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"Il problema principale è riunire i movimenti per la pace e dei lavoratori"

International Communist Press | sol.org.tr
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

28/03/2016

Intervista a Patrik Köbele, presidente del Partito Comunista Tedesco (DKP).

La Germania accresce gli armamenti. L'esercito federale si rafforza. A dispetto delle proteste, la Germania continua a esportare armi verso paesi come l'Arabia Saudita. Cosa pensi della politica in Africa e Medio Oriente della Repubblica Federale di Germania, cioè dell'imperialismo tedesco?


Dovremmo prima affrontare più in generale la questione della politica degli armamenti. Il Ministro della guerra (*) Von der Leyen chiede altri 130 miliardi per i prossimi 14 anni in aggiunta alla cifra attualmente stanziata. La cosa interessante di tale richiesta è il pianificato aumento del numero di carri armati, fatto del tutto significativo. Ciò indica una politica di riarmo in linea con un atteggiamento più aggressivo verso l'esterno da parte dell'Esercito federale.

E' un dato di fatto che si stia entrando in una fase in cui l'imperialismo tedesco sarà più aggressivo sia all'interno che all'esterno e questo è naturalmente legato alla politica in Africa e Medio Oriente.

Partiamo dall'idea che l'imperialismo tedesco ha deciso di partecipare alla guerra in Siria con il timore di esservi trascinato dagli eventi al momento dell'intervento della Russia, che era in piena conformità con il diritto internazionale. Ma allo stesso tempo si deve anche considerare la presenza di piani di attività militari in Libia. La Germania sta inoltre svolgendo attività militari in Mali, in Africa centrale, da un lungo periodo di tempo.

Questo significa chiaramente che l'imperialismo tedesco, anche se non in concorrenza con l'imperialismo degli Stati Uniti, ma in competizione con quello francese, cerca di far rispettare i propri interessi e dare corpo alle proprie ambizioni in Africa e nel Medio Oriente.

E il Regno Unito invece?

Prima di tutto, gli inglesi cercano di acquisire potere all'interno dell'Unione europea giocando la carta americana. Ma in realtà si trovano in una posizione relativamente debole rispetto all'imperialismo francese e tedesco. Tuttavia, come dimostra l'attacco alla Libia intrapreso insieme con l'imperialismo francese, non sono meno pericolosi. Credo che ci sia un rapporto di competizione tra questi tre attori e penso che l'imperialismo tedesco e francese abbiano una posizione di leggero vantaggio in questa lotta.

Questa competizione non danneggia l'Unione europea?

In sostanza, la funzione della UE è di rappresentare gli interessi delle principali potenze imperialiste. D'altro canto, l'UE cerca inevitabilmente di bilanciare questa competizione e lo sviluppo ineguale che la pone di continuo in una situazione difficile. Alla fine, hanno bisogno di sostenere l'Unione europea per continuare a succhiare il sangue dei paesi periferici dell'UE. Tuttavia, si ritrovano ad affrontare dei problemi visto che non possono controllare le proprie disuguaglianze e disparità di sviluppo. Quindi, la loro competizione diventa una minaccia potenziale in grado di far esplodere l'Unione.

In questi giorni è spesso citata la "guerra imperialista". Come alleato degli Stati Uniti, il capitale tedesco avrebbe il coraggio di andare in guerra contro la Russia?

Non penso che al momento sia probabile. Piuttosto lo si può intendere come un processo che proseguirà per delega, come nel caso dell'Ucraina. Non credo che un confronto diretto sia auspicato o imposto. Tuttavia, a causa dell'irrazionalità c'è un rischio relativamente alto che aumenti tale pericolo. Un esempio di ciò è il jet russo abbattuto dalla Turchia. Questo, naturalmente, può avere conseguenze che nessuno può controllare. E' stata una provocazione di Erdogan, che chiaramente e intenzionalmente persegue i propri interessi, come fa Israele. E questo, naturalmente, può comportare un aggravamento del caos, fino ad inghiottire altri paesi. Penso che ci si trovi nella situazione più pericolosa dalla Seconda guerra mondiale, ma non credo che il grande capitale monopolistico tedesco intenda condurre deliberatamente la Germania in una guerra. Tuttavia, il pericolo di un'escalation dell'attuale guerra regionale è grande, nonostante tutto.

Il Partito Comunista Tedesco ha un programma d'azione concreto contro l'aggressione dell'imperialismo tedesco?

Noi crediamo che il vero problema sia prima di tutto rafforzare ed espandere il movimento per la pace. Secondo la nostra analisi, riguardo la questione della guerra e della pace, siamo in una posizione simile a quella della 7° Conferenza (**) del Movimento comunista internazionale contro il fascismo. Pertanto, vi è necessità di un'ampia alleanza.

In secondo luogo, riteniamo che la cosa principale sia di riunire il movimento per la pace con il movimento dei lavoratori e in questo momento in Germania ciò è un grosso problema. Perché nei sindacati, purtroppo, il dibattito su questi temi è in declino. Inoltre, le posizioni a sostengno della produzione ed esportazione di armi e che sostengono l'Esercito federale stanno guadagnando forza fra i sindacati. Questo, a mio parere, rappresenta un problema enorme su cui lavorare. Allo stesso tempo, abbiamo a che fare con i conflitti che paralizzano il movimento per la pace e che dobbiamo superare.

Queste controversie riguardano infatti le varietà dell'imperialismo, la valutazione delle loro caratteristiche comuni e della competizione. Questo problema, che è strategicamente molto importante, non dovrebbe tuttavia paralizzare il movimento. Perché il vero problema è che la coscienza antibellicista non può essere convertita in azione, nonostante sia profondamente radicata. Questo rende più facile alla classe dirigente dare validità al suo percorso aggressivo, ora nuovamente emerso con il problema dei profughi utilizzati per dividere gli sfruttati.

Erdogan in questi giorni è occupato con il traffico di esseri umani. E la cancelliera Merkel?

Sì, questo è traffico di esseri umani, è chiaro. Anche quanto sta facendo il governo federale è traffico di esseri umani. Ma il vero problema è che è evidente come la causa principale di questa fuga sia l'imperialismo con le sue guerre, con la devastazione della natura e delle radici stesse della vita in Medio Oriente, in Africa e altrove. Naturalmente è un'infamia che l'imperialismo usi il disastro che ha creato per dividere la classe nei centri imperialisti. Mettere profughi contro residenti, immigrati contro non-immigrati è vero razzismo.
Inoltre, non si deve pensare che il governo Merkel sia migliore rispetto agli altri. Ciò è assurdo. Sta solo seguendo una via leggermente diversa per imporre i propri interessi.

L'ondata di rifugiati ha causato gravi problemi alla Repubblica Federale di Germania. Ciò vale anche per l'Unione europea già in crisi. Cosa pensa il Partito circa la soluzione della "questione profughi"? Può la classe dirigente controllarla?

Che cosa significa "controllare" in questo contesto? Se riescono a dividere il movimento dei lavoratori, approfondirne le divisioni, questo significa che hanno raggiunto il loro obiettivo. Se riescono a utilizzare i rifugiati per eliminare il salario minimo, hanno raggiunto il loro obiettivo. Se riescono a far accettare un clima razzista, che non è altro che la divisione degli sfruttati, hanno raggiunto il loro obiettivo. In realtà, se si parla di crisi, una crisi dovrà pure esserci. Il problema immigrazione non è altro che la prova di quanto marcio e parassitario sia l'imperialismo. Ma è anche abbastanza forte per usare la sua putrefazione per consolidare il proprio potere.

Il terzo giorno del Congresso, il vostro Partito ha preso decisioni che hanno profondamente influenzato la strategia dell'organizzazione. Cosa significa questo per il futuro del Partito?

Vorrei prendere in considerazione l'intero Congresso, non solo il terzo giorno. Con l'approvazione della risoluzione principale (***), credo che la nostra analisi e strategia siano migliorate.

Siamo partiti da tre considerazioni. L'imperialismo tedesco diventerà più aggressivo sia internamente che esternamente, e la classe operaia di questo paese non ha a riguardo un corrispondente livello di preparazione. Quindi, possiamo concludere che i nostri sforzi vanno concentrati per rafforzare il movimento per la pace, la lotta antimilitarista e antifascista. Qui il nostro ruolo speciale sta nel dirigere questi movimenti contro il capitale monopolistico.

Su queste basi, abbiamo stabilito una linea che include punti che peseranno sul nostro lavoro negli anni a venire e preso decisioni in merito alle elezioni federali che il DKP è ora in grado di affrontare. Abbiamo preso decisioni relative al 100° anniversario della Rivoluzione d'Ottobre. Abbiamo deciso di chiudere la nostra esperienza come osservatori del Partito della Sinistra Europea al fine di rafforzare il Partito. Questa decisione, naturalmente, ha un carattere strategico, perché indica chiaramente che vogliamo dare priorità all'intensificazione della cooperazione con i Partiti comunisti.

Sulla base della lotta di classe negli anni a venire, noi crediamo che l'intensa collaborazione con le forze comuniste sarà determinante come presupposto per le politiche di blocco. Questo, naturalmente, richiede una politica di alleanze; naturalmente dovremmo rivolgerci al movimento dei lavoratori con coscienza democratica e ai nostri compagni. Ma se saremo in grado di creare un solido nucleo di collaborazione comunista, potremmo farlo molto meglio.

Note

*) Köbele, usa intenzionalmente la definizione Ministro della guerra al posto di Ministro della difesa.

**) VII Congresso dell'Internazionale comunista (Komintern) tenuto a Mosca nell'estate del 1935, il cui tema principale era la lotta contro il fascismo.

***) Il DKP ha svolto i primi 2 giorni del suo 21° Congresso il 14-15 novembre 2015, nella città di Francoforte sul Meno. Le decisioni che hanno segnato la prima parte erano la qualificazione del DKP come "partito marxista-leninista" e l'elezione di una nuova dirigenza. Patrik Köbele è stato eletto in modo schiacciante alla presidenza, mentre la decisione che determina il carattere marxista-leninista del partito è stata presa a maggioranza, con circa i 2/3 dei voti. La risoluzione per porre fine alla status di osservatore del DKP nel Partito della Sinistra Europea è stata rinviata ad altra data. Il Congresso è stato completato il 27 febbraio 2016, il terzo giorno, nella città di Kassel.

Patrik Köbele è nato nel 1961, a Weil am Rhein, una città vicino al confine con la Svizzera. Si è unito in giovane età alle fila della Gioventù Operaia Socialista Tedesca (SDAJ), forte movimento giovanile comunista degli anni '70. Ha assunto la presidenza dell'organizzazione nel 1989-1994. Secondo la sua testimonianza, nel 1978 entrò nel Partito Comunista Tedesco "perché voleva stare dalla parte dei lavoratori".

Al 20° Congresso del Partito nel 2013, i delegati che hanno perseguito una politica comunista autonoma sono stati eletti alla direzione al posto di quella filo-Partito della Sinistra Europea allora esistente. Köbele è stato eletto alla presidenza con voto di maggioranza. La presidenza di Köbele è stata riconfermata al 21° Congresso dalla stragrande maggioranza dei delegati.


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