www.resistenze.org - popoli resistenti - gran bretagna - 21-06-16 - n. 594

Laciare la UE significa una sconfitta per la borghesia

International Communist Press (ICP) | icp.sol.org.tr
Traduzione per resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare.

18/06/2016

Intervista esclusiva ad Andy Brooks, segretario generale del Nuovo Partito Comunista di Gran Bretagna

ICP: Il referendum britannico sull'Unione Europea è tra una settimana. Cosa pensa dell'UE e del referendum? 

Andy Brooks: Noi votiamo per l'uscita dalla UE. Siamo contro la UE. Siamo contro l'Unione Europea sin da quando venne costituita nel 1977. Non crediamo possa essere riformata. Solo strappando il Trattato di Roma, l'intero Trattato di Roma deve essere strappato. Non crediamo che ci possano essere benefici positivi per la classe operaia. L'UE è essenzialmente un club di ricchi. Un club per grossi affari. Ed esiste al solo scopo di operare per gli interessi delle grandi multinazionali europee e crediamo che sia dominata dall'imperialismo franco-tedesco. Sebbene benefici minori siano arrivati ai lavoratori per il tramite di queste istituzioni, essi avrebbero potuto essere ottenuti con altri mezzi. Per esempio la libertà di circolazione. Prima del 1914, non c'erano passaporti, nemmeno confini. Le barriere alla circolazione delle persone sono un fenomeno del XX secolo e avrebbero potuto essere abbattute altrimenti. Viene sempre detto.

ICP: Voi dite che siete contro la UE e voterete per uscire. ma in ogni elezione sostenete il Partito Laburista che oggi vota per restare!

AB: Non crediamo possa esserci una via parlamentare al socialismo. Così come non crediamo sia utile essere presenti alle elezioni. Così, dal 1977 abbiamo invitato i nostri sostenitori a votare laburista e il nostro partito è affiliato del Labour Representation Committee che è un comitato formato qualche anno fa i cui fari erano l'ultimo Tony Been ed altri socialdemocratici di sinistra, incluso Jeremy Corbyn, il leader attuale del Partito Laburista. Non pensiamo che sia utile starvi dentro con candidati comunisti. E' letteralmente divisivi. Le elezioni parlamentari in Gran Bretagna sono basate essenzialmente su un sistema bipartitico. In questo sistema, la parte più progressista delle domande della classe operaia sono per le riforme sociali. Noi crediamo che esse siano più utilmente portate avanti dai partiti riformisti. Nel Labour Party. Noi vediamo il contrasto tra il Partito Laburista ed i sindacati. Più il Labour Party trattiene legami organici con i sindacati, più è improbabile che cambino politica. Lo stesso Lenin disse che il Partito Laburista Britannico era un partito molto strano, diverso da ogni altro partito socialdemocratico europeo. La ragione di ciò risale all'epoca di Ramsay McDonald nei primi anni venti. La stranezza era che il Partito Laburista prendeva tutti i suoi sostenitori ed i suoi denari dalle Trade Unions. Ed è ancora così.

Si, il Partito laburista sostiene la permanenza nell'UE. Ci sono singoli deputati laburisti che si oppongono individualmente. Così come la maggioranza dei sindacati votano per la permanenza. Ma non i ferrovieri, i trasportatori dei sindacati RMT (Transport Trade Union), ASLEF (Trade Union for Train Drivers and Operators), i bancari. Ci sono un certo numero di sindacati conflittuali che si oppongono.

ICP: Quali sono le sue convinzioni a proposito dell'UE? Come affligge i popoli?

AB: Io sono di una generazione che può ancora ricordare la Gran bretagna prima che entrasse nell'Unione Europea. Solo la gente della mia età e i più vecchi di me possono ricordare l'era del cibo a buon mercato. Dopo che abbiamo abbracciato il mercato comune, uno dei timori che sono stati totalmente confermati è stato l'aumento del costo della vita. Il costo del cibo è astronomicamente aumentato. La gente poteva andare in Francia ma noi pagavamo la spesa a caro prezzo. Al giorno d'oggi molte persone non si rendono conto che il prezzo del cibo nell'Unione Europea è il più alto del mondo. Ed è artificialmente sostenuto, ai vecchi tempi distruggendo montagne di cibo, oggi pagando gli agricoltori perché non aumentino la produzione. Il vecchio sistema che si usava in Gran Bretagna e nei paesi che non erano nell'Ue era quello dei sussidi, che erano progettati per aiutare gli agricoltori, ma anche per tenere giù i prezzi, mentre l'UE, che opera in modo opposto ai sussidi, opera in via di principio per mantenere alti i prezzi.

ICP: Ci sono molte campagne di fronti che propongono di lasciare l'UE. Cosa pensa di queste?

AB: Non prendiamo parte alla campagna maggioritaria. Ma "Lexit" è differente. Non abbiamo alcun problema con Lexit. Diamo pubblicità alle sue iniziative. E' un movimento veramente nuovo. Li pubblicizziamo e incoraggiamo i loro sostenitori ad aggregarsi, ma noi abbiamo la nostra politica indipendente.

ICP: Perchè li preferite?

AB: Perché l'opposizione maggioritaria alla UE è storicamente basata su linee scioviniste, razziste, anti-immigrazione, l'UKIP e certamente qualcuno che guarda a sinistra ma di fatto abbraccia queste idee. La campagna mainstream contro la UE che viene oggi guidata dall'UKIP e dagli euroscettici all'interno dei Conservatori e quasi tutta sull'immigrazione. Naturalmente abbiamo avuto un grande numero di lavoratori dell'Est Europa negli ultimi due anni. E' possibile che Londra sia ora la terza più grande città polacca nel mondo dopo Varsavia e Chicago. A parte i lavoratori polacchi, noi ne abbiamo in quantità anche dalle altre parti dell'Est Europa. E' un argomento completamente fasullo, la questione dell'immigrazione, e gli oppositori conservatori all'UE hanno un'agenda politica interamente reazionaria. La loro opposizione sta nel fatto che vedono l'UE come un freno ad ulteriori politiche neoliberista ed anche rappresenta quel settore della classe dirigente britannica che teme l'imperialismo franco-tedesco e pensa che gli interessi imperiali della Gran Bretagna siano meglio serviti se allineati all'imperialismo USA. Storicamente, la politica britannica fin
dalla seconda guerra mondiale è stata sempre per cercare la protezione degli Stati Uniti per i suoi vasti interessi globali, mentre agiva da ponte tra gli Stati Uniti, o tra l'imperialismo statunitense e l'imperialismo franco-tedesco. Questa politica è stata più o meno mantenuta tale anche durante il governo Blair.

ICP: Cosa è cambiato?

AB: Blair ha più o meno bruciato quel ponte allineandosi completamente con l'imperialismo USA in medio oriente. Il governo Cameron non ha oggi veri amici in Europa o in America. Così gli euroscettici in maggioranza tra i ranghi conservatori provengono da quei settori che temono l'imperialismo francese e tedesco e credono ancora che gli interessi dell'imperialismo inglese siano meglio mantenuti in tandem con gli Stati Uniti. Noi pensiamo che la Gran Bretagna debba avere una sua politica estera indipendente. Gli euroscettici parlano del fardello dei finanziamenti all'UE ma non parlano mai delle basi americane in Gran Bretagna. Perché le approvano. Così, l'indipendenza di cui parlano non è una vera indipendenza, ma è solo quella dall'UE. Non parlano dell'indipendenza dall'imperialismo USA. Non ammettono mai che l'imperialismo britannico possa stare sulle sue gambe.

ICP: Come può l'uscita della Gran Bretagna influenzare il futuro dell'Unione?

AB: Se la Gran Bretagna lascia l'UE, penso che sarà di incoraggiamento per molti altri. Grecia, Spagna, Portogallo, tutti questi paesi… E in Cipro, dove la Troika ha imposto bilanci antipopolari, vedrebbero la forza per un'alternativa e probabilmente li condurrebbe ad uno strappo con la UE. Comunque, sebbene al momento alcuni sondaggi danno per vincente il fronte anti UE, non sappiamo cosa potrà succedere. Se i sostenitori dell'Europa saranno sconfitti, metteranno in campo - sospettiamo - altre manovre per vanificarne l'uscita.

ICP: Come può l'uscita della Gran Bretagna influenzare la politica britannica? 

Non esiste procedura per lasciare la UE e i settori filoeuropei della classe dominante britannica lotteranno con le unghie e con i denti. Qualunque cosa accada, credo che David Cameron si dimetterà. Ovviamente, se il voto va contro di lui, egli deve andare via. Ma i conservatori hanno solo una risicata maggioranza ed è abbastanza possibile che cada l'intero governo conservatore. Un successivo governo Labour non sarebbe legato da questo referendum. La leadership, Corbyn, e gli altri che sono a favore della UE tatticamente agiranno per un ulteriore voto. L'abbiamo già visto in Europa qualunque sia il risultato. Infinite altre ne vedremo. Per questo diciamo che deve essere un voto veramente colossale contro la UE.

ICP: Pensa che lasciare la UE sia un passo avanti sulla strada del socialismo?

AB: Può non essere un passo avanti, ma rappresenta una sconfitta per la borghesia. O per lo meno per una parte di essa. I passi avanti per il socialismo dipendono dalla forza e dalla militanza dell'intera classe operaia. Crediamo che solo i comunisti possano emancipare la classe operaia.

ICP: Grazie molte. Con vero piacere.

AB: Un piacere anche per me. Grazie mille.


Resistenze.org     
Sostieni Resistenze.org.
Fai una donazione al Centro di Cultura e Documentazione Popolare.

Support Resistenze.org.
Make a donation to Centro di Cultura e Documentazione Popolare.