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- popoli resistenti - francia - 03-05-25 - n. 931
La morte sul lavoro: al di là degli incidenti, un'orchestrazione caratteristica dello Stato capitalista
Unione della Gioventù Comunista (UJC), Francia | unionjc.fr
Traduzione a cura di F.C.
28/04/2025
Morire sul lavoro può sembrare un vecchio ricordo del XIX secolo, con padroni dai cappelli a cilindro che facevano lavorare i bambini nelle miniere senza diritti del lavoro o sindacali. Tuttavia, si tratta solo di un effetto dell'ideologia dominante: la morte sul lavoro è una realtà quotidiana ancora oggi in Francia. Ogni giorno, infatti, sono due le persone che muoiono sul lavoro in Francia, uno dei tassi più alti in tutta Europa. Nel solo settore delle costruzioni, ogni giorno muore un lavoratore o una lavoratrice, e viene dichiarato un incidente grave ogni cinque minuti. Si tratta di cifre allarmanti, ma ancora sottostimate: ad esempio, non comprendono le morti indirette legate al lavoro, come le malattie professionali.
Oggi, i padroni non portano più cappelli a cilindro, ma dispongono di attrezzature digitali all'avanguardia che permettono di controllare e scandire sempre di più il lavoro dei lavoratori e delle lavoratrici, mentre i diritti del lavoro e quelli sindacali sono allo stesso tempo sempre più sotto attacco.
Questo 1° maggio 2025 si celebra in un periodo oscuro per la gioventù popolare: la borghesia sta conducendo un'offensiva sociale e politica su tutti i fronti per far fronte alla crisi sociale, di cui la crisi parlamentare e politica non è che un'espressione. Come ricorda anche questo articolo di seguito, non si può combattere la crisi sociale e politica in questo 1° maggio 2025 senza prendere di mira la classe capitalista e il suo Stato, lo strumento stesso attraverso il quale la classe capitalista organizza politicamente e ideologicamente lo sfruttamento a favore dei suoi monopoli.
Questo 1° maggio 2025, l'UJC sarà in piazza in tutta la Francia per difendere la ricostruzione di un partito combattente attraverso il suo Partito, il Partito Comunista Rivoluzionario di Francia (PCRF), per i nostri compagni caduti a causa del capitalismo e del suo Stato, per l'organizzazione della nostra classe fino alla vittoria!
Per un 1° maggio rivoluzionario: gioventù popolare, organizza la tua rabbia!
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«Tra i bilanci tratti dai Giochi Olimpici, quello redatto da un certo Bernard Thibaut, ex segretario generale della CGT riconvertito in "copresidente del Comitato di monitoraggio della carta sociale dei Giochi Olimpici e Paralimpici di Parigi 2024", si rallegrava del fatto che «i 25,8 milioni di ore di lavoro svolte dal 2017 abbiano dato luogo a 181 incidenti, una trentina di incidenti gravi e nessun incidente mortale». Questa soddisfazione ostentata per l'assenza di incidenti mortali nei cantieri delle Olimpiadi non fa che mettere ancora più in evidenza lo scandalo di una realtà nota riguardante gli incidenti e le morti sul lavoro: in Francia, nel 2022, si sono verificati più di 564.000 incidenti sul lavoro, di cui 738 mortali; cifra che corrisponde a una media di due decessi al giorno, in aumento del 14% rispetto all'anno precedente. Secondo la classifica redatta da Eurostat nel il 2021, la Francia risulta essere il quarto paese più colpito dalle morti sul lavoro, dopo Lettonia, Lituania e Malta. Prendendo come esempio il cantiere del "Grand Paris Express", la Corte dei Conti ha riferito che sono morti cinque operai e che tra il giugno 2022 e il giugno 2023 vi sono stati «115 incidenti senza interruzione e 205 incidenti con interruzione registrati» (interruzione dell'attività lavorativa, NdT), puntando il dito contro la Société du Grand Paris, committente, per il suo «mancato controllo degli obblighi di sicurezza attuati dalle imprese e dai subappaltatori».
La questione degli infortuni e delle morti sul lavoro è quindi tuttora all'ordine del giorno. E insieme a questo problema si pone anche la questione delle cause di questi incidenti, la principale delle quali è lo sfruttamento a cui i lavoratori sono sottoposti quotidianamente. Spesso, gli incidenti sono il sintomo di una mancanza di formazione, di attrezzature obsolete o di orari di lavoro sempre più lunghi. Le regole esistenti, conquistate grazie alle lotte operaie, sono nel migliore dei casi insufficienti a tutelare realmente la salute dei lavoratori, nel peggiore dei casi ignorate dagli sfruttatori.
In ogni caso, il perdurare di un numero elevato di morti sul lavoro non può essere dissociato dal continuo peggioramento delle condizioni lavorative. Le successive azioni di smantellamento del Codice del lavoro non fanno che amplificare questo fenomeno, soprattutto per i lavoratori più precari come gli apprendisti e i lavoratori interinali, i cui contratti possono essere revocati in qualsiasi momento. Questa spada di Damocle sopra la testa di questi lavoratori li costringe ad accettare condizioni di lavoro sempre più pericolose e illegali.
La borghesia ha bisogno di ridurre sempre di più le nostre condizioni di lavoro e la nostra sicurezza per aumentare o mantenere i profitti dei suoi monopoli. È quindi solo costruendo un rapporto di forza solido tra lavoratori e borghesia che potremo fermare questo processo, e ciò passa attraverso l'organizzazione collettiva, per poter rifiutare insieme di essere messi in pericolo nell'interesse esclusivo della borghesia e dei suoi profitti.
Questa messa in pericolo della salute e della vita dei lavoratori è il risultato del "normale" funzionamento del capitalismo: la legge della tendenza alla caduta del saggio di profitto è un concetto centrale nell'analisi marxista del capitalismo. Questa legge, elaborata da Marx nel terzo libro del Capitale, dimostra che, nonostante gli sforzi dei capitalisti per aumentare i profitti, il saggio di profitto tende a diminuire nel tempo. Questa tendenza ha implicazioni profonde sulle condizioni di lavoro e sulla sicurezza dei lavoratori, in particolare per quanto riguarda gli infortuni e le morti sul lavoro. Infatti, nel tentativo di mantenere i profitti a ogni costo, i capitalisti adottano strategie volte a massimizzare il plusvalore estratto dai lavoratori. Ciò comporta spesso l'intensificazione del lavoro, il prolungamento dell'orario di lavoro e la riduzione dei costi. I capitalisti spingono i lavoratori a produrre di più aumentando i ritmi di lavoro e le richieste di performance e riducendo le pause.
La riduzione dei costi in materia di sicurezza e manutenzione è un metodo comune per aumentare i margini di profitto. Minori spese per la sicurezza e la salute portano ad ambienti di lavoro sempre più pericolosi, dove aumentano i rischi di infortuni e di morti sul lavoro. Ciò include il risparmio sui dispositivi di protezione, sulla formazione in materia di sicurezza e sulle pratiche di manutenzione preventiva. Il risultato è un incremento dei rischi associati alle mansioni lavorative, attrezzature difettose e ambienti di lavoro insicuri. Gli incidenti derivanti da questa negligenza sono spesso la causa diretta dei decessi sul lavoro. Questi rischi non si limitano al luogo di lavoro, ma possono proseguire anche nella vita privata dei lavoratori, attraverso l'esposizione a sostanze pericolose o a orari di lavoro prolungati che compromettono la salute per tutta la vita.
Se lavoriamo fino alla morte per la borghesia e i suoi profitti, l'unica soluzione definitiva è quella politica: il rovesciamento rivoluzionario della classe borghese, che garantisca l'abolizione della legge del profitto, fondamento del sistema capitalista, e la sua sostituzione con un sistema basato sulla socializzazione dei mezzi di produzione e di scambio.
Puntando sulla proprietà collettiva e sociale, sulla democrazia sul lavoro e sugli investimenti nella sicurezza e nella prevenzione, il socialismo mira a creare ambienti di lavoro più sicuri e a ridurre i rischi di morte sul lavoro. Nel socialismo, i mezzi di produzione sono posseduti collettivamente attraverso la comunità o lo Stato, piuttosto che da individui privati. Questa proprietà sociale o collettiva riduce gli incentivi a minimizzare i costi della sicurezza per massimizzare i profitti. I profitti della produzione vengono redistribuiti in modo equo, creando incentivi a investire in condizioni di lavoro sicure e attrezzature moderne. L'obiettivo è promuovere il benessere generale, anziché massimizzare i profitti privati individuali.
Inoltre, il socialismo promuove una maggiore democrazia all'interno dei luoghi di lavoro, il che implica una partecipazione più attiva dei lavoratori alla gestione e alle decisioni riguardanti il loro ambiente lavorativo. Questa democrazia consente ai lavoratori di far valere le proprie preoccupazioni in materia di sicurezza. La partecipazione dei lavoratori ai processi decisionali garantisce che le norme di sicurezza e le condizioni di lavoro siano adeguate alle reali esigenze e all'esperienza concreta vissuta dai lavoratori salariati.
Tale riorganizzazione mira a trasformare le condizioni di lavoro affinché riflettano i valori della giustizia sociale e della solidarietà, piuttosto che le esigenze spietate del capitalismo. Occorre passare a un luogo di lavoro in cui la sicurezza e il benessere dei lavoratori siano delle priorità, e in cui l'interesse collettivo prevalga sulla corsa al profitto.
C'è solo una soluzione definitiva: la pianificazione e la nazionalizzazione dei mezzi di produzione.
Rovesciamo lo Stato capitalista, ineguale e criminale!
Mettiamo fine all'orchestrazione della morte dei lavoratori e lottiamo per un lavoro emancipatore, sicuro e democratico, con il socialismo-comunismo!»
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