, la classe operaia non ha comunque nulla da guadagnare". L'unico modo per fermare una guerra e soddisfare le rivendicazioni della classe operaia è trasformare la guerra imperialista in rivoluzione, come fecero i bolscevichi e i lavoratori della futura URSS nel 1917, al prezzo di concessioni territoriali molto più ampie di quelle che l'Ucraina e i suoi sostenitori imperialisti dovranno accettare. Ma la situazione oggi non è rivoluzionaria, né in Ucraina né in Russia; la fine dei combattimenti e il minimo auspicabile, indipendentemente dalla parte dell'Ucraina che sarà accaparrata dai capitalisti di Russia, Stati Uniti o UE.
Al contrario, le Confederazioni sindacali si arroccano sulla linea dell'Unione Sacra, come le direzioni dei Partiti della Seconda Internazionale e quella della CGT nel 1914. Il compito assegnato dai dirigenti sindacali alle organizzazioni del movimento operaio è quello di difendere il proprio imperialismo contro l'imperialismo degli altri, russo o statunitense.
Quando il Partito rivoluzionario Comunisti esprime la sua solidarietà con la resistenza dei palestinesi, questa solidarietà include i combattenti. La frase della fine del comunicato intersindacale: "Solidarietà con l'Ucraina che resiste!" che appare dello stesso tenore contiene una differenza sostanziale. I rivoluzionari hanno ragione a sostenere la lotta in tutte le sue forme del popolo palestinese che conduce una lotta di liberazione nazionale. Al contrario, in Ucraina, è una guerra tra imperialisti, il movimento operaio non può scegliere da che parte stare, non ci sono "buoni" in una guerra imperialista. Tutto ciò che dobbiamo chiedere è la fine dei combattimenti.
Per potersi organizzare, i lavoratori, in Russia come in Ucraina, hanno bisogno di pace e soprattutto non devono fidarsi dei loro leader, al servizio del Grande Capitale. Il Partito rivoluzionario Comunisti rinnova la sua richiesta di cessate il fuoco del conflitto imperialista e la sua solidarietà con i lavoratori di tutti i paesi coinvolti nel conflitto.
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