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Il gioco della fame

Jörg Kronauer * | unsere-zeit.de
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

27/05/2022



L'Occidente incolpa la Russia per la mancanza di grano: le sanzioni sono altrettanto responsabili (Foto: 2022 © World Food Programme).

Cosa bisogna fare per fermare l'incombente crisi alimentare globale? Il Segretario generale dell'ONU António Guterres ci sta lavorando da settimane. La situazione è drammatica: la crisi del Coronavirus ha già fatto schizzare il numero di persone che soffrono la fame a 811 milioni in tutto il mondo nell'autunno del 2021; l'attuale aumento dei prezzi dei cereali sta colpendo soprattutto i più poveri e ora c'è anche la minaccia di una grave carenza di cereali. I soccorsi sono più urgenti che mai.

Le cause della crisi alimentare sono evidenti. In primo luogo, c'è la guerra in Ucraina, uno dei maggiori esportatori di cereali al mondo. La guerra sta mettendo a rischio la semina e il raccolto, soprattutto del grano, che viene coltivato principalmente nell'Ucraina orientale. Inoltre, attualmente non ci sono quasi esportazioni di cereali, di cui oltre il 90% è tradizionalmente gestito via nave. Attualmente, i porti ucraini sono occupati dalla Russia o bloccati - principalmente con mine marine - e Mosca e Kiev si accusano a vicenda. In ogni caso, il fatto è che oltre 20 milioni di tonnellate di grano sono bloccate in Ucraina.

Naturalmente, questo è solo un lato della medaglia. L'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO) lo ha già affermato in uno studio dettagliato alla fine di marzo: la seconda ragione dell'incombente crisi alimentare, oltre alle conseguenze dirette della guerra in Ucraina, sono le sanzioni imposte dall'Occidente alla Russia. La Russia è il più grande esportatore di grano al mondo; la Russia e la Bielorussia sono tra i più importanti fornitori di fertilizzanti, cioè di materiali di base da cui dipendono i futuri raccolti. L'Occidente ha imposto sanzioni sull'acquisto di fertilizzanti bielorussi. L'UE e gli USA affermano di aver esentato le esportazioni russe di cereali e fertilizzanti dalle loro sanzioni. Questo è vero solo formalmente. Le sanzioni finanziarie e sui trasporti contro la Russia rimangono in vigore, complicando notevolmente il pagamento e la consegna di grano e fertilizzanti. Inoltre, il regime sanzionatorio occidentale è talmente opaco che molti preferiscono tenersi alla larga dagli affari russi, con conseguenze poco chiare per le loro vendite in Occidente.

Cosa fare? Il Segretario generale delle Nazioni Unite Guterres sta negoziando da settimane e ha visitato anche Mosca e Kiev. La settimana scorsa ha ribadito la sua posizione: "Non c'è soluzione efficace alla crisi alimentare senza reintegrare la produzione alimentare ucraina, e allo stesso modo quella di alimenti e fertilizzanti prodotti da Russia e Bielorussia, nei mercati mondiali". Non una delle due, ma entrambe le cose devono accadere. Naturalmente, ciò richiede "buona volontà da parte di tutti".

Esiste questa "buona volontà"? Finora, Guterres non ha ottenuto una svolta. Mosca insiste su concessioni da entrambe le parti; se si vuole raggiungere una soluzione, ha dichiarato di recente il viceministro degli Esteri russo Andrei Rudenko, "allora devono essere risolti anche i problemi associati alla revoca delle sanzioni imposte alle esportazioni russe".

E l'Occidente? Il Segretario di Stato americano Antony Blinken ha presieduto la scorsa settimana un incontro con le controparti di circa 35 Paesi, per lo più occidentali, dedicato all'approvvigionamento alimentare globale. Russia e Cina, ma anche l'India, non erano presenti; le sanzioni occidentali e le loro conseguenze non sono state discusse. Il ministro degli Esteri tedesco, Annalena Baerbock, è stata invece particolarmente esplicita, affermando che Mosca sta conducendo la sua guerra contro Kiev non solo con carri armati e missili, ma anche con un'arma "terribile ma più silenziosa: la fame e la privazione di cibo". Il governo tedesco continua quindi a preferire l'agitazione anti-russa agli sforzi per risolvere il problema. In queste condizioni, le possibilità che Guterres ottenga il tanto necessario successo negoziale non sono buone.

*) Jörg Kronauer (nato nel 1968) è uno scienziato sociale che vive a Londra. È redattore del portale di notizie "german-foreign-policy.com", giornalista freelance e autore di libri. I suoi temi principali sono il neofascismo e la politica estera tedesca. Kronauer ha pubblicato nel 2018 con PapyRossa "Meinst Du, die Russen wollen Krieg? Russia, Occidente e seconda guerra fredda". Il suo libro attuale, "Der Rivale" (Il rivale), analizza il ruolo della RPC nella lotta di classe internazionale.


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