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A 65 anni dalla fondazione della RDT

E dopo 25 anni di demonizzazione del tentativo di fuga dal capitalismo

Partito Comunista Tedesco (DKP) | solidnet.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

03/09/2014

"Uno spettro si aggira per l'Europa: lo spettro del comunismo". Queste parole del Manifesto comunista hanno quasi 170 anni, scritte da Karl Marx e Friedrich Engels. "Tutte le potenze della vecchia Europa si sono alleate in una santa caccia spietata contro questo spettro....", continua il testo. Ma questo "spettro" è rimasto vivo e non morirà mai; non può essere ucciso né messo a tacere. Molti hanno già provato: il prussiano Junker e il cancelliere Otto von Bismarck cercarono di combattere i rivoluzionari socialdemocratici del tempo mettendo al bando il partito ed espellendone i membri dalla Germania. Il "Führer più grande di tutti i tempi" e cancelliere del Reich, A. Hitler, tentò di estirpare lo "spettro" marxista alle radici. Dopo il 1945, il cancelliere Konrad Adenauer, nella Germania occidentale capitalista, ci riprovò, con metodi non del tutto nuovi: un altro divieto per il Partito Comunista di Germania (KPD) nel 1956 e - già nel 1951 - della Libera Gioventù Tedesca (FDJ). E come se tutto questo non fosse stato sufficiente, il suo successore, il socialdemocratico Willy Brandt, intensificò gli sforzi contro il neonato Partito Comunista Tedesco (DKP): ancora una volta, ci furono migliaia di processi politici, oltre a migliaia di casi di "Berufsverbot" [divieto professionale] contro professionisti e apprendisti. Ma più rivitalizzata che mai, la rabbia del dopoguerra dei capitalisti tedeschi si diresse contro la porzione più piccola e più povera della Germania, che era diventata uno stato antifascista e socialista: la Repubblica Democratica Tedesca, fondata nel 1949.

La loro rabbia era diretta contro uno Stato che si lasciava guidare dalle idee di Marx e di Engels, dalle esperienze delle lotte del movimento comunista e operaio internazionale e dall'obiettivo anticapitalista e antifascista di costruire un'alternativa al dogma dei monopoli e delle banche, ai padroni dell'industria degli armamenti e ai profittatori di guerra, che avevano finanziato il partito di Hitler, anche prima del 1933. Gli agenti del vecchio ordine capitalista e imperialista cercarono di sabotare questo Stato, provando a cancellarlo dalla carta d'Europa. "Tutte le potenze" della vecchia Europa capitalista complottarono: cercarono di boicottare economicamente la fragile Germania antifascista e socialista, di isolarla politicamente e, infine, cercarono di strangolarla. Ma dopo quarant'anni, non erano riusciti nel loro intento.

Gli alleati della RDT non erano né i milionari e i miliardari di Wall Street, né le grandi società statunitensi, né il settore bancario. L'Unione Sovietica aveva vinto la guerra, ma aveva subito perdite ingenti e si trovava sull'orlo della sua esistenza. Fu quindi costretta a ottenere dalla RDT una compensazione almeno di una parte dei danni di guerra causati dalla Germania nazista. Il più ricco ovest della Germania non pagò un centesimo. La Repubblica Federale Tedesca (Germania Ovest) divenne così la "vetrina dell'occidente". Dal cosiddetto Piano Marshall, ricevette un enorme aiuto per la ricostruzione del valore di 1.412,8 miliardi di dollari. Ciò significa che la Germania Ovest ricevette il terzo maggiore aiuto economico tra i paesi europei del dopoguerra, preceduta solo da Francia e Regno Unito.

L'obiettivo dei socialisti e comunisti tedeschi e sovietici era inizialmente di mantenere la Germania unita, per promuovere un nuovo inizio democratico, un cambiamento in tutta la Germania, senza fascisti, profittatori di guerra e capitalisti, per costruire una Germania realmente democratica e pacifica. Questo è anche ciò che prevedeva l'accordo di Potsdam fra i tre alleati della Seconda guerra mondiale. Ma le cose andarono diversamente: "Preferisco avere in pieno la metà della Germania, che tutta la Germania per metà", questo era il motto di Adenauer che ha portato alla divisione in Germania.

L'offerta sovietica di un trattato di pace con la Germania democratica e antifascista fu respinto a favore della "integrazione" nell'Occidente capitalista e nella sua aggressiva alleanza militare, la Nato. La Germania Ovest divenne così - sotto la guida soprattutto statunitense - un "baluardo" dell'antisovietismo e dell'anticomunismo.

Mentre i fascisti, i generali e i giudici nazisti, i leader dell'economia di guerra di tutti i livelli assunsero rapidamente e nuovamente posizioni di comando nel nuovo Stato tedesco occidentale, l'edificazione di un'alternativa antifascista e socialista ad est iniziava con la lotta: la generazione che si accingeva a costruire la RDT era per lo più politicamente inesperta: figli e figlie di operai e contadini che non appartenevano alle élite borghesi. Ma alla fine, riuscirono a creare un'alternativa antifascista al capitalismo occidentale. Trasformarono la parte più piccola della Germania in uno dei primi dieci paesi industriali del mondo. Salparono verso una stabile alternativa socialista al capitalismo, con la creazione di uno Stato riconosciuto a livello internazionale, con una politica estera caratterizzata dall'internazionalismo e la lotta per la pace. In molti paesi in tutto il mondo, la RDT era rispettata per la sua solidarietà con i popoli in lotta per la libertà nazionale e politica, divenne una nuova casa per molti che erano stati perseguitati dal fascismo e dall'imperialismo.

La RDT non era una terra latte e miele, ma provò che i lavoratori sono in grado di ottenere grandi risultati, anche senza capitalisti. Costruirono un paese in cui erano garantite non solo le condizioni fondamentali ed essenziali della vita per le masse. Crearono un sistema riconosciuto a livello internazionale di istruzione, cultura e sanità pubblica, raramente eguagliato. La RDT diventò un paese dove le donne e le madri lavoratrici seppero cosa significa parità di genere, a livelli ancora oggi esemplari. Crearono uno Stato in cui tutti godevano del diritto di abitare in un appartamento riscaldato e accessibile, senza timori circa il futuro professionale o familiare. La RTD divenne un paese in cui non l'interesse dei milionari, ma di milioni di persone era al centro dei pensieri dei politici che governavano. Un paese che non partecipò a guerre contro paesi vicini o lontani o per ambizioni neo-colonialiste, come la "nuova" Germania dal 1990.

Non era un "presunto paradiso dei lavoratori", come la macchina di propaganda anticomunista sosteneva beffardamente. Non era una terra di abbondanza. Questo era dovuto alle condizioni economiche nonché al quadro politico. Alcuni aspetti rimasero insufficienti e imperfetti. Alcuni impulsi democratici e avveniristici non vennero raggiunti e non solo a causa di "condizioni oggettive". Ma la RDT avrebbe avuto tuttavia molto di cui vantarsi, motivo per cui i capitalisti e imperialisti tedeschi ritenevano che dovesse "scomparire". Non esisteva più la proprietà privata capitalista dei mezzi di produzione, gli Junkers con le loro grandi proprietà erano una cosa del lontano passato. Le imprese erano state trasferite nelle mani del popolo: erano diventate "imprese popolari". La terra apparteneva a chi la coltivava: i soci delle cooperative agricole. Il potere dello Stato - esercitato dalla Camera del Popolo e dal Fronte Nazionale - non era più nelle mani di milionari e miliardari. I Siemens, Henkel, Porsche, Quandt e le famiglie Piech, i ricchi avevano perso il loro potere. Regnavano le persone comuni, i Müller e Krause, Schulze e Schmidt.

La RDT veniva creata come paese in cui i lavoratori avrebbero esercitato il potere, escludendo i ricchi. Siccome i capitalisti erano stati espropriati, perdendo quindi i loro diritti, poteva essere creato il nuovo ordine democratico antifascista con una nuova forma di potere: il "Potere dei lavoratori e dei contadini". Si sono sviluppati standard diversi rispetto a quanto era stato possibile sotto il capitalismo, in settori quali la politica economica e sociale, l'istruzione, la giustizia, la cultura, i rapporti tra i sessi e le generazioni, la politica estera e di difesa. Alcuni problemi della vita capitalista venivano eliminati, non esistevano milioni di persone cronicamente disoccupate, né precari a basso reddito, né assistenzializzati ("Hartz IV") o emarginati a vita. La RDT era quindi una spina nella carne del capitalismo e dell'imperialismo tedesco.

La fine della RDT non può essere attribuita ad un singolo fattore. C'erano cause interne ed esterne; degli errori, alcuni evitabili, connessi al crescente allontanamento tra il partito alla guida del paese e il suo popolo, contraddizioni tra gli obiettivi propagandati e la vita reale, l'assenza di un discorso inerente ai problemi e dispiaceri vissuti tra la popolazione. La classe operaia e il suo partito aveva cessato di essere una unità vivente, in particolare il collegamento tra lo Stato socialista e la gioventù era lacerato. Il partito della classe operaia aveva perso - anche per propri errori e deficit - l'egemonia e la capacità di agire politica e ideologica. Così, si diffusero perplessità circa un futuro nella RDT e illusioni sul tenore di vita nella RFT.

A causa della perdita di autorità e del crollo del potere durante i mesi della crisi del 1989, che precedette la controrivoluzione del mese di novembre, la leadership agì avventatamente. Il partito non era più in grado di difendere le conquiste di 40 anni di edificazione rivoluzionaria, mediante l'applicazione di adeguate politiche o con i mezzi del potere a portata di mano. In cima fattori esistenziali e inevitabili, legati in particolare al ruolo giocato della RTD come avamposto della alleanza dei paesi socialisti guidati dall'Unione Sovietica.

Infine, la RDT era l'ultima, ma non meno importante vittima della "trattativa" tra le due superpotenze dell'epoca, l'"Occidente" imperialista e l'"Oriente" socialista, con la partecipazione attiva del capitale tedesco e dei suoi leader politici. Le figure storiche colpevoli del tradimento del tempo furono la dirigenza sovietica sotto M. Gorbaciov: la RDT - proprio come tutti gli altri paesi socialisti in Europa e alleati - diventò, nel tempo di crisi, pedina sacrificale nella partita a scacchi geopolitica, parte di un accordo tra l'Unione Sovietica e gli Stati Uniti, entrambi in profonda crisi all'epoca.

E adesso? Se il punto di riferimento di oggi è la rinnovata campagna mediatica per celebrare il giubileo della "caduta del muro di Berlino", la RDT è luminosa come 25 anni fa. A dispetto di tutti i tentativi di "delegittimare la RDT", come propose l'ex ministro tedesco della Giustizia Klaus Kinkel, questi tentativi non sono riusciti a eliminare quarant'anni di socialismo in Germania. D'altra parte, si potrebbe chiedere: "Chi parla ancora del partito liberale? Nessuno! Ma tutti continuano a parlare della RDT".

Dopo il 1990, il DKP ha spesso fissato nei suoi documenti e nelle risoluzioni, le conoscenze delle basi del primo stato socialista in terra tedesca. Difendiamo ora e in futuro la nostra idea che la RDT sia stata la più grande conquista del movimento operaio rivoluzionario in Germania. Sotto la pressione della più profonda crisi economica del capitalismo che continua dal 2007, vediamo confermata la nostra valutazione circa il ruolo funesto dell'imperialismo tedesco nell'accendersi e aggravarsi delle crisi politiche e dei conflitti militari.

In occasione dei 40 anni della RTD e del suo 65° anniversario, di fronte alla situazione minacciosa in Europa orientale e in Medio Oriente, abbiamo un'ulteriore ragione per mantenere viva la memoria del modello antimilitarista e antifascista della RTD. Dal suolo tedesco non deve più scaturire una minaccia contro altri popoli. Tutti gli attuali piani per estendere la componente militare della politica estera tedesca devono cessare ora. Tutti i soldati tedeschi devono tornare immediatamente dai loro incarichi all'estero. La Repubblica Federale di Germania deve lasciare la NATO, il patto militare imperialista. Tutti i cittadini della RDT che hanno sofferto sul piano professionale, giudiziario, politico e di altra natura materiale a causa della loro "particolare vicinanza al partito e allo Stato", devono essere riabilitati e ottenere lo stesso trattamento di tutti gli altri cittadini.

Il 65° anniversario del RDT dalla sua fondazione ci ricorda il nostro impegno: "Mai più il fascismo, mai più guerre!". E che "Il nostro futuro è il socialismo!"


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