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The Black List, la lista nera del Regno Unito

Un documentario di Tom Wood mostra un'altra forma di terrorismo padronale

Tomás F. Ruiz | rebelion.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

18/03/2017

Un documentario realizzato dal sindacalista Tom Wood (Brixton, UK), presentato recentemente dal sindacato britannico Unite the Union-Lambeth, mette in luce la situazione di tutti quei lavoratori e loro famiglie che sono stati colpiti da una "Lista nera" che gli imprenditori del Regno Unito utilizzano da quasi un secolo. Questa forma di terrorismo padronale ha segnato migliaia di operai rivendicativi, emarginandoli dal mercato del lavoro e in alcuni casi, portandoli alla disperazione e al suicidio.

Il sindacalista Tom Wood è riuscito a realizzare un documentario di impatto sotto il titolo "The Black List" (La lista nera), dove si svelano le strategie repressive utilizzate dagli imprenditori britannici contro i lavoratori rivendicativi.

Nei suoi 45 minuti di durata, The Black List raccoglie testimonianze di lavoratori danneggiati, dati agghiaccianti su come questa lista ha colpito il movimento operaio e in particolare il settore della costruzione (il più colpito) e come questo complotto padronale ha lasciato senza lavoro e ha distrutto le vite e le famiglie di migliaia di lavoratori in tutto il Regno Unito. Il documentario ha come antecedente il libro "Blacklisted", scritto da Dave Smith e Phil Chamberlain.

Repressione sistematica

Il documentario affronta uno dei problemi più gravi che hanno avuto sindacati e organizzazioni operaie di ogni tipo in Gran Bretagna: la repressione sistematica e organizzata che gli imprenditori hanno applicato sui leader incisivi nelle lotte operaie. Inserendo i loro nomi in una lista nera (di uso interno per le imprese) hanno l'obiettivo di impedire ai repressi di trovare lavoro e di segnarli affinché nessuna compagnia li contatti.

Il primo antecedente della lista nera in Gran Bretagna è di un secolo fa, quando dopo la vittoria della Rivoluzione Bolscevica in Russia gli imprenditori britannici entrarono nel panico di fronte a quella che sembrava una ideologia inarrestabile, il comunismo, che si estenderà in tutto il mondo come la coscienza di classe giunge agli operai. Al di là di frontiere e continenti, l'internazionalismo del movimento operaio sembra disposto a farla finita una volta per tutte con un sistema capitalista basato sull'ambizione e l'avidità. La creazione di uno Stato Operaio in Russia (conosciuto da allora come URSS) generò in tutto il mondo la speranza in un nuovo concetto di economia, basato in questo caso sulla distribuzione equa delle risorse e la solidarietà operaia.

Uno spettro si aggira per l'Europa

Per indebolire l'influenza di questo movimento internazionalista, i capitalisti britannici presero ogni tipo di misure repressive. Cercarono di impedire che i leader sindacalisti si infiltrassero tra le masse operaie e organizzassero i lavoratori creandogli una coscienza di classe che sfociasse nella loro emancipazione. Ricordiamo come comincia il Manifesto Comunista di Karl Marx: "Uno spettro si aggira per l'Europa: lo spettro del comunismo".

Nel corso del XX secolo, le forze reazionarie del vecchio continente si allearono nella santa crociata per frenare questa minaccia al loro sistema economico capitalista.

Solo nel Regno Unito un sistema capitalista inumano sfruttava brutalmente i bambini minori di età e applicava spietate condizioni di lavoro a uomini e donne. La aspettativa di vita di operai e operaie è stata seriamente colpita alla fine del XIX secolo e agli inizi del XX.

Le spietate condizioni di lavoro delle miniere di carbone inglesi e scozzesi, attraverso le quali il capitalismo britannico conseguiva il combustibile necessario per alimentare tutti gli altri settori della sua implacabile industria, crearono un esercito di emarginati affamati che cambierà per sempre le lotte operaie.

Tutto questo sistema di sfruttamento selvaggio che si impose nella Gran Bretagna dei secoli XIX e XX, è stata la base sulla quale si costruirono le grandi fortune e gli imperi finanziari del sistema economico neoliberale che, con la stessa brutale e implacabile impunità di allora, torna ad imporsi nel mondo nel XXI secolo.

La Lega Economica

Nel suo documentario, Tom Wood ripassa tutti questi precedenti della lotta operaia britannica, ma si concentra nella sistematica repressione che negli ultimi decenni sta soffrendo il movimento operaio nel Regno Unito.

"Dopo la rivoluzione russa – spiega Tom Wood – l'industria britannica creò una organizzazione chiamata Economic League (Lega Economica). L'obiettivo formale di questo organismo era difendere il sistema capitalista da tutte le ideologie che lo minacciavano. Agli inizi degli anni '20, questa Lega cominciò a elaborare liste di operai rivendicativi, che criminalizzò come "pericolosi elementi sovversivi" e che cercò di metter fuori dal mercato del lavoro britannico.

Quando si rese pubblico l'autentico obiettivo repressore della Lega Economica, i sindacati organizzarono una campagna contro le compagnie integrate in questa organizzazione imprenditoriale. Anche se legalmente la Lega Economica smise di esistere nel 1993, l'industria della costruzione acquisì parte delle liste di operai segnalati e attraverso una organizzazione segreta chiamata "Associazione di Consulenti", creò l'attuale "Black list". Tutte le imprese edili che si iscrivevano all'Associazione di Consulenti ricevevano nomi e dati di lavoratori "indesiderabili" che si erano resi protagonisti in scioperi e nel movimento operao di tutta la metà del XX secolo… E così siamo ad oggi".

Chi è nella lista nera?

Ci sono approssimativamente 3.200 nomi maledetti nella lista nera dell'"Associazione di Consulenti". La lista completa non è disponibile pubblicamente, anche se l'ex deputato laburista Ian Davidson assicura che parte degli operai proscritti e segnati in questa lista sono falsamente accusati di furto o ubriachezza, quando in realtà sono inclusi, per le loro attività politiche o sindacali, per aver posto questioni sulla salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro.

In questa Black List si includono anche nomi, indirizzi e numeri del NINO (Sicurezza Sociale Britannica) di migliaia di operai, così come tutti gli scioperi e mobilitazioni nelle quali sono stati implicati.

"Alla gente inclusa nella lista nera risultava molto difficile trovare lavoro – continua Tom Wood -, specialmente nell'industria della costruzione. I problemi giuridici di illegalità di questa lista non si riferiscono solo ai dati privati delle persone incluse; ci sono anche manipolazioni di dati personali che si utilizzano con il proposito dello spregio sociale e lavorativo del lavoratore".

Anche se l'Associazione di Consulenti ha agito inizialmente dentro la legge, trattando e rendendo pubbliche tutte le informazioni che reprimevano, a partire dal 1999 la legge cambiò e l'attività dell'Associazione divenne illegale. "Alla fine la Giustizia si è limitata a processare un responsabile medio dell'Associazione di Consulenti dandogli una multa simbolica, che fu pagata presuntuosamente da una delle grandi imprese di costruzione che stavano beneficiando della lista… Non si giudicò nessuno dei direttivi dell'Associazione di Consulenti, che lavoravano a loro volta come capi del personale delle principali imprese di costruzioni britanniche e ricevevano da esse notevoli compensi per realizzare il loro lavoro repressivo, segnando operai e mettendoli fuori dal mercato del lavoro".

Petizione attuale

I lavoratori segnalati nella lista nera hanno recentemente presentato una petizione contro le compagnie implicate nella loro marginalizzazione. La giustizia britannica ha funzionato in alcuni di questi casi, conseguendo sostanziose ricompense per i lavoratori colpiti. Le compagnie sono state obbligate a pagare circa 50 milioni di sterline per tutti i danni procurati.

"I risultati della lista nera furono nefasti per migliaia di lavoratori – conclude Tom Wood, direttore di questo documentario d'impatto -, che non potendo trovare lavoro sono caduti nella disperazione, distruggendo le loro vite personali, perdendo le loro famiglie e anche, in alcuni casi, arrivando al suicidio".

The Black List può esser visto alla pagina web: https://www.youtube.com/watch?v=eNcgrNs6pB8&t=133s


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