www.resistenze.org - popoli resistenti - gran bretagna - 07-10-13 - n. 469

Partito dall'inferno

Daphne Liddle *  | newworker.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

04/10/2013

La direzione del Partito dei Tory la scorsa settimana ha dichiarato la sua intenzione di intensificare l'assalto contro la classe lavoratrice in Gran Bretagna con ulteriori tagli alle prestazioni, ai salari e sul tenore di vita, continuando la demolizione dei diritti umani.

Nel contempo, il Primo Ministro parla di sciocchezze come "opportunità per tutti", ma le opportunità di cui parla sono equivalenti ai premi delle lotteria nazionale: uno o due lavoratori, bravi a strisciare, possono risalire la china, mentre per tutti gli altri il terreno sarà ancora più impervio.

Cameron ha detto che se il suo Partito viene eletto nel 2015, sarà negato ai minori di 25 anni il sostegno per l'alloggio ed eventualmente altre indennità come quella di disoccupazione. I giovani dovranno "guadagnare o studiare" e non avranno più la possibilità di vivere una "vita assistenzialista".

Un esercito di giovani adulti arrabbiati - molti di loro genitori - saranno gettati per strada, senza altra via che mendicare, rubare o rovesciare lo Stato.

Il Ministro degli interni Theresa May ha aggiunto che se i Tories vincono le elezioni generali del 2015, in nome "dell'interesse nazionale" verrà abrogata la Convenzione europea sui Diritti dell'uomo.
Sembrava ancora scottata dalla deportazione per terrorismo del sospetto Abu Qatada. La realtà è che i Tories sono consapevoli che, se rieletti, dovranno ricorrere a metodi fascisti per controllare le furiose vittime operaie oggetto delle misure di reiterata austerità. Theresa May ha molte più persone nel suo mirino che uno o due canaglie arabe.

Nel frattempo il cancelliere George Osborne propone un'ulteriore inflazione della sua bolla immobiliare - giudicata da alcuni economisti come figlia dello schema Ponzi - che gli consente di sostenere che l'economia della Gran Bretagna è in ripresa.
Infatti mentre i prezzi delle case salgono, viene acconsentito ai proprietari di casa un maggior accesso al prestito. Ci sono più soldi in tasca da spendere, ma non è ricchezza reale. E' invece il debito più tossico che presenterà presto il conto.

Le misure di austerity di Osborne continuano a ridurre gli standard di vita della maggior parte dei lavoratori, abbassando così la loro capacità di spesa e diminuendo la produttività. Se si fosse investito nell'aumento del salario minimo altrettanto che nella bolla immobiliare, vi sarebbero denari veri per pagare i debiti, da spendere e per stimolare la domanda e accrescere gli standard di vita.

Osborne ha annunciato che farà in modo che gli istituti di credito offrano mutui ipotecari al 95 per cento dei mutui, ma con la garanzia che il governo (i contribuenti) sottoscrivano il 15 per cento del costo, in caso di problemi. Questa è una garanzia che andrà a beneficio delle banche, non dei mutuatari. E' una manovra che aumenterà il livello totale del debito pubblico e privato ed è il tipo di politica che ha portato al crollo dei mutui subprime negli Stati Uniti nel 2008.

L'acquisto di una casa sarà ancora ben al di là della portata della maggior parte della classe operaia. In tempi di disoccupazione crescente e di instabilità economica, molti tra quelli che assumeranno questi mutui ingenti, non onoreranno il debito contratto e non per colpa loro. I prezzi delle case crolleranno e si troveranno nel profondo di un debito impagabile, con un enorme saldo negativo.

Osborne sta mettendo la nostra economia sul binario di un altro grave tracollo, che, a giudizio di alcuni economisti, causerà il crollo di alcune delle nostre più grandi banche.
Non vi è dubbio che l'attuale dirigenza dei Tories è analfabeta in materia economica, anche i loro amici bancari stanno cercando di avvertirli.

Ma sono fondamentalisti e la loro ideologia è quella di punire duramente e per quanto possono, la classe operaia. I lavoratori dovrebbero essere folli a sostenerli alle prossime elezioni. Ma votare contro di loro non è abbastanza: dobbiamo mobilitarci per difenderci a ogni livello.

* Daphne Liddle del The New Worker (Settimanale del Nuovo PC di Gran Bretagna)


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