Schivare e tacere: le domande sulla visita di una delegazione della brigata fascista "Azov" in Germania rimangono senza risposta
Susann Witt-Stahl | Jungewelt.de
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
28/02/2025
Nome in codice: "Bistecca"
Bandiera dell'UPA fascista durante una manifestazione filo-ucraina a Berlino (Stefan Jaitner/Avalon.red/imago)
I fatti rilevanti relativi alla visita dei rappresentanti del battaglione internazionale della 12a brigata speciale "Azov" della Guardia Nazionale Ucraina la scorsa settimana a Berlino e nel Brandeburgo continuano a essere occultati. Le foto che sono emerse nel frattempo suggeriscono che siano state invitate circa dieci persone, tra cui membri di altri battaglioni "Azov". Il soggiorno, dichiarato come «viaggio d'affari», è stato organizzato, secondo le loro stesse dichiarazioni, dalla «Azov One Foundation», l'unità di raccolta fondi della brigata neonazista, e dall'International Alliance for Human Ressources Readiness (IAHRR). L'ONG è registrata a Kiev dal luglio 2024, ma almeno il suo presidente risiede a Monaco di Baviera. Lì, il medesimo e i suoi compagni d'armi hanno lanciato iniziative a sostegno di "Azov" e di altre unità con lo slogan "Tutto per il fronte - tutto per l'Ucraina!". Tuttavia, progetti degni di nota o altre attività dell'IAHRR non sono ancora di dominio pubblico - un'indicazione che l'ONG potrebbe essere una struttura di facciata di "Azov" in Germania.
La presentazione della delegazione del battaglione, attualmente in fase di costituzione, e di altri soldati dell'Azov a Berlino avrebbe avuto luogo nell'ambito di un "forum di beneficenza e informazione". Lo scopo era quello di informare i rappresentanti del settore della difesa tedesco sul ruolo dell'Azov nella difesa dall'aggressione russa e di raccogliere fondi per il nuovo battaglione. Finora non è stato comunicato dove si sia svolto l'evento e chi abbia partecipato dalla parte tedesca.
La delegazione di Azov era guidata dal comandante del battaglione internazionale, Jurij Tschech. Era presente anche João Galveias dal Portogallo, un ex istruttore della European Security Academy. L'impresa militare privata gestisce in Polonia il più grande centro di addestramento "sicurezza" d'Europa e ha sede a Breslavia, che è stata anche la seconda tappa del viaggio di Azov.
Nel frattempo è stato identificato anche il membro tedesco di «Azov», presentato nel reportage video di Bild come «Peter R.»: si chiama Peter Talos, nome in codice «Schnitzel» (n.d.t: Bistecca). L'ex soldato della Bundeswehr di Riesa faceva il cameriere nella vita civile. Secondo le sue stesse dichiarazioni, è andato in Ucraina dopo l'inizio dell'invasione russa e si è unito ad Azov nel 2023. Talos sottolinea nelle interviste pubbliche che la truppa non è altro che un'unità di combattimento d'élite senza una missione politica - un'affermazione che è già confutata dal fatto che, come si può vedere dai canali di Azov, i membri ricevono un'istruzione ideologica. Quando Schnitzel non fa il Freedom Fighter per i valori europei, vuole trasformare i suoi oggetti d'odio in carne macinata. Talos sul suo canale X ha alluso alle orge di sangue nel film di Tarantino "Bastardi senza gloria", dicendo: "A volte vorrei che potessimo fare lo stesso con la fronte dei fanboy di Z e dei russi fuori dalla Russia".
A tutto voler concedere, tali fantasie di violenza, così come il fatto che i combattenti dell'Azov si siano presentati in uniforme da campo durante la loro visita - alcuni anche con il distintivo nazista dell'Anello del Lupo, come dimostrano le immagini - avrebbero dovuto richiamare le autorità di sicurezza. Ma le reazioni alle domande inviate alle autorità da jW testimoniano disinteresse: il Ministero federale dell'Interno non avrebbe nemmeno informazioni sul fatto che il soggiorno sia avvenuto con il consenso del governo. Una portavoce ha fatto riferimento alla competenza dei Länder. "Il governo del Land non è o non era a conoscenza della visita da lei citata", si legge lapidariamente dal Brandeburgo. La dichiarazione più significativa è arrivata dall'amministrazione del Senato di Berlino per gli affari interni: silenzio.
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