www.resistenze.org - popoli resistenti - germania - 02-11-15 - n. 563

L'annessione…

Simone Cumbo

02/11/2015

Dopo il 1989, attraverso una consapevole politica di demolizione culturale prima che economica di tutto ciò che proveniva dal "socialismo dell'est",  il capitalismo ha inglobato quei paesi e quelle culture. Ha favorito profitti per gli investitori stranieri che a buon mercato si sono assicurati industrie e proprietà a prezzi di saldo. Ed ha reso le economie di quei paesi preda di  speculatori e affaristi…

Nulla di nuovo per chi non si è mai arreso alla logica del Capitale, ma vale la pena raccontare cosa è successo nella DDR dopo "L'annessione" (titolo del libro di Vladimiro Giacchè dal quale provengono i dati qui riportati) con la Germania dell'Ovest.

Attraverso una meticolosa opera di privatizzazioni e deindustrializzazioni,  le autorità di Bonn hanno trasformato la DDR da una economia rivolta alle esportazioni a una incentrata sulla domanda interna, ossia dipendente dai trasferimenti dall'Ovest.

«Già nella prima metà del 1991 – scrive Vladimiro Giacché nel libro sopra citato – la produzione industriale era crollata del 67 per cento rispetto al 1989. Ma con punte del 70 per cento nel settore dei macchinari, del 75 per cento nell'elettronica e addirittura dell'86 per cento nella meccanica di precisione. 
Dalla fine dell'89 alla primavera del 1992 furono distrutti 3,7 milioni di posti di lavoro a tempo indeterminato».

E così enormi profitti sono arrivati per il mondo imprenditoriale dell'Ovest.... A seguito dell'unione monetaria, infatti, molte aziende della DDR in grado di fare concorrenza a quelle tedesco-occidentali, fallirono. E le aziende dell'Ovest si trovarono davanti un mercato di oltre sedici milioni di abitanti. Nella Germania Occidentale, negli anni successivi, l'economia ha conseguito «un chiaro salto di qualità, stimabile in un ordine di grandezza di circa 200 miliardi di marchi all'anno in termini nominali».

Va ricordato inoltre che lo standard qualitativo nel campo sociale ed educativo dell'Est era molto alto, superiore a quello occidentale.

"Nei miei undici anni qui nell'est della Germania, spesso ho sentito dai colleghi o genitori, anche da quelli che erano critici nei riguardi della mancanza di libertà nella ex Ddr, che il loro sistema scolastico era certamente migliore, in modo particolare per le materie come matematica e scienze naturali, perché esse avevano un grande valore nella politica scolastica della Germania est e perché venivano insegnate sistematicamente e non con un'accentuazione eccessiva dei metodi cooperativi i quali spesso sono solo dei giochetti didattici che non portano alcun frutto.
Posso testimoniare che anche nella scuola dove lavoro attualmente gli insegnanti formati nella Ddr hanno certamente una grande professionalità e con alcuni ho un dialogo continuo e per me fruttuoso (in modo particolare nell'ambito biologico)..."

Così un insegnante si esprime sul sito sussidario.net, raccontando di realtà educative spesso occultate dai mass media.

"Nella DDR tutti i bambini avevano la possibilità di andare all'asilo nido. Sei settimane prima e sei settimane dopo il parto, le madri ricevevano soldi per la maternità. E l'Asilo Nido era a portata di tutti. Con il matrimonio una coppia aveva il diritto di avere un appartamento. Ogni cittadino della DDR aveva il diritto a un lavoro. Era persino scritto nella legge. Per raggiungere questo obiettivo lo stato creava dei posti di lavoro. La maggior parte delle persone lavoravano in aziende appartenenti allo stato oppure in consorzi. In questo modo tutto, gli appartamenti, i negozi alimentari, le fabbriche di macchine, le banche e le imprese energetiche appartenevano allo stato. Le differenze tra i redditi erano molto meno di oggi. Un commesso guadagnava 600-800 Marchi al mese, un ingegnere massimo 1200 Marchi. Nella DDR c'era poca invidia nella società. Il senso di unione, per esempio anche tra vicini, era più grande. Oggi l'invidia inizia già da bambini…."

Così nel 2009 B.M: moglie di un emigrato italiano in Germania, racconta i suoi anni vissuti nella Repubblica Democratica Tedesca...

Non c'è da stupirsi allora che ancora oggi, a distanza di ventiquattro anni dalla caduta del Muro di Berlino, il 49% dei cittadini tedeschi provenienti dall'est, ritengano che "il sistema comunista avesse più lati positivi che negativi. C'era qualche problema, ma si viveva bene". Un altro 8 per cento afferma che "...la Ddr aveva soprattutto aspetti positivi. Si viveva più felici e meglio di quanto si fa oggi nella Germania riunificata"..

Fonti:
http://www.ilsussidiario.net/News/Educazione/2013/10/14/SCUOLA-L-Italia-avrebbe-bisogno-dei-prof-dell-ex-Ddr-/435237/


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