www.resistenze.org - popoli resistenti - georgia - 05-10-07 - n. 197

da: voltarinet.org
http://www.voltairenet.org/article151818.html
 
Manifestazione a Tbilisi contro la dittatura delle rose 
 
30/09/2007
 
Nel novembre 2003, il popolo georgiano si sollevò per rovesciare Eduard Shevarnadze, persuaso che il padre della Georgia post-sovietica avesse truccato le elezioni. Ma gli eroi della “rivoluzione delle rose” erano più interessati alle squadre che si installavano al potere che a festeggiare la “democrazia” tanto attesa.
 
Quattro anni più tardi, gli uomini legati a Washington controllano tutti gli ingranaggi dello Stato e hanno imposto una dittatura non paragonabile con il governo personale di Shevarnadze. Le prigioni sono piene e quelli che, pur rivestendo incarichi, si oppongono a questa deriva sono presto messi da parte.
 
Così, Irakli Okruashvili, il ministro della Difesa, si è dissociato nel novembre 2006. Dopo essere diventato il beniamino dei sondaggi ed avere creato un suo partito, egli è uscito dal riserbo il mese seguente, denunciando i crimini del governo di Mikhail Saakashvili e degli sbirri della CIA. In particolare ha rivelato che il presidente Saakashvili aveva ordinato di far assassinare l’uomo d’affari e presidente del comitato olimpico georgiano Badri Patarkatsishvili e che dei piani erano stati predisposti per lanciare dei commandos all’assalto della capitale dell’Ossezia del Sud.
 
Soprattutto, egli ha segnalato che, il 3 febbraio 2005, l’ex primo ministro Zurab Zhvania e il vicegovernatore Raul Yassupov, che prima di lui si erano già opposti alla deriva del regime, non erano morti asfissiati da una caldaia difettosa nel loro domicilio, ma che i loro corpi erano stati trasportati nell’appartamento dopo il decesso. La versione dell’incidente sarebbe stata fornita da agenti del FBI statunitense venuti a indagare sul posto su richiesta del presidente Saakashvili.
 
Le accuse di Irakli Okruashvili potrebbero essere esaminate dall’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa nella sua prossima sessione.
 
Le reazioni non si sono fatte attendere: giovedì, 27 settembre, Okruashvili è stato incriminato per abuso di potere ai tempi in cui era ministro ed è stato arrestato. La sua abitazione e quella dei suoi parenti sono state perquisite. Il materiale informatico e i suoi documenti personali sono stati sequestrati, senza prima fare un inventario. I locali del suo partito sono stati saccheggiati dalla polizia.
 
10.000 persone hanno manifestato il venerdì sera a Tbilisi per reclamare la liberazione di Okruashvili e l’allontanamento del presidente Saakashvili. E’ stato letto un messaggio dell’ex ministro della Difesa, scritto in prigione. In esso si fa appello ai georgiani a “proseguire la lotta per instaurare la legalità”. Temendo di essere rovesciato, il presidente Saakashvili è rientrato precipitosamente il sabato da New York, dove si trovava per l’Assemblea generale dell’ONU. L’opposizione ha annunciato che starebbe per costituire una sorta di governo provvisorio.
 
Silenzio nei media occidentali: dopo che la Georgia è finita nel campo atlantico, nessuna critica deve essere pronunciata contro Mikhail Saakashvili, grande amico del presidente Bush.
 

Traduzione dal francese per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare